sabato 29 giugno 2019

GRAFITO. Dialoghi e metafore visive

Il dialogo tra gli artisti e i vari ambiti della contemporaneità, dalla letteratura alla poesia, dalla critica d’arte alla curatela, dall’organizzazione di eventi al giornalismo d’autore, sorprende sempre quando si basa su un’esperienza che, attraverso l’interazione e la comunione di intenti, una tecnica e un metodo, determina un’interpretazione che diviene poetica di un fare artistico.

GRAFITO, termine mediato dalle lingue classiche, che concretizza il concetto di scrittura ma anche di graffio, si presta ad essere metafora di una forma irregolare, nella quale la tessitura e la compenetrazione generano strutture in divenire e multiformi. La scrittura, come segno, suono, colore, testo, diventa partitura di una narrazione sospesa, un dialogo di corrispondenze, analogie evocative, tra figura e pensiero. Un dialogo tra parole e immagini che hanno la caratteristica naturale della provvisorietà, della ripetizione differente, anche attraverso la poetica della serie, della sequenza in uno studio in divenire che troverà la sua risoluzione nello sviluppo temporale dell’esperienza.

GRAFITO. Dialoghi e metafore visive” è una rassegna a cura di Giuseppe Carrubba, strutturata in una serie di eventi all’interno della mostra “GHRAPHEIN. Carte da una collezione privata”, a cura di Angelo de Grande e Ciro Salinitro, negli stessi spazi espositivi del Museo Gagliardi presso Palazzo Trigona a Noto.

Eventi che prevedono incontri a cadenza settimanale dedicati alla contemporaneità, da luglio ad agosto 2019, concepiti come presentazione di progetti d’artista, mappe grafiche, appunti o bozze, di-segni di un work in progress stilistico e concettuale. Una proposta estetica promossa da Sudestasi Contemporanea che ha individuato, attraverso la focalizzazione di sinergie e contaminazioni, gli autori e gli artisti da accostare per affinità o contrapposizione elettiva.

Ogni appuntamento prevede un percorso espositivo d’artista, in un contesto delimitato e chiamato Project Room, ed una presentazione critica e poetica, nello spazio contiguo della terrazza; un live site dove gli elementi monumentali e barocchi del paesaggio fanno da cornice, come un museo all’aperto, all’esperienza performativa, attivando un viaggio sensoriale ed un colloquio dialettico con il luogo, con le immagini ed il loro statuto poetico.

Il lavoro dell’artista come dispositivo attraverso il quale lo scrittore, il curatore, lo storico o il critico d’arte riconosce una forma di comunicazione libera o una lettura poetica, un dialogo per sinestesie, “un’intuizione che si fa espressione”.

GRAFITO si vuole occupare della multidimensionalità tipica del contemporaneo, veicolando il concetto di un’opera aperta che va oltre i confini, mettendo in evidenza il valore della pluralità ma anche della reciprocità.


GRAFITO


MUSEO GAGLIARDI - Palazzo Trigona

dal 04 luglio al 08 agosto 2019


Dialoghi e metafore visive

Incontri d’arte contemporanea

Project Room + Live



Gli artisti invitati a confrontarsi con la poetica del progetto sono: Calusca, Paolo Greco, Andrea Marchese, Giuseppe Ragazzini, Francesco Rinzivillo e Piero Roccasalvo RUB; mentre sono stati invitati a condividere questo percorso e a sviluppare una personale visione letteraria e artistico-poetica alcuni autori che nella loro ricerca si occupano della contemporaneità: Giuseppe Bella (scrittore), Barbara Cammarata (artista visiva e art director), Giuseppe Carrubba (critico d’arte e curatore), Vincenzo Crapio (poeta e scrittore), Angelo De Grande (gallerista e curatore), Rocco Giudice (poeta e scrittore), Daniela Frisone (scrittrice e giornalista), Marco Napolitano (critico d’arte e curatore), Nuccio Pisana (musicista) e Ciro Salinitro (gallerista e curatore).

I lavori presentati documentano attraverso la tecnica ed il materiale gli sviluppi linguistici, plastici, grafici del tempo presente, pur riflettendo i mutamenti radicali dell’arte del XX secolo: la frammentazione e l’evocazione, l’analisi ed il confronto con il dato scientifico, il pensiero filosofico e l’immaginario dei mass-media, le forme processuali e l’uso di elementi non convenzionali, l’utilizzo della rappresentazione fotografica, del video e dell’app dedicata all’arte, in un cortocircuito tra passato e presente.

GRAFITO è il valore dell’esperienza estetica nella pratica quotidiana della progettazione, il delinearsi di un’immagine come tessitura sedimentaria e metamorfica, dettata da tensioni e conoscenze alchemiche che risvegliano i sensi grazie al potere immaginifico dell’arte.

Una riflessione sulla sensibilità antropologica e cosmopolita in accordo con un fare sociale e responsabile, nel quale il lavoro degli artisti rappresenta una riflessione critica sulla cultura delle immagini e sulle relazioni tra le persone, attraverso la dimensione umana e tecnologica, all’interno di una geografia dell’anima, ma anche della città e del territorio, in cui l’opera, tra astrazione e figurazione, tra concetto e forma, ripropone la dialettica vitale tra tradizione e contemporaneità.

Giuseppe Carrubba

giovedì 27 giugno 2019

Focus on canvas

Focus on canvas. Un'iniziativa che si presenta in termini interlocutori, laddove la questione di fondo sembra tutta dipendere dalla risposta ad un quesito: "perché, dopo oltre 70 anni dalla nascita dello Spazialismo, ha senso realizzare un "olio su tela", senza la tela su cui dipingere"? Ma da dove nasce, nello specifico, l'esigenza di una riflessione di questo genere?

La questione nasce nel "lontano" 1965 a Milano, quando Giorgio Kaisserlian nel difendere le ragioni dello Spazialismo di fronte ad un gruppo di artisti riuniti al Bar Gabriele, evidenziò il carattere dirimente dell'atto di Fontana nei confronti del tradizionale modo di fare arte. Tutto partiva dalla tela, sentita come ostacolo da superare per procedere verso l'infinito, e la conseguente realizzazione, il buco, il taglio come gesto che si concretizzava nella forma-tela, al di là della pittura e della scultura. Era la stessa dinamica dell'innovazione che implicava, e il riferimento andava alle "Attese", il superamento perentorio del tradizionale modo di concepire l'arte, ad iniziare da una delle sue premesse più scontate, la tela come supporto piano entro cui l'artista organizza il proprio lavoro. Si trattava dell'azzeramento della pittura: dal 1958, quanto meno, i pittori erano rimasti tutti senza tela come se questa fosse stata requisita e posta in un luogo inaccessibile.

