mercoledì 30 agosto 2017

Cesare Leonardi. L’Architettura della Vita

Apre venerdì 15 settembre nell’ambito del festivalfilosofia 2017, dedicato alle Arti, la mostra monografica Cesare Leonardi. L’Architettura della Vita, che occuperà fino al 4 febbraio gli spazi di Palazzo Santa Margherita e della Palazzina dei Giardini di Modena. 

A cura di Andrea Cavani e Giulio Orsini, il grande evento espositivo è organizzato e prodotto dalla Galleria Civica di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Archivio Architetto Cesare Leonardi.

Si tratta della prima importante retrospettiva dedicata a Cesare Leonardi (Modena, 1935), figura poliedrica quanto inedita nel panorama architettonico e artistico contemporaneo. Nel corso di una attività durata oltre cinquant’anni Leonardi si è occupato di architettura, urbanistica, fotografia, design, pittura e scultura, lavorando costantemente al confine tra progettazione e pratica artistica. La mostra presenta al pubblico il patrimonio di opere e documenti custodito nella sua casa-studio, oggi sede dell’Archivio, e racconta l’avventura straordinaria di una vita dedicata al progetto. Arricchisce il percorso espositivo un video documentario sull’opera di Cesare Leonardi, realizzato da Panottica. 

La mostra racconta il carattere trasversale e interdisciplinare della sua ricerca. Non si tratta di una mostra di architettura in senso stretto ma di progettualità in senso ampio: la produzione di Leonardi è un sistema cinetico che è passato da un ambito all’altro senza soluzione di continuità. 
Poltrona Nastro e Solidi, elementi che accostati appaiono antitetici, quasi fossero stati progettati da autori diversi, sono invece il punto di partenza e l’esito di un percorso - dall’oggetto perfetto al sistema artigianale - che si è sviluppato con gradualità e coerenza. Un percorso controcorrente rispetto ai canoni della contemporaneità. 

Accompagna la mostra il catalogo Cesare Leonardi. L’Architettura della Vita (Lazy Dog Press, 2017, 320 pp.) con testi di Giulio Orsini, Andrea Cavani, Stefano Bulgarelli, Daniele De Luigi, Andrea Costa, Lucia Miodini, Paola Viganò, Eugenio Gazzola, Giancarlo Martinelli, Veronica Bastai, Francesco Samassa, Jessica Pagani, e un reportage fotografico di Joseph Nemeth. Il catalogo è stato disegnato da Bunker, che si è occupato anche del progetto grafico e del sito web della mostra. 

Venerdì 15 settembre, alle ore 22.30, in occasione della giornata di apertura della mostra nel Chiostro di Palazzo Santa Margherita si terrà l’evento Reticolo sonoro a cura di CamereSonore, una sequenza di suoni e immagini ispirata al lavoro teorico e progettuale di Cesare Leonardi.

L’Archivio Architetto Cesare Leonardi è un'associazione culturale nata nel 2010 con l’obiettivo di tutelare e divulgare il lavoro di Cesare Leonardi. Il fondo archivistico ha ottenuto nel 2011 la dichiarazione di ‘bene culturale particolarmente importante’ da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. È attualmente in corso il progetto di riordino e catalogazione dei materiali. 



Cesare Leonardi. L’Architettura della Vita

Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena; Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande, Modena

15 settembre 2017 – 4 febbraio 2018


orari
da mercoledì a venerdì 10.30-13; 15-19
sabato, domenica e festivi 10.30-19
lunedì e martedì chiuso

orari per il festivalfilosofia
venerdì 15 settembre 9-23
sabato 16 settembre 9-01
domenica 17 settembre 9-21

orari 25 dicembre 2017 e 1 gennaio 2018 15-19

ingresso gratuito

ufficio stampa Pomilio Blumm
Irene Guzman tel. +39 349 1250956, email irene.guzman@comune.modena.it 

informazioni
Galleria Civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena
tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932
www.galleriacivicadimodena.it
Museo Associato AMACI

Archivio Architetto Cesare Leonardi
tel/fax +39 059 820010
progetti@archivioleonardi.it
www.archivioleonardi.it






lunedì 28 agosto 2017

Genesis. La tela ferita

L’eterna lotta tra luce e tenebra, tra colore e oscurità, tra bene e male, tra essere e avere. Questi i temi affrontati nelle sue tele-installazioni da Alina Ditot, l’artista romena che esporrà con una sua mostra personale dal titolo “Genesis. La tela ferita”, a cura di Salvatore Russo, negli spazi del Lu.C.C.A. Lounge & Underground. L’esposizione sarà visitabile dal 6 settembre all’1 ottobre 2017 con ingresso libero. Da non perdere l’inaugurazione alla presenza dell’artista che si terrà sabato 9 settembre 2017 alle ore 17,30. 



