domenica 29 luglio 2018

Il Caos Fluido di Idro 51 a The Urban Box

The Urban Box ospiterà da questo pomeriggio presso il suo spazio espositivo in collaborazione con Cerveza Green Bear la mostra personale dell'artista pescarese Idro51.



IDRO51 aka Flavio Melchiorre (1977, Pescara): Affascinato dalla cultura punk e dalla corrente surrealista e psichedelica si avvicina nei primi anni novanta al mondo dei graffiti. Dopo varie esperienze in ambito pubblicitario e moda fonda il suo studio lavorando come grafico ed illustratore freelance. Ha collaborato con diversi brand italiani ed internazionali. Continua ad esprimere la sua arte sui muri dipingendo con pennelli e bombolette oltre a sperimentazioni digitali e micro sculture. 

Durante l'evento sarà possibile degustare la Cerveza Green Bear, birra spagnola artigianale 100% canapa, la cui grafica è stata creata dall'artista.



Per maggiori info :

http://www.idro51.it/
http://greenbear.es/


Idro 51 - Caos Fluido
THE URBAN BOX
Pescara - dal 29 luglio al 31 agosto 2018
Via Piave 99 (65122)
www.theurbanbox.it

lunedì 23 luglio 2018

L'appello di Alfredo Pirri

Dopo i recenti attacchi a Roberto Saviano da parte del ministro Salvini e le minacce antisemite ricevute da Adachiara Zevi, Alfredo Pirri, in una lettera accorata indirizzata ad Artribune, invita il mondo dell’arte e della cultura a mobilitarsi per difendere la libertà di espressione…

Antonio Gramsci in una elaborazione grafica di Leonardo Basile

Il 20 luglio scorso Roberto Saviano ha pubblicato sul suo profilo facebook un appello dal quale traggo le seguenti parole “… Non l’ho mai fatto, ma vi chiedo di essere oggi con me in questa battaglia …Tocca agli uomini di buona volontà prendersi per mano e resistere all’avanzata dell’autoritarismo. Anche di quello che, per fare più paura, usa la carta intestata di un Ministero, impegnando l’intero Governo contro uno scrittore…”. Lo stesso giorno il quotidiano, la Repubblica pubblica un’intervista allo scrittore che a un certo punto dice “… Se artisti, scrittori, intellettuali tacciono è perché hanno paura dei picchetti social, delle allusioni ai loro beni, sulle loro proprietà. Ma oggi è sotto attacco lo stato di diritto…”.Vorrei fare mio questo ragionamento e il suo appello. Non si tratta effettivamente di proteggere Roberto Saviano, anche se la minaccia di togliergli la scorta da parte del Ministro Salvini lo espone a pericoli gravi, qui si tratta di proteggere lo scrittore, l’intellettuale e con lui il diritto di ognuno di criticare il potere anche con parole violente.

IL PERICOLO DELL’AUTORITARISMO
La minaccia messa in atto dal Ministro verso lo scrittore, insieme alle minacce anonime rivolte alla storica dell’arte Adachiara Zevi (entrambi gli atti figli della stessa mentalità) ci portano ad un passo dal baratro dell’autoritarismo, anzi indicano che forse ci siamo già caduti senza rendercene conto, così come non se ne resero conto i nostri padri e nonni alla comparsa del fascismo. Cadere nel baratro non sempre provoca dolore immediato, a volte l’atterraggio individuale è soffice e indolore perché accompagnato dal riso e dall’ironia, solo in seguito s’inizia ad avvertirne la tragedia, quando la caduta diviene collettiva come un diluvio di corpi che crollano in quella diventata ormai fossa comune. Le mie parole non vogliono tradursi in un appello che raccolga firme, è il saluto a uno scrittore che non saprei come raggiungere di persona e poi un invito ai miei colleghi a esprimerci individualmente o in forma collettiva per uscire dal mutismo stupito da quello che accade o, al massimo, dal balbettio inutile delle barzellette che circolano su Salvini e soci. Facciamo che il ridere di loro non divenga l’introduzione comica di un atto terribile ma di quella che un tempo si chiamava  “risata che li seppellirà”.