Forse si tratta di una metafora non così impegnativa, anche perché sul piano "reale" è stata costantemente smentita dalla prassi ricorrente di artisti che, a vari livelli, continuano a dipingere?

Ma proprio perché la questione ha assunto anche la forma della metafora questa, inevitabilmente, rimanda alla sua implicita struttura logica. È chiaro che soggettivamente si è liberi di continuare a dipingere perché le tele fisicamente ci sono, diverse però sono le implicazioni che ne derivano quando si accetta il principio dell'innovazione e, nel caso specifico, le condizioni poste da Kaisserlian e Fontana. Queste si precisano proprio come un'interdizione, per la quale non avrebbe avuto senso pensare di fare dell'arte a partire dal presupposto tradizionale della tela. E se l'arte si pone come innovazione, era necessario riconoscere e confrontarsi con questo dato fondamentale. Tant'è che in quella stessa circostanza emerse l'eventualità paradossale del dipinto, e in particolare, dell'olio su tela senza disporre della tela su cui dipingere. Ciò interveniva a completare il senso della cesura che la soluzione di Fontana aveva prodotto e, congiuntamente, i margini estremamente angusti per ogni ulteriore tentativo di superare la situazione in atto.

Dunque si tratta di rinunciare di fatto a nuove ricerche, se si prefigurano condizioni estremamente restrittive?

Non esattamente. Il concetto-limite precisa il senso e la consapevolezza della stessa ricerca a partire da un contesto determinato. Prendere atto della indisponibilità della tela può configurarsi in diversi modi. Il più evidente è quello che procede nel senso della smaterializzazione/concettualizzazione del fatto d'arte, puntando tutto sulle "proprietà non esibite" dell'opera, ma con le implicazioni, ormai note, che portano alla mancanza dell'«effettività» della proposta artistica, mancando il manufatto. Diversamente si possono riconsiderare i paradigmi che, a livello di poetica, costituiscono il presupposto normativo dell'operare dell'artista in modo tale da superare, attraverso una deroga, l'interdizione in atto - con il rischio di caratterizzarsi come un tentativo elusorio che suonerebbe pressappoco in questo modo: "malgrado tutto, la mia clausola di salvaguardia mi permette di continuare a dipingere". Ma bisogna riconoscere che la forza semantica di una nuova proposta non sta nell'elusione dei vincoli, ma sull'accettazione di condizioni e premesse restrittive con le quali si devono fare i conti.

Quali, allora, le conclusioni?

Un range molto limitato di possibilità ha portato tra il 1947 e il 1958 alla forma-tela e alla correlata idea limite di un dipinto senza disporre della tela. Ora si tratta di superare questo ulteriore limite: realizzare un esemplare che costituisca, nella sua fisicità di manufatto, un "olio su tela" senza la necessaria premessa della tela su cui dipingere. Alla luce di questo obiettivo, ogni consapevole tentativo di confrontarsi con il limite, ed eventualmente cercare di superarlo, è una buona ragione per cercare di realizzare ciò che è ritenuto impossibile. Ci sono, dunque, molte e buone ragioni per concretizzare qualcosa di impossibile.



Conferenza 
Venerdì 28 giugno 2019, ore 17:00 
Spazio46 di Palazzo Ducale 
Piazza Giacomo Matteotti, 9 GENOVA
artcommissionevents.spazio46@gmail.com
+ 39 0108986052

Intervengono:

Paolo BENSI, Docente di Storia delle Tecniche Pittoriche, Dipartimento di Architettura e Design, Università di Genova;

Sandro RICALDONE, Critico d'Arte e Direttore di Entr'acte;

Marco ALMAVIVA, Artista.

mercoledì 26 giugno 2019

Al via domenica 30 giugno gli eventi della Fondazione Carla Fendi a Spoleto62



La Fondazione Carla Fendi, in occasione della nuova edizione del Festival dei 2Mondi di Spoleto, continua il suo percorso nella Scienza inaugurato con successo nel 2018.

Domenica 30 giugno alle 11 il Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi ospita Ecce Robot, una narrazione integrata dalle astrazioni scientifiche dell’Intelligenza Artificiale alle applicazioni pratiche della Robotica. A seguire il Premio Carla Fendi a due eccellenze femminili della Soft Robotica italiana, mentre dalle 10 si apre l’installazione Neural Mirror, nella ex Chiesa della Manna d’Oro.

La Fondazione Carla Fendi, dopo aver portato l’anno scorso al Festival dei 2Mondi di Spoleto i due premi Nobel Peter Higgs e François Englert, il direttore del CERN Fabiola Gianotti e Lucy Hawking, conferma l’attualità dei suoi contenuti proponendo quest’anno una riflessione sulle nuove tecnologie che governeranno il futuro e con le quali l’uomo si deve già confrontare, individuandone privilegi e opportunità ma anche riconoscendone i rischi.

«Dai social alle App dei nostri smartphone, dalla domotica che trasforma le nostre case alla robotica medica, dalla musica composta da algoritmi alle opere d’arte create da robot intelligenti» spiega Maria Teresa Venturini Fendi, Presidente della Fondazione «non c’è aspetto del nostro quotidiano che non sia toccato dall’Intelligenza Artificiale e affollato da presenze robotiche, anche se non ne abbiamo ancora la totale consapevolezza».




Fondazione Carla Fendi
Via del Leoncino, 16 - 00186 Roma
Tel. +39 06 68307420 - fax +39 06 68217776
fondazionecarlafendi@gmail.com - www.fondazionecarlafendi.it



lunedì 24 giugno 2019

Seconda edizione del Festival della Peste!

Torna anche quest’anno a Milano, dal 7 al 10 novembre 2019, il Festival della Peste!, promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto e dedicato alla contaminazione tra arte, performance, danza, musica e pratiche psico-fisiche. 

Al centro della seconda edizione, una riflessione sul tema della vecchiaia, inteso come stimolo per interrogarsi su tempo, memoria individuale e collettiva, confronto tra generazioni e trasformazione dei corpi, a partire dai cambiamenti in atto nel contemporaneo.

