martedì 25 febbraio 2020

Qualcosa resta… al Museo Minimo di Napoli.

Dal 25 febbraio al 25 marzo 2020 al Museo Minimo di Napoli (Via Detta San Vincenzo, 3) si tiene la mostra d'arte contemporanea " Qualcosa resta..." a cura di Roberto Sanchez con opere di Tiziana Baracchi, Marianna Barretta, Lello Bavenni, Mariano Bellarosa, Stefano Borriello, Mariangela Calabrese, Carmela Corsitto, Karl F. Hacker, Aurélie Nemours, Roberto Mantellini, Gianni Noli, Sergio Spataro, Lucio Statti.

Non sono pochi gli artisti che in sedici anni sono transitati per il Museo Minimo lasciando un ricordo tangibile del loro passaggio. Essendo un luogo trasparente e gratuito, nato unicamente come presidio culturale, la loro donazione è sempre stata gradita ma non necessaria. In questa mostra sono esposte parte delle opere in questione, mettendo uno accanto all’altro artisti affermati ed emergenti. Accomunati, questo si, dal piacere di incontrare un pubblico aperto e curioso della semiperiferia napoletana. Molti sono ritornati, anche da paesi esteri, altri meteore che comunque ci piace seguire nei loro percorsi. Come già accennato, per motivi di spazio viene presentata solo una parziale selezione , molti autori verranno esposti il prossimo anno. Un pensiero particolare a Tiziana Baracchi, artista ed animatrice culturale veneziana, che tante mostre di grande interesse ha proposto al MM e che ci manca veramente molto. Allo stesso modo vogliamo ricordare gli amici artisti Roberto Mantellini e Stefano Borrelli presenti sempre nei nostri cuori.” Roberto Sanchez (Direttore Artistico M.M.)


Qualcosa resta…
Dal 25 febbraio al 25 marzo 2020

MUSEO MINIMO
Napoli, Via Detta San Vincenzo, 3, (Napoli)

Orario di apertura
lunedì, mercoledì ore 15-18 martedì, giovedì e venerdì 9-12

Vernissage
25 febbraio 2020, ore 19,00

Sito web
http://www.museominimo.it

martedì 18 febbraio 2020

La luce delle Donne tra Storia … e storie

Nel pomeriggio di sabato 7 marzo, l’Associazione turistico-culturale AversaTurismo, presenta, nel suggestivo Complesso Monumentale di San Francesco delle Monache di Aversa, “ La luce delle Donne tra Storia … e storie”. 

L’evento si inserisce nelle celebrazioni dell’8 marzo, Giornata Internazionale della donna, e vuole essere un momento di riflessione sulle donne, portatrici di “Luce” nel mondo, quella luce che spesso rimane offuscata a causa di una cultura ancora oggi prevalentemente maschilista. 

Ospite d’onore sarà l’artista e performer Adele Lo Feudo, in arte ALF,  calabrese di nascita ed umbra di adozione, autrice delle “miniature gioiello”, esempio di eccezionale artigianato artistico in cui l’arte, cosiddetta minore, è unita a micro pitture rappresentanti personaggi femminili legati al territorio partenopeo. Per l’occasione, l’artista ha realizzato una nuova miniatura gioiello raffigurante Giovanna d’Angiò, omaggio alla città che la accoglie e alla regina angioina che visse ad Aversa nel suo castello.

La serata sarà articolata in diversi momenti. Avrà inizio con una performance art, dal titolo “ Luce”, attraverso cui Adele, avvalendosi del suo corpo e delle sue opere pittoriche, celebrerà le donne che hanno trascorso parte della propria vita tra le mura del monastero aversano, scegliendo di dedicare la propria vita alla spiritualità ed alla preghiera. La comunicazione del messaggio culturale in questa fase, verrà completamente affidata al linguaggio del corpo e prevede un coinvolgimento del pubblico nella creazione dell’opera stessa. 

Alle parole sarà affidato il secondo momento dell’evento. La storica dell’arte Veronica Pennini introdurrà i lavori con una presentazione critica dell’artista e della sua produzione, per poi passare la parola alla giornalista e Professoressa Anna Sgueglia che intervisterà Adele cercando di cogliere il senso più profondo della sua arte. 

