martedì 15 dicembre 2015

Tre: Monika Wolf - Barbara Pietrasanta - Alì Farahzad

'Tre', titolo della mostra collettiva di Monika Wolf, Barbara Pietrasanta e Alì Farahzad, con la curatela di Dorino Iemmi, in esposizione a Milano presso Ostrakon Galleria sino al 22 dicembre.

"Il tre è numero perfetto. Rappresenta il superamento del dualismo, dell’antagonismo. 
Tre artisti, tre mondi: nord, sud, oriente. Monika Wolf, Barbara Pietrasanta, Alì Farahzad. Tre personalità diverse accomunate da una prossimità di ricerca sul senso della vita più che sul linguaggio espressivo. 

Monika è portata a sfrondare, a rappresentare solo l’essenza, a eliminare dalle sue creazioni ogni traccia sovrastrutturale, ogni superflua esteriorità. I lavori che presenta in questa mostra sono ispirati alla Ghost Dance (Danza degli Spiriti) degli indiani del Nord-America. In particolare presenta tre Ghost Shirt, camicie che venivano indossate durante la Ghost Dance come tramite magico di contatto con il Grande Spirito. Il contenuto simbolico delle opere, tele come paramenti sacri, si rivela attraverso segni, decori, figurazioni mutuate dallo studio degli originali, veduti una volta, con profondo turbamento, in occasione di un viaggio in Nord-America.
Un elemento significativo nella realizzazione delle opere è il materiale. Il materiale nelle sue varie forme e caratteristiche, prevalentemente riciclato, dà un suo contenuto metaforico all’opera e spesso l’arricchisce, attraverso la sua plasticità, con una terza dimensione. 

Nelle tele di Barbara va in scena l’esistenza tout court senza travestimenti, spogliata dei condizionamenti esteriori. Sopita ogni interferenza, la sua arte comunica e interagisce col Sé profondo, kierkegaardiano (non freudiano), privilegiando i soggetti femminili, colti in momenti del quotidiano di grande intensità. 
Unico suo interlocutore esterno quando dipinge è l’Universo col suo instancabile pulsare.
Viene di fare un parallelo con l’opera di Tracey Emin per i temi che affronta legati al senso della vita, dell’identità femminile, del suo mettersi in gioco a rischio di patimenti e dolorose escoriazioni. 

Alì Farahzad affida a un segno spoglio, vibratile, il compito di esprimere ciò che è fuggevole dell’esperienza umana, non l’attimo faustiano, ma la visione onirica.
Presenta busti di giganti, rocce animate, paracaduti in picchiata, assemblee di spiriti. A cui assegna titoli allegorici e satirici al tempo stesso: “Uomo più leggero del vuoto”, “Portavuoto”. Per Vuoto egli non intende l’assenza di valori, ma una condizione ideale in cui l’uomo, svuotato appunto, liberato dagli influssi esterni, può finalmente trovare la sua dimensione profonda. Nei suoi lavori il vuoto si definisce simbolicamente attraverso lo spalancarsi di vasti spazi astrali, fluidici, entro cui volteggiano, in assenza di condizionamenti, misteriosi solidi e misteriose apparizioni antropomorfe." (Dorino Iemmi

Monika Wolf / Barbara Pietrasanta / Alì Farahzad - Tre
Ostrakon Galleria
Milano - dal 15 al 22 dicembre 2015
Via Pastrengo 15 (20124)
+39 3312565640
dorino.iemmi@fastwebnet.it

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