Saranno quattro giorni di incontri, mostre, conversazioni, laboratori con la volontà di “contagiare” la città a partire dagli spazi della Fondazione in Via Lazzaretto 15 e in altri luoghi come la Chiesa di S. Carlo al Lazzaretto, che ospiterà l’opera vincitrice del premio Lydia! 2019, la Casa Museo Boschi di Stefano, la Casa di Riposo Don Leone Porta e altri ancora.

Obiettivo del Festival della Peste! è favorire processi di trasformazione collettiva e individuale, a partire dalla definizione del programma, risultato di un anno di lavoro, dialoghi, workshop e incontri con artisti, performer, curatori, filosofi, con il coinvolgimento dello stesso pubblico, chiamato a contribuire alla costruzione del Festival ponendo domande, fornendo idee e punti di vista.

Tante le novità e gli ospiti della prossima edizione: tra gli altri, l’attivista Lorella Zanardo che presenterà un nuovo lavoro sulla trasformazione del volto al tempo dell’era digitale; l’artista Elisa Giardina Papa con la nuova performance del progetto When the Towel Drops Vol. 1 Italia su censura e rappresentazione della sessualità femminile nella storia del cinema, frutto di un laboratorio partecipativo ospitato nei mesi scorsi dalla Fondazione; la cantante Camilla Barbarito, in arte Nina Madù che si esibirà in un concerto con musiche originali ispirate alle storie di oggetti del passato raccolte a maggio nel corso di un evento a Il Lazzaretto; il narratore e saggista Gianni Vacchelli con un evento dedicato ai temi danteschi; l’artista Cristina Pancini che coinvolgerà il pubblico in un originale percorso spazio-temporale tra arte moderna e contemporanea, con la partecipazione della Casa Museo Boschi Di Stefano e la Casa di Riposo Don Leone Porta; la danzatrice Cristina Negro che, insieme all’attore Simone Lampis e all'esperta di scrittura creativa Roberta Secchi, presenteranno un laboratorio in cui i partecipanti potranno sperimentare con il proprio corpo “pratiche di risveglio sulla vecchiaia”.

Inoltre, da quest’anno il Festival della Peste! si espande al di fuori della Fondazione Il Lazzaretto per aprirsi e coinvolgere sempre di più la città. Sarà infatti la Chiesa di S. Carlo al Lazzaretto – situata proprio al centro del quattrocentesco ex Lazzaretto di Milano a uso dei malati qui ricoverati – ad ospitare la mostra di Gaia De Megni, vincitrice dell'edizione 2019 del premio Lydia! per artisti under30, promosso dalla Fondazione con la mentorship dell'artista Adrian Paci. In dialogo con la particolare archittettura della Chiesa a pianta ottagonale, l’artista proporrà una rielaborazione di sceneggiature cinematografiche attraverso un intervento ispirato al tema del tempo e della memoria collettiva. 


INFORMAZIONI 

Festival della Peste!
Dal 7 al 10 novembre 2019

INGRESSO GRATUITO

Via Lazzaretto 15 - 20124 Milano
Tel. +39 0245370810 | info@illazzaretto.com 
www.illazzaretto.com 

venerdì 21 giugno 2019

Parte da Malpensa con LEVANTE il viaggio verso la MILANO MUSIC WEEK in programma dal 18 al 24 novembre | APERTE LE CANDIDATURE per partecipare alla terza edizione

Nel giorno della Festa Internazionale della Musica, prende il volo da Malpensa con una performance speciale di Levante il viaggio verso la terza edizione della Milano Music Week, la settimana interamente dedicata al mondo musicale che quest’anno, dal 18 al 24 novembre 2019, vedrà tutta la città di Milano sintonizzarsi ancora una volta sulle frequenze più diverse della musica, spaziando da concerti, dj set, show case fino a incontri, workshop di formazione, mostre ed eventi speciali.

Promossa da Comune di Milano - Assessorato alla Cultura, SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), ASSOMUSICA (Associazione Italiana Organizzatori e Produttori Spettacoli di Musica dal Vivo) e NUOVOIMAIE (Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti o Esecutori), con il patrocinio del MiBAC Ministero per i beni e le Attività Culturali, Milano Music week vuole essere un racconto a 360° dell’industria musicale, attraverso l’intera filiera e i suoi protagonisti, con un lavoro collettivo che si sviluppa nel corso dell’anno fino ad arrivare alla settimana della musica per eccellenza. 

Sulla scia del successo della scorsa edizione - che ha coinvolto oltre 200 artisti da ogni continente, 70 location, 135 live, 64 djset, 72 incontri e workshop di formazione, più di 100 partner produttori di contenuti, anche quest’anno si punta ad un palinsesto ricchissimo di novità e di appuntamenti, dal profilo sempre più internazionale e rappresentativo di una città, Milano, ormai considerata fra le più importanti Music Cities mondiali.

Non a caso, il racconto di Milano Music Week 2019 parte proprio da uno dei luoghi che meglio simboleggia l’internazionalità, l’aeroporto di Milano Malpensa. Qui, grazie alla preziosa collaborazione di SEA Milan Airports e METATRON, nella giornata dedicata alla Festa Internazionale della Musica un’esibizione inedita di Levante al Terminal 1 ha sorpreso i viaggiatori in partenza e in arrivo da tutto il mondo, lanciando la prossima edizione della manifestazione. Proprio Levante - la cantautrice già considerata un’icona pop – sarà infatti fra i principali protagonisti della settimana della musica con un concerto di punta in programma sabato 23 novembre al Forum di Assago. Insieme a lei, professionisti e realtà del settore – fra artisti, autori, case discografiche, centri di formazione, promoter, associazioni musicali - ma anche tantissimi appassionati, si daranno appuntamento a Milano per vivere una settimana all’insegna della musica in tutte le sue diverse sfaccettature. In questo contesto Milano Music Week, grazie alla sua atmosfera sempre più internazionale, si propone come volano di attenzione sulla città, per aprirsi ad un pubblico ancora più nuovo e allargato, consolidando ulteriormente il ruolo di Milano quale capitale dell’industria musicale in crescita ed evoluzione.