L’evento, ideato da Olga Iorio, vicepresidente di AversaTurismo, è realizzato con il patrocinio morale dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Aversa e del Club di Territorio “Terra di Lavoro”  del Touring Club Italiano.

sabato 15 febbraio 2020

Make ART, solo show flash

Raimondo Sandri 
Make ART 
show flash - 28 febbr. 2020 h. 18.00 

Comunicato stampa 

Anna d’Ambrosio 

Art director e designer, Raimondo Sandri, autentico homo faber, è un creativo completo. 
Da quindici anni si occupa anche di brand design. 

La sua pratica spazia dal disegno alla scultura, a installazioni su larga scala e vede l’utilizzo di materiali che spesso veicolano valori culturali legati al contesto da cui provengono. Le sue opere, caratterizzate da una forte valenza plastica, assumono come punto di partenza elementi del modernismo, rielaborati dall’artista attraverso processi di produzione con forti interazioni fra tradizione ed innovazione, artigianalità e tecnologia, cultura visiva e marketing. 

Nella serie Crude 2019, in ottone crudo, la materia si mostra in tutta la sua inerme e schietta presenza; il lavoro è incentrato sull’instabilità delle forme nello spazio e sull’accentuazione del disequilibrio nelle strutture architettoniche dovute all’intervento pittorico con spray. Qualità estetica e raffinata ricerca concettuale unita ad un’epurazione di materia superflua mostra l’essenza più unendo citazioni e praticità in modo indissolubile. 
L’installazione crea una sorta di stanza degli specchi che complice i riflessi dati dallo spray crea uno spazio ulteriore tra pavimento e griglie sospese. 

Il materiale riflettente, l’ottone, laminato e lasciato crudo, ricopre le superfici dello spazio e riflette sul destino di mostrare nel tempo l’ineluttabile processo di ossidazione e i segni causati dall’esposizione dell’opera in vari luoghi. 
Un processo di sottrazione portato alle sue estreme conseguenze, un’azione volta ad arrivare all’essenziale per metterlo a nudo, a raggiungere uno stadio in  cui la materia non è ancora divenuta “cosa”. 

Nell’esposizione ogni dato narrativo o indizio  figurativo è rimosso dai materiali. 
In Make ART la stringente economia di mezzi espressivi, l’asciuttezza e l’oggettività dei lavori sono assimilabili a una semplice cernita di materia, mai declinata in oggetti. L’artista con il suo fare contemporaneo si serve di strumenti globali, in un contesto globale: lavori di frottage, abbinati sapientemente al collage, rivestono le pareti della galleria Amy d Arte Spazio che tratta materia da sempre, sollecitano a esprimere nient’altro che la loro qualità intrinseca, suggeriscono una trama, un ordine sospeso che sovrasta e definisce un rapporto proporzionale, un livello di relazione ulteriore tra la figura umana e le qualità volumetriche e architettoniche del luogo in cui si trovano. 

Ogni materiale – veicolo comunicativo – contiene un patos esistenzialistico che Sandri libera o incrementa attraverso personali scelte stilistiche, che spesso indagano i processi di trasformazione della materia e si spingono al limite del suo controllo, sempre, comunque, presente. L’artista nel percorso specifico della pratica, la manifesta e sottolinea con alcuni particolari, lasciati volutamente in una condizione di “non finito” e di sotteso. 

E questo tipo di ricerca rende necessaria una ricerca minuziosa, un’analisi attenta su tutte le sfaccettature della materia e del fare arte seguendo il proprio imprinting. Ed è proprio attraverso la scelta legata al potenziale performatico e rimando culturale che si innesca il processo di significanza oggettuale. L’enfasi sul processo è anche legata alle tradizioni artigianali locali e alla dimensione del lavoro implicita nella sua creazione artistica. 

