sabato 5 luglio 2025

Summer Exhibition 2025


Torna la tradizionale esposizione di MADE4ART dedicata al tema dell’estate, dal 17 luglio al 2 settembre 2025 presso propria sede in Via Ciovasso 17 a Brera, il quartiere dell’arte nel centro di Milano, a due passi dalla Pinacoteca, dal Duomo e dal Teatro alla Scala. 

Protagonisti della mostra nella Main Section quattro artisti che presentano, in un’area a loro riservata, una selezione di opere rappresentativa della propria produzione: Eugenio Alazio, Giulio Cerocchi, Tommaso Cervone, Tommaso Stilla. Accanto ad essi, all’interno dello Special Project “Armonie”, un nucleo di artisti che propongono ognuno un singolo lavoro in un serrato confronto tra differenti tecniche e sensibilità, alla continua ricerca di equilibrio e bellezza: Maddalena Barletta, Fabiana Bassetti, Charloess, Flavio Confalonieri, Antonia De Salvo, Daniela Doni, Carlo Ferreri, Giuseppe Giudici, Andrea Granchi, Aldo Claudio Medorini, Paolo Monina, Lorena Motta, Alfio Sacco, Andrea Tirindelli, Alberto Volpin

L’estate si traduce grazie all’arte in un invito ad assumere un atteggiamento positivo nei confronti dell’esistenza in un contesto storico e sociale spesso segnato da incertezze e difficoltà. La collettiva vuole mettere in evidenza la capacità dell’arte di rappresentare un tema come quello dell’estate, intesa simbolicamente come momento di massima energia e forza vitale, attraverso soggetti, colori, materiali e tecniche di realizzazione. Il risultato dell’incontro tra queste diverse personalità artistiche è un allestimento fatto di dialoghi e contrasti, luci e ombre, di linee, sfumature e suggestioni, un viaggio nelle molteplici forme espressive della creatività che durerà un’intera estate, verso la nuova stagione espositiva di MADE4ART. 

“Summer Exhibition 2025” è accessibile dal 17 luglio al 2 settembre con opening giovedì 17 luglio dalle ore 18 alle 20; a partire dal 18 luglio sarà visitabile su appuntamento negli orari di apertura della sede dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 18; è prevista la chiusura per ferie dello spazio dal 4 al 17 agosto. 


Summer Exhibition 2025 

Main Section: Eugenio Alazio, Giulio Cerocchi, Tommaso Cervone, Tommaso Stilla 

Special Project “Armonie”: Maddalena Barletta, Fabiana Bassetti, Charloess, Flavio Confalonieri, Antonia De Salvo, Daniela Doni, Carlo Ferreri, Giuseppe Giudici, Andrea Granchi, Aldo Claudio Medorini, Paolo Monina, Lorena Motta, Alfio Sacco, Andrea Tirindelli, Alberto Volpin 

 

17 luglio - 2 settembre 2025 

Opening giovedì 17 luglio ore 18 - 20 

Dal 18 luglio mostra visitabile a ingresso gratuito, su appuntamento negli orari di apertura della sede: martedì - venerdì ore 10 - 18 

Spazio chiuso per ferie dal 4 al 17 agosto 

Si invita a verificare sempre sul sito Internet e i social network di MADE4ART eventuali aggiornamenti sugli orari e le modalità di accesso allo spazio 


MADE4ART 

Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 

Via Ciovasso 17, Brera District, 20121 Milano, Italia 

Fermate metropolitana Lanza, Cairoli, Montenapoleone 

www.made4art.it, info@made4art.it, +39.02.23663618  

venerdì 13 giugno 2025

Il SaxMeet Ensemblel per Astor Piazzolla

Venerdì 27 giugno 2025 alle ore 21.30, gli spazi di OPOS accoglieranno una serata dedicata all’intramontabile arte di Astor Piazzolla, figura cardine del tango nuevo e della musica del Novecento. Protagonista dell’evento sarà il SaxMeet Ensemble, formazione di spicco nel panorama cameristico italiano, che porterà in scena la propria produzione discografica interamente dedicata al grande compositore argentino.

Il programma della serata include una selezione delle opere più celebri e suggestive di Piazzolla, tra cui spiccano le intense "Cuatro Estaciones Porteñas", l’intima e struggente "Oblivion", l’energetico e iconico "Libertango", oltre ad altri brani intrisi della passionalità e malinconia tipiche del tango argentino. Un repertorio capace di evocare atmosfere lontane, cariche di emozioni e colori d’oltreoceano, restituendo al pubblico il fascino inconfondibile del linguaggio musicale di Piazzolla.

A rendere l’appuntamento ancora più significativo sarà la presenza eccezionale di Alain Pagani, editore mondiale di Piazzolla e figura centrale nella diffusione internazionale della sua opera. Nel corso della serata, Pagani condividerà con il pubblico preziose testimonianze personali, raccontando l’intenso legame umano e professionale che unì suo padre Aldo Pagani, storico produttore e amico intimo del compositore, ad Astor Piazzolla. Un sodalizio che contribuì in maniera determinante alla diffusione e al riconoscimento globale del suo straordinario talento.


SaxMeet Ensemble è un ensemble di nove saxofonisti professionisti provenienti dalle province di Como, Varese e Milano. L’ensemble nasce da un'idea del M° Silvia Guglielmelli nel 2020 e si compone di musicisti di formazione classica che hanno studiato nei conservatori di Como e Milano, con pregresse esperienze solistiche e orchestrali, e suonato con interpreti internazionali quali H. De Jong (Belgio), M. Supéra (Francia), G. Palma e M. Padula (Italia), B. Santos (Portogallo) artisti Buffet Crampon. Da sempre l'ensemble è protagonista dei concerti conclusivi della rassegna musicale "A Tutto Sax" ideata dal M° Silvia Guglielmelli, che si tiene a Como ogni anno ed è giunta alla sua VII° edizione, esibendosi in location suggestive come Palazzo Valli Bruni, l'Hangar dell'Aeroclub di Como, Pontificio Collegio Gallio, e presso il Salone del Torchio, Castello di Carimate.

L’ensemble ha al suo attivo due produzioni discografiche, numerosissimi concerti con sold out di pubblico per diverse rassegne musicali, esibendosi in teatri e location prestigiose, oltre a due tournée, in Sicilia e Francia.

Per la stagione 2025/2026 il SaxMeet ha in programma una tournée europea con tappe in Polonia, Romania e Portogallo.


Informazioni:

I musicisti:

Sax soprano: Simone Mambretti, Mario Micello

Sax contralto: Alessandro Rossi, Matteo Mezzanzanica, Anna Mascarello

Sax tenore: Daniel Comacchio, Matteo Gandini

Sax baritono: Silvia Guglielmelli, Camilla Borgnino


Programma della serata:

Apertura porte ore 21:00, inizio concerto ore 21:30

Ingresso gratuito previa registrazione al link:

https://tinyurl.com/OPOS-27-6-2025

o sul sito: www.opos.it


Nel corso della serata sarà possibile versare un'offerta libera con una Mission benefica a favore di https://www.accademiasaintsaens.it/arti-le-terapie/


 


ARTI PER LE TERAPIE: musico-teatro-arte-terapia, neuro-psicomotricità, psicoterapia

L’Associazione “Istituto Musicale e di Arti per le Terapie Camille Saint-Saens” riunisce al suo interno una equipe di professionisti delle “Arti per le Terapie” clinici specializzati, che operano in varie realtà Ospedaliere della Provincia di Varese. Essa è coordinata in attività di psicoterapia, musicoterapia, neuro-psicomotricità e arte-teatro-terapia, costantemente supervisionata da Psicoterapeuta e Neuropsichiatra, che monitorano l’operato clinico dei terapeuti dell’equipe multidisciplinare. I professionisti e Terapeuti vantano altresì di esperienze personali in vari ambiti applicativi e ciò garantisce allo staff di poter operare con utenze diverse.


