lunedì 6 febbraio 2017

Danza contemporanea: nasce l'opera coreografica "Desert Birds"

La danza contemporanea da oggi si pregia di una nuova e speciale opera coreografica, quella di Desert Birds

Foto della coreografia Desert Birds
L'opera è tratta dal brano strumentale omonimo del compositore italiano Gerardo Tristano, che già nel 2009 era stato accolto molto favorevolmente dal pubblico. La nuova 0pera è fatta di passi, volute, movimenti e slanci concepiti, elaborati e realizzati da Mara Ippoliti per una performance eclettica eseguita da tre danzatori: un uomo e due donne. 

Ad immortalare l'opera un video, realizzato da Stefano Tisi ai primi di dicembre del 2016, disponibile al link https://www.facebook.com/gadtristano/videos/vb.100009324382626/1776424916011637/?
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Sebbene lo strumentale in quanto genere musicale si presti a differenti ambiti estetici, quali appunto la danza, il cinema, il reportage giornalistico o il documentario, nulla lasciava presagire che il brano sarebbe diventato una coreografia. Ma, soprattutto in ambito artistico, non si sa cosa potrà riservare il futuro, ed ecco palesarsi quindi sviluppi e destinazioni inattese. Il panorama splendido e quasi magico di S. Benedetto del Tronto ha fatto da scenario naturale alla danza. Una luce unica, un bagliore diremmo, di un colore soffice e inimitabile che accompagna le sonorità danzanti e fantastiche di questo brano pop minimalista di Tristano, interpretato, con molta eleganza e bravura coreografica. 

Complice un intonatissimo trucco e l'efficacia di un set di costumi originali, dai tre danzatori: Mara Ippoliti, Ersilia Baldini, entrambe abruzzesi di Teramo, e Cristhian Adrian Castillo Beltran, un ballerino colombiano. Non è raro assistere a spettacoli di danza contemporanea nei luoghi abituali dove questi vengono presentati, ma la suddetta performance, vista all’esterno, in tutta la sua naturalezza, quasi volesse uscire dai rigidi schemi coreutici imposti dalla società e dalla consuetudine, rivela un che di liberatorio, improvvisato, ma al contempo contenuto e perfettamente calibrato. Merito certamente dei tre artisti, professionalmente all’altezza, ma anche della musica che suscita una speciale suggestione fin dalle prime note. A vederlo sembra quasi un rituale augurale del giorno che nasce nel silenzio dell’alba appena scomparsa in dissolvenza, lontano, in un luogo irraggiungibile.    

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