domenica 15 novembre 2015

L'arte espansa di Mario Perniola

"La sfera dell'arte si è ampliata enormemente. Qualunque cosa può essere trasformata in "arte", anche senza che il suo autore ne sappia nulla. Chi ha la legittimità e l'autorevolezza per operare questa metamorfosi?" - Mario Perniola, dal suo ultimo libro "L'arte espansa", edito da Einaudi.

"Resta da capire perchè esistano nel mondo centinaia di migliaia e forse milioni di "artisti", più o meno consapevoli di essere tali, e che cosa li abbia portati a intraprendere un'attività così problematica, che è quasi sempre fonte di scoraggiamento e di frustrazione. Una spiegazione sociologica potrebbe consistere nel fatto che l'arte è l'unico tipo di attività deviante consentita nelle società occidentali. Quindi tutti gli artisti, proprio in quanto artisti, sarebbero outsiders, non per loro scelta, ma perchè gli "altri" li vedono come devianti. E' questa la nozione di outsider sostenuta dal sociologo Howard S. Becker: nessun atto in se stesso è deviante, ma lo diventa a partire dal momento in cui viene considerato tale dalla società in cui si vive.(..)

Certo è che la svolta fringe dell'arte è stata in incubazione almeno dai primi anni sessanta del Novecento e ora sollecita una specie di revisionismo teorico globale che si estenda anche alle opere che sono state considerate "canoniche", ai cosiddetti capolavori e ai "grandi maestri". In altre parole, le opere di Bosch, di Goya, di Klee hanno qualcosa in comune con l'acquerello di un bambino siciliano di otto anni, con una pittura melanesiana su una corteccia d'albero, col disegno di uno schizofrenico? (..)" - Pubblicato anche su 1 - 2 

immagine: Mario Perniola in un dipinto di Hermann Fitzi e copertina del suo ultimo saggio.

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