Quella che Alina Ditot ricerca attraverso le sue opere è la luce primordiale, la luce guida del nostro cammino su questa Terra che oggigiorno è diventato sempre più tortuoso e doloroso.  “Una luce – spiega il curatore Salvatore Russo – che oggi, appare sempre più ‘tormentata’ dai malesseri della psiche; una psiche che prova ad alienarsi dalla società, ma senza riuscirci. Una psiche che allora decide di rendere omaggio all’uomo e ne testimonia i suoi tormenti: i tormenti delle tenebre”. “Genesis. La Tela Ferita” diventa quindi il personale percorso di ricerca di questa giovane artista che con la sua arte si ribella mettendo in discussione l’arte classica. “L’arte – prosegue Russo – viene vissuta da Ditot come rifiuto: rifiuto al mondo della bellezza sublime. Questo rifiuto viene testimoniato dalle bruciature, legature e ferite su tela. Ditot, impugna la spada e uccide la tela. Si assiste così alla rinascita di un’arte informale che in Italia è sepolta nei cimiteri fantasma”. 

La riflessione della Ditot si concentra sull’uomo peccatore che ha smarrito la propria identità e il senso della propria esistenza. “La via Crucis ditottiana – sottolinea Russo – celebra le reali sofferenze dell’uomo metropolitano; quell’uomo vestito con giacca e cravatta, ma che in realtà, vive il tormento della sua anima. Genesis è la congiunzione che lega il buio alla luce. Una luce che nasce dal fuoco. Un fuoco che crea, un fuoco che forgia le armi dei guerrieri, un fuoco che brucia la tela e la umanizza. Quelle inflitte da Alina Ditot sulla tela sono ferite mortali. Ferite che solo l’artista può ricucire con lo spago”.



Quella di Ditot è un’arte della ribellione e del contrasto che trasforma l’abisso in colore. È così che prendono forma le sue Colate laviche, i Cieli inquinati, i Paesaggi proibiti e gli Universi infernali. “Un’arte informale – conclude Russo – che urla e impone le sue nuove tavole della legge. Ditot riporta in vita, quelli che sono i nuovi ‘10 comandamenti’ contemporanei. Non regole da seguire, ma eventi da ricordare. L’artista parte dal buio per trovare la luce. Una luce che è il vero simbolo della rinascita. Nel principio, Dio creò i cieli e la terra. Poi creò Ditot e le sue pitture nere”.


ALINA DITOT. GENESIS. LA TELA FERITA
a cura di Salvatore Russo
Lu.C.C.A. Lounge&Underground 
Dal 6 settembre all’1 ottobre 2017
orario mostra: da martedì a domenica 10-19, chiuso lunedì
Ingresso libero

Inaugurazione 9 settembre 2017 ore 17,30


Per info:
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art Via della Fratta, 36 – 55100 Lucca
tel. +39 0583 492180   www.luccamuseum.com  info@luccamuseum.com

Addetto Stampa Lu.C.C.A.
Michela Cicchinè  mobile +39 339.2006519 m.cicchine@luccamuseum.com




venerdì 25 agosto 2017

Un autunno ad e con arte.


Con l’estate che sta per finire, il popolo delle mostre comincia a programmare le visite “imperdibili” del prossimo autunno. 

Quest’anno, la stagione si presenta decisamente generosa, a conferma di una ritrovata effervescenza del settore dei grandi appuntamenti espostivi. Da nord a sud, isole comprese.
Vediamone alcuni, in ordine di apertura al pubblico.



Dal nove settembre, in quel luogo davvero magico che è la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo nel parmense, ad aprire la stagione è la grande monografica dedicata a la “Pubblicità”, intelligente e divertente storia del nostro Paese attraverso manifesti, scatole e altri “strumenti” pubblicitari, dai primordi del Novecento a Carosello. Da sottolineare la presenza di molto bozzetti originali, accanto alle opere stampate e realizzate. 

Dal 13 settembre, a Camera – Centro Italiano per la Fotografia, in quel di Torino, “Arrivano i Paparazzi”, popolare storia dei fotografi e del costume, 150 fotografie e più di mezzo secolo di storia dei divi dalla Dolce Vita a oggi.

A Pistoia, Capitale Italiana della Cultura 2017, dal 16 settembre, doppio appuntamento nel nome di Marino Marini. Con la maggiore retrospettiva sino ad oggi realizzata sullo sculture arricchita da confronti ad altissimo livello con coloro che lo hanno ispirato, dagli Etruschi a Donatello, e raffronti con i maggiori scultori del Novecento mondiale con cui egli dialogò o che da lui trassero stimoli. In parallelo, il Marini pittore sarà esposto in Palazzo del Tau, sede del Museo Fondazione Marini, a raffronto, molto preciso, con Mirò. Titolo di questa seconda mostra: “Mirò e Marino. I colori del Mediterraneo”. 

A Firenze, Palazzo Corsini, dal 23 settembre al primo ottobre, imperdibile appuntamento con l’arte e l’antiquariato di eccellenza proposto dalla “XXX Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze”, la maggiore del settore in Italia e tra quelle di riferimento assoluto a livello mondiale.

Sempre il 23 settembre, ma a Rovigo, in Palazzo Roverella, prende il via la grande mostra “Secessione. Monaco Vienna Praga Roma. L’onda della modernità”. Per la prima volta, le quattro grandi Secessioni sono messe a confronto in una mostra che riunisce opere fondamentali, entrate nella storia dell’arte europea e mondiale.