IN DIFESA DELLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Per seppellirli con una risata, però, oggi bisogna salvare le parole degli artisti e degli intellettuali, impedire che lo stato si costituisca nei loro confronti come parte civile e affermare, al contrario, che è espressione di civiltà rispettare e sostenere i loro atti. Perché gli intellettuali costituiscono la ferita aperta dell’essere civile, sperimentano sulla propria pelle la sofferenza insegnando agli altri come contrastarla, a volte ne sono addirittura la purulenza che nessuno è disposto a sopportare. Essi sono la libertà stessa che prende forma, la dichiarazione e dimostrazione della sua esistenza. Non è accettabile, nemmeno immaginabile che un artista o un intellettuale possa non essere libero di dire, come meglio gli pare la sua parola o la sua forma, in qualsiasi modo, fino a esporsi perfino con parole e forme irresponsabili. Naturalmente tutto questo vale per tutta la comunità civile, per ogni suo membro, eccezione fatta per chi ricopre responsabilità di potere e controllo, perché in questo caso le sue parole assumono immediatamente (cioè senza mediazione alcuna, nemmeno quella della legge) una proporzione reale e quindi diventano subito fatti.

LA FUNZIONE CIVILE DELL’INTELLETTUALE
L’intellettuale è chi sostiene la verità, possedendone la tecnica, in maniera mai definitiva ma urgentemente vitale. Questo vale per tutti gli artisti, sia per coloro disposti a condividere la propria libertà con gli altri in forma comune, con una lingua collettiva, sia per chi difende e protegge la propria forma tagliandola fuori da ogni luogo collegiale. In entrambi i casi (quindi tutti) l’intellettuale e l’artista rappresentano, con la loro esistenza, qualcosa d’intoccabile. Una barriera che anche se solo minimamente intaccata produce un buco nel sistema civile di tali dimensioni da aprire a una slavina, a una frana possente, infine a una catastrofe storica. Facciamo, quindi, argine e resistenza a questa minaccia prima che ci travolga tutti.

 Alfredo Pirri

giovedì 19 luglio 2018

Le Canzoni d'amore di Luca Beatrice alla Fondazione Pino Pascali


Venerdì 20 luglio alle ore 19, presso la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, il critico d’arte, curatore e docente Luca Beatrice presenta, in conversazione con Susanna Torres della Fondazione Pino Pascali, il libro Canzoni d'amore (Mondadori, 2018), in un incontro in collaborazione con i Presìdi del Libro. Nel corso della serata alcuni brani raccontati nel testo saranno eseguiti da Nicola Zupo e Giuseppe Cannone

Una canzone per ogni anno dagli anni Sessanta a oggi: Luca Beatrice costruisce così un’appassionante storia dei costumi italiani a partire dalle canzoni d’amore più ascoltate dell’ultimo cinquantennio, dal Cielo in una stanza a Ciao amore ciao, da Teorema fino a oggi. La musica che ascoltiamo è rivelatrice dei tempi che stiamo attraversando: parte da questa suggestiva teoria l’affascinante viaggio nella storia del nostro Paese in cui ci conduce Luca Beatrice. 

Cambia la società, cambiano gli equilibri economici, i valori e le convenzioni, e di pari passo cambia il modo in cui si vivono e si raccontano le storie d’amore: dagli anni del boom economico, in cui dietro famiglie modello si celano spesso relazioni clandestine come quelle evocate nel Cielo in una stanza, agli anni Settanta, in cui Guccini racconta con Eskimo un nuovo rapporto di coppia, trasformato dalla rivoluzione sessuale, passando per la solitudine femminile messa in scena nell’Appuntamento di Ornella Vanoni e per l’amore tra adolescenti raccontato da Mogol e Battisti nella Canzone del sole. Negli anni Ottanta Luca Carboni canta il bisogno di libertà, trasgressione e passione dei ventenni, nei Novanta l’indie rock degli Afterhours dà voce ai trentenni inquieti che vivono amori ai limiti, “amori molesti”. 

Poi arriva il rap arrabbiato e provocatorio di Fabri Fibra, e infine l’estetica hipster e retrò degli anni Dieci, con lo struggente romanticismo di ritorno dei Thegiornalisti. Endrigo, Celentano, Vecchioni, Gaber, Dalla, e poi Gianna Nannini, Renato Zero, Vasco, De Gregori, Zucchero, Mia Martini e ancora Jovanotti, Laura Pausini, gli Articolo 31, Ligabue, gli 883, Battiato, Tiziano Ferro, i Negramaro, Elisa, i Subsonica, Marracash: sono solo alcuni dei nomi che compongono questo straordinario canzoniere d’amore, in cui l’autore si mette in gioco anche in prima persona ripercorrendo la sua educazione sentimentale e indagando com’è cambiato nel tempo il suo modo di vivere le relazioni d’amore e gli affetti familiari. Con penna sapiente e delicata, Luca Beatrice ci accompagna in una cavalcata indimenticabile alla scoperta della colonna sonora dei nostri amori. 