" Capire che cos’è l’arte è una preoccupazione (inutile) dell’adulto. Capire come si fa a farla è invece un interesse autentico del bambino. […] "Bruno Munari 

Make ART, solo show flash, sarà accompagnato da un testo critico di Jacqueline Ceresoli

Amy d Arte Spazio 
Via Lovanio 6, 20121 Milano - M Moscova 
www.amyd.it, info@amyd.it, +39.02.654872 

Press e comunicazione 
Vittorio Schieroni 
info.vittorioschieroni@gmail.com 

martedì 11 febbraio 2020

Luca Guizzardi – Archetipi del presente

Mostra personale dell'ecclettico artista Luca Guizzardi presso l'Associazione Culturale Renzo Cortina - Via Mac Mahon, 14, Milano - dall'undici al 22 febbraio 2020. " Archetipi del presente" (questo il titolo della mostra), è curata da Stefano e Mafalda Cortina, e verrà inaugurata l'11 febbraio alle ore 18.30

"Figlio d'arte, il padre Rialdo infatti era pittore illustratore negli anni immediati al dopoguerra, periodo in cui conobbe e collaborò con l'illustratore Walter Molino. Si iscrive all'Accademia di Brera nel 1978 e frequenta i corsi di pittura, scultura e decorazione sotto l'insegnamento di Walter Lazzaro e Domenico Purificato, e segue i corsi di storia dell'arte di Raffaele De Grada anche se la vera scuola è stata quella a fianco del padre. 

Pur essendo da sempre appassionato alla pittura realista e verista dell'Ottocento Italiano, cui si è ispirato per la maggior parte del suo lavoro pittorico e di restauro, ha voluto rinnovarsi creando composizioni particolari abbinate ad uno studio geometrico e cromatico. Le sue opere sono una finestra verso un mondo delle idee, un iperuraneo fatto di geometrismi e oggetti archetipici, simboli di quotidianità in uno spazio universale. 

I colori e le forme intrecciano favole al contempo semplici e complesse, come un racconto per bambini che sotto una più palese e chiara lettura nasconde un substrato di significati secondari e connessioni che, il bambino, o in questo caso il fruitore è costretto ad elaborare da se. Dubbi, domande, risposte e poi ancora dubbi è il cammino che l’autore delle tele ha previsto per i loro spettatori, un cammino in cui ognuno si ritrova a cogliere, nonostante l’apparente caos traboccante di quesiti, una sfumatura di ignara allegria: la gioia di ritrovarsi tra le cose familiari." - Mafalda Cortina


Luca Guizzardi – Archetipi del presente
Dall'undici al 22 febbraio 2020

ASSOCIAZIONE CULTURALE RENZO CORTINA
Milano, Via Mac Mahon, 14, (Milano)

Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-12.30 e 16.30-19.30 lunedì ore 16.30-19.30




sabato 8 febbraio 2020

Fulvio Filidei - Apparenze ed estasi

Da sabato 15 febbraio a domenica 1 marzo, presso gli  spazi di Pozzo Garitta,32, Albissola Marina, si terrà la mostra personale dell'artista di origini savonesi Fulvio FILIDEI.

Diplomato presso il Liceo Artistico di Savona e all’Accademia di Belle Arti di Firenze, è stato insegnante di Discipline Pittoriche e Plastiche presso il Liceo Artistico Statale di Imperia. Dal 1976 al 1986 si dedica alla ceramica nel proprio studio a Loano.

Alla “Personale” di Loano del 1985 si sono succedute esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero in gallerie pubbliche e private. Negli anni novanta rivolge l’impegno alla lavorazione dell’ardesia con opere scultoree esposte in Italia e in Francia, conseguendo premi e riconoscimenti.                                                                                         

Contemporaneamente cura i progetti e le sculture per numerose manifestazioni a Ventimiglia e Sanremo.                                                                      

Realizza opere pubbliche tra le quali il pannello per il Palazzetto dello Sport di Loano, il monumento bronzeo dedicato a Calipari ad Arnasco, bassorilievi per le Chiese imperiesi e la fontana bronzea a Loano. Vive e lavora a Civezza (IM).

"Indubbiamente una rappresentazione pittorica luminosa e fantastica, che pone l’osservatore in una specie di evento che deve svolgersi quanto prima.

Non c’è testimone dell’attesa, tutto sembra apparecchiato per un felice connubio tra silenzio e vociare che è là a divenire.

Colori chiari, quasi irreali dove l’aria si percepisce fresca e sospesa. Oggetti impalpabili la cui presenza è sottolineata da ombre non materiche che portano alla memoria di un sogno già fatto.

Ma in lontananza si ode flebile uno sciabordio che intensificandosi fa intravedere una pseudo figura umana che si manifesta in un garbato avanzamento sott’acqua quasi ad evitare di distoglierci dal sogno.

