sabato 10 giugno 2017

Mi par d’udir ancora

Mi par d’udir ancora” è il titolo che Max Frintrop dedica alla seconda mostra personale da A+B gallery di Brescia, Italia. Per l’occasione è stata eseguita una nuova serie di dipinti di media e grande dimensione. 

La scelta del titolo da parte di Frintrop è legato, come spesso accade con le sue opere, alla sensazione che la musica suscita in uno specifico memento della sua vita. “Mi par d’udir ancora” non è un titolo interpretativo dei lavori in mostra, ma rispondente alla valutazione che l’artista riconosce ai risultati tecnici accuratamente gestiti sulla tela. La romanza a cui fa riferimento l’artista, tratta dall’opera di Georges Bizet, non manca di evocare il protagonismo del tenore lirico leggero, e quindi una voce dal timbro chiaro, limpido, virtuoso e acuto con capacità di giungere a forzature vocali.

Mi par d'udir ancora, Ascoso in mezzo ai fior, La voce sua canora, Qual di cigno in amor! Oh! notte di carezze, Gioir che non ha fin, Bel sogno, folli ebbrezze, Oh! sovvenir divin! Delle stelle del cielo Al tremolo balen, La vegg'io d'ogni velo Render libero il sen! Oh! notte di carezze! gioir che non ha fin! Oh sovvenir divin! Folli ebbrezze del sogno, sogno d'amor! Divin sovvenir, divin sovvenir!
Georges Bizet, “mi par d’udir ancora” da “I pescatori di perle”

La pittura di Frintrop, condotta con una pratica in studio definita da Alex Baconalla vecchia maniera”, si basa sulla esperienza estetica che va al di là dell’enfasi del gesto e dei materiali usati. I dipinti di recente esecuzione sintetizzano tutta l’esperienza degli ultimi due anni, da quando il gesto si è dissolto ed è diventato materia. 

Il risultato è ben visibile nel corpus delle opere che saranno esposte in mostra. In questi lavori si evidenzia la capacità di Frintrop di raffinare la potenza del gesto pittorico e renderlo produttore di molteplici piani prospettici attraverso la liquidità della materia. La poetica di Max Frintrop emerge con particolare evidenza nella serie di lavori che saranno esposti in mostra in cui la semplicità di un unico gesto, sintesi della sua attitudine a costruire strutture, apre squarci dal timbro chiaro, limpido e fortemente espressivo.

Max Frintrop (1982, Oberhausen) lives and works in Düsseldorf. Education 2003/2009, Kunstakademie Düsseldorf. Recent solo exhibitions: 2016 “Daily Bread”, Lyles & King, New York, USA; “Frontron”, Berthold Pott, Cologne, D; “Dustin Hoffman”, Raum Oberkassel, Düsseldorf, D; “You should be here” at Andersen´s Contemporary, Copenhagen, DK; Recent and selected group exhibitions: 2016 “Fasi Lunari”, curated by Albert Oehlen, with Peppi Bottrop, Andreas Breunig, Max Frintrop, Fabian Ginsberg, Yuji Nagai, Albert Oehlen, David Ostrowski, at Fondazione Carriero, Milan, Italy; 2015 “Formen der Abstraktion”, group show with Gerhard Richter, Sam Francis, Ernst Wilhelm Nay, Tony Cragg, Gotthard Graubner, …, at Ludorff Düsseldorf, Germany; 2014 “Person, Place or Thing”, curated by Quang Bao, with Max Frintrop, Zak Prekop, Richard Serra, Richard Tuttle…, at 68 Projects, Berlin D; “L´avventura / Die mit der Liebe spielen”, Max Frintrop, Stephanie Stein, Michael Pirgelis, Philip Seibel, Tobias Hoffknecht, Palazzo Guaineri delle Cossere, Brescia, IT.