Luca Beatrice è nato nel 1961 a Torino. Critico d’arte, docente all’Accademia Albertina e allo IAAD di Torino, nel 2009 è stato co-curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Ha pubblicato volumi e saggi sulla giovane arte italiana, tra cui Nuova Scena (Mondadori 1995) e Nuova Arte Italiana (Castelvecchi 1998), e sulle sue passioni, fra cui una monografia dedicata a Renato Zero, Zero (Dalai Editore 2007) e un omaggio alla “sua” Juventus con Gli uomini della Signora (Dalai Editore 2011). È autore per Rizzoli del libro Da che arte stai? Una storia revisionista dell'arte italiana (2010), di Pop. L’invenzione dell’artista come star (2012) e di Sex. Erotismi nell’arte da Courbet a YouPorn (2013). Nel novembre del 2014 è uscito Write on the Wild Side, una raccolta di articoli scritti dal 2007 al 2014 (Barney Edizioni). Collabora con “Il Giornale” e scrive sulle riviste “Arte” e “Riders”.


Luca Beatrice presenta
Canzoni d'Amore
Venerdì 20 luglio 2018, ore 19


La Fondazione Pino Pascali è punto Fai – Delegazione Bari
Amici del Museo Pascali: Carrieri Design, Ognissole.

FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119 - 70044 POLIGNANO A MARE (BA) - PH: +39 080 4249534
www.museopinopascali.it

martedì 17 luglio 2018

Solo musica al Centro Culturale ZeroUno di Barletta

Un film - La Giovinezza - di Paolo Sorrentino dal sapore prettamente drammatico ispira un’esposizione d’arte contemporanea che si tiene presso il Centro Culturale ZeroUno di Barletta (BAT) in piena estate - dal 17 al 31 luglio 2018 - lasciando che gli spettatori tocchino con mano la profondità, la leggerezza e la concentrazione attraverso una figurazione inconsueta. 

Spesso la musica ispira le opere d’arte ed è secondo questo principio che è stata effettuata la selezione artistica. Musica ed arte sono un binomio storico, da sempre vivo e intrigante, non c’è opera d’arte che possa esistere senza musica e musica che non sia arte, è cosi che opere solo figurative, volutamente diverse tra loro, evidenziano come non servano spiegazioni o esperienza per esistere e per dare un senso alla vita di ogni giorno. 

Come segni grandiosi di una musica interiore tutte insieme le opere di quattro artisti, Roberta Gelsomino, Stefania Iacobone, Andrea Schimboeck, Giuseppe Tabacco, consentono all’osservatore di danzare sulla musica irripetibile dei gesti e dei toni, incantando e sorprendono con eleganza e determinazione, tra colori e tecnica. Pittura ed arte digitale, carta e tela, tutti insieme in un percorso avventuroso, intrigante e coinvolgente. 

Roberta Gelsomino disegna su fogli di carta per una soluzione finale di impatto come un effetto fotogramma. Acquerelli, pennarelli, matite colorate compongono soluzioni figurative con una destrezza sorprendente, frutto di ispirazione sempre diversa. Innamorata degli esseri umani l’artista dipinge volti e animali dall’impronta anche fumettistica e i tratti fermi del pennarello scandiscono dettagli unici. A completare la soluzione finale contribuiscono i colori poiché c’è come una danza dei toni scelti in base alle proprie esigenze. Non sono opere convenzionali, paiono costruzioni artistiche che vivono nell’enfasi tonale e nello stupore di ogni angolo disegnato che racchiude sensi anche celati nelle scritte talune volte apposte. 

Stefania Iacobone stupisce l’osservatore con la grandezza dei formati e la cura incantevole del dettaglio. L’anatomia e i colori si combinano con una grazia suprema riuscendo a zittire l’osservatore per la l’abilità del dipingere e la forza che ogni opera custodisce. Sono scrigni le opere della Iacobone poiché custodiscono le emozioni del dipingere, la cura del dettaglio, la preziosità di affidare ad ogni colore una carica sentimentale che rende il finale di un valore considerevole. Si guardino le articolazioni e quelle che definirei ‘esplosioni cromatiche’ per la grinta emozionale che ogni opera trattiene e sprigiona. Esperienza, emozioni, maestrìa contribuiscono, tutte insieme, ad identificare opere grandiose che riescono a zittire l’osservatore consentendogli di immergersi in quei mondi tratteggiati in cui ci sono ricordi, amore, religiosità e quotidianità. La grandezza dell’arte della Iacobone, nonostante le cromie avvolgenti, le grandezze quasi invadenti, sta solo nella semplicità di una mano sapiente che con pochi tratti incanta e stupisce. 