Contatti:

OPOS

www.opos.it

contact@opos.it

@opos_milano


UFFICIO STAMPA

Laura Cometa

press@lauracometa.com | +39 3271778443

www.lauracometa.com

mercoledì 4 giugno 2025

Le 53 stazioni della Tokaido

Nell’ambito del riallestimento della galleria dedicata all’arte giapponese, il MAO presenta la prima di tre selezioni dedicate alla celebre serie Le 53 stazioni della Tōkaidō di Utagawa Hiroshige, uno dei capolavori assoluti dell’arte giapponese dell’Ottocento, di proprietà di UniCredit. Questa prima selezione prevede l’esposizione di 19 stampe, a cui seguiranno nei prossimi mesi altri due rotazioni di 18 xilografie ciascuna.

Il progetto si inserisce nel programma di rotazioni e interventi dinamici delle collezioni del MAO e, in questa configurazione, propone una lettura inedita della serie Le 53 stazioni della Tōkaidō di Hiroshige. Frutto della collaborazione con il Museo di Belle Arti di Montréal (MMFA), l’esposizione adotta un approccio ecologicamente sostenibile alla progettazione espositiva, in linea con l’orientamento che il MAO sviluppa da alcuni anni, volto a valorizzare il pensiero curatoriale e il contributo scientifico per un uso consapevole delle risorse museali. La serie conservata al MAO è infatti identica a quella presente nelle collezioni del MMFA: questo consente di realizzare una mostra in cui non siano le opere a viaggiare, ma la visione curatoriale e l’apparato educativo che la accompagnano.

Il progetto è curato da Laura Vigo, conservatrice di arte asiatica presso il MMFA, e si avvale dei contenuti didattici sviluppati dal museo canadese in occasione della presentazione della serie nel 2024, proposta allora con la medesima chiave interpretativa.

Realizzata per la prima volta nel 1833 e pubblicata dalla casa editrice Hōeidō di Takenouchi Magohachi, la serie riscosse un successo immediato, rivoluzionando il panorama degli ukiyo-e, le celebri xilografie a blocchi di legno. Stampata in oltre 15.000 copie, la Tōkaidō divenne un vero e proprio bestseller dell’epoca Edo, accessibile a tutti: le singole stampe costavano quanto una ciotola di ramen e venivano comprate, appese, spesso dimenticate, per poi essere riscoperte e consacrate come opere d’arte in Occidente solo nella seconda metà del XIX secolo.

Ma perché questa serie è così speciale rispetto a quelle che l’hanno preceduta? Hiroshige, artista proveniente da una famiglia samurai, ebbe l’intuizione di trasformare un tema allora già molto frequentato – il viaggio lungo la Tōkaidō, la strada di 490 km che collegava Edo (l’odierna Tokyo) a Kyoto – in un racconto visivo capace di mescolare realtà e immaginazione. Con un linguaggio accessibile e modernissimo, ispirato all’arte tradizionale giapponese ma con profonde suggestioni occidentali (come la prospettiva centrale, l’ombreggiatura, il formato orizzontale e l’uso del blu sintetico), Hiroshige non si limitò a rappresentare il paesaggio, ma lo reinventò. Ogni stampa è una scena onirica, atmosferica, capace di evocare sogni di viaggio e avventura.

Queste immagini non nascevano come opere d’arte da museo, ma come prodotti editoriali di largo consumo. Eppure, proprio per questo furono rivoluzionarie. Il lavoro editoriale di Takenouchi Magohachi fu cruciale: non solo nella stampa e distribuzione, ma anche nel concept narrativo e visivo dell’intera serie, costruita come una sorta di storyboard ante litteram, pensato per catturare l’attenzione di un pubblico ampio e alfabetizzato, assetato di immaginazione e novità.

La Tōkaidō era una delle cinque grandi arterie del Giappone Tokugawa, istituita nel 1601 e percorsa da daimyo, pellegrini e, col tempo, da mercanti e viaggiatori comuni. Ogni stazione di posta offriva alloggi, cibo, servizi (anche sessuali) e prodotti tipici. Hiroshige restituì tutto questo, e molto di più: trasmise il senso del movimento, la varietà degli incontri, il fascino di un paese in trasformazione. Le sue stampe trasformarono l’ordinario in straordinario, aprendo al pubblico giapponese – e in seguito anche a quello occidentale – un mondo sospeso tra realtà e sogno.


MAO Museo d’Arte Orientale - Via San Domenico 11, Torino - www.maotorino.it

ORARI

martedì - domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso.

La biglietteria chiude un'ora prima. Ultimo ingresso ore 17.


Uffici stampa:

Chiara Vittone | chiara.vittone@fondazionetorinomusei.it | M 340 3739197

ddl |arts| ddlarts@ddlstudio.net  

Alessandra de Antonellis | alessandra.deantonellis@ddlstudio.net  | M 339 3637388 

Ilaria Bolognesi | ilaria.bolognesi@ddlstudio.net  |M 339 1287840 



immagine a corredo:

Andō Hiroshige, “Cinquantatré Stazioni della Tōkaidō” 東海道五十三次. Circa 1833-1834

Stampa xilografia a matrici multiple (nishiki-e)

Editore: Takenouchi Magohachi (Hoeidō)

Stazione n. 5, Totsuka, L’incrocio di Motomachi 戸塚 元町別道

venerdì 23 maggio 2025

Live di presentazione di Hrudja

Martedì 3 giugno 2025 alle ore 21.30, OPOS ospita Massimo Silverio per uno speciale live di presentazione di Hrudja, il suo primo album pubblicato nel novembre 2023 da Okum Produzioni. Dopo due EP autoprodotti, l’artista friulano con questo disco ha segnato il suo debutto definitivo, acclamato dalla critica italiana e internazionale, frutto dell’incontro con il produttore Manuel Volpe (Rhabdomantic Orchestra) e della collaborazione con il musicista e performer Nicholas Remondino (Lamie, Stefano Battaglia, Vieri Cervelli Montel). Durante la serata sarà allestita unamostra con le opere video dell’artista Alessandra Condello.


