domenica 15 maggio 2011

Voglio essere poeta

"Voglio essere poeta, e lavoro a rendermi Veggente : lei non ci capirà niente, e io quasi non saprei spiegarle. Si tratta di arrivare  all'ignoto mediante lo sregolamento di  tutti i  sensi.
Le sofferenze sono enormi, ma bisogna  essere forti, essere nati poeti, e io mi sono  riconosciuto poeta. Non è affatto colpa mia. È  falso dire: Io penso, si dovrebbe dire: mi si pensa.
Scusi il gioco di parole. IO, è un altro" - Dalla lettera al Prof. Georges Izambard, 13 maggio 1871
Questo era Rimbaud, poeta maledetto e che insieme a Baudelaire, ho letto e amato da ragazzo. Li leggevo in treno, o in autobus, andando e tornando da scuola. Mi "aiutavano" a non ascoltare il vocìo (frastuono) dei miei coetanei sempre presi dalle loro inutili e vacue conversazioni sugli ultimi jeans e modello di Peter Flowers (che del resto portavo anch'io ma che naturalmente non cambiavo ogni tre mesi).

Questa mattina ho "ritrovato" questa sua poesia sfogliando "ORMA del dicibile, dell'indicibile", un quadrimestrale che usciva tanti (tanti) anni fa, diretto da Giuseppe Billotta e di cui era Art Director Franco Rotella.
L'ho letta un paio di volte e....... sapete, quando si è un pò avanti negli anni, si incomincia a vivere (o a finire di vivere) ricordando. Quello che siamo stato e quello che non avremmo mai voluto essere.
L'ho voluta "recitare".....non so se Arthur ne sarà contento, per come l'abbia fatto. Comunque ci spero.

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