Andrea Schimboeck manifesta il suo amore per l’arte con una figurazione dalle tonalità intense e fervide senza mai eccedere o essere spropositata. L’amore è la filosofia di vita di una donna ed artista che utilizza l’arte come forma di espressione celando in essa forme come la farfalla, simbolo di bellezza, libertà e trasformazione. Dipingendo con il desiderio di rendere vivaci le sue tele si assiste a corpi dal fervore cromatico e dall’entusiasmo coinvolgente. Una semplicità mista ad una purezza estetica accolgono l’osservatore per soluzioni finali frizzanti ed originali. 

Giuseppe Tabacco si avvale di arte digitale e lo fa mostrando l’effetto del cambiamento, senza qualunquismi e lontano dalla retorica digitale. L’uomo cambia continuamente ed è proprio l’approfondimento di questo aspetto umano che l’artista cerca di approfondire e rappresentare perché la modifica che studia gli consente di intervenire e manomettere le figure a volte fino a farle scomparire creando astrazione e impatto. Opere figurative che necessitano di poche spiegazioni, frutto di sperimentazioni con il pc, giungono all’osservatore tra toni molto emotivi e scene sempre attente e ben studiate nelle inquadrature e ei tagli . Intento a creare suggestioni, Tabacco con le opere rendiconta le sue storie, esperienze, conoscenze; l’arte è sempre figlia dei suoi tempi e realizzare oggi grandi capolavori contemporanei significa, in primis, sfruttare i mezzi che il presente mette a disposizione e questo artista adempie appieno e grandemente a questo lasciando un solco nel presente artistico. 

[.…] io capisco solo la musica. 
E sai perché la capisco?
Perché la musica non ha bisogno delle parole, né dell‘esperienza. 
La musica c‘è….. 
‘La giovinezza‘, 2015, Gran Bretagna, regia di Paolo Sorrentino 


Solo musica
CENTRO CULTURALE ZEROUNO
Barletta () - dal 17 al 31 luglio 2018
Via Indipendenza 1 (76121)
+39 0883521891
arte@zero-uno.org
www.zero-uno.org

domenica 15 luglio 2018

ArteAmare e Paolo Grassi


ArteAmare è il titolo della mostra che sarà ospitata nella suggestiva location del Castello di San Terenzo (La Spezia) dal 15 luglio al 26 agosto, grazie alla collaborazione col MiBACT - Polo Museale della Liguria.

Nella mostra sarà possibile ammirare le opere che l'artista-fotografo Paolo Grassi ha presentato quest’anno al MIA Photo Fair (fiera internazionale dedicata alla fotografia d’arte), al Milano Photofestival e al Salone del Mobile di Milano.

Le opere esposte appartengono a due progetti, intitolati “Da fuoco e acqua” e “Generation of the city”.

Il primo progetto comprende una serie di foto in bianco e nero che Grassi ha realizzato con una tecnica di sua elaborazione completamente manuale ed eco-compatibile, derivata dagli elementi naturali ed archetipici del fuoco e dell'acqua.

“Genereation of the city” è invece uno studio, che mette in relazione la struttura urbana delle città con le persone che l’hanno generata.

Paolo Grassi è un fotografo e architetto nato in Toscana. Nella metà degli ‘70 del 900 inizia un percorso artistico che lo porta a sviluppare ricerche fotografiche legate a temi grafici. Dopo la laurea all’Università di Firenze, con una tesi sull’archeologia industriale, affianca il lavoro di architetto alla ricerca fotografica.

martedì 10 luglio 2018

Il colore

Il colore è il più deciso manipolatore dello stato d'animo. (cit. Leonardo Basile)


sabato 7 luglio 2018

Di che cosa parliamo quando parliamo di cultura e impresa?