Questa è la pittura di Fulvio Filidei". - Prof.  Domenico De Rosa



Fulvio Filidei - Apparenze ed estasi
Da sabato 15 febbraio a domenica 1 marzo 2020

Inaugurazione sabato 15 febbraio alle 17,00

Circolo degli Artisti  
Pozzo Garitta, 32  17012 Albissola Marina (SV)
               
www.circoloartistialbisola.it
circ.artistialbisola@libero.it




venerdì 7 febbraio 2020

La Certosa di Parma. La città sognata di Stendhal

La Certosa di Parma. La città sognata di Stendhal interpretata da Carlo Mattioli è il titolo della mostra, promossa e realizzata da Fondazione Cariparma e Fondazione Carlo Mattioli, ospitata a Palazzo Bossi Bocchi dal 22 febbraio al 31 maggio 2020, incentrata sulla figura di Henry Beyle (Grenoble 1783 – Parigi 1842), meglio noto come Stendhal, che dedicò il suo più celebre romanzo, La Certosa di Parma, alla nostra città e sulle opere di carattere stendhaliano del pittore Carlo Mattioli.

La mostra – inserita nel programma delle mostre di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 – racconta dei diversi tempi del romanzo, dalla sua fulminante ideazione e stesura (fu scritto in 53 giorni, meno di due mesi, tra novembre e dicembre 1838), alla sua immediata pubblicazione e fortuna editoriale: grazie alla preziosa collaborazione del Complesso Monumentale della Pilotta - Biblioteca Palatina, saranno circa una cinquantina le edizioni, in lingua francese e italiana, che accompagneranno il visitatore lungo il percorso di mostra, dalla prima in francese dell’aprile del 1839 alle più recenti, arricchite anche dagli esemplari conservati nella Biblioteca di Busseto di Fondazione Cariparma e nella Biblioteca della Deputazione di Storia Patria.

Henry Beyle, nacque e visse parte della sua vita a Grenoble. Grazie alla collaborazione con il Musée Stendhal della cittadina francese, allestito presso l’abitazione natale dello scrittore, in mostra saranno un ritratto dello scrittore e alcuni cimeli, oggetti che contribuiranno a ricreare l’ambiente in cui Stendhal scrisse il romanzo.

L’esposizione prosegue attraverso i luoghi e i personaggi del romanzo fermati in un “tempo immaginifico”; di questo mondo stendhaliano si è fatto interprete, negli anni Cinquanta, Carlo Mattioli con dipinti, opere su carta ed inedite ceramiche che hanno portato finalmente, nel 1977, alla pubblicazione del libro d’arte La Certosa di Parma edito da Azzoni di cui Fondazione Cariparma possiede un prezioso esemplare all’interno della collezione di Libri d’Artista donata da Corrado Mingardi.

Mattioli disegna una Parma presa quasi sempre di notte e da un punto di vista sempre leggermente ribassato perché risulti maestosa. Una città completamente vuota o percorsa da file geometriche di soldatini in uniforme che vanno chissà dove sull’eco di un inutile o tardivo ordine dato solo per dare “geometria” e prospettiva alla scena. Una città cupamente ideale fatta di piazze dilatate e deserte, di palazzi con lunghe teorie di finestre buie e vuote, come se gli abitanti fossero fuggiti, inseguiti da un invasore. Una città senza tempo, con la magnificenza nera di un sogno di Piranesi che si è immerso nelle acque padane, allucinate e metafisiche che bagnano la vicina Ferrara di De Chirico. 

Compare la basilica della Steccata nella notte. Poi la chiesa “del Quartiere” vista scorciata in un vuoto siderale. Poi la prigione, la torre Farnese che si sovrappone come un lapsus alla Certosa in cui Fabrizio finirà i suoi giorni. 

Quella Parma, Mattioli la vuole nera, con bagliori blu, lunari, punti di bianco mobili, le uniformi degli onnipresenti soldatini. Fra i tanti personaggi raccontati da Stendhal l’artista ha privilegiato il protagonista, Fabrizio del Dongo e la sua divina scriteriata giovinezza destinata a soccombere. Colto sempre di profilo, con la tuba nera, i capelli biondi e il mantello rosso mosso dal vento, Fabrizio domina incontrastato sulla fantasia dello scrittore e del pittore fino al tragico epilogo della storia.