"Lo snodo internazionale di Malpensa è il giusto palcoscenico dal quale annunciare la prossima edizione, la terza, della Milano Music Week - dichiara l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. Il modello, vincente, resta lo stesso delle precedenti edizioni, ma l'impetuosa crescita dell'iniziativa registrata nei due anni precedenti richiede un salto di qualità dal punto di vista della governance del progetto, affinché possa consolidarsi come piattaforma ideale per dare vita a un vero e proprio masterplan di Milano come città protagonista del circuito internazionale delle music cities".

“La terza edizione di Milano Music Week parte da un aeroporto, luogo simbolico di scambio culturale, che rappresenta l’idea di viaggio, traversata, esplorazione, apertura di confini. Quest’anno la settimana della musica nasce nel segno dell’internazionalizzazione, di Milano come hub artistico in cui si arriva dal resto d’Italia e dall’estero per produrre musica. Sarà una settimana in cui si celebrano la pluralità e la convivenza di diverse culture unite dalla musica. Inviteremo i milanesi e coloro che arriveranno in città per la Milano Music Week a partire con noi per un giro del mondo in sette giorni, dove ogni musica, ogni artista, ogni cultura merita rispetto e attenzione” afferma Luca De Gennaro, curatore della Milano Music Week e Vice Presidente Talent & Music di Viacom International Media Networks.

Anche per questa edizione, Viacom International Media Networks Italia, azienda guidata dall’A.D. Andrea Castellari, si conferma main partner della Milano Music Week, con i brand VH1 e MTV. La registrazione di un nuovo episodio di “VH1 Storytellers”, lunedì 18 novembre, sarà come di consueto la serata inaugurale della Milano Music Week, artista e location verranno comunicati più avanti. Viacom Italia realizzerà anche un evento a brand MTV ancora in via di definizione.

Dedicato al mondo B2B sarà Linecheck Music Meeting & Festival, main content partner della Milano Music Week per il terzo anno consecutivo. Organizzato da Music Innovation Hub, Linecheck ospita a BASE Milano più di 1500 delegati del settore, 150 speaker, 70 panel, workshops, receptions e networking sessions. Obiettivo di Linecheck è creare ponti tra industrie creative diverse ma confinanti, tra il business italiano e il resto del mondo. Per la prima volta Linecheck annuncia un guest country: Il Canada, con contenuti speciali, concerti e un’ampia delegazione che arriverà a Milano per l’occasione. Con il motto “Shape Your Future”, ogni anno Linecheck dà appuntamento all’industria musicale italiana per affrontarne i temi caldi, dalle tendenze artistiche, alle strategie commerciali e distributive, non dimenticando una particolare attenzione al valore sociale della musica: sotto il claim “Sounds Like Diversity”, l’edizione 2019 pone particolare attenzione ad inclusione e diversità. Linecheck festival proporrà 50 showcase sulle nuove tendenze, di giorno per delegati della conference, di sera nei club di zona Navigli-Tortona.

Tante anche le partnership di rilievo che accompagneranno la MMW2019. Fra i content partner ritroveremo sicuramente Accordo per Music Show Milano, la fiera di strumenti moderni nata per valorizzare e sostenere la cultura e la musica suonata in Italia e RTL 102.5, che seguirà la manifestazione con interviste e collegamenti.

L’invito aperto a tutti è quindi quello di inviare alla mail proposte@milanomusicweek.it gli eventi che la curatela potrà valutare ed inserire nel programma della Milano Music Week 2019.

martedì 18 giugno 2019

Antonio Scurati e il suo 'M. Il figlio del secolo'

Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della “casta” politica, dei moderati, del buonsenso. Lui: Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso e direttore di un piccolo giornale di opposizione, sarebbe un personaggio da romanzo, se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue la realtà, il corpo dell’Italia, nella storia e nella cronaca, nella tragedia e nella farsa.

Antonio Scurati racconta, a partire dal suo libro M. Il figlio del secolo (Bompiani, 2018), primo romanzo sul fascismo e al centro di un acceso dibattito culturale, la parabola politica, umana ed esistenziale di Mussolini, del regime, e di tutte quelle figure che ne sono state complici o avversarie, da Giacomo Matteotti ad Amerigo Dumini a Margherita Sarfatti, scavando nei risvolti di una delle pagine più buie della nostra storia.

Viaggio in un passato che non dobbiamo dimenticare, e che ci costringe a fare i conti con le nostre colpe, la nostra meschinità e la nostra capacità di agire e reagire.

Antonio Scurati
M. Il figlio del secolo
con Danco Singer
sabato 22 giugno, ore 22.00, Camogli, Piazza Colombo


Pagina web dell’evento: http://www.festivalcomunicazione.it/incontro-con-antonio-scurati/

Errare Umano di TMHH a Camogli

Dopo aver trascorso gli ultimi tre anni sui palchi di tutt’Italia insieme a Claver Gold, il rapper originario di Recanati TMHH propone a Camogli il suo nuovo album Errare Umano, un progetto che segna un cambio di stile lirico e sonoro della sua musica.

Con il suo inconfondibile carattere TMHH arriva a combinare suoni eterogenei e ricercati con un approccio cantautoriale rustico e schietto, passando dai beat profondi e scuri a quelli più affabili e attuali.

Fortemente ispirato dalla scrittura e dalla lirica di Fabrizio De Andrè, TMHH ha messo nero su bianco i propri sogni e incertezze: inquietudini, certo, ma anche ironia e una buona dose di fierezza e orgoglio.


Pagina web dell’evento: http://www.festivalcomunicazione.it/school/concerto-tmhh/ 

sabato 15 giugno 2019

Camera Picta di Evita Andùjar al Museo Civico Pietro Cavoti di Galatina

Al Museo Civico Pietro Cavoti di Galatina, dal 15 giugno al 15 luglio 2019, si tiene la prima mostra personale nel Salento dell'artista spagnola Evita Andùjar. "Camera Picta" , questo il titolo della mostra, è organizzata da Gigi Rigliaco Gallery e curata da Carmelo Cipriani, ed è riservata al vincitore del "Premio Giuseppe Casciaro" che si tiene da 3 anni a Vignacastrisi (Le).

Scrive il curatore: "Nel corso dell'ultimo secolo in molti, a più riprese e con varie motivazioni, hanno annunciato la morte della pittura. Sospesa tra protagonismo e sopravvivenza, essa resiste (ed esiste) nelle opere di quanti hanno saputo rinnovarla, compendiando idea e tecnica, mimesi e astrazione. Evita Andujar è tra questi. 

