Scrive Manlio Chieppa : "Dopo le mini “preziose” mostre, per tutta l'estate, con opere epocali “sconosciute”, ripescate alla memoria e dai magazzini della Pinacoteca Metropolitana di Bari, che s'ingombrano di concettualismi, ecco che si preannuncia tutt'altro evento. Nella continuità di quelle rimarchevoli esposizioni, come “Le sculture” di Paladino nel 2012 e le sue due pregevoli “Sentinelle della Duchessa”, nel 2016, esposte in quell'embrione museale del Bastione di S.ta Scolastica.
Per la sensibilità del critico d'arte veneziano Enzo Di Martino. Che rappresenta e diffonde la conoscenza degli artisti contemporanei e miete meritori consensi (lui sì!), “perché l'arte che dono venga rispettata e continui a vivere”: recente la lusinghiera attestazione di gratitudine espressagli dalla famosa Fondazione Cini di Venezia.
Che nell'accogliere un suo munifico “tributo”, con opere grafiche di Virgilio Guidi, illustre esponente del Novecento, ha pubblicato un ricco Catalogo Monografico di cento eccezionali disegni storici, fra studi di figure e bozzetti di ritratti, con puntuali testimonianze. Fogli di segrete intime riflessioni del Maestro romano - d'adozione veneziana - , tratti dalla nutrita Raccolta personale, che il critico de Il Gazzettino, nonché storico e ricercatore, da anni colleziona con perizia (30 fogli donò nel 2013 al Museo del Palazzo dei Pio di Carpi). Per le amicali sapienti frequentazioni; utili alla stesura, fra l'altro, dell'esaustiva edizione de “La storia della Biennale di Venezia 1895-2013”, cui il Maestro fu protagonista per ben dieci edizioni. Lo studioso - fra i pochi esperti, soprattutto di arte incisoria - da lustri ha percorso in lungo e in largo la storia di alcuni importanti “testimoni” di un secolo turbolento, nel variegato vasto panorama delle Arti Visive.
Annoverando un numero impressionante di mostre monografiche: da Morandi a De Pero, da Depisis a Saetti, Santomaso, Vedova, Pizzinato, Turcato, Spacal, etc., per proporci questa volta (la vernice è prevista per il 21 ottobre p.v.), alcune “rivisitazioni”, fra le tante, di Sandro Chia, del gruppo della Transavanguardia “Aperto 80” della Biennale lagunare (Clemente, Cucchi, De Maria, Paladino), curandone l'esposizione ed il catalogo con Clara Gelao.
Una sequenza di contaminazioni o “divertissement” gestuali, questi dell'esponente del Movimento, su alcune “copie”, simili a quelle ammirate (la combinazione ha voluto) la scorsa estate all'Archivio di Stato di Bari: i solenni 16 guerrieri in argilla cotta, delle 8000 statue, dell'Imperatore cinese Qin Shi Huang (259 a.C.-210 a.C.) rinvenute interrate nel 1974 presso il suo Mausoleo.
Così nell'azzardo creativo, Sandro Chia, con i suoi fantasiosi freschi “mascheramenti”, in giro per l'Italia: quasi moderni body painting in acrilico, sottende in chiave moderna, l'esaltazione delle antiche sbiadite vivacità cromatiche, su 10 copie, tratte per l'appunto dagli “originali” della statuaria d'argilla cotta, oltre 7 teste di guerrieri, 16 grandi monotipi e 10 tecniche miste. Un vis-à-vis di stridente contrasto, fra le sue opere e quelle medievali e rinascimentali della Collezione permanente della Pinacoteca,andandosi a dispiegare in un itinerario espositivo d'intrigante indubbio sconcerto.
Secondo quelle rappresentazioni intense e quei rimandi classicheggianti, che nella memoria, attingono all'istintività pittorica di un cromatismo espressionista, aduso i grandi Maestri delle avanguardie storiche dei fauves, con le loro esperienze emozionali e spirituali della realtà."
Da EPolis Bari del 4 ottobre 2017