Non ha necessità di alcuna sottolineatura la mostra-evento – attesissima - che prende il via il 7 ottobre a Vicenza, in Basilica Palladiana. E’ la monografica su Vincent Van Gogh. Riunisce ben più di cento opere dell’artista, tra disegni e oli tra i più celebri, lungo il fil rouge rappresentato dalle lettere del pittore.

Valorizza uno dei patrimoni artistici che hanno fatto grande Ravenna, la Mostra e la Biennale Internazionale dedicati al “Mosaico” che prendono il via il 7 ottobre con epicentro al MAR, Museo d’Arte della Città. La grande mostra evidenzia come non abbia alcun valore la trita demarcazione tra arte e arti applicate, sopratutto quando – come nei capolavori qui riuniti – ad esprimersi con la tecnica del mosaico sono artisti tra i maggiori del secolo.

E’ un tuffo nella Milano e nell’Italia tra gli anni ’60 e ’70, l’ampia retrospettiva “Arte Ribelle” proposta dal 12 ottobre alle Gallerie del Credito Valtellinese. Arte e artisti che, intorno agli anni del ’68 e dei primi ’70, trasmutano l’espressione artistica in testimonianza politica, in espressione di appartenenza.

Dalla prima settimana di ottobre e per tutti i fine settimana del mese, a Lodi, il “Festival della Fotografia Etica”. Impegno sociale e grande fotografia documentaristica, in un Festival che abbina alla fotografia come arte, il ruolo della fotografia come interprete delle società più marginali, ovunque nel mondo. Con in più l’impegno che porta molti a lavorare perché gli ultimi siano meno ultimi.

Di grande livello e di valore internazionale, l’appuntamento con la mostra “Konrad Mägi” a la Galleria Nazionale di Roma (dal 12 ottobre). Mägi è il maggiore artista estone del Novecento, la sua è una pittura forte e magnifica e la mostra è un omaggio al Semestre di Presidenza Estone dell’Unione Europea. 

Mostra “rara”, raffinata e sontuosa quella che Ferrara e Palazzo dei Diamanti dedicano, dal 14 ottobre, a “Carlo Bononi”, l’ultimo sognatore dell’Officina Ferrarese. Ammirato da Guido Reni e stato accostato dalla critica a Caravaggio e Zurbaran. 

Tutta al femminile “Divina Creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento” proposta, dal 15 ottobre, a Rancate (Canton Ticino), dalla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst. Ritratti affascinanti, di una pittura che sa cogliere tutte le sfumature della femminilità.

E’ stato l’allievo preferito da Marino Marini e per questo, nell’anno in cui Pistoia celebra il suo massimo scultore, non poteva mancare un omaggio a “Kengiro Azuma. Sculture”, in Palazzo del Tau dal 22 ottobre.
Attesa e davvero originale, per il taglio e per la qualità delle opere, la mostra “Le trame di Giorgione”, dal 27 ottobre nella Casa-Museo Giorgione e in altre sedi  a Castelfranco Veneto, città natale del grande Maestro. Con Giorgione, altri grandi dell’arte veneta sino a Tiepolo, uniti dal tema del ritratto e del vestito come status symbol.

Dal 4 novembre, il MIC d Faenza propone la prima monografica di Achille Calzi, grane interprete della ceramica faentina “Tra Simbolismo e Liberty”, per avviare un percorso che, accanto ai grandi interpreti universali della ceramica, accenda l’attenzione anche sui grandi faentini.

Non è una delle “solite” mostre su Kandinsky quella che mette in calendario, dall’11 novembre, Palazzo Magnani a Reggio Emilia. Il filo conduttore della mostra sta nel rapporto tra “Spiritualità, Arte e Musica” in Kandinsky e, dopo di lui in altri grandissimi, sino a Cage

Secondo appuntamento, dal 14 novembre, al nuovo Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso. Qui, con il titolo di “Illustri persuasioni”, sono proposti un centinaio di magnifiche testimonianze dell’arte pubblicitaria tra la prima e la seconda guerra mondiale, dal 1920 al 1940.

Dopo il Bembo, Galileo. Dal 18 novembre, a Palazzo del Monte, naturalmente a Padova. “Il cielo stellato sopra di noi. Galileo e le arti” è un originale viaggio nell’universo galileiano fatto di scienza non meno che di arte, letteratura, poesia.

A Lucca, sempre dal 18 novembre, torma Photolux Festival. Biennale Internazionale di Fotografia, per restarvi sino al 10 dicembre. Sarà dedicata ad un tema e ad un luogo simbolico: il “Mediterraneo”, qui raccontato ed indagato attraverso ben 22 notevoli mostre. 

E per finire con il dolce in bocca, ecco che dal 18 ottobre al 29 novembre, a Cremona torna la tradizionale Festa del Torrone, che unisce gourmet, turisti e semplici golosi calamitati da tutta Italia e anche dall’estero a gustare le infinite sfumature del delizioso simbolo cremonese.

giovedì 24 agosto 2017

Ionio che abbraccia Ionio. Da Nosside a Kavafis la poesia che unisce i popoli

Venerdì 25 agosto 2017, alle ore 20.00, il Parco Archeologico Nazionale di Locri ospiterà un’iniziativa di grande fascinazione e di notevole suggestione: un reading letterario con lo scrittore Fabio Cuzzola dal titolo Ionio che abbraccia Ionio. Da Nosside a Kavafis la poesia che unisce i popoli.