Educatasi in Spagna dove ha posto le basi per una tecnica impeccabile, si è poi perfezionata in Italia, meta sognata e agognata. Qui lo studio delle esperienze informali e trasfigurative l'hanno indotta ad abbandonare la pura mimesi per intraprendere una rappresentazione discostante e pensosa. Un cambiamento che non equivale a rinuncia dell'immagine ma al suo completamento in termini di concetto, salvaguardando per intero il patrimonio tecnico faticosamente acquisito. 

Partendo dalle ricerche di Bacon - riferimento mai celato né negato - Evita ha trasfigurato la figura entro ragionati accordi cromatici, infondendovi l'inquietudine e il dramma della contemporaneità. In ogni sua opera inscena una parodia della società dell'immagine negando proprio quell'identità a cui le opere invece fanno riferimento. L'era dei selfie, dei social media e dell’iperesposizione, per paradosso,p si rivela nel lavoro dell’artista l'era dell'annullamento, della smaterializzazione, della confusione d'identità. 

In relazione alla sua ricerca Roberto Gramiccia ha prospettato suggestioni futuriste per via della dinamicità che le sue figure assumono nel loro conformarsi nello spazio. L'artista, infatti, focalizzandosi su processi e identità mutevoli, allude alla transitorietà del tutto ricordandoci come la realtà che ci circonda non sia statica ma in continuo movimento. Una rinnovata forma di interazione spaziale tra oggetti, ambiente e figure, ottenuta non per compenetrazione di piani ma per scivolamento del colore. Ampie pennellate, dense e corpose, simili a macchie, strutturano le sue composizioni contraddicendo volutamente la tridimensionalità e alludendo alla flatness teorizzata da Clement Greenberg, vera essenza della pittura. 
Pittrice della realtà, sceglie i suoi modelli dall’umanità che la circonda, esaltandoli attraverso sapienti impasti di luce e colore. Mai seriale né generica nelle composizioni, fissa contesti e ambienti di vita autentica, catturando istanti e atteggiamenti spontanei attraverso cui inscena una commedia umana, tenera, operosa e riservata. Dietro le pennellate apparentemente indefinite e liquide, volti e figure umane, raccontano, al di là dell’immediata bellezza, i drammi individuali, verso i quali ci sentiamo solidali e partecipi. 

Tanto nei ritratti quanto nell’inquadramento ambientale dei soggetti, l’artista rimette al mondo il disequilibrio dell’inquietudine, inscenando figure solitarie, talvolta suadenti, altre nostalgiche. Rinunciando all’intento puramente narrativo, Evita conferisce poeticità e visionarietà alle scene rappresentate, dando vita ad una pittura ampia, che parla ormai più per energia e contrasti cromatici che per descrizione formale. La sensazione è quella di trovarsi di fronte a un mondo affascinante eppure problematico, lo stesso a cui ciascuno di noi appartiene, nel quale, come in una tela di ragno, più si tenta di fuggire e più si invischiati."



Evita Andùjar - Camera Picta
Galatina (LE) - dal 15 giugno al 15 luglio 2019
MUSEO CIVICO PIETRO CAVOTI - PALAZZO DELLA CULTURA
Piazza Dante Alighieri 51 (73013)
info@museocavoti.it
www.comune.galatina.le.it/museocavoti/


mercoledì 12 giugno 2019

Il peso dell'esistenza al Museo Emilio Greco di Catania

Fino al 16 giugno 2019 al Museo Emilio Greco di Catania la mostra personale dell'artista figurativo siciliano Giovanni Pinzone.  Promossa dall'Accademia Federiciana e curata da Fortunato Orazio Signorello, propone una selezione delle opere degli ultimi 14 anni.

L'Accademia Federiciana si dimostra ancora una volta istituzione culturale no-profit in primo piano nel far conoscere a un pubblico sempre più ampio i fermenti e le tendenze più attuali nel panorama dell’arte contemporanea odierna. L’ulteriore conferma arriva dalla mostra personale "Il peso dell'esistenza" dell'artista siciliano Giovanni Pinzone, allestita - promossa dall'Accademia Federiciana per l'8° "Festival siciliano della Cultura" e curata dal noto critico d'arte Fortunato Orazio Signorello - al Museo Emilio Greco di Catania (piazza San Francesco d'Assisi 3).

Concepita come un viaggio in cui la sensibilità, la creatività e la capacità esecutiva di Giovanni Pinzone nella mostra - visitabile dall'8 al 16 giugno 2019 - vengono declinate attraverso soprattutto le sue opere recenti (quelle che l'artista ha voluto dedicare alla migrazione umana che continua a interessare soprattuto l'Italia). Nelle 4 sale del museo sono esposte 35 opere di medio e grande formato che sono state eseguite negli ultimi 14 anni. I soggetti raffigurati dall'artista, nato a Troina (Enna) il 24 aprile 1941, includono migranti ed extracomunitari, uomini e donne della realtà operaia, contadina ed extraurbana. Essi si caratterizzano - oltreché per una diligenza esecutiva capace di enfatizzare l’impatto visivo e dare maggiore plasticità ai suoi soggetti - per l'utilizzo di colori vividi (è predominante il rosso, l'azzurro, il verde e il giallo) e per una vigorosa incisività tecnica.

Selezionate tra quelle che l'arrista siciliano ha realizzato negli ultimi 14 anni, le opere «mettono in evidenza - sottolinea Fortunato Orazio Signorello - come il  focus del lavoro di Giovanni Pinzone, che rivela tutta la sua instancabile forza interpretativa soprattutto nelle figure rese uniche dalle cromie vivide che ne accentuano le espressioni facciali, è racchiuso nella sua ricerca espressiva; che si contraddistingue, dando corpo alla simultaneità tra gesto e dinamismo dell’immagine, per unicità compositiva e vitalità creativa».

L'esposizione è supportata da una brossura a colori con testo critico di Milly Bracciante, in cui mette in rilievo - tra l'altro - come «in nome di uno sfrenato edonismo e di un assurdo egoismo sociale, l’essenza della morale e della vita, l’arte pittorica di Giovanni Pinzone, con il suo insistere su alcuni punti focali dell’odierna realtà, è efficace denuncia sociale, specchio di riflessione sul quale confrontarsi e meditare. E ciò, specie nelle sue più recenti opere, frutto di una emotiva partecipazione ai vissuti della quotidianità che ci circonda e alle problematiche che ne derivano».

