La pittura di Drago Cerchiari, pur essendo di matrice figurativa, non indulge all’aneddoto descrittivo, e poco concede a superflue divagazioni icastiche. È una pittura inquieta, in continuo movimento, all’eterna ricerca di una cifra stilistica originale e originaria. E anche quando trova una chiave interpretativa feconda ed efficace, dalla quale scaturisce un intero, prolifico ciclo, come, ad esempio, i quadri di ‘Canada in fiamme’ o di ‘Alberi e steccati’, questa si declina in variazioni sul tema sempre nuove e talvolta spiazzanti.
La tensione in Cerchiari è duplice: da una parte una volontà di sintesi capace di cogliere l’essenza formale delle cose raffigurate (alberi, figure, nature morte, vedute di città); dall’altra l’istintiva ricerca di un gesto pittorico in grado di proiettare sulla tela l’ombra della propria anima, l’impronta della propria personalità. Nel ciclo dedicato ad ‘Alberi e steccati’ (‘Fences and trees’) lo stile oscilla tra reminiscenze fauves e tentazioni chiariste, anche se costanti sono il ritmo sincopato e le vibrazioni tonali delle pennellate e l’uso del graffio verticale a spezzare le campiture di colore e a dare slancio dinamico alle composizioni. (...) Il respiro della natura si fa colore e segno e, al tempo stesso, in quel colore e in quel segno l’anima dell’autore si infrange e si rifrange, come in un gioco di specchi. - Virgilio Patarini