Delle avventure di Fabrizio e dei suoi spasimi la mano del pittore non registra quasi nulla, così come dei tanti comprimari. Molti capitoli li ignora, li ritiene inutili, non vuole fare illustrazioni: solo un accenno di racconto nell’arresto di Fabrizio in piedi accanto alla carrozza su cui siede Clelia; e poi Fabrizio che corre, pugnale in mano, dopo aver ucciso Giletti, la torre Farnese in lontananza a memento. 

Per il resto nulla: o le scene vuote o il personaggio, Fabrizio, che riempie tutto, il foglio ma prima ancora la mente. La sua bellezza soverchiante è come quella delle figure dei vasi attici, colta sempre di profilo. Fabrizio è dove deve essere.

La Certosa di Parma, La città sognata di Stendhal interpretata da Carlo Mattioli (che vede il patrocinio dell’Ambasciata di Francia) è una straordinaria occasione per approfondire un monumento letterario che fu in grado, ma lo è tutt’ora, di richiamare su Parma l’attenzione del mondo della cultura.

Eventi collaterali all’esposizione saranno inoltre quattro conferenze previste a Palazzo Bossi Bocchi, con ingresso libero:

La “città invisibile” di Stendhal, a cura di Francesca Dosi - martedì 3 marzo, ore 17,00;
Corrispondenze e suggestioni tra Stendhal, Correggio e Carlo Mattioli, a cura di Luisa Viola - martedì 10 marzo, ore 17,00;
La Certosa di Parma, una lettura del romanzo di Stendhal, a cura di Guido Conti - giovedì 19 marzo, ore 17,00;
La Certosa di Parma si conclude con una “favola”, ma senza lieto fine..., a cura di Luisa Viola - martedì 21 aprile, ore 17,00.


La Certosa di Parma. La città sognata di Stendhal interpretata da Carlo Mattioli 
Palazzo Bossi Bocchi (Strada al Ponte Caprazucca 4, Parma)
dal 22 febbraio al 31 maggio 2020
Giornate di apertura e orari:
martedì e giovedì 15.30/18.00 - sabato e domenica 10.00/12.30; 15.30/18.00
Nelle festività del 12 e 13 aprile e 1° maggio è previsto il seguente orario: 15.30 – 18.00

INGRESSO GRATUITO

La mostra prevede visite guidate tutti i giovedì pomeriggio
alle ore 16.30 (per i gruppi è richiesta la prenotazione).


Mostra promossa e realizzata da: Fondazione Cariparma e Fondazione Carlo Mattioli.
A cura di: Francesca Magri, Anna Zaniboni Mattioli con la collaborazione di Francesca Dosi.
Catalogo con testi di: Francesca Dosi, Elena Pontiggia, Luisa Viola.

Ufficio Stampa:
Fondazione Cariparma: Giovanni Fontechiari (fontechiari@fondazionecrp.it) tel. 0521-532112
Parma 2020: Delos (delos@delosrp.it) tel. 02-8052151

Per informazioni e prenotazioni: museo@fondazionecrp.it; guide@fondazionecrp.it
Gli ambienti sono attrezzati per la visita di persone diversamente abili con rampe di accesso ed ascensori-montacarichi.

martedì 4 febbraio 2020

I Frammenti di esistenza per Marco Marchiani 'Mavilla'.

Domenica 9 Febbraio 2020 (alle ore 17.30) la Galleria Immaginaria inaugura " Frammenti di esistenza", mostra dedicata a Marco Marchiani, pittore, scultore e creatore di libri d’artista. La mostra sarà visitabile sino al 26 febbraio.

" L’esposizione può essere considerata tappa finale del suo cammino artistico, dove le opere, connesse fra loro, seppur nella loro autonomia, danno vita a un unico percorso in cui il tempo non ha invaso lo spazio.

I richiami inconsci alla sostanza immutabile si presentano sottoforma di interferenze della memoria: nelle sue opere alcuni segni ricorrono come in una sorta di dèja vu, riprendendo i tratti dei lavori precedenti, ma al contempo presentano un rinnovato senso materico grazie all’uso della colla e del gesso che restituiscono plasticità e vividezza."- Lucrezia Caliani


Galleria Immaginaria
Via Guelfa n. 22 a/r – Firenze
Telefono +39 055 2654093
www.galleriaimmaginaria.com