Patrocinata dalla Kritios Edizioni, la mostra è visitabile gratuitamente da lunedì a sabato dalle 9 alle 19, domenica dalle 9 alle 13.



Accademia Federiciana
Via Borgo, 12 - 95125 Catania
http://www.accademiafedericiana.eu
accademiafedericiana@libero.it

lunedì 10 giugno 2019

Against Method alla Pirelli HangarBicocca.


Against Method è un progetto di Mark Fell ispirato alla mostra di Sheela Gowda “Remains” e comprende concerti, un’installazione sonora e una conversazione, parte del Public Program di Pirelli HangarBicocca. 

Mark Fell vive e lavora a Rotherham (UK); la sua ricerca multidisciplinare attinge alle subculture legate alla musica elettronica, al cinema sperimentale, alla filosofia contemporanea e al pensiero politico radicale. L’interesse di Fell per la musica classica indiana nasce dalla constatazione che da un punto di vista strutturale tale musica, anziché basarsi su una partitura in senso stretto, si presenta piuttosto come un processo di dispiegamento e ripiegamento degli elementi che la costituiscono. Negli ultimi anni, due viaggi di ricerca e numerosi progetti artistici in India hanno consentito a Fell di comprendere più a fondo non solo la struttura della musica classica indiana, ma anche il suo funzionamento nell’ambito del contesto culturale in cui si è sviluppata, in particolare per quanto riguarda le tematiche di casta, genere e prassi di inclusione/esclusione.

Il titolo Against Method è tratto dall’omonimo libro del filosofo della scienza austriaco Paul Feyerabend (1975), che propone un anarchico resoconto dello sviluppo del pensiero scientifico. Il testo suggerisce che le scoperte scientifiche possono assumere forme diverse e ci chiede di rifiutare il ‘monismo metodologico’. La complessità delle opere di Gowda, la sua attenzione per la disposizione e la materialità degli oggetti, il rapporto da lei creato tra gli oggetti e la loro configurazione fisica – forma, texture e scala – hanno contribuito a determinare la struttura di Against Method e il suo dipanarsi dentro e intorno allo spazio espositivo nel corso delle due giornate.

Durante la prima serata vengono riuniti artisti appartenenti alla tradizione Carnatica della musica classica indiana e artisti la cui opera esplora le implicazioni di tale tradizione: il focus è sull’interazione tra sistemi diversi e sul loro ruolo nei contesti musicali extra-indiani. Gli interpreti saranno la violinista Nandini Muthuswamy; i Drumming – Grupo de Percussão, che eseguiranno Intra, una composizione di Fell stesso; il musicista elettronico e compositore Nakul Krishnamurthy; il musicista elettronico Rian Treanor in collaborazione con il ricercatore e compositore Jan Hendrickse ai fiati.

La seconda serata propone un approccio differente, presentando una nuova composizione di Fell: per l’occasione, un collage di suoni e musica verrà disseminato dentro e intorno alle opere di Sheela Gowda. All’esecuzione parteciperanno Jan Hendrickse, il violoncellista Sandro Mussida e il percussionista iraniano Mohammad Reza Mortazavi; la conclusione della performance sarà affidata a una solista: la vocalist sperimentale Sofia Jernberg.


Ingresso libero fino a esaurimento posti
Per i Member di Pirelli HangarBicocca l’accesso è garantito presentando la propria Membership Card


PROGRAMMA
Giovedì 13 giugno 2019


dalle 10 alle 20 – Mark Fell, Against Method part 1, for Disklavier – Installazione sonora
ore 20 – Nandini Muthuswamy – Meditazione, introduzione e concerto
ore 21 – Nakul Krishnamurthy feat. Nandini Muthuswamy
ore 22 – Rian Treanor feat. Jan Hendrickse
ore 23 – Mark Fell, Intra; eseguito da Drumming – Grupo de Percussão 

Venerdì 14 giugno 2019

dalle 10 alle 21 – Mark Fell, Against Method part 1, for Disklavier – Installazione sonora
ore 19 – Conversazione con Mark Fell, Jan Hendrickse, Nakul Krishnamurthy e Nandini Muthuswamy
ore 21 – Mark Fell, Against Method part 2, for distributed performers and electronics con Mohammad Reza Mortazavi, Sandro Mussida, Jan Hendrickse e Sofia Jernberg 


Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2
20126 Milano 

T (+39) 02 66 11 15 73
hangarbicocca.org


Sheela Gowda, Darkroom, 2006 (particolare dell’interno). Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2019. Courtesy dell’artista, +91 Foundation e Pirelli HangarBicocca. Foto: Agostino Osio


venerdì 7 giugno 2019

Men, Only Men, Simply Men

L’Accademia di Belle Arti di Macerata è lieta di annunciare Men, Only Men, Simply Men, un’importante collettiva dedicata a quaranta nomi dell’arte e della cultura italiana che si terrà negli spazi della GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, in Piazza Vittorio Veneto 7.


A un anno esatto dalla mostra Women (organizzata in questo stesso spazio) in cui si evidenziava la volontà di varcare la soglia della semplicistica etichetta “di genere” per presentare un progetto lontano dalle mode del momento e si sottolineava con Tomaso Binga il desiderio di guardare l’artista come una persona che appartiene al mondo («l’artista non è uomo né donna ma una persona senza età, senza nazionalità: appartiene al mondo»), questo nuovo appuntamento dedicato a cinquantuno figure dell’arte italiana non è rivincita o divisione a reparto stagno tra stereotipate sezioni maschili e sezioni femminili, quanto piuttosto uno sguardo sul variopinto e brillante scenario dell’arte attuale.

Si tratta di un progetto che vuole essere libero, semplicemente libero di scegliere senza dover pensare o affogare nel bavaglio della correctness linguistica, libero di disegnare un discorso lontano da tutti quei cerimoniali che, tra sessismi e locuzioni alla moda come politically correct, hanno generato negli ultimi decenni un mostrificio senza contenuti: e libero inoltre di evidenziare l’importanza dell’arte italiana in un mondo curatoriale sempre più diffusamente imprigionato nei recinti delle insensate e ottuse esterofilie.