Hrudja è un'opera che mette insieme arcaico e contemporaneo, unendo strumenti tradizionali delle Alpi Carniche a violoncelli, chitarre, elettronica e una visione sonora unica. Il titolo è l'antenato longobardo della parola Grusa e indica in friulano la crosta che si forma su una ferita in via di guarigione: una metafora potente di rinascita, memoria e trasformazione. È stato accolto come uno dei migliori dischi italiani del 2023 da testate come Rumore, OndaRock, Rolling Stone, Rockit e Impatto Sonoro, Hrudja ha raccolto consensi anche all’estero: Iggy Pop lo ha inserito nella sua rubrica Iggy Recommend, mentre riviste come Mojo (4/5 stelle) e Clash Magazine (8/10), oltre a radio come KEXP (USA), FIP (Francia), BBC e Radio Capital, ne hanno celebrato l’originalità e la forza evocativa. Registrato tra aprile e novembre 2022 presso Rubedo Recordings a Torino, il disco è stato prodotto da Manuel Volpe con arrangiamenti condivisi tra Silverio, Volpe, Remondino e Leo Virgili. I testi e le musiche sono firmati dallo stesso Massimo Silverio, che canta in una lingua misteriosa e ancestrale. I suoi brani sono un invito a vivere un’esperienza sonora intensa e introspettiva, tra tensione e delicatezza, silenzi che suonano e pieni che commuovono. Hrudja è un disco di contrasti, una creatura sonora fuori dal tempo e dal genere, in bilico tra sogno e incubo.


Massimo Silverio classe 1992 è un autore e musicista nato a Cercivento (UD) nel cuore della regione storico-geografica della Carnia. Scrive e canta nella sua lingua nativa, il "cjarniel", lingua minoritaria delle Alpi Carniche attraverso la quale forma il suo personalissimo mondo sonoro fatto di poesia e melodie che si mescolano tra antico e contemporaneo, popolare e colto, acustico, elettro acustico ed elettronico.«Ho sempre avuto una forte attrazione per il suono e il significato delle parole che sentivo pronunciare dalla bocca dei miei nonni e genitori. Timbri, melodie e sfumature di sensi che non ho più ritrovato in quelle dei miei coetanei. Così per la mia musica ho utilizzato la lingua del mio cuore, le metriche e il gusto della villotta friulana unite a un suono crudo, evocativo e pieno di contrasti.»Una ricerca iniziata in giovanissima età che lo ha condotto alla creazione di un immaginario fatto di luoghi, volti e riti antichi tradotti in musica attraverso l'uso di strumenti classici come il violoncello, contrabbasso, percussioni preparate, pianoforte o popolari come la guzla – strumento delle alpi dinariche – ma anche sintetizzatori, chitarre, organi e soprattutto la voce che si fa protagonista con timbri lievi e intimi, mescolando carnico e inglese per raccontare una storia minoritaria eppure universale. 


INFORMAZIONI CONCERTO:

Massimo Silverio: voce, chitarre, violoncelloNicholas 

Remondino: prepared drum

Manuel Volpe: bass synth, organo, sampler

Matteo Rizzo: sound engineer

INSTALLAZIONE ARTISTICA: Durante la serata sarà allestita una mostra di video prodotti da Alessandra Condello, un'architetta e artista transmediale e multimediale di origini abruzzesi. La sua pratica artistica si sviluppa all’incrocio tra arte, architettura e tecnologia, con un profondo interesse per l’interazione tra esseri umani e ambiente — sia esso naturale, sociale o digitale. Esplora temi legati all’evoluzione postumana, alla trasformazione dell’identità culturale nell’era digitale, e al dialogo tra forme naturali e costruite, spesso intrecciando folklore e innovazione tecnologica. Utilizza concetti ed elementi interattivi e digitali per ridefinire la narrazione del patrimonio culturale, rendendolo vivo, immersivo e attuale. 

TITOLO: NUMINAIl progetto è composto da una serie di quattro video generati con l’intelligenza artificiale che reinterpretano il folklore delle aree montane interne italiane. In un tempo sospeso tra passato e futuro, questi lavori propongono un’estetica rinnovata del mito, della ritualità e della memoria, filtrata attraverso una visione post-umana e digitale. Ogni video evoca, in forma simbolica e onirica, elementi della tradizione — maschere, riti stagionali, abiti, paesaggi — senza mai rappresentarli in modo diretto o didascalico. L’AI agisce come interprete e traduttore culturale, deformando, astraendo e riscrivendo il codice visivo e narrativo del folklore montano. I materiali originali vengono metabolizzati in immagini visionarie, ibride, che restituiscono un nuovo senso al concetto di appartenenza, identità e territorio.Questa reinvenzione visiva si sviluppa come un atlante emotivo e morfologico della memoria collettiva, in cui l’invisibile e il dimenticato riaffiorano sotto nuove sembianze. Lontani da ogni intento documentaristico, i video si propongono come spazi immaginari in cui l’antico e il futuro coesistono, risuonando in forme imprevedibili e poetiche.

PROGRAMMA DELLA SERATA:

Apertura porte ore 21.00, inizio concerto ore 21.30

Ingresso gratuito previa registrazione al link:https://tinyurl.com/OPOS-3-6-2025o sul sito: www.opos.it 

Contatti:OPOSwww.opos.it

contact@opos.it@opos_milano 


UFFICIO STAMPA

Laura Cometapress@lauracometa.com | +39 3271778443  www.lauracometa.com

giovedì 15 maggio 2025

Lugano LongLake Festival 2025

Dal 10 al 27 luglio 2025 torna Lugano LongLake Festival, il Summer City Festival che, con la sua energia contagiosa, animerà anche quest’anno l’estate della città ticinese. Giunto alla sua quindicesima edizione, il LongLake è oggi uno dei più grandi open air urbani della Svizzera: un festival dall’anima multidisciplinare, capace di intrecciare musica live, spettacoli, arte urbana, attività per bambini e famiglie, danza, incontri, workshop e l’irresistibile universo degli artisti di strada.

Un appuntamento internazionale che unisce musica di qualità a un ricco calendario di eventi gratuiti, trasformando la città svizzera in un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto. Anche quest’anno il Festival si articolerà attorno a tre grandi appuntamenti principali, distribuiti nei tre fine settimana della manifestazione. Accanto a questi, una costellazione di eventi – per lo più gratuiti – animerà ogni angolo della città: concerti con artisti di fama internazionale e protagonisti della scena musicale svizzera, spettacoli teatrali, installazioni di arte urbana, attività per famiglie, dj set, momenti di ballo, mercatini tematici e street food da scoprire passeggiando tra le vie e sul lungolago. Il programma completo è disponibile su: longlake.ch


Ad aprire il LongLake Festival, da giovedì 10 a sabato 12 luglio, sarà Estival Jazz, l’appuntamento musicale di respiro internazionale che porta a Lugano grandi nomi della scena jazz e contemporanea. Il primo artista annunciato per la lineup è Jack Savoretti, cantautore britannico di origini italiane, che si esibirà sabato 12 luglio. Anche quest’anno l’accesso ai concerti di Estival Jazz sarà libero e gratuito per i posti in piedi. Per garantire la qualità dell’evento e contribuire alla sua continuità, è stata introdotta una novità: il pubblico potrà acquistare un posto a sedere nell’area riservata di fronte al palco, valido per assistere ai tre concerti in programma nella giornata scelta.

Sabato 18 e domenica 19 luglio sarà invece il momento di Blues to Bop, omaggio alla storia del blues in tutte le sue declinazioni. L’edizione 2025 adotterà una formula mista, con concerti a pagamento sul palco principale e diverse esibizioni gratuite su altri palchi. Il primo grande nome in cartellone è Edoardo Bennato, cantautore che ha segnato la musica italiana con il suo stile unico, l’energia travolgente e un messaggio sempre controcorrente: salirà sul palco del Parco Ciani sabato 18 luglio.