II percorso prevede letture e riflessioni muovendo da epoche e punti diversi di osservazione sul mare Ionio. Quel mare che ha rappresentato per secoli il forte legame tra le coste calabresi, siciliane e la Grecia, fornendo ispirazione per miti, storie e liriche che hanno superato il tempo per arrivare a noi con un messaggio di pace, accoglienza, amore per la bellezza ancora intatto.

All'interno di questo viaggio poetico, accanto ai nomi che hanno reso eterna la poesia: Saffo, Nosside di Locri, Quasimodo, Kavafis, anche due testi inediti, due sorprese che per la prima volta verranno lette nello splendido scenario del Tempio ionico di Marasà - Parco archeologico della nostra Locri, nota e importante colonia magno-greca.

L’evento è  organizzato dal Club di territorio di Reggio Calabria del Touring Club Italiano e dal Museo Archeologico Nazionale  di Locri diretto dall’intraprendente e motivata Rossella Agostino.

Il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri è afferente al Polo Museale della Calabria, guidato con attenzione e passione da Angela Acordon.



Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri  - Locri (Reggio Calabria)
Direttore: Rossella Agostino


Ionio che abbraccia Ionio. Da Nosside a Kavafis la poesia che unisce i popoli
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri  - Locri (Reggio Calabria)
25 agosto 2017 -  Ore 20.00

Polo Museale della Calabria
Direttore: Angela Acordon
Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone (responsabile)
Tel.:  0984 795639 fax  0984 71246

mercoledì 23 agosto 2017

Opus Alchymicum

Dal 27 ottobre al 2 dicembre 2017 Castel dell’Ovo di Napoli ospita l’esposizione Opus Alchymicum: una mostra personale dell’alchemica artista lettone Lolita Timofeeva, poetessa raffiguratrice dell’indagine dimensionale metafisica del mondo e della simbologia archetipica della realtà circostante. 



La mostra Opus Alchymicum, con il patrocinio del Consolato Onorario della Lettonia a Napoli, è organizzata da Kengarags in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli e alla Fondazione La Verde La Malfa e vede come co-promotore Touring Club Italiano di Territorio di Bologna. 

La mostra vede come sponsor Fondazione La Verde La Malfa, Italò SRL, Occitane Voyages e Berengo Studio

Per la prima volta nella città partenopea, le 44 opere su carta realizzate con il caffè e i 27 dipinti su tela esposti a Castel dell’Ovo sono la testimonianza espressiva di un’idea nata durante il primo viaggio dell’artista a Napoli (nel 2005), quando visita la Cappella Sansevero e decide di avvicinarsi al pensiero ermetico di Raimondo di Sangro (Torremaggiore, 1710 – Napoli, 1771), settimo principe di Sansevero, inventore, alchimista e letterato, geniale ideatore del nobiliare mausoleo. 

Affascinata dall’aspetto esoterico del patrimonio artistico Sanseverino, Lolita Timofeeva sviluppa un nuovo spunto creativo, una conoscenza più profonda del suo essere grazie a un’autoanalisi delle immagini del sogno, dell’incubo e dell’allucinazione. 

Colori vivi, atmosfere cupe e personaggi suggestivi delineano ogni opera dell’esposizione. Tempo e spazio si legano nel dinamismo dell’azione, generato nella maggior parte delle rappresentazioni da una musa, che trasporta lo spettatore in una dimensione surrealistica.

La sua ricerca di modelli e di ambienti misteriosi aperti al silenzio dell’oltre, identifica un linguaggio di una vita interrogativa, uno sguardo rivolto ai limiti e alle ragioni dell’esistere.

La grande mostra allestita nel Castel dell’Ovo rappresenta una tappa significativa di questo viaggio umano e spirituale, in cui emergerà la dimensione meno visibile e conosciuta della città. Non sarà infatti la Napoli solare e passionale che conosciamo, ma quella più nascosta e sotterranea, come riaffiora nella Cappella San Severo.

martedì 22 agosto 2017

Wolfgang Laib

Il MASI ospita un’importante mostra monografica dedicata a Wolfgang Laib, artista tedesco la cui opera si distingue nel panorama artistico contemporaneo per essenzialità, chiarezza e profondità di pensiero. Il progetto espositivo, elaborato in stretta collaborazione con l’artista, raccoglie 50 opere tra sculture, fotografie, disegni e installazioni che esplorano tutti gli ambiti del suo universo creativo.


Wolfgang Laib nasce nel 1950 a Metzingen nel Sud della Germania; dove vive e lavora da sempre. Adolescente viaggia con i suoi genitori in India, dove molti anni dopo stabilirà un secondo studio; un terzo si trova a New York. Nel1968 intraprende gli studi in medicina all’Università di Tübingen e si laurea nel 1974; l’anno successivo sceglie di dedicarsi esclusivamente all’attività artistica. La sua singolare opera abbraccia riferimenti culturali che intrecciano un dialogo profondo tra le tradizioni di Oriente e Occidente. Nel 2015, Laib è insignito del praemium Imperiale per la scultura, uno dei più importanti riconoscimenti per l’arte a livello mondiale.

