giovedì 14 marzo 2019

Paesaggi immaginari in mostra alla Reale Reggia Borbonica di Portici

Il Titolo della mostra, Paesaggi...immaginari vuole sottolineare la capacità della Natura di interagire con le sensibilità poetiche nella creazione artistica.

Cos'è un Paesaggio?

E' una Visione, uno sguardo dattorno che, all'improvviso, ci riempie di Meraviglia, o di Orrore, o di Curiosità, o di mille cose all'unisono. Cose sempre, eppure mai viste, in un attimo ci catturano, ci trascinano e fanno tracimare le nostre emozioni.

I nostri occhi all'improvviso ci distraggono dai pensieri, ci immergono in una dimensione inaspettata nella quale rimaniamo immobili: basta un secondo, la frazione di un attimo ed ecco che usciamo da noi stessi per trovarci immersi nel Mondo.

Questa visione ha sempre rappresentato per gli artisti un irresistibile desiderio di esprimere il proprio sentire, lo sguardo degli Artisti rende immobile la meraviglia, eternizza l'attimo nelle loro opere e   questa esposizione vuole rendere omaggio alla narrazione artistica del Paesaggio, alla stimolazione poetica che esercita su chi fa Arte.

L'Arte si nutre e al contempo nutre il Mondo, si meraviglia e meraviglia, si racconta e narra, si incuriosisce e si fa curiosa, coniuga l'Uomo e il Mondo, ricollega il cordone ombelicale tra Noi e lo Spazio, tra la nostra mortalità e l'eternità del cosmo.

Gli artisti in mostra si esprimono con stilistiche e tecniche diverse, ma in questo percorso espositivo sono accomunati dalla capacità di raccontarci il Mondo delle loro Visioni stimolando nello spettatore la nascita di una nuova Meraviglia dello Sguardo.

L'esposizione è ospitata nella Reggia di Portici, tra i più splendidi esempi in Europa di residenza estiva della famiglia reale borbonica e della sua corte. Posta alle pendici del Vesuvio ha un bosco superiore ed uno a valle, esteso fino al mare.

La Reggia fu costruita nel 1738 per volere del re di Napoli, Carlo di Borbone, e della moglie, Amalia di Sassonia. Lavorarono alla sua realizzazione ingegneri, architetti e decoratori, da Giovanni Antonio Medrano ad Antonio Canevari, da Luigi Vanvitelli a Ferdinando Fuga; per la decorazione degli interni operarono, Giuseppe Canart, Giuseppe Bonito e Vincenzo Re, per il parco e i giardini Francesco Geri.

Il sito di Portici si rivelò profondamente intriso di memorie sepolte: ad ogni scavo della terra qualche meraviglia del passato riemergeva alla luce. I reperti, provenienti dalle città sepolte di Ercolano e Pompei e ben presto formarono una delle raccolte più famose al mondo e diedero vita all’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758, successivamente le collezioni di archeologia furono trasferite a Napoli e costituirono il nucleo dell’attuale Museo Archeologico Nazionale.

Il Sito Reale di Portici, oggi centro museale è luogo in cui convivono l’anima archeologica e l’anima scientifica. Il parco, a monte e a valle dalla Reggia conserva spazi di flora mediterranea, coltivi, vivai di specie pregiate di grande interesse per gli studiosi ,  con i suoi squarci paesaggistici, rappresenta per il visitatore un’affascinante immersione nella natura.



Location: Reale Reggia Borbonica di Portici

Indirizzo: Via Università 100 - Portici (Na)

Durata della Mostra: dal 22 marzo al 3 maggio 2019

Giorni e orari di apertura: Indirizzo: Via Università, 100  Città: Portici Orari per i visitatori giovedì : 15:00:00 AM - 18:30 p m, venerdì 9,30: AM - 18:30 p m , sabato: 9,30:00 AM - 18:30 p m , domenica: 9:30: AM 

Info: artegiovanni55@virgilio.it cel 339 7919227

ingresso gratuito



L’opera con la quale  Leonardo Pappone (artista campano, trapiantato a Campobasso),  partecipa alla mostra collettiva di Portici,  dal  titolo  ” City 4.0”,   richiama attraverso la densità della materia cromatica utilizzata, un paesaggio urbano  fatto  di  cementificazioni scomposte  che,  continuano ad essere realizzate in una sorta di “caos metropolitano” in uno ad un dinamismo verticale in queste City  moderne, dallo skyline sempre più multiculturale e globalizzante , tale da generare una sorta di disagio o  vertigine da modernismo in chi le osserva.