Il gran finale del LongLake Festival è affidato, come da tradizione, a Lugano Buskers, in scena da mercoledì 23 a domenica 27 luglio: un’esplosione di talento e creatività con numerosi artisti di strada che animeranno il lungolago, il Parco Ciani e le piazze del centro. Un’occasione per vivere Lugano trasformata in un teatro a cielo aperto, tra musica, arte e poesia urbana.

Tra le tante proposte in programma e i numerosi artisti e ospiti del festival, spicca il concerto di giovedì 17 luglio, che vedrà protagonisti Venerus, Centomilacarie e Ginevra.

I biglietti a pagamento, per i concerti finora annunciati, sono acquistabili su: biglietteria.ch

Nel cuore dell’estate, Lugano LongLake Festival trasforma gli spazi verdi e urbani della città in un grande palcoscenico a cielo aperto, offrendo a cittadini e visitatori un ricco ventaglio di occasioni di incontro, scoperta e divertimento. Per 18 giorni, numerosi artisti e ospiti animeranno Lugano con una molteplicità di eventi, una boccata d’aria fresca in uno scenario naturale d’eccezione, a meno di un’ora di distanza dalla metropoli milanese.

Per il programma dettagliato, tutte le novità e gli aggiornamenti:

longlake.ch

facebook.com/longlakelugano

instagram.com/longlakelugano


Sponsor e partner

Lugano LongLake Festival è una manifestazione organizzata dalla Divisione eventi e congressi della Città di Lugano, in collaborazione con Lugano Region e AIL. Si ringraziano per l’importante sostegno alla manifestazione Repubblica e Cantone Ticino - DECS / Fondo Swisslos e il media partner RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana.


Crediti fotografici: © Divisione Eventi e congressi – Città di Lugano


INFO E CONTATTI

Città di Lugano

Eventi e congressi

Comunicazione e marketing

+41 58 866 74 46

pr.eventi@lugano.ch


 


INFO UFFICIO STAMPA ITALIA

ddl |arts| + Studio Battage

Margherita Baleni | margherita.baleni@battage.net | +39 347 4452374

Alessandra de Antonellis | alessandra.deantonellis@ddlstudio.net | +39 339 3637388

martedì 6 maggio 2025

Antony Gormley. Body Buildings

Mercoledì 14 maggio alle ore 18.30, presso la Libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, Skira presenta in anteprima mondiale il volume Antony Gormley. Body Buildings dedicato alla recente produzione di uno dei più importanti artisti contemporanei della scultura. Per l’occasione Antony Gormley sarà in dialogo con Mario Cristiani, tra i fondatori di Galleria Continua. Al termine della presentazione, sarà possibile acquistare una copia del volume autografata dall’artista, disponibile in Italia solo presso Libreria Bocca e Boutique Skira e dall’autunno anche negli altri Paesi.


Raccogliendo immagini, suggestioni e testimonianze della recente mostra personale di Antony Gormley presso la sede di Galleria Continua a Pechino, il volume Body Buildings esplora il rapporto tra l’uomo e gli spazi da lui plasmati – l’ambiente edificato («built environment») – come ad esempio edifici, strade e infrastrutture. 

Il catalogo rappresenta un percorso visivo che conduce il lettore attraverso le opere esposte nell’omonima mostra tra cui spicca la nuova installazione Resting Place II (2024) – un vero e proprio labirinto ideato dall’artista e accessibile al pubblico, costituito da centotrentadue figure umane in mattoni di terracotta a grandezza naturale – a cui è dedicato un ampio apparato fotografico.

Oltre a questa nuova produzione scultorea, il volume presenta una raccolta di disegni inediti pubblicati per la prima volta. Introdotto da un testo di Mario Cristiani, Body Buildings approfondisce inoltre il rapporto trentennale tra Antony Gormley e l’ambiente artistico asiatico, in particolare la Cina, attraverso due nuovi contributi firmati da Hou Hanru e Stephen Greenblatt, che portano l’attenzione del lettore anche su opere significative quali Asian Field (2003), Event Horizon (2007) e Host (2016).

A testimonianza del continuo dialogo dell’artista con la Cina, a questi contributi si affianca anche un saggio fotografico curato da Gormley stesso, che presenta una selezione di fotografie d’archivio inedite, scattate durante il suo primo viaggio di ricerca nel 1995 che lo portò a visitare la Città Proibita di Pechino e il celebre Esercito di Terracotta di Xi’an. 

Non limitandosi a documentare le opere esposte a Pechino, questo volume costituisce una risorsa fondamentale per studiosi e collezionisti interessati ad approfondire la ricerca artistica di Gormley ed esplorare il suo rapporto con l’arte e la cultura cinese, grazie all’ampia raccolta di testi curatoriali, immagini e illustrazioni inedite.              


Antony Gormley          

Antony Gormley (Londra, 1950) è ampiamente riconosciuto per le sue sculture, installazioni e opere pubbliche che indagano la relazione tra il corpo umano e lo spazio. Il suo lavoro ha sviluppato il potenziale aperto della scultura dagli anni '60, attraverso un coinvolgimento critico sia con il proprio corpo sia con quello degli altri, affrontando questioni fondamentali su dove l’essere umano si colloca in relazione alla natura e al cosmo. Gormley cerca costantemente di identificare lo spazio dell’arte come luogo di divenire, in cui possano emergere nuovi comportamenti, pensieri e sentimenti.   


Scheda tecnica

Titolo: Antony Gormley. Body Buildings 

Editore: Skira

Formato: Cartonato, 18.5 × 25 cm

Pagine: 180 pagine, 90 immagini a colori

Prezzo: € 55,00

Codice ISBN: 978-88-572-5402-9


Edizione bilingue in inglese e cinese

In vendita esclusivamente presso Libreria Bocca (Galleria Vittorio Emanuele II – Milano) e alla Boutique Skira (Via Meravigli, 18 – Milano)


Ufficio stampa - ddl |arts|

Alessandra de Antonellis | alessandra.deantonellis@ddlstudio.net | +39 339 3637 .388  

Ilaria Bolognesi | ilaria.bolognesi@ddlstudio.net | +39 339 1287 .840 

Elisa Fusi | elisa.fusi@ddlstudio.net | +39 347 8086 .566

Alessandro Severo | alessandro.severo@ddlstudio.net | +39 389 8346 .920

mercoledì 9 aprile 2025

DA BOTTICELLI A MUCHA. Bellezza, Natura, Seduzione

Dal 17 aprile 2025, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino apre al pubblico la mostra “DA BOTTICELLI A MUCHA. Bellezza, Natura, Seduzione”,

un viaggio nella seduzione e nella bellezza espresse attraverso il mito, la natura e l’universo femminile, da sempre principali soggetti della creazione artistica.


Con oltre 100 opere tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d’arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni, la mostra spazia da magnifiche statue e bassorilievi archeologici di età romana, passando da Botticelli e Lorenzo di Credi – di cui vengono messi a confronto due incredibili capolavori – proseguendo con opere rinascimentali;

un excursus per temi che toccano il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile, fino ad arrivare all’inizio del Novecento con la seduzione delle opere di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau.

