Estate
La terra è secca, ha sete
e si spacca.
Sui labbri dei crepacci
le lucertole arroventate
corrono in fiamme.
Le stelle cadono accese
Per bruciare il mondo,
ma nessuno tende le mani per abbracciarle
e si smorzano, tuffandosi nel buio.
La carne cerca nelle carni
le sorgenti
e trova gli occhi
che si schiudono come fiori.
E la sonagliera dei grilli,
la notte,
ci porta incontro al sole
che ci trafiggerà
con le sue mille frecce.
Aspetto che finisca
e nell’attesa
mi sento abbacinato
come un foglio bianco
su cui picchi il sole.
La terra è secca, ha sete
e la notte è nera e perversa.
Cristo, dalle da bere,
ché vuol peccare
e farsi perdonare.
Scipione
Gino Bonichi (1904-1933), noto come Scipione (nell'immagine un suo autoritratto) fu pittore di spicco della Scuola Romana. Nato a Macerata, cresciuto a Roma fin da giovane, tra il 1929 e il 1930 realizza i suoi lavori più significativi. In quegli stessi anni scrive dieci liriche che lo riportano come il poeta italiano più eccentrico e limpido del secolo scorso. Poesie che nel 2017 sono state riproposte dall'editore Raffaelli (con una prefazione di Davide Brullo), nel libro "Le stelle cadono accese", accompagnandole con riproduzioni a colori di dieci sue celebri opere pittoriche.
Morì di tubercolosi, a 29 anni, nel sanatorio di Arco, in Trentino.