Men, only men, simply men è un itinerario disegnato appunto con cinquantuno voci culturali, voci esclusivamente e volutamente italiane, che saltano ancora una volta il fosso dell’etichetta e del genere per costruire un dialogo transgenerazionale. Non si tratta infatti di una esposizione che vuole seguire le mode e che magari vuole farsi paladina di una situazione, quella attuale, sempre troppo compromessa dalle fatue occupazioni della politica di turno, né tantomeno di una formula ideologica il cui nucleo tende a farsi portavoce di qualcosa o di qualcuno, ma di una carrellata sull’arte italiana – uno delle tante possibili – che mostra effervescenza, professionalità, vivacità creativa.

Si ringraziano Archivio Vettor Pisani (Roma), Ex Elettrofonica (Roma), Fondazione Filiberto e Bianca Menna (Salerno-Roma), Galleria Alfonso Artiaco (Napoli), Galleria Tiziana Di Caro (Napoli), Galleria Umberto Di Marino (Napoli), Galleria Nicola Pedana (Caserta), Galleria Lia Rumma (Milano-Napoli), Galleria Paola Verrengia (Salerno), P420 (Bologna), Prometeo Gallery (Milano-Lucca), Shazar Gallery (Napoli), Studio Sales (Roma), Studio Stefania Miscetti (Roma), Galleria 100mq Arte Contemporanea (Santa Maria Capua Vetere), Otto Gallery (Bologna), Galleria Vannucci Arte Contemporanea (Pistoia).


Partecipano: Cristiano Berti | Paolo Bini | Ciriaco Campus | Gianluca Capozzi | Giulio Cassanelli | Piero Ceccaroni | Filippo Centenari | Luca Cerioni | Andrea Chemelli | Andrea Chiesi | Bruno Conte | Fabrizio Cotognini | Antonio De Marini | Antonio Della Guardia | Mauro Evangelista | Flavio Favelli | Giovanni Gaggia | Paolo Gobbi | Paolo Icaro | Benito Leonori | Pierpaolo Lista | Lello López | Domenico Antonio Mancini | Pierpaolo Marcaccio | Maurizio Meldolesi | Maurizio Mochetti | Valerio Rocco Orlando | Luigi Pagliarini | Francesco Parisi | Antonio Passa | Giuseppe Pietroniro | Iacopo Pinelli | Pino Pinelli | Vettor Pisani | Enrico Pulsoni | Maurizio Quarello | Marco Raparelli | Andrea Salvino | Alessandro Sarra | Salvatore Sava | Giovanni Scagnoli | Giuseppe Stampone | Giuseppe Tabacco | Lamberto Teotino | Giovanni Termini | Eugenio Tibaldi | Adrian Tranquilli | Gian Maria Tosatti | Ivano Troisi | Fosco Valentini. Con un componimento di Nanni Balestrini (da Blackout).




GABA.MC – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata
Piazza Vittorio Veneto 7 (MC)
dal 21 giugno al 19 settembre 2019
opening | venerdì 21 giugno ore 18.00

MEN, ONLY MEN, SIMPLY MEN - 21 giugno | 19 settembre 2019
www.abamc.it - tel +39 0733 405111


Ufficio Stampa:  
Contatti: Marcella Russo//Maria Letizia Paiato
Tel: 0039 349 3999037//0039 348 3556821
Mail: press@rp-press.it 
Sito: http://www.rp-press.it
Pagina FB: @russopaiatopress

lunedì 3 giugno 2019

Primo Podcast Festival italiano

Si terrà il primo Podcast Festival italiano, una manifestazione unica nel suo genere, nata con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento per il podcasting e il mondo dell’audio. Una tre giorni che vedrà protagonisti personaggi di rilievo dello scenario culturale e artistico italiano - tra cui Pablo Trincia, Matteo Caccia, Beppe Severgnini, Piergiorgio Odifreddi e molti altri - che si terrà dal 7 al 9 giugno a Camogli (GE).



È organizzata da Rai Radio3, l’emittente culturale del Servizio Pubblico da tempo impegnata nel campo di offerte innovative come il podcast, dal Festival della Comunicazione, tra i più importanti appuntamenti di cultura e innovazione in Italia, e Audible, società Amazon leader nell’audio entertainment e più grande produttore e distributore al mondo di audiolibri, serie audio e podcast, in collaborazione con il Comune di Camogli.

Dopo il successo in America e nel Nord Europa, il podcasting sta conoscendo in Italia una diffusione esponenziale. Secondo, infatti, una recente ricerca Nielsen, commissionata da Audible, da novembre 2015 a novembre 2018 il segmento dei podcast ha subito una crescita vertiginosa, da 850.000 utenti a 2.700.000, grazie a una graduale ma significativa trasformazione degli stili di vita, delle abitudini di consumo e di una sensibilità culturale che, dopo l’egemonia del linguaggio iconico e visuale, sta riscoprendo la potenza espressiva del sonoro. Un nuovo e potente formato espressivo che, spaziando dall’audio documentario, alle serie, dalle fiction ai talk di informazione, è arrivato a conquistare un’utenza molto ricettiva, giovane, creativa.

 “Siamo particolarmente orgogliosi di essere partner di questo importante progetto, nato e sviluppato con player di rilievo, per valorizzare un segmento, quello del podcast, dotato di forti potenzialità, che sta conoscendo una crescita senza precedenti. In Audible crediamo molto nel potere delle parole, sia a livello immaginativo che di informazione, far scoprire l’importanza della voce e il piacere dell’ascolto è la filosofia della nostra azienda che è stata tra i pionieri nella diffusione e produzione di podcast” – Marco Azzani, Country Manager Audible Italia.

Da tempo Radio3 pensa ai nuovi linguaggi audio e alle nuove piattaforme come una sfida importante per la qualità del discorso pubblico e il coinvolgimento di generazioni più giovani. E come emittente del Servizio Pubblico siamo da anni impegnati nell’ideare, sperimentare e realizzare prodotti innovativi, come i radiodocumentari pluripremiati in Italia e in Europa e l’ampia offerta podcast che sta crescendo per varietà di linguaggi e attenzione del pubblico. Con prodotti da anni leader come “Ad Alta Voce”, il primo audiolibro radiofonico. Alla luce di queste esperienze abbiamo proposto ad altri partner il primo Festival del Podcast, felici che l’idea sia stata accolta con entusiasmo” – Marino Sinibaldi, Direttore di Rai Radio3.