Tra i capolavori in mostra, la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda e la Dama con l’unicorno di Luca Longhi da Castel Sant’Angelo.

La mostra contiene anche preziosi focus su figure femminili straordinarie quali la Contessa di Castiglione, figura emblematica di fine Ottocento, nobildonna di rara bellezza e seducente agente segreto, o ancora principesse e regine di Casa Savoia.

Verranno anche svelate, per la prima volta, le indagini diagnostiche realizzate sulla Venere di Botticelli, da cui si potranno scoprire i pensieri e i ripensamenti dell’artista.

Contestualmente, ospite d’onore della mostra, sarà lo splendido Volto di fanciulla, disegno autografo di Leonardo da Vinci realizzato tra il 1478 e il 1485 circa, proveniente dalla Biblioteca Reale ed esposto nel nuovo Spazio Leonardo al primo piano della Galleria Sabauda.


Prodotta dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia, la mostra è curata da Annamaria Bava e sarà visitabile nella Sale Chiablese dei Musei Reali dal 17 aprile al 27 luglio 2025.


DA BOTTICELLI A MUCHA

Bellezza, Natura, Seduzione

Torino, Musei Reali – Sale Chiablese 

17 aprile - 27 luglio 2025

I

Orari apertura

Dal giovedì al martedì

Tutti i giorni 9.30-19.30

Chiuso il mercoledì

(la biglietteria chiude un’ora prima)


Aperture straordinarie

Domenica 20 aprile 9.30-19.30

Lunedì 21 aprile 9.30-19.30

Mercoledì 23 aprile 9.30-19.30

Venerdì 25 aprile 9.30-19.30

Mercoledì 30 aprile 9.30-19.30

Giovedì 1° maggio 9.30-19.30

Lunedì 2 giugno 9.30-19.30

(la biglietteria chiude un’ora prima)


Biglietti

Intero € 15,00

Ridotto € 13,00

Open € 18,00


Informazioni e prenotazioni

T. +39 011 1848711

mercoledì 19 marzo 2025

Giorgio Griffa. Dipingere l’invisibile

Palazzo Ducale di Genova ospita dal 22 marzo al 13 luglio, nelle sale dell’Appartamento del Doge, “Giorgio Griffa. Dipingere l’invisibile”, una mostra che ripercorre le tappe della straordinaria avventura artistica del pittore Giorgio Griffa (Torino, 1936).

Giorgio Griffa, Nodo (dettaglio), 2023, acrylic on canvas, 95x69cm. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa Ph Federico Rizzo

In oltre 50 anni di attività, Griffa – che ha esposto in tre Biennali d’Arte di Venezia (nel 1978, 1980 e 2017) – ha scritto la storia dell’arte italiana attraverso una pittura poetica, astratta e performativa, dove il gesto e il segno trasportano il pubblico in un’esperienza sospesa fuori dal tempo in cui la storia dell’arte incontra la spiritualità zen.

Giorgio Griffa dipinge La Recherche, 2020 – foto Giulio Caresio

La mostra – curata da Ilaria Bonacossa e Sébastien Delot e organizzata in collaborazione con Fondazione Giorgio Griffa – presenta 50 opere, tra grandi tele, lavori su carta e installazioni, tra cui un omaggio a Eugenio Montale nell’anno che celebra i 100 anni della raccolta poetica Ossi di seppia.

Giorgio Griffa, Tre linee con arabesco n.1684 (dettaglio), 2023, acrylic on canvas, 96x69cm. Courtesy Fondazione Giorgio Griffa Ph Federico Rizzo

Il percorso si sviluppa in undici sale dove viene riprodotto un itinerario artistico pieno di suggestioni e di spunti. La pittura di Griffa muove dalla convinzione che tutte le forme di arte – e tra queste la pittura – siano in grado di sondare il mistero e, dunque, si rapportino con l’invisibile e l’ignoto. Le modalità di questo rapporto si manifestano attraverso una forma di “memoria” della pittura. È questo il motivo per il quale Griffa è stato spinto a lavorare per cicli: Segni primari, Segno e campo, Alter ego, Frammenti, Trasparenze, Numerazioni, Tre linee con arabesco, Canone aureo, Shaman, Dilemma, Océanie, Disordine…


Informazioni

palazzoducale.genova.it


Biglietti

intero – 13€

ridotto – 11€


Orari

lunedì chiuso

dal martedì alla domenica ore 11 – 19

giovedì 6 marzo 2025

Ultraleggera: A Design Journey with Marcello Gandini Between Italy and Qatar

Nell'ambito del programma espositivo del Qatar Museums per la primavera 2025 questa mostra itinerante celebra l'innovativa eredità di Marcello Gandini, visionario designer automobilistico riconosciuto come l'inventore della supercar, con opere iconiche come la Lamborghini Miura, la Countach e la Lancia Stratos. Debuttando al National Museum of Qatar (NMoQ), prima di spostarsi al Museo Nazionale dell'Automobile (MAUTO) di Torino, la mostra mette a confronto i progetti pionieristici di Gandini con le opere sperimentali degli studenti di VCUArts Qatar. Questi progetti, ispirati alla filosofia del design leggero di Gandini, sono stati sviluppati nell'ambito della Marcello Gandini Masterclass nel 2024.

La mostra sarà accompagnata da una conferenza organizzata dall'Ambasciata Italiana in Qatar. Ideata come connessione simbolica tra Qatar e Italia, la mostra incarna lo spirito di collaborazione e innovazione, rendendo omaggio all’impronta duratura lasciata da Gandini attraverso generazioni e continenti.

Marcello Gandini nella sua masterclass Moving Interiors Con Marcello Gandini 2024 © Qatar Auto Museum e VCUarts Qatar


Ultraleggera: A Design Journey with Marcello Gandini Between Italy and Qatar (Titolo Provvisorio)

22 Aprile - 1 Giugno 2025

National Museum of Qatar


Contatti Ufficio Stampa Italia

ddl |arts|  Email: ddlarts@ddlstudio.net | T +39 02 8905.2365

Alessandra de Antonellis | Email: alessandra.deantonellis@ddlstudio.net | T +39 339 3637.388

Irene Longhin | Email: irene.longhin@ddlstudio.net | T +39 392 7816.778


Flaminia Severini | Email: flaminia.severini@ddlstudio.net | T +39 393 3343.937

giovedì 6 febbraio 2025

Vittorio Valiante - Le Banquet

A.MORE gallery presenta dal 20 febbraio al 29 marzo 2025, la prima mostra personale a Milano di Vittorio Valiante, “Le Banquet” a cura di Domenico de Chirico.


Il giovane artista napoletano Vittorio Valiante, classe 1991 in questa mostra pone l'accento sull'importanza del corpo, inteso come il punto di accesso principale alla realtà. Il corpo viene visto come il vivido fondamento dell'esperienza umana, una forma vera e propria di conoscenza e di relazione con il mondo. E allora, la carne che lo costituisce, da intendersi come punto cruciale di confluenza tra fisicità, identità, integrità, tattilità e rapporto con l'altro, si stringe inscindibilmente alla percezione e al valore della esperienza più immediata.

