La galleria Tiziana Di Caro [Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)] presenta la prima mostra personale nei suoi spazi di Teresa Gargiulo (Vico Equense, 1996) intitolata “Come disegnare un'isola” che inaugura oggi, sabato 16 gennaio 2021, dalle ore 11:00 alle 19:00.
La pratica di Teresa Gargiulo include il disegno, la scrittura, la scultura, la fotografia e l'installazione, ed è incentrata sul linguaggio e sulla geografia che sono il pretesto per raccontare l'identità e le relative mutazioni cui questa può essere soggetta in relazione allo spazio e al territorio.
La mostra include opere realizzate tra il 2019 e il 2020 e si apre con un grande lavoro intitolato "grafemi per le mani, fonemi per le orecchie", un'istallazione di centottanta fogli che si presenta come un grande alfabeto dove la rappresentazione dei fonemi si sostituisce a quella delle lettere, e tratta le variazioni di percezione che si possono avere ascoltando altre persone a seconda della lingua in cui si esprimono. Partendo da tale assunto Gargiulo attua una indagine sulle unità espressive di cui una lingua è composta. Ogni fonema ha una precisa connotazione che cambiando determina anche una variazione di significato nella parola a cui fa riferimento, creando un cortocircuito che coincide con la situazione di coloro che, parlando una lingua diversa dalla propria modificano, inconsciamente, il modo di pensare e comunicare e al contempo vengono percepiti anche da coloro che ascoltano in maniera differente. Questo lavoro approfondisce la relazione che esiste fra noi e gli altri, e le interferenze che un mezzo di espressione può determinare.
Nella seconda sala si sviluppano serie di opere connesse al più ampio progetto intitolato Ruenmp. Il primo nucleo è intitolato “how to draw an island - notes” e si tratta di esperimenti ottenuti con la tecnica del frottage. La base sulla quale sono stati realizzati sono i listelli di un parquet su cui sono incollati dei frammenti di giornale. È su uno di essi che l'artista legge per la prima volta “Ruenmp”. Ruenmp è una parola che pur configurandosi in quanto tale non ha alcun significato ed è il pretesto per connotare una geografia irreale. Attraverso il frottage Gargiulo delinea quattro fasce, che sono come delle isole. Messe insieme formano un arcipelago, che diventa luogo di sperimentazione linguistica. Il risultato di questa sperimentazione è una lingua con un'inclinazione al gioco, ma anche mutevole e per questo potenzialmente innovativa.
Altri disegni rappresentano isole rese in modo più sintetico, utilizzando segni che rimandano a descrizioni realistiche ma che di fatto, mancano di qualsiasi aderenza con la geografia.
Le isole che Teresa Gargiulo ci restituisce non sono altro che delle proiezione fantastiche, che ingannano coloro che osservano perché sono descritte attraverso un atteggiamento segnico e scientifico che però è privo di qualsiasi corrispondenza oggettiva. Un piccolo dittico unisce la sperimentazione linguistica, che deriva dal ritrovamento della parola Ruenmp e la relativa isola descritta ancora una volta attraverso un semplice perimetro, ma senza alcuna specifica fisica, politica e meno che mai antropica. Una bandiera che simboleggia un'altra isola sventola sul balcone della galleria, mettendo in relazione lo spazio esterno con quello interno, e annuncia l'approssimarsi all'arcipelago immaginifico.
Nella sala successiva c'è una ulteriore sperimentazione linguistica che si configura formalmente in una installazione di palloncini all'elio che compongono la parola OLITI. Questa nasce dalla privazione della sillaba “vi” dalle parole “olivi” e “viti”, seguendo lo schema enigmistico definito “lucchetto” che genera una finta composizione linguistica priva di alcuna valenza semantica, ma con una precisa connotazione segnica ed estetica fermandosi a mezz'aria e fluttuando nello spazio.
Una ampia serie di finte parole, aventi tutte come iniziale la lettera O, è riportata in una installazione a parete: una sorta di dizionario senza definizioni, ma con le sole parole accumulate in una cacofonia fonetico verbale, nonché visiva.
Un kit che chiude il progetto è esposto nell'ultima sala: un sacchetto a chiusura ermetica in cui sono raccolti una mappa con le istruzioni per costruire l'isola, il dizionario che racchiude l'elenco delle parole elaborate durante la sperimentazione, un gessetto per disegnare l'isola e un piccolo poster su cui si legge Il gioco è in possesso della significanza, a indicare che qualsiasi effetto di senso può essere soggetto alla speculazione.
Teresa Gargiulo è la vincitrice della tappa napoletana di Jaguart, progetto artistico innovativo nato nel 2019 dal dialogo tra Artissima e Jaguar Land Rover e dalla comune volontà di supportare l’arte emergente e di innescare sinergie vincenti e di lungo periodo tra i rispettivi interlocutori.
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