Dall’esperienza del Festival della Comunicazione, riconosciuto ormai come uno dei più importanti e apprezzati appuntamenti su comunicazione, innovazione e attualità, perno di un network che coinvolge i grandi protagonisti delle trasformazioni culturali, politiche e tecnologiche del presente, abbiamo sposato fin dall’inizio l’idea di realizzare il Podcast Festival. Un’iniziativa che risponde pienamente alle nostre aspirazioni: aggregare le eccellenze della cultura italiana e anticipare le conquiste del prossimo futuro nella comunicazione e nell’innovazione” – Danco Singer, Direttore del Festival della Comunicazione.

Il Festival sarà un’occasione imperdibile per conoscere da vicino i grandi protagonisti di questa nuova e sorprendente frontiera del racconto, che rappresenta un modo diverso e nuovo di fare informazione, attraverso linguaggi e contenuti ancora da esplorare.


Sito web
www.podcastfestival.it



sabato 1 giugno 2019

La Terra dei Bruchi Teresa & Rossana Coratella

La Terra dei Bruchi di Teresa & Rossana Coratella, a cura di Plinio Perilli, è l'evento/ performancein programma alla Galleria d'Arte Moderna di Roma il 5 giugno 2019 in occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente, importante appuntamento promosso nel 1972 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che coinvolge più di 100 paesi in difesa dell'ecosistema con il fine di incoraggiare la consapevolezza e l'azione a livello mondiale per la protezione dell'ambiente.

L'iniziativa è promossa da Roma CapitaleAssessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali First Social Life, con il Patrocinio della  Regione Lazio Assessorato Ambiente e Legambiente Lazio. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

Con l'azione performativa composta di parole, suoni e natura, La Terra dei Bruchi diventa spunto di riflessione per un messaggio sociale importante tramite il quale l'arte si fa denuncia civica dei disastri ambientali che la camorra ha causato negli ultimi decenni nei territori della cosiddetta "Terra dei Fuochi".

Nella performance, infatti, le artiste proporranno la "trasformazione" in diretta, nel giardino della Galleria d'Arte Moderna, di 500 crisalidi in farfalle, il cui volo lirico, espressivo, insieme reale e metafisico, sarà accompagnato dai versi di una poesia di Rossana Coratella, letta e interpretata da Giuliana De Sio e Francesca Rosa Grimaldi, liberamente ispirata dal romanzo Il Piccolo Principe. Brani del libro di Antoine de Saint-Exupéry, a loro volta, saranno letti da Mita Medici, Nina Maroccolo, Eleonora Salvadori, Cinzia Carrea e Gilberta Crispino.

Gli spazi storici del chiostro/giardino della Galleria saranno anche "contaminati" dai colori della natura, rose rosse, fiori di lantana e mezzo migliaio di farfalle bianche scelte dalle stesse artiste come simbolo di cambiamento e rinascita per questa speciale occasione, la Giornata Mondiale dell'Ambiente, in un contesto costruito da colori e allegorie, che unisce la magia della natura all'emozione dell'arte e della poesia.

Così scrive il poeta Plinio Perilli per l'occasione, «Quando il sublime nasce dalla realtà, il bello è automatico - e il grido di denuncia di Teresa Coratella, chiede ai suoi stessi colori (così come alla cadenza poetica della sorella Rossana) di diventare alfieri, cavalieri, paladini con tavolozza per scudo e la spada di lunghi pennelli, in questo grande, valoroso progetto di trans-fusione delle arti: dove ciascuna ha bisogno di proseguire nell'altra, dialogarci, accordarsi in nome di grandi ideali e nobili soluzioni».

La performance artistica durerà tutta la giornata, dalle 10.30 alle 18.00, mentre i readings tratti da Il Piccolo Principe saranno realizzati dalle 11.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 16.30, per consentire al pubblico di apprezzare a pieno le letture organizzate per l'occasione.

L'accesso al chiostro/giardino per l'evento/performance è gratuito e non sarà possibile visitare la mostra in corso.



Teresa Coratella vive e lavora a Roma. Fra le sue numerose mostre si segnalano le più recenti: 2019, Roma, MACRO, Residenza/Atelier, a cura di G. De Finis; 2018, Roma, Banca D'Italia, acquisizione dell'opera "Il Quinto mese dell'anno";2017, Roma, Istituto Vittorino da Feltre, Ecologia dell'Arte, istallazione permanente di con R. Coratella,Uno, Nessuno e Centomila, con la pittura ecologica Airlite, a cura di P. Perilli; 2016, Roma, Casa d'Aste Minerva Auctions, Per Aspera ad Astra, realizzazioni di abiti con opere di artisti, promossa da First Social Life in collaborazione con la sartoria sociale Casa di Alice, madrina Maria Grazia Cucinotta ; 2016, Napoli, Municipio II, istallazione permanente a cura di M. D'Angelo; 2015, Roma, Bibliothè Contemporary Art, personale, presentazione e testo di T. D'Achille; 2012, Premio Termoli 58a Edizione, a cura di F. Gallo Mazzeo; 2011, Venezia, 54a Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, Padiglione Italia - Regione Lazio.


Rossana Coratella, poetessa romana, ha collaborato con diversi artisti per progetti a scopo socio-educativo: 2016, Roma, Istituto Comprensivo Guicciardini, Scuola Museo, museo permanente di arte e poesia; 2016, Roma, Casa d'Aste Minerva Auctions - Palazzo Odescalchi, Per Aspera ad Astra, realizzazioni di abiti con le opere di artisti promossa da First Social Life in collaborazione con la sartoria sociale Casa di Alice, madrina Maria Grazia Cucinotta. Ha partecipato alle due edizioni della rassegna Break Point Poetry - Città Poetica (2017 e 2018) inserita nell'Estate romana, in collaborazione con la Casa Circondariale "Regina Coeli"; 2018, Roma, Galleria D'Arte Moderna, readings di poesia in occasione della mostra di Amin Gulgee dal titolo 7; 2019, Roma, Galleria d'Arte Moderna, readings di poesia in occasione della mostra Le tute e L'acciaio di Antonio Fraddosio. In questa occasione ha pubblicato sue poesie nel volume correlato all'evento Parole d'acciaio; 2019, partecipa alla Giornata Mondiale della Poesia, Roma, Palazzo Merulana, con altri illustri poeti quali E. Pecora, R. Paris e P. Perilli.



Galleria d'Arte Moderna
Roma, Via Francesco Crispi, 24
Info: 060608 (tutti i giorni ore 9:00 - 19:00)
www.museiincomune.it; www.galleriaartemodernaroma.it