La sua più recente ricerca prende forma grazie ad una visione in cui frammenti di arredi ed elementi edilizi abbandonati per strada si trasformano, metaforicamente parlando, in detriti umani, pezzi di carne. “Questi resti diventano allegoria della condizione attuale dell’individuo, riflettendo un sistema gravemente lussato e segnatamente oberato, laddove l’eccessiva produzione e un’avidità insaziabile portano all’accidia più bieca e al decadimento inesorabile dell’essere umano – afferma il curatore - Il suo intento è quello di rappresentare tutti quei paradossi propri del progresso che, ergendosi e crollando simultaneamente, lasciano l’uomo ridotto a mera carne da macello. Qui, la carne, vista principalmente attraverso la lente dell’etica e della responsabilità verso l'altro, non è solo una dimensione fisica, ma è anche quel luogo in cui si manifesta la vulnerabilità dell’essere umano e la sua responsabilità nei confronti del prossimo. 

L’idea centrale di questa nuova serie di lavori si sviluppa specificamente attorno all'idea di frantume, secondo cui tutti questi elementi frammentari lasciati da parte si trasformano in cibo preparato e poi servito ai commensali per poter essere voracemente consumato. A.MORE gallery diventa il palcoscenico di un intenso e sorprendente allestimento. Il visitatore si trova davanti a un banchetto, da qui il titolo della mostra, che lo spiazzerà e lo farà riflettere. Il banchetto, storicamente simbolo di abbondanza e di libertà, viene così riformulato univocamente come momento di celebrazione della vita senza freni, senza disuguaglianze, libero dagli asfissianti condizionamenti imposti dalle istituzioni e finalmente slegato dall'implacabile paura del giudizio altrui.

La sua pratica artistica nasce da un dialogo incessante tra disciplina e caos, in cui la padronanza tecnica del mezzo pittorico diventa essenziale. Attraverso una tavolozza cromatica personale e mutevole, con pennellate irregolari e una densa materia pittorica, cerca di tradurre sensazioni esistenziali. La sua pittura esplora contrasti materici: la rudezza della vernice grezza incontra la delicatezza della rifinitura ad olio, nel tentativo di rappresentare con poetica una realtà violenta e cruda. 

Attraverso la figura umana, talvolta eterea altre volte alterata, Valiante mette in evidenza una sempre più assordante tensione tra la bellezza e la sofferenza, la solennità e la caducità e tra la sacralità e la carne. In questo senso, egli esplora anche il concetto di violenza creatrice, un'idea che unisce l'elemento distruttivo con quello rigenerante, in un ciclo continuo di morte e di rinascita, nella speranza che quest'ultima possa imboccare univocamente la via dell'emancipazione, del rispetto e del congiungimento.

VITTORIO VALIANTE nasce a Napoli nel 1991. Pittore, artista di strada, muralista e insegnante di tecniche pittoriche, vive e lavora a Napoli. La strada, con le sue contraddizioni e vulnerabilità, ha completamente trasformato la sua percezione, conducendolo a dipingere una società fragile con l’uso di vernici industriali e strumenti poveri su supporti di scarto. Dopo i suoi studi al Liceo Artistico Suor Orsola Benicasa e all’Academia di Belle Arti di Napoli inizia il suo percorso artistico nel 2012. Collabora con una serie di enti pubblici e Associazioni culturali per produrre una serie di opere per mostre e murales su commissione in varie città italiane. Tra le sue collaborazioni quelle con INWARD (osservatorio nazionale sulla creatività urbana), l’azienda di trasporto pubblico EAV, la FOQUS (Fondazione Quartieri Spagnoli), il Comune di Napoli e la l’Associazione Culturale Tramadars in collaborazione con la quale realizza tra luglio 2022 e luglio 2023 l’opera Mātĕr-ĭa, un’installazione site-specific permanente nell’ipogeo della Chiesa Collegiata in S.Maria Maggiore di Somma Vesuviana, nel borgo medioevale del Casamale in provincia di Napoli. Nel 2023 è tra i finalisti del Luxembourg Art Price. Dal 2022 partecipa a diverse mostre collettive, con esposizioni presso la FAO di Roma, Galleria Albani di Urbino e A.MORE gallery di Milano.

www.instagram.com/vittorio_valiante/

A.MORE gallery è stata fondata a settembre del 2020 in Via Massena 19, nel cuore di Milano, vicino l'Arco della Pace. La galleria si occupa di arte contemporanea e promuove le opere di artisti nazionali e internazionali. La sua missione è quella di offrire e presentare, attraverso una ricerca approfondita, artisti e opere d’arte potenti e di grande impatto che possano incuriosire amanti dell’arte e collezionisti. L’obiettivo è infatti quello di mostrare nuove prospettive nell’ambito dell’arte contemporanea e proporre solidi investimenti per il futuro.

www.a-more.gallery


Le Banquet

20 febbraio – 29 marzo 2025

Mostra personale Vittorio Valiante

A cura di Domenico de Chirico


A.MORE gallery | Via A. Massena, 19 Milano 

Inaugurazione: mercoledì 19 febbraio 2025, 18:00-20:30

Orari: consultare il sito della galleria www.a-more.gallery

Ingresso gratuito 


UFFICIO STAMPA

Laura Cometa

press@lauracometa.com | + 39 327 1778443

mercoledì 15 gennaio 2025

Cosa fanno le ombre quando non sono gettate?

Alveare Culturale (Fabbrica del Vapore) ospita dal 17 gennaio al 7 febbraio 2025 la mostra personale di Claudia De Luca dal titolo: Cosa Fanno le Ombre Quando non Sono Gettate?  La mostra con la curatela e l'allestimento di Pietro Cusi inaugura giovedì 16 gennaio dalle ore 18.30. 

Cosa fanno le ombre quando non sono gettate?


Questa domanda, provocatoria e affascinante, è il perno attorno al quale ruota l'intera ricerca artistica di Claudia De Luca in questa mostra. Si tratta di un interrogativo che risuona come un invito a esplorare l’invisibile, a interrogarci su ciò che ci sfugge, su ciò che non vediamo, ma che forse percepiamo. Le ombre, infatti, non sono semplici vuoti o spazi oscuri, ma luoghi in cui si nascondono potenzialità, possibilità non realizzate, attimi che sfuggono alla nostra comprensione immediata. Le opere di Claudia De Luca si propongono come una sorta di mappa per esplorare questi spazi liminali, quei momenti che sfuggono al nostro sguardo consueto, quell’intervallo tra il visibile e l’invisibile, dove la realtà e il sogno si fondono e si sovrappongono.

In questo contesto, l’artista non si limita a ritrarre ciò che è già stato, ma si concentra sul prima, sul potenziale che precede l’atto compiuto. Così come Damien Hirst ha cercato di fissare l’istante irripetibile della morte, simbolizzato dal suo celebre Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living, lo squalo in formaldeide, Claudia De Luca vuole cristallizzare quel momento che sfugge alla nostra percezione: il non ancora, il possibile che non si è ancora concretizzato. Non è più l’atto compiuto a essere al centro, ma ciò che lo precede, l’attimo in cui il futuro è ancora aperto, privo di forma, ma già carico di significato.

