
Fra tutte le serie di lavori in cui l'artista ha messo alla prova la sua Teoria eventualista, questa è quella su cui si è concentrato per un periodo più lungo, fino ad arrivare a definire – attraverso metodi sperimentali – diversi tipi di composizione automatica basati sull'applicazione di algoritmi randomici. Creati da questi metodi matematici, i dipinti stocastici mostrano differenti strutture percettive che offrono allo spettatore variabili interpretazioni visive delle forme senza senso dipinte sulla superficie della tela. I primi esperimenti furono esposti nel 1983 e la ricerca è continuata senza sosta fino ai giorni nostri.
Dalla metà degli anni Novanta il lavoro di Lombardo ha subito una svolta, con l’approfondimento del tema della composizione e colorazione di diversi tipi di “Mappe” (Mappe Minimali Toroidali, Mappe di Heawood e Mappe Stocastiche Complesse). In anni recenti, invece, questa sperimentazione metodologica si è evoluta attraverso le cosiddette “Tassellature Stocastiche” (Tiling e Quilting): superfici costituite da tessere nate da nuovi algoritmi stocastici di generazione delle forme, sviluppati dai metodi di composizione che Lombardo aveva già presentato all’inizio degli anni Novanta, e su cui si concludeva la già citata esposizione del MLAC nel 1995.
La mostra SERGIO LOMBARDO. SPERIMENTAZIONI STOCASTICHE (1995-2020), a cura di Simone Zacchini, si prefigge l'obiettivo di sottolineare l’importanza della produzione pittorica che dalla metà degli anni Novanta ha portato Lombardo a confrontarsi con nuovi problemi estetici di composizione, combinazione e colorazione delle forme, attraverso un'efficace selezione di opere su tela e su carta che, dalle serie delle “Mappe”, arriva alle più recenti sperimentazioni sulle “Tassellature Stocastiche”.
La mostra è realizzata in collaborazione con la GALLERIA 1/9UNOSUNOVE di Roma
Un ringraziamento speciale a Gianluca e Anna Perrella