Sue mostre personali si sono tenute al Guangdong Museum of Art, Guangzhou (2004); Fondation Beyeler, Basel (2005-2006); MUAC (Museo Universitario Arte Contemporáneo), Mexico City (2009); and MMK Museum für Moderne Kunst, Frankfurt (2010). Nel 2013, Pollen from Hazelnut è stata esposta al Museum of Modern Art di New York.

Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, tra cui quelle del Hirshhorn Museum; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; The Museum of Modern Art, New York; Centre Pompidou, Paris; CAPC (Musée d'art contemporain de Bordeaux); Kunstmuseum Bonn; and Museum of Contemporary Art, Helsinki.


lunedì 21 agosto 2017

Una Città Che Scrive

La Festa de l'Unita' Nazionale, ovvero la tradizionale festa nazionale del Pd che si svolgerà dal 9 al 24 settembre a Imola, quest'anno ospiterà il Premio Letterario "Una Città Che Scrive" della città di Casalnuovo di Napoli.


Il premio, promosso da Giovanni Nappi, presidente del Consiglio Comunale della Città di Casalnuovo di Napoli, è un'esperienza tutta campana che già nella sua prima edizione ha ottenuto larghi consensi e riscontri molto positivi.

Patrocinato dalla Regione Campania, dalla Regione Marche e dal Parlamento Europeo, e con il logo Matera Capitale Europea della Cultura 2019, l'evento ha già contato quest'anno 1700 partecipanti, istituendo una sezione per le zone terremotate delle Marche, una menzione per i detenuti nei carceri napoletani e una sezione Scuola, che ha premiato quest'anno la poesia di un ragazzo dislessico di Milano.

Una bella esperienza, insomma, da raccontare e valorizzare.

Al Premio "Una Città che Scrive" (www.unacittachescrive.com) è legata anche l'edizione di un'antologia dall'omonimo titolo, con una raccolta di poesie e racconti brevi scelti tra i testi che partecipano al concorso.

La prefazione della prima antologia portava la firma dell'on. Gianni Pittella, presidente del gruppo Socialisti & Democratici al Parlamento Europeo. Quest'anno invece è stata la volta del prof. Arturo De Vivo, prorettore dell'Universita' degli studi di Napoli Federico II.

L'appuntamento di "Una città che scrive" alla Festa de L'Unita nazionale è per venerdì 15 settembre alle ore 21 a Imola (BO) al Parco Lungofiume, con il titolo dell'iniziativa che sarà "Individuo e società. La forza della scrittura come riscatto individuale e sociale".

Con Giovanni Nappi, fondatore del Premio, ci sarà Samuele Ciambriello, giornalista e docente universitario.

"Ringrazio il Partito Democratico e la Prof. Patrizia Torricelli, nominata da Matteo Renzi responsabile Dipartimento Editoria del PD Nazionale, per aver deciso di valorizzare la nostra iniziativa a livello nazionale.

L'idea di utilizzare la scrittura a vantaggio dell'immagine di una comunità, e come strumento di riscatto, è piaciuta e rappresenta una straordinaria opportunità per la mia città, Casalnuovo di Napoli.

Per me, invece, tanta emozione, soddisfazione e da oggi forse un pizzico di responsabilità in più" ha spiegato Giovanni Nappi, fiero che la sua città possa essere protagonista della Festa de l'Unità nazionale del PD.

domenica 20 agosto 2017

Azioni per moto contrario

Un campo da calcio regolamentare disegnato con lampadine, come calato dall'alto in un bosco irpino senza danneggiare un solo albero; due grandi ingranaggi di cartoni da imballaggio alla stazione di Conza: con installazioni e performance torna SponzArti, sezione dedicata all'arte contemporanea dello Sponz Fest diretto da Vinicio Capossela, dal 21 al 27 agosto a Calitri e in Alta Irpinia, V edizione dedicata al centenario della Rivoluzione Russa.

'Azioni per moto contrario' è il tema del programma ideato da Mariangela Capossela con la curatela di Tommaso Evangelista. Tra gli artisti coinvolti Michele Mariano, autore del campo di calcio di led; Michele Giangrande che con l'aiuto dei bambini realizzerà due grandi installazioni - ingranaggi di estetica sovietica; Andrea D'Amore che costruirà un forno nelle grotte di San Zaccaria, invitando la popolazione a una raccolta di alimenti commestibili selvatici; Virginia Zanetti. Il lavoro del Collettivo FX sarà dedicato agli 'scioperi alla rovescia' con murales per ricordare questa forma di protesta diffusa nell'Italia degli anni 50 quando operai e contadini per far valere i propri diritti anziché astenersi dal lavoro, lavoravano di più.

Due i filmati in cartellone: "The Prince of Venusia", cortometraggio di Silvio Giordano su Gesualdo da Venosa, e "La Sposa" di Joël Curtz in omaggio all'artista Pippa Bacca (morta tragicamente nel 2008 durante la performance itinerante Spose in Viaggio, con cui si proponeva di attraversare, in autostop, 11 paesi teatro di conflitti armati), il 25 agosto all'ex cinema Rossini di Calitri, a cui seguirà un incontro con Mariangela Capossela, Tommaso Evangelista e Bahar Adan della galleria G-art di Istanbul.

