sabato 18 febbraio 2017

The Triangle Project

Roma, 20 Febbraio 2017 - Sala 1 è lieta di presentare alle ore 18 The Triangle Project, un progetto con opere di Vanessa M. Palomba, ideatrice della mostra, Michelle Rogers e Ayesha Sultana.
Con le opere delle tre artiste si vogliono ricordare le donne vittime della Triangle Shirtwaist Factory (New York, 1911) e Rana Plaza Factory (Dhaka, Bangladesh, 2013).

25 Marzo 1911, Triangle Shirtwaist Factory di New York. In un incendio divampato all’ottavo piano del palazzo dove aveva sede la fabbrica morirono 146 persone. La quasi totalità erano donne immigrate (ebree russe, irlandesi e italiane), morte perché bloccate all’interno della fabbrica. 

24 aprile 2013 al Rana Plaza Factory di Dhaka in Bangladesh, un edificio di 8 piani crollò in seguito ad un incendio. Morirono in 1.137. La struttura ospitava delle fabbriche tessili che producevano abbigliamento per rinomate marche occidentali.

In entrambi i casi si sono susseguite nei rispettivi paesi riforme e controlli per evitare che catastrofi simili accadessero di nuovo.

Il progetto non vuole solamente commemorare, ma riportare l’attenzione sui significati impliciti di tali fatti chiamando tre artiste contemporanee ad interpretarne i temi.

“Le mie opere vogliono denunciare dunque le “Vittime della Moda” passate e presenti. Parlano di donne, quelle donne che si sono battute anche per me, per cercare di affermare quei diritti che, nonostante anni di lotta e numerose morti, ancora oggi tardano ad applicarsi.
Le operaie del Triangle Shirtwaist Factory sono le prime martiri involontarie di una lotta civile e sociale. (…)
Ho cercato di intrecciare la mia storia con la loro, (…)cercando di creare un ponte che possa collegare il passato al presente, la mia realtà di donna “libera” occidentale a quella delle migliaia di operaie che lavorano lontane, mute e dimenticate.” Con queste parole Vanessa Palomba descrive il progetto, invitando tutti a riflettere. 

Si ringrazia inoltre la Regione Lazio per il patrocinio onorario concesso ad una mostra di tale importanza sociale.
Il progetto è inoltre sostenuto da Pari Opportunità CGIL Nazionale ed è in collaborazione con Kheel Center for Labor-Management Documentation & Archives, della Cornell University (New York), archivio ufficiale della storica catastrofe di Triangle Shirtwaist Factory.
Si ringraziano inoltre CITYNET Creative Agency e la Galleria Valentina Bonomo per il loro contributo. 

Vanessa M. Palomba (Inghilterra, 1970): Attualmente vive e lavora a Roma.
Michelle Rogers (Irlanda, 1966): Attualmente vive e lavora a Roma.
Ayesha Sultana(Bangladesh, 1984): Attualmente vive e lavora a Dhaka.


The Triangle Project
SALA 1
Roma - dal 20 febbraio al 15 marzo 2017
Piazza Di Porta San Giovanni 10 (00185)
+39 067008691 , +39 067008691 (fax)
salauno@salauno.com
www.salauno.com

martedì 14 febbraio 2017

Disegni, Fumetti e fotografie: a Canapa Mundi l’arte che non ti aspetti.

Una Fiera ricca di contenuti eterogenei, tra informazione scientifica, alimentazione, bioedilizia e arte! A Canapa Mundi ce n'è per tutti!


Canapa Mundi, 17 - 18 - 19 febbraio 2017, Pala Cavicchi


Canapa Mundi, la Fiera Internazionale della Canapa più grande in Italia, apre le porte alle arti grafiche con 3 mostre: i disegni ed i fumetti di Ivan Art come ponte tra l'immaginazione e la realtà, la fotografia di Maria Novella De Luca e Franco Strain Hunter con i suoi attimi rubati per testimoniare e raccontare. Al fianco di importanti conferenze e laboratori di carattere scientifico e tecnico, la manifestazione proporrà un angolo di pace, per viaggiare con la mente e con le emozioni nel mondo canapa.

Nel padiglione hemp, a fianco della sala della Conferenza Annuale della Canapa, sarà allestita una mostra con le tavole più belle di Ivan Art. Per i visitatori sarà un'occasione per conoscere meglio Ivan Artucovich, aka IvanArt, un artista dal tratto sagace e anticonformista, particolarmente noto nel settore della canapa. Con la sua fantasia accompagnerà i visitatori in un mondo a colori che nasce dall'estro di una matita che sa raccontare con spirito ironico l'attualità e i suoi paradossi. Un'esposizione che raccoglie vignette satiriche, a tratti irriverenti che risvegliano uno spirito critico in chi li ammira. Uno spazio ludico che promette un viaggio nel divertimento e nella conoscenza della canapa.