Nel suo lavoro, le ombre diventano protagoniste, si distorcono, si allungano, danzano, si fanno segni di una realtà che ci è ignota. Le sue opere sembrano volerci svelare qualcosa che, pur essendo nella nostra portata, ci sfugge ogni volta che tentiamo di comprenderlo appieno. E in questo "sfuggire" risiede la loro forza. Le ombre non sono semplici assenze, ma spazi di potenziale che ci invitano a riflettere su ciò che resta nascosto, su ciò che non è visibile a occhio nudo, ma che esiste comunque, come una parte silenziosa del nostro mondo.

Ma, in fondo, non è proprio questo ciò di cui abbiamo bisogno in un’epoca come la nostra, in cui il flusso continuo di informazioni e immagini ci sovrasta senza sosta? In un mondo sempre più veloce, in cui tutto è immediatamente accessibile e fruibile, la vera sfida sta nell’imparare a porre domande. Domande che non hanno risposte facili, domande che non possono essere risolte dalla pura accumulazione di dati. È questa l'invito che Claudia De Luca ci rivolge: fermarsi, interrogarsi, riflettere sull'incertezza, sull’impossibilità di conoscere tutto. La sua arte, più che un affermare certezze, è un invito a vivere nell'interrogativo, nell'apertura, nell'incognita.

La tecnica pittorica di Claudia De Luca si inserisce in una tradizione che affonda le radici nel movimento informale degli anni Cinquanta, ma al contempo si distacca da essa, proponendo una visione del tutto personale e contemporanea. Se gli artisti dell'informale cercavano di esprimere l'indicibile attraverso gesti liberatori e segni primordiali, Claudia De Luca compie un passo ulteriore, portando la riflessione sulla materia e sul gesto pittorico verso una dimensione più intima, più sospesa, meno definita. La sua pittura non è mai statica: le sue composizioni sembrano vivere di vita propria, come se ogni tratto, ogni macchia, ogni segno pittorico stesse cercando di liberarsi da un confine troppo stretto, di oltrepassare i limiti imposti dalla superficie.

Le sue opere sono come frammenti di una realtà che non si è ancora compiuta, come attimi sospesi in cui le cose sono ancora in bilico, non ancora prese in una definizione definitiva. In un certo senso, il suo lavoro evoca una realtà che si sta ancora scrivendo, che sta per accadere, ma non ha ancora avuto luogo. È come se ogni quadro fosse un portale verso ciò che deve ancora manifestarsi. In questo senso, il buio non è mai solo oscurità: è il luogo in cui tutto si origina, in cui ogni possibilità è ancora aperta. La luce, quindi, non è l'antagonista dell'ombra, ma la sua compagna, la sua partner in un gioco di reciproca definizione. Nessuna delle due potrebbe esistere senza l’altra, e ogni opera si pone come un tentativo di portare luce in quell’oscurità, non per eliminarla, ma per esplorarla, per comprenderla. Ogni quadro di Claudia De Luca è come un faro nel buio, un piccolo spiraglio che ci invita a entrare nell’ombra, a camminare al suo interno e a farci domande. Cosa succederebbe se guardassimo il mondo senza aspettarci risposte facili? Se, invece, accogliessimo l’incertezza come una parte integrante della nostra esistenza?

In questo senso, il tema del sogno è centrale nella riflessione dell’artista. Le ombre di Claudia De Luca non sono solo il riflesso della realtà, ma sono anche il riflesso del nostro mondo interiore, del nostro subconscio. Come nel celebre Incubodi Johann Heinrich Füssli, l’oscurità non è solo una condizione fisica, ma anche una condizione psichica, un luogo in cui i nostri desideri, paure e speranze prendono forma in modo indistinto, come fantasmi che non sono mai del tutto definibili. Ma, al contrario del lavoro di Füssli, che ci invita ad esplorare l’inquietudine e il mistero del mondo onirico, Claudia De Luca sembra porci in una posizione diversa: le sue ombre ci osservano, ma non per terrorizzarci, bensì per orientarci verso un tipo di consapevolezza che nasce dalla riflessione.

Le sue opere ci chiedono di guardare oltre, di scorgere ciò che è sospeso, ciò che sta per accadere. Ecco il momento cruciale: mentre il sogno è sempre ambiguo, misterioso e sfuggente, l'arte di De Luca ci invita a interrogarci su ciò che precede ogni azione, ogni evento, ogni cambiamento. Non si tratta di cogliere l'istante presente, ma di essere consapevoli di ciò che lo ha preceduto, di ciò che sta per succedere, di ciò che è in procinto di manifestarsi. Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo imparare a guardare il flusso degli eventi con occhi nuovi, più attenti, più consapevoli.

La sospensione dell'incredulità, come descritta da Samuel Taylor Coleridge, diventa qui il fondamento per accedere all’opera di Claudia De Luca. Così come il lettore di una poesia o il fruitore di un'opera d'arte deve sospendere il proprio giudizio razionale per entrare nel mondo immaginario che gli viene proposto, anche noi siamo invitati a fare lo stesso con l'arte dell'artista. Non si tratta di credere acriticamente, ma di mettersi in ascolto, di aprirsi all’esperienza senza aspettarsi risposte preconfezionate. Solo così potremo cogliere il senso profondo delle sue opere, quel senso che non può essere semplicemente spiegato, ma che emerge solo nel momento in cui ci immergiamo nel gioco ambiguo di luce e ombra, di visibile e invisibile, che Claudia De Luca ci propone. È in questa sospensione, in questo spazio di incertezza, che la sua arte diventa davvero potente.

L’uso della tarlatana come supporto pittorico e come elemento di installazione site-specific è emblematico di questa ricerca. La tarlatana è una stoffa trasparente, leggera, che ci consente di "guardare attraverso", ma al contempo ci impedisce di vedere chiaramente. In questo senso, l’artista ci invita a "intra-vedere", a fare un passo oltre il confine del visibile, ad entrare in contatto con ciò che è nascosto, con ciò che rimane fuori dal nostro sguardo quotidiano. La tarlatana diventa quindi una metafora del nostro rapporto con la realtà: possiamo vedere solo una piccola parte di essa, finché non decidiamo di guardare più a fondo, di spingerci oltre la superficie, di entrare nel cuore stesso dell’ombra. In questo percorso, siamo chiamati a fare un atto di fede nell'arte, ad abbandonarci alla sua capacità di illuminare ciò che è oscuro e di aiutarci a comprendere ciò che è invisibile. È questo il passo necessario per decifrare la realtà complessa in cui viviamo, per affrontare il "non sapere" che, paradossalmente, è una delle caratteristiche più autentiche della nostra condizione umana.

Viviamo in un mondo in cui l’informazione è onnipresente e continua, un mondo in cui ci viene detto cosa pensare, cosa sapere, cosa desiderare. Eppure, in questa esposizione di Claudia De Luca, ci viene offerta una possibilità rara: quella di entrare in contatto con l’incertezza, con il dubbio. La tarlatana, come simbolo di una realtà che ci sfugge e ci interroga, diventa un invito a mettere in discussione tutto ciò che crediamo di sapere. Qui, non ci sono risposte facili, non ci sono certezze rassicuranti. C’è solo la possibilità di aprirsi al mistero, di "voler avere dei dubbi un po’ più chiari", come direbbe Marco Paolini. E, in questo desiderio di chiarire i dubbi, forse troveremo la nostra vera risposta.