Dal 21 agosto l'installazione di Mariano in Località Santa Lucia, Calitri sarà visitabile ogni sera dal tramonto alle 23.00 in gruppi da dieci persone. Tra gli ospiti dello Sponz fest 2917 Georgos Xilouris e Jim White, Erri de Luca, Massimo Zamboni, Kusturica, Marc Ribot


sabato 5 agosto 2017

X edition AR[t]CEVIA festival

Dieci anni sono un traguardo importante: una prima bandierina che sancisce il successo di un progetto. E di certo, il Festival di arti contemporanee AR[t]CEVIA non è un progetto semplice, soprattutto considerato il luogo in cui ogni anno, dal 2008, si svolge, richiamando a sé artisti e un pubblico di nicchia da tutto il mondo.

Tuttavia, in questi anni AR[t]CEVIA è esplosa fuori, attraverso la sua forza centrifuga e centripeta. 

Attesissima dunque, l'inaugurazione della X edizione di sabato 5 agosto alle 18:00 presso la Casa del Parco e la visita a Palazzo dei Priori, sede della collettiva: momento in cui verranno annunciati i grandi, nuovi progetti in itinere, molti dei quali realizzati in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Arcevia, da sempre a supporto del Festival.

Progetti che, da qui ai prossimi anni, mirano ad ampliare le vedute, marcando una volta per tutte lo stretto e forte legame storico di una vasta fetta del territorio come “culla” di arti contemporanee e musa di molte menti illuminate.

Anche quest'anno il Festival mette in luce quelle che sono le nuove tendenze artistiche, spaziando fra generi diversi e perfino opposti. 

La consolidata particolarità di AR[t]CEVIA di fatti, è proprio quella di individuare generi, stili e concetti che introducono plausibili nuovi linguaggi artistici, lasciando totale libertà agli artisti selezionati, di presentare i propri progetti e la propria personale ricerca. 

È tale peculiarità ad aver creato, nel corso degli anni, una vera e propria corsa “sotterranea” degli addetti ai lavori, ad ingaggiare alcuni di coloro che espongono: valore questo confermato da molti degli artisti e dagli esperti , fra cui anche lo storico dell'arte sloveno Jure Micuz che visitò AR[t]CEVIA nel 2015 (in occasione di una mostra e vari eventi organizzati da AR[t]CEVIA presso una galleria d'arte slovena). 

Da sempre unico nel suo genere è anche il format del Festival che prevede una collettiva di arti sperimentali presso Palazzo dei Priori a cui prendono parte oltre 40 artisti di ogni genere e provenienza e, per tutta la durata del Festival, i progetti realizzati ad hoc per i castelli da artisti che, per la prima volta, scoprono ed entrano in contatto con il territorio. È così che il mese di agosto sarà impegnatissimo fra arti performative, musica, installazioni, video e molto altro ancora.

Come ogni anno, resta da scoprire l'evento speciale del Festival con cui – per questa decima edizione - si è scelto di rivolgere un occhio al passato per meglio proiettarsi verso il futuro. Sarà infatti il “Concerto per violoncello solo” di Claudio Pasceri - il giorno 27 agosto alle ore 21:00, presso il chiostro del MAM'S di Sassoferrato - a fare da cerniera. Un appuntamento musicale del tutto esclusivo in cui il violoncellista Claudio Pasceri suonerà, oltre ad un repertorio che spazia da Bach a Berio e Sciarrino, anche due brani inediti, appositamente scritti per l'occasione dai noti compositori Mauro Montalbetti e Martin Loridan, prendendo ispirazione dal Festival e dal luogo ospitante. Passato e presente dunque: il primo ad onore del compositore Aldo Clementi che, ben 40 anni fa, scrisse “L'orologio d'Arcevia” e futuro anche, per stringere un nuovo, benaugurante rapporto di collaborazione con l'unica Galleria d'Arte Contemporanea esistente nelle Marche. 

Novità assoluta e piccola anticipazione di quest'anno sono due grandi eventi previsti a partire dal mese ottobre: annuncio ufficiale che sarà dato dal 5 agosto, all'evento inaugurale.
Intanto però, c'è un lungo Festival da godersi!

AR[t]CEVIA è organizzato da AR[t]CEVIA Onlus in collaborazione con il Comune di Arcevia e patrocinato dalla Regione Marche e Comune di Sassoferrato.

Per info e contatti:
www.artceviablog.wordpress.com - www.facebook.com/artcevia 
artceviartfestival@gmail.com - +39 3451191199
Tutti gli eventi: www.facebook.com/events/1204247173055416 

venerdì 4 agosto 2017

FULGUR, realizzata da Mauro Panichella.

Venerdì 4 agosto 2017, dalle ore 21.00, presso l'Isola delle Chiatte al Porto Antico di Genova, verrà inaugurata l'installazione “FULGUR”, realizzata da Mauro Panichella.

L'evento sarà accompagnato dall'esecuzione del brano Achab's song, composto da Massimo Pastorelli ed eseguito dalla violinista Simona Merlano. L'opera resterà esposta presso l'Isola delle Chiatte di Genova, fino al 27 agosto.



