martedì 26 febbraio 2019

Pieghe per spiegare

Scrive Matteo Galbiati a proposito di Amanda Chiarucci e 'Rubedo', la mostra che si tiene alla Galleria Bonioni Arte dall'8 marzo al 28 aprile 2019 : "L'evidenza immaginativa imposta dalle opere di Amanda Chiarucci è legata ad una dis-articolazione della sostanza con cui opera che, lasciata vibrare nella dialettica delle piegature e delle forme eseguite in successioni ripetute, mette in risalto una fioritura di intonazioni compositive che spingono l'immagine originaria a oscillare in una mobile e fluida tattilità scultorea. Le sue carte acquisiscono, infatti, sulla superficie bidimensionale, la franta emersione di strutture disseminate che, nell'apparente casualità del loro ordine, definiscono la superata lettura di un linguaggio prefigurato per dilatare, nel nuovo orizzonte da loro scritto in rilievo, un inedito codice semantico.

La costante riformulazione delle stesse pieghe, con un processo affine all'arte calligrafica, dove non sono ammesse né imprecisioni né errori, è mezzo per l'artista - e poi per chi osserva e ammira l'opera finita - per decifrare una trasformazione lenta e inevitabile che anima l'inanimato, che attiva quello che è sopito e sottaciuto: come se polarità vitali silenti fossero innescate, vediamo generarsi e affiorare organismi, forme biomorfe, profili paesaggistici, che, oltrepassando la semplice composizione di geometrie aggregate, si organizzano in naturali formulazioni vive e palpitanti. La ripetizione in serie aiuta l'artista a scrivere la concretezza fisica delle sue visioni che scaturiscono dal virtuoso germinare di questo brulicante tracciato segnico, la cui complessa moltitudine è chiave per comprendere l'efficacia del suo profondo impatto emotivo.

L'importanza della serialità della sua azione, del resto, s'impone sul materiale ripetendo, come un mantra, lo stesso gesto e configura, nelle pieghe dei suoi origami, il segno e il senso del valore del tempo e delle sue anelanti tensioni sensibili come mezzo che si interpone tra l'idea e il pensiero emotivo e la sua esecuzione rigorosa, mai espressivamente gestuale, anche se colma di evidenti libertà stilistiche e immaginative. La tecnica aiuta a rendere consapevole proprio la conoscenza espressiva e il suo dettato interiore che ha, quindi, modo di scaturire sorgivo nella sua indipendente spontaneità; un assunto, questo, in cui la compostezza delle forme trasgredisce proprio ogni predeterminazione ordinata per concedere all'altro, a chi osserva, il fascino di una potente energia che viene sempre colta nel pieno del suo semplice e complesso fluire spontaneo.

Gli elementi assemblati da Chiarucci portano ad una frammentata scrittura, senza lessico e senza alfabeti, senza grafie e senza regole, che si fanno forza attraverso l'evidenza della loro intima e potente tensione rappresentativa, capace di assumere l'armonia della logica e della fisionomia di infinite forme, sempre e comunque possibili. Queste opere agiscono per trasformazioni successive e, piega dopo piega, accumulazione dopo accumulazione, delineano un linguaggio con cui l'artista sa spiegare al mondo la bellezza che oltrepassa l'orizzonte delle cose note per delimitare l'infinita bellezza della vita che tocca l'immaginario del e nel pensiero.

Crescono dinnanzi lo sguardo le opere di Amanda Chiarucci, ondeggiano di pienezza nel ricorrente, mai pedissequamente ripetuto, intrecciarsi suscettibile delle sue traiettorie concrete che valicano limiti e confini, riempiendo vuoti e generando altri spazi, dove lasciare al tempo la capacità nuova di sedimentare e alimentare, senza enfasi, la fantasia effettiva delle sue apparizioni, prima delle altre loro prossime s-conosciute elevazioni."



A cura di Matteo Galbiati
Galleria Bonioni Arte
Corso Garibaldi 43, 42121 Reggio Emilia
8 marzo – 28 aprile 2019
Inaugurazione: venerdì 8 marzo, ore 18.00
Orari di apertura: da martedì a domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, chiuso il lunedì; aperto Pasqua e 25 Aprile.

Per informazioni:
Galleria Bonioni Arte
Corso Garibaldi 43, 42121 Reggio Emilia
Tel/Fax 0522 435765 | www.bonioniarte.it | info@bonioniarte.it 
www.facebook.com/bonioniarte | www.instagram.com/bonioniarte 

Ufficio Stampa:
CSArt Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano 54, 42121 Reggio Emilia
Tel/Fax 0522 1715142 | www.csart.it | info@csart.it 





sabato 23 febbraio 2019

Premio VAF-Stiftung VIII edizione

Assegnato ogni due anni dalla Fondazione VAF a italiani under 40 ha come obiettivo principale quello di promuovere i giovani artisti sia nella loro nazione di origine sia all’estero. 