La ricerca accademica, il mondo imprenditoriale e le politiche pubbliche riconoscono ormai apertamente che le imprese, se intrecciano relazioni con il mondo della cultura, diventano anche più innovative e più competitive. Non si tratta più, tuttavia, di replicare il modello tradizionale dell’impresa che “finanzia la cultura” come è sempre accaduto dai tempi di Gaio Clinio Mecenate e continuerà ad accadere finché esisterà lo spirito filantropico. A parlare di questi temi, l’11 luglio alle ore 17, presso la Fondazione Pino Pascali, saranno Aldo Patruno, Direttore - Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, Regione Puglia e Fabrizio Panozzo, Docente di Governo delle Organizzazioni Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia. L’evento è aperto al pubblico ed è in particolare rivolto agli operatori del settore turistico e culturale.

La discussione verterà sull’interesse contemporaneo per gli incroci tra la logica d’impresa e le nozioni di “cultura” e “creatività” che hanno dato origine alla nuova soggettività delle “imprese culturali e creative”. Sarà proposta in primo luogo una riflessione sulla congiunzione che connette ed in qualche misura assimila cultura e creatività per far notare piuttosto ciò che differenzia il lavoro artistico dalla produzione creativa. In questa prospettiva si possono articolare forme nuove di inserimento dell’attività artistica nelle tradizionali attività aziendali. Si può ad esempio parlare di “artificazione” dell’azienda ovvero di una proposta e traslazione nei contesti produttivi dei valori artistici: il carattere simbolico del risultato, il "pensare facendo", la tensione verso la libertà di espressione, l'accettazione dell’imprevedibilità dei risultati, del paradosso, dell'ironia, della serendipità. Tutto questo avendo in mente l’innovazione e la competitività, ma anche imparando a gestire il business accettando la complessità derivante dalla presenza dirompente del lavoro artistico.

Aldo Patruno è Direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio di Regione Puglia. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Bari, inizia ad occuparsi di consulenza strategica agli Enti territoriali. Dal 2007 è dirigente dell’Agenzia del Demanio dove matura importanti esperienze in materia di riqualificazione e valorizzazione a livello urbano e territoriale, strutturando progetti significativi di riuso e messa reddito del patrimonio demaniale dismesso, come “Valore Paese Dimore”, “Valore Fari”, “Valore Cammini”. Nel 2016, dopo aver conseguito un master in management delle pubbliche amministrazioni presso SDA Bocconi, approda in Regione Puglia al vertice del nuovo Dipartimento che unifica le competenze in materia di Cultura e Turismo. Si dedica prioritariamente alla pianificazione strategica di medio-lungo nei due settori, mettendo in campo una serie di azioni work-in-progress finalizzate a testare l’efficacia della strategia, anche al fine di intervenire in modo più mirato sul sistema normativo regionale e sulla qualità della spesa dei fondi strutturali europei: SMART-inPuglia per la valorizzazione/realizzazione di Community Library, Laboratori di fruizione, Teatri, Empori della creatività; la programmazione e il finanziamento triennale degli investimenti in materia di Cultura e Spettacolo; la strutturazione di una rete integrata e coordinata di infopoint; il sostegno ai voli low cost per l’incremento dell’incoming; la strutturazione di una rete integrata dei “Cammini” storici, religiosi, tematici.

Fabrizio Panozzo è docente del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dopo il dottorato in Economia Aziendale e il Master in Business Administration negli USA, inizia la sua carriera accademica alla fine del secolo scorso nel Regno Unito. Rientrato a Venezia, continua ad occuparsi di problematiche manageriali in una prospettiva fortemente trans-disciplinare. È stato visiting professor presso svariate università straniere tra le quali Oxford, London School of Economics, Edinburgh, Atene, Stoccolma, Innsbruck, Waseda e Keio (Tokyo), Fu-Jen (Taiwan) e Adelaide (Australia). Nella sua attività di didattica e di ricerca analizza criticamente gli intrecci tra management e altri campi del sapere. Con il tempo si è convinto che il governo delle organizzazioni produttive sia prima di tutto un’attività culturale e sociale, spesso costretta a travestirsi di razionalità, scienza e calcolo. Anche per questo è finito ad occuparsi sempre più intensamente delle relazioni tra aziende, strumenti manageriali e linguaggi dell’arte e della cultura.