Il Mar Ligure è compreso in un quadrilatero di Mar Mediterraneo protetto, il cosiddetto “santuario dei cetacei”. La storia della persecuzione dei capodogli ha a che fare con la storia dell’uomo e con la sua antica necessità di vivere lontano dall’oscurità.
La luce è ciò che da senso al nostro apparato visivo. Fisiologicamente parlando, la presenza degli occhi, nell’anatomia umana, è giustificata dall’esistenza della luce. Goethe diceva: “Se l’occhio non fosse solare, come potremmo vedere la luce?“.


Dopo la scoperta della luce elettrica, finalmente l’uomo poteva vedere attraverso l’oscurità con un mezzo che non fosse effimero e che non comportasse l’utilizzo dello spermaceti (quello conosciuto comunemente come olio di balena) o del petrolio. Solo nella lingua italiana esiste una parola che mette in relazione la balena e l’elettricità. Tale parola significa “fulmine” che è anche sinonimo del manifestarsi improvviso di un evento straordinario, come la schiena di una balena che compare sul filo dell’acqua: baleno. Ed è proprio da un incontro improvviso e straordinario che nasce l'opera FULGUR, esposta lo scorso inverno presso lo Spazio46 di Palazzo Ducale di Genova.



Dal 23 al 27 agosto, nello stesso spazio, si terrà lo spettacolo teatrale "La leggenda di Moby Dick" di Igor Chierici e Luca Cicolella

giovedì 3 agosto 2017

Crossover di Ali Hassoun

In occasione di Festival Volterra Jazz sarà presentata la mostra Crossover di Ali Hassoun, in collaborazione con Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea, Milano, presso la Loggia di Palazzo dei Priori

Le opere sono dipinti recenti di Ali Hassoun, coloratissime tele e acquerelli in cui l’artista italo-libanese approfondisce la ricerca che da ormai vent’anni conduce sul tema del nomadismo, della contaminazione, delle identità multiple, della compresenza e simultaneità di mondi diversi in una stessa realtà. 

Le diverse anime che si intrecciano in Hassoun, nato a Sidone e approdato vent’anni fa a Milano dopo gli studi e una lunga permanenza in Toscana, tra Firenze e Siena, affascinato dall’Africa dove abitano alcuni dei suoi familiari, si rifrangono e ricompongono nei suoi quadri come in un gioco di specchi, di rimandi. Hassoun attraversa continuamente una frontiera nei suoi dipinti: le sue donne africane, le sue famiglie in fuga, i suoi funamboli si stagliano sullo sfondo di una galleria di dipinti che spaziano da Andy Warhol a Capogrossi, da Picasso a Michelangelo

L’identità di Hassoun si plasma in un continuo spaesamento di tempo e di luogo, di personaggi che si riflettono e osservano e agiscono in mondi non loro, scavalcando i limiti temporali, mescolando e stratificando riferimenti visivi e culturali. Come ha sottolineato Martina Corgnati nel saggio critico di corredo al catalogo della mostra del 2010 al Palazzo Pubblico di Siena (“Alla confluenza dei due mari”), è attraversando la frontiera tra oriente e occidente, ritrovandosi come un pesce fuor d’acqua, che Ali Hassoun si è dovuto interrogare sulla sua identità, osservandola in controluce, come in filigrana, per capirne il nucleo, in cui si intrecciano e stratificano elementi diversi. E’ così che l’identità araba è potuta maturare, portando alla luce non gli elementi più scontati, ideologici, superficiali, ma la struttura profonda. 

I dipinti di Hassoun sono come racconti per immagini che riprendono le forme narrative della letteratura araba: le storie che rimandano ad altre storie come in un gioco di scatole cinesi; la figura del viandante ( l’Alessandrino dei racconti "Maqamat" di Hamadani), che si travestiva per svelare solo alla fine i suoi stratagemmi narrativi, fingendo di accompagnarsi a poeti in realtà vissuti in epoche passate. 

Nei dipinti di Hassoun la sua fantasmagorica galleria di immagini tratte dall’arte occidentale si intreccia alle figure di donne africane contemporanee o ai personaggi in continua migrazione che ci introducono, proprio come il viandante dei racconti, in un mondo sfaccettato e polimorfo. 

Nelle opere più recenti icone travestite da altre icone svelano significati nascosti attraverso sottili ironie, come Van Gogh con il basco di Che Guevara, o una moderna Giuditta con il volto di Amy Whinehouse che taglia la testa di un Oloferne-Cattelan. 

L’effetto pop di questi intrecci e mescolanze è quello che tutti noi abbiamo sotto gli occhi in qualunque parte di mondo ci veniamo a trovare: insegne di catene di fast-food accanto a monumenti del Rinascimento, pannelli luminosi che si accendono all’improvviso alle porte di città remote e polverose in estremo oriente, folle disordinate che si accalcano, forse alle frontiere che cercano di attraversare, ma forse per partecipare a un evento culturale iperpubblicizzato, finte città italiane ricreate senza crepe nel deserto americano o primitivi che in realtà sono vip trasportati su isole da reality. 