Scelti dopo un lungo e attento processo di selezione che comprende fasi di studio visit e colloqui, i finalisti dell’ottava edizione del Premio sono: Nico Angiuli, Davide Balossi, Giulia Berra, Martina Brugnara, Nina Carini, Federica di Carlo, Andrea Fontanari, Giovanni Gasparro, Silvia Giambrone, Emanuele Giuffrida, J&Peg, Dario Maglionico, Domenico Antonio Mancini, Michele Parisi, Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto.

Durante la cerimonia pubblica di premiazione, il 15 marzo alle 19, la giuria conferisce un premio principale al vincitore, oltre all’acquisizione di un’opera che entrerà a far parte della collezione della Fondazione. Vengono inoltre assegnati due menzioni di riconoscimento a cui seguono una serie di acquisizioni che vanno ad arricchire la Collezione della Fondazione VAF in deposito al Mart.

La mostra è accompagnata da un ricco catalogo, in edizione bilingue tedesco e italiano. 
Dal 14 giugno al 1 settembre, il Premio sarà presentato alla Stadtgalerie di Kiel.


Premio VAF-Stiftung VIII edizione

Primo piano 
16 marzo – 12 maggio 2019


mercoledì 20 febbraio 2019

Le Architetture dinamiche di Kim Dupond Holdt

MADE4ART ha il piacere di presentare ' Architetture dinamiche', mostra personale dell’artista fotografo danese Kim Dupond Holdt (Vojens, 1966) a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, anteprima del progetto artistico che lo spazio milanese presenterà alla nuova edizione della fiera internazionale d’arte dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento MIA Photo Fair di Milano con la curatela di Gigliola Foschi (The Mall, 22 - 25 marzo 2019). 

La serie di opere esposte presso MADE4ART comprende una serie di dettagli di architetture contemporanee caratterizzati da una decisa tendenza verso l’astrazione; l’artista fotografo estrapola dalla staticità delle architetture l’intrinseco dinamismo di linee, forme e colori. Immagini dalla forte valenza estetica, nell’equilibrio delle geometrie e negli accostamenti cromatici, nel congiungersi degli elementi artificiali con gli elementi naturali, con il cielo e con la luce.

Ferro, acciaio, cemento, vetro e altri materiali industriali vengono ritratti dall’obiettivo fotografico di Kim Dupond Holdt per far emergere particolari inaspettati ed evocativi: sono i luoghi dove l’uomo conduce la propria esistenza, edifici che tramite la propria fisicità trasmettono sensazioni, emozioni e ricordi a chi li vive e a chi li osserva. 

L’esposizione presso la sede di MADE4ART, con data di inaugurazione lunedì 4 marzo 2019, rimarrà aperta al pubblico fino al 19 dello stesso mese e proseguirà idealmente a MIA Photo Fair 2019, dove le opere saranno presentate al pubblico nello stand dello spazio d’arte; media partner della mostra Image in Progress. 



  
Kim Dupond Holdt. Architetture dinamiche 
a cura di Vittorio Schieroni, Elena Amodeo 
4 - 19 marzo 2019 
Inaugurazione lunedì 4 marzo, ore 18 
Lunedì ore 15.00 - 18.30, martedì - venerdì ore 09.30 - 13.00 / 15.00 - 18.30 

MADE4ART 
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
Via Voghera 14, 20144 Milano 

www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872 

Media Partner Image in Progress 

lunedì 18 febbraio 2019

BARBIE, la Venere di plastica ha sessant'anni e non li dimostra

In occasione del 60° anniversario della nascita di Barbie, la giornalista Valeria Arnaldi ci propone la sua ultima fatica letteraria " BARBIE, la Venere di plastica", edito da ULTRA e dal 21 febbraio in libreria.

Bella, bionda, amata, capace di ogni impresa. Iconica. Eternamente giovane, Barbie compie sessant’anni. Nata nel 1959 dalla fortunata intuizione di Ruth Handler, moglie del cofondatore del marchio Mattel, per donare alla figlia un gioco che le permettesse di immaginarsi adulta, la doll più famosa dell’universo ha travalicato il mondo del giocattolo per farsi fenomeno di costume. 

Nel 1986 Andy Warhol l’ha portata nel mondo dell’arte, consacrandola immediatamente come icona pop e al contempo di femminilità, alla pari con Marilyn Monroe. Bellissima e glam sin dal suo debutto, Barbie è via via molto mutata, per adattarsi alle richieste della società e farsi testimone