CLAUDIA DE LUCA

Pescarese di origine, si laurea in Storia Contemporanea presso l’Università di Lettere e Filosofia di Bologna e in Comunicazione e Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. È docente di filosofia e storia presso il Liceo Ginnasio Luigi Galvani di Bologna. Dal 2013 porta avanti una ricerca artistica e filosofica che vede nei concetti di confine e soglia gli elementi portanti della sua poetica. Poiché il procedere dell’uomo ha sempre un andamento metamorfico, il suo gesto pittorico indaga gli interstizi rizomatici di quel procedere nei quali visibile ed invisibile, verità ed illusione, realtà e dimensione onirica si fondono e si confondono. Ciò che emerge sono frammenti di un’anatomia interiore che diventa ora paesaggio, ora ricordo, ora inquieta grazia. Ha esposto in mostre personali e collettive tra le quali: 

Rizomazioni per la Mostra Be Creative, be green nell’ambito di ArteFiera 2012, Bologna; mostra collettiva Boom presso la Galleria d'arte Cael di Milano; mostra collettiva Amars III presso l’Hub Art di Milano; mostra collettiva Earth a cura di Paratissima presso l’ARTiglieria di Torino; mostra collettiva Looking Within a cura di A.topos, presso il Palazzo Donà Brusa di Venezia; progetto artistico Rites, Retours, Routes in collaborazione con la RAI per il sociale e l’Istituto Inail presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma; mostra collettiva We Art Open a cura della Notitlegallery di Venezia; rivista d’artista Zorba il greco a cura della MyMonkey Edizioni e relativa mostra personale presso l’antica tipografia Anonima Impressori di Bologna; mostra personale Le camere dello scirocco presso la Basilica di San Celso di Milano; mostra personale La verità delle rose tardive presso la Galleria ArteSpazioTempo di Venezia.; mostra personale Leviagravia presso la Cripta di San Zama a Bologna nell’ambito di Artefiera per Artcity 2023; mostra personale Il giorno dopo la Rivoluzione  presso il Polo del 900 di Torino;  mostra collettiva Panni stesi presso la Sala dei Mercanti- Madonna dell’Orto di Venezia; mostra personale Esuvie, a voce molto bassa presso il Palazzo D’Adda di Varallo, nell’ambito del Borderline-Artefestival 2023; mostra collettiva Ecsidi le infinite mute dell’animo nell’ambito di Paratissima Nice&Fair presso le Scuderie della Cavallerizza di Torino; mostra personale L’ultima parola presso la galleria ArteSpazioTempo di Venezia; installazione artistica site specific Quanto resta della notte in collaborazione con la fotografa Eleonora Conti nell’ambito di Artefiera per Artcity 2024 presso il Teatro DamsLab di Bologna; mostra collettiva Partage presso la Fondazione Amleto Bertoni di Saluzzo; mostra collettiva Convergenze presso la Galleria Idea4mi in via Lanzone 23, Milano; mostra collettiva La pertinenza del blue presso la Galleria Duci Contemporanea di Camini (RC). 

Crediti fotografici Eleonora Conti



INFORMAZIONI

Cosa Fanno le Ombre Quando non Sono Gettate?

Mostra Personale di Claudia De Luca


Apertura: 16 Gennaio 2025

Orario: Mercoledì - Venerdì 10:00-18:00 // Sabato e Domenica 14:00-19:00

Fino a: 07 Febbraio 2025

Dove: Alveare Culturale, Via Giulio Cesare Procaccini 4 (Fabbrica del Vapore), 20154, Milano


UFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONE

press@lauracometa.com

+39 327 1778443

www.lauracometa.com

giovedì 12 dicembre 2024

Informally Speaking. Una grammatica universale

La Galleria Open Art di Prato presenta, dal 14 dicembre 2024 al 1 marzo 2025, Informally Speaking. Una grammatica universale, esposizione che presenta uno spaccato delle esperienze informali italiane ed internazionali, attraverso un arco temporale che abbraccia oltre mezzo secolo di storia, dagli anni Cinquanta del Novecento fino ai primi decenni del nuovo millennio.


La mostra, che sarà inaugurata sabato 14 dicembre alle ore 17.30, è accompagnata da una monografia (Edizioni Masso delle Fate, 2024) curata da Mauro Stefanini con un testo critico di Maria Letizia Paiato.

Senza pretendere di coprire tutta la complessità del movimento, Informally Speaking si concentra su opere e personalità che riflettono le inquietudini dell'epoca, mettendo in evidenza anche la dimensione globale di una produzione che unisce esperienze culturali variegate.

Il percorso espositivo si sviluppa negli spazi della galleria con opere di Renata Boero, Alberto Burri, Rafael Canogar, Jean Dubuffet, Walter Fusi, Osvaldo Licini, Paolo Scheggi, Toti Scialoja, Norman Bluhm, James Brooks, Sam Francis, John Hultberg, Paul Jenkins, Conrad Marca-Relli, John Ferren, John Grillo, Roberto Matta, Fernando de Szyszlo, Ben Nicholson, Edouard Pignon, Gerard Ernest Schneider, Leopold Survage, Silvano Bozzolini, Eugenio Carmi, Achille Perilli, Bruno Querci, Elio Marchegiani, Mauro Reggiani, Jiří Kolář, Jacob Hashimoto.

Attraverso i dipinti esposti - scrive Maria Letizia Paiato - sarà possibile percepire «quell'invisibile linea fluida capace di restituire la complessità, ma anche l'unità di un panorama di esperienze internazionali. [...] Trentuno nomi di caratura internazionale che fanno di Informally Speaking la mostra, fra quelle organizzate in spazi privati, più ricca e completa di questi ultimi anni».

La Galleria Open Art, sin dalla sua fondazione, propone la produzione informale del secondo dopoguerra, rivolgendo inoltre la propria attenzione alle correnti artistiche nate e sviluppatesi tra gli anni '50, '60 e '70 del XX secolo. Tra i principali artisti trattati vi sono nomi come Toti Scialoja, Gerard Schneider e Jiří Kolář, ai quali la Galleria dedica mostre che tendono a confermare anche l'attualità della loro pittura e del loro messaggio. Un particolare approfondimento è, infine, rivolto allo sviluppo dell'approccio gestuale e all'Espressionismo Astratto americano, ma anche alle proposte astratto-geometriche e al linguaggio del collage.


La mostra è visitabile da lunedì a venerdì con orario 15.00-19.30, sabato ore 10.30-12.30 e 15.00-19.30, chiuso domenica e festivi, chiuso 31 dicembre. Ingresso libero. Disponibile in Galleria il catalogo pubblicato da Edizioni Masso delle Fate, Signa (FI), 2024. 


INFORMALLY SPEAKING. Una grammatica universale

Testo critico di Maria Letizia Paiato


Galleria Open Art, Prato

14 dicembre 2024 - 1 marzo 2025

Inaugurazione: sabato 14 dicembre, ore 17.30


Per informazioni: Tel. +39 0574 538003, galleria@openart.it, www.openart.it.




Evento segnalato da : CSArt di Chiara Serri, Via Emilia Santo Stefano 54, 42121 Reggio Emilia