Nelle ultime opere Hassoun sembra alludere, con un sorriso, a questi continui spaesamenti. 

mercoledì 2 agosto 2017

Buskers 25 anni di arte in strada

Da 25 anni Joe Oppedisano ritrae i musicisti di strada del Ferrara Buskers Festival® trasformando arti ed emozioni in fotografie d’autore. 

Ora per celebrare i 30 anni della Rassegna Internazionale del Musicista di Strada più grande del mondo – dal 17 al 27 agosto 2017 -, Joe Oppedisano inaugura il 2 agosto 2017, alle 17.30, la mostra fotografica “Buskers 25 anni di arte in strada”, visitabile fino al 7 settembre 2017 nel Salone d’onore del Municipio di Ferrara. 

Un omaggio al festival di cui il fotografo, appassionato di musica, non perde neanche un’edizione. Il Ferrara Buskers Festival® è quest’anno dedicato alla Città di New York, il luogo in cui Joe Oppedisano si è trasferito dalla Calabria all’età di 8 anni, la multietnica metropoli in cui è nata la sua passione per la fotografia e per l’arte musicale. 

Ma l’interesse per i buskers è aumentato nel 1990 quando il fotografo, nell’ambito di un progetto per Polaroid, ha costruito uno studio all’aperto a Milano, in cui ha ritratto il Carnevale Ambrosiano. Poi, in occasione di una mostra a Palazzo delle Esposizioni di Roma, l’anno successivo, ha reclutato diversi gruppi e singoli musicisti di strada, per fotografarli con la grande Polaroid 50 x 60. 

Tale iniziativa è stata poi portata a Ferrara, nel più importante festival della musica di strada, nel 1994, dopo aver conosciuto l’Ideatore del Ferrara Buskers Festival® Stefano Bottoni. Sperimentatore del mezzo fotografico, Joe Oppedisano ha scelto per la sua buskers exibition di ritrarre i musicisti non in strada ma in studio. Una scelta che può sembrare contraddittoria essendo i buskers per elezione artisti che si esibiscono all’aperto, in un continuo scambio e coinvolgimento con spettatori e passanti, ma dovuta alla ricerca della partecipazione del soggetto nell’azione del ritratto. 

«Prendendo i buskers fuori dal contesto abituale della strada – ha detto il fotografo – e posizionandoli nella dimensione concentrata e separata dello studio, vivo con loro in uno spazio privato e all’interno di un’atmosfera particolare. Per trovare un modo che rivelerà qualcosa di speciale, mentre suonano per me». 

Joe Oppedisano ha sviluppato un linguaggio artistico molto personale, basato sull’idea di prolungare il tempo reale della visione: ha modificato la sua fotocamera in modo che diversi frames nel rullo della pellicola siano fusi uno sull’altro, al fine di creare estensioni delle immagini e collage originali. 

La mostra sarà correlata da un libro che raccoglie alcune immagini scattate durante il festival in 25 anni.

Joe Oppedisano - Buskers 25 anni di arte in strada
MUNICIPIO
Ferrara - dal 2 agosto al 7 settembre 2017
Piazza Del Municipio 2 (44100)
www.comune.fe.it




martedì 1 agosto 2017

Cina tra cielo e terra di Tommaso Stilla

Lo spazio MADE4ART di Milano inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra Cina tra cielo e terra, personale dell’artista fotografo Tommaso Stilla (San Marco in Lamis - FG, 1957) a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo. 



In esposizione una selezione di scatti per la maggior parte inediti realizzati nel 2016 durante un viaggio compiuto in Cina nella regione del Guangxi, terra di grande fascino e mistero che ha suscitato nell’autore ispirazioni ed emozioni profonde che hanno lasciato un segno indelebile nella sua sensibilità. 

Dalla vasta selezione di fotografie che Stilla ha prodotto nel corso di questa esperienza, i curatori hanno scelto un nucleo di opere incentrato sulla Cina più autentica, lontana dai percorsi turistici più comuni e dall’estrema modernità che caratterizza le metropoli. 

La Cina di Stilla è quella dei pescatori che silenziosamente compiono il rituale millenario del loro lavoro lungo il fiume Lijiang, dei contadini che ogni giorno coltivano faticosamente le proprie risorse nei terrazzamenti delle risaie Longsheng, oppure si concretizza nell’immagine ricca di spiritualità e misticismo delle montagne che tra luce e nebbia mostrano i propri straordinari profili. Immagini tra cielo e terra che scavano nell’anima di una cultura, di un popolo e del loro rapporto con il territorio, opere che regalano all’osservatore una visione di straordinaria autenticità del Paese del Dragone. 

La personale di Tommaso Stilla, con data di inaugurazione mercoledì 6 settembre, resterà aperta al pubblico fino al giorno 15 dello stesso mese. 

   
Tommaso Stilla | Cina tra cielo e terra 
a cura di Vittorio Schieroni, Elena Amodeo 
6 - 15 settembre 2017 

Inaugurazione mercoledì 6 settembre, ore 18.30 
Orari di apertura: lunedì ore 15 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 / 15 - 19 
Catalogo della Collana MADE4ART 
disponibile in sede o scaricabile gratuitamente dal sito Internet www.made4art.it 

MADE4ART 
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
Via Voghera 14, 20144 Milano 
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872