Dalle sfumature delle matite alla cattura di momenti con una macchina fotografica. Un'immagine può raccontare una vita intera, le sue emozioni e le sue speranze. Lo sa bene Maria Novella De Luca, una giovane fotografa che ha immortalato le storie di alcune persone che hanno scelto di introdurre l'uso della cannabis nel loro piano terapeutico. Pazienti con ricetta medica che hanno deciso di raccontare come hanno conosciuto la cannabis, le difficoltà incontrate per reperire informazioni e come hanno ottenuto questa terapia naturale. Maria Novella ha scelto di ritrarre scene di vita quotidiana per dare voce all'esperienza di persone che desiderano una vita normale. Un racconto per immagini descritto da un occhio sensibile e discreto che cerca di condividere la loro storia senza perdere di vista le loro scelte ed aspettative. Canapa Mundi riserva lo spazio accanto alla sala workshop per la mostra fotografica di Maria Novella per dimostrare che non solo le parole possono descrivere e avvalorare le potenzialità della canapa nel settore terapeutico.

Accanto alla mostra di Maria Novella sarà allestita la mostra fotografica dedicata a Franco Strain Hunter. Nel mondo “canaposo” Franco è una leggenda: una vita dedicata in giro per il mondo alla ricerca delle migliori genetiche di Cannabis Sativa. Da anni strain hunter di punta della storica GreenHouse, assieme hanno vinto decine di Cannabis Cup Olandesi. A Canapa Mundi 2017 verrà ripercorsa la sua incredibile vita, purtroppo di recente prematuramente interrotta da un terribile male contratto in Congo.

Per il programma delle conferenze consultare http://canapamundi.com/programma-conferenze/

Canapa Mundi – Fiera Internazionale della Canapahttp://canapamundi.com/
17 - 18 - 19 febbraio 2017
Pala Cavicchi, Via Ranuccio Bianchi Bandinelli, 130, Roma
06 88809957
HYPERLINK "info@canapamundi.com"info@canapamundi.com

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Arianna Fioravanti 338 9993373

lunedì 6 febbraio 2017

Danza contemporanea: nasce l'opera coreografica "Desert Birds"

La danza contemporanea da oggi si pregia di una nuova e speciale opera coreografica, quella di Desert Birds

Foto della coreografia Desert Birds
L'opera è tratta dal brano strumentale omonimo del compositore italiano Gerardo Tristano, che già nel 2009 era stato accolto molto favorevolmente dal pubblico. La nuova 0pera è fatta di passi, volute, movimenti e slanci concepiti, elaborati e realizzati da Mara Ippoliti per una performance eclettica eseguita da tre danzatori: un uomo e due donne. 

Ad immortalare l'opera un video, realizzato da Stefano Tisi ai primi di dicembre del 2016, disponibile al link https://www.facebook.com/gadtristano/videos/vb.100009324382626/1776424916011637/?
type=2&theater. 

Sebbene lo strumentale in quanto genere musicale si presti a differenti ambiti estetici, quali appunto la danza, il cinema, il reportage giornalistico o il documentario, nulla lasciava presagire che il brano sarebbe diventato una coreografia. Ma, soprattutto in ambito artistico, non si sa cosa potrà riservare il futuro, ed ecco palesarsi quindi sviluppi e destinazioni inattese. Il panorama splendido e quasi magico di S. Benedetto del Tronto ha fatto da scenario naturale alla danza. Una luce unica, un bagliore diremmo, di un colore soffice e inimitabile che accompagna le sonorità danzanti e fantastiche di questo brano pop minimalista di Tristano, interpretato, con molta eleganza e bravura coreografica. 

Complice un intonatissimo trucco e l'efficacia di un set di costumi originali, dai tre danzatori: Mara Ippoliti, Ersilia Baldini, entrambe abruzzesi di Teramo, e Cristhian Adrian Castillo Beltran, un ballerino colombiano. Non è raro assistere a spettacoli di danza contemporanea nei luoghi abituali dove questi vengono presentati, ma la suddetta performance, vista all’esterno, in tutta la sua naturalezza, quasi volesse uscire dai rigidi schemi coreutici imposti dalla società e dalla consuetudine, rivela un che di liberatorio, improvvisato, ma al contempo contenuto e perfettamente calibrato. Merito certamente dei tre artisti, professionalmente all’altezza, ma anche della musica che suscita una speciale suggestione fin dalle prime note. A vederlo sembra quasi un rituale augurale del giorno che nasce nel silenzio dell’alba appena scomparsa in dissolvenza, lontano, in un luogo irraggiungibile.    

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