venerdì 14 febbraio 2014

San Valentino a due facce

di Carmela Formicola - Pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del 14 febbraio 2014 - Ma come si fa a parlare d'amore se tutt'intorno divampa violenza? Se il sangue delle donne continua a scorrere per mano di uomini che dei sentimenti hanno fatto il proprio deformato alibi omicida.
  
Come possiamo ancora ipotizzare una «festa di chi si ama» se mariti, fidanzati o amanti o ex continuano a massacrare le proprie donne? Se quattro ragazzi in una scuola strappano l'innocenza a una coetanea. Se altre diaboliche minorenni spingono al suicidio un'adolescente fragile. Dinanzi a tutta la potente carica di odio che esplode ogni giorno sul corpo e sull’anima femminili, abbandonarsi a celebrazioni di rito appare perfino imbarazzante. Oggi, 14 febbraio, piuttosto che cene romantiche e scambio di cadeaux, dovremmo tutti, donne e uomini, promuovere fiaccolate o cortei o assemblee e atti simbolici che parlino piuttosto dell’indignazione. Dovremmo spendere il nostro tempo e le nostre energie per lenire solitudini, dovremmo provare ad insegnare a certe donne a non avere paura e a certi uomini a non vendicarsi per quei vuoti brucianti, per quei buchi d’infanzia che nessuno ha visto, che hanno cambiato i destini.
 
Perché oggi sono giorni peggiori di quelli che, all’improvviso, ci consegnarono del tutto scaduto questo rituale del sanvalentino per quel suo corollario di consumismo e di falsità. Rose e cioccolatini: detriti di un romanticismo anacronistico. Ma oggi ci scopriamo perfino più cinici e ben più smarriti se in nulla (al di là di certe nostre salvifiche stanze private) riusciamo più a riconoscere l'amore. Nel paesaggio, nella politica, nelle relazioni quotidiane perché la violenza non è solo quella brutale o fisica, frutto dell’odio tra uomini o razze o religioni. La violenza è anche l'impalpabile male dell’egoismo o dell’illegalità, dell’esercizio del potere in ogni sua forma. È odio, è odio maledetto quello che come un veleno scorre sotto pelle, nelle strade, nelle città di una società allo sbando. La fame, il bisogno, il dolore sociale: non è tutto questo assenza di amore?
 
Allora ridateci la retorica e i fiori e i baci di nocciola, piccoli gesti insignificanti che ci restituiscano un po’ di innocenza e un po’ di candore. Ridateci lo stupore e la speranza e quel San Valentino da soap opera americana, da feuilleton francese. Ridateci i versi di Dante e i sonetti di Shakespeare, Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta (che almeno la morte insieme conobbero). E le ballad degli amori felici e l’happyend degli amori tenaci. E il bacio di Rodin e quello di Klimt e quello di Hayez. E magari un po’ di sorriso. - Carmela Formicola
 
- Ti amo.
- Come fai a dire che è amore?
- Perché quanto ti penso mi manca il respiro.
- Quello non è amore: è asma.
- Allora ti asmo. (Charles Monroe Schulz)

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