Info
Incontro
Di che cosa parliamo quando parliamo di cultura e impresa?
Intervengono: Aldo Patruno,Direttore - Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, Regione Puglia e Fabrizio Panozzo, Docente di Governo delle Organizzazioni Culturali, Dipartimento of Management, Università Ca’ Foscari, Venezia
Mercoledì 11 luglio 2018, ore 17


La Fondazione Pino Pascali è punto Fai – Delegazione Bari
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FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119 - 70044 POLIGNANO A MARE (BA) - PH.: +39 080 4249534
www.museopinopascali.it
info@museopinopascali.it


Press: Santa Nastro press@museopinopascali.it +393928928522

giovedì 5 luglio 2018

Il colore oltre il colore

'Il colore oltre il colore' è il titolo della mostra personale di Sonia Costantini che da Sabato 7 luglio 2018 a Domenica 5 agosto 2018 si terrà presso la Galleria Novecento in Palazzo Sarcinelli a Conegliano (TV).
L'inaugurazione si terrà sabato 7 luglio 2018, ore 18.00, con l'intervento critico di Antonella Uliana.

Sonia Costantini è nata nel 1953 in provincia di Mantova, città dove vive e lavora. Inizia a esporre nei primi anni Ottanta. Sin dagli esordi la sua ricerca artistica è indirizzata alla pratica della pittura, sperimentando varie tecniche. Nel 1986, dopo la partecipazione al "37° Salon de la Jeune Peinture" al Grand Palais di Parigi, il suo lavoro andrà precisandosi sempre più come indagine tesa a sviscerare i valori luministici della materia pittorica. Negli anni Novanta è presente in numerose esposizioni personali e collettive, in spazi pubblici e privati. Sono anni in cui la sua ricerca si concentra sempre più verso una pittura di un unico colore approfondendo la possibilità di sondare la percezione della luce dentro la pasta cromatica. Con la personale al PAC di Ferrara del 2001 il suo lavoro si radicalizza ulteriormente e la sua attività espositiva si allarga in ambito internazionale. Gli ultimi anni la vedono impegnata a puntualizzare definitivamente l'ambito della propria ricerca, privilegiando in maniera incondizionata il colore come valore assoluto. Sue opere sono presenti in varie collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, tra queste la Collezione Giuseppe Panza di Biumo.

La mostra sarà visitabile di giovedi ore 10.00-12.30 e 15.30-19.30, venerdì ore 10.00-12.30 e 15.30-23.00, sabato e domenica ore 10.00-19.30. Testi in catalogo di Matteo Gardonio Ducrocq e Antonella Uliana. 

Per informazioni: Associazione Culturale Oltrearte Arte Contemporanea (www.oltrearte.com, info@oltrearte.com, tel. 338 2705193).

mercoledì 4 luglio 2018

Ancora CleanRome

CleanRome, la campagna di sensibilizzazione dedicata alla città di Roma, prosegue anche nel 2018 con un nuovo logo e con tanti giovani protagonisti.

Dopo i premi* ricevuti lo scorso anno, la campagna senza fini di lucro promossa da Aliantedizioni in collaborazione col Liceo Statale Eugenio Montale di Roma, continua il suo impegno nella diffusione di una rinnovata cultura della salvaguardia del contesto urbano della città eterna. Nata con l’intento di trasformare l’auspicio contenuto nel vecchio slogan del Comune Capitolino ‘ROMA PULITA’ in un impegno da prendere in prima persona, CleanRome conferma il tentativo di modificare i comportamenti scorretti in cui, purtroppo, incorrono quotidianamente gli abitanti e i visitatori della città spesso a danno del suo straordinario patrimonio artistico.

Il nuovo logo, disegnato da Alessandro Loschiavo e Marco Paiani, riprende la mappa stilizzata della città e la trasforma in una macchia ‘imbarazzante’ da ripulire velocemente!

Le immagini che accompagnano quotidianamente la campagna CleanRome, ora anche su Instagram, sono scatti realizzati dal fotografo Marino Abbatelli con la partecipazione degli studenti maggiorenni e di alcuni docenti del Liceo Montale di Roma, ripresi durante i minuti della ricreazione. I ‘modelli’ si fanno interpreti di tanti piccoli suggerimenti e ironici rimproveri con lo scopo di invogliare gli ospiti permanenti e temporanei della città ad un comportamento più virtuoso e consapevole. Si tratta di ragazzi che con passione e auto -ironia provano a spendersi per migliorare le condizioni della propria città invece di confluire nel lamentoso corteo degli inoperosi sfiduciati.




*Green Good Design Award 2017 per la categoria ‘Green corporate’ assagnato da The Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design.

ePDA European Product Design Award 2017 per la categoria ‘Design for Public Awareness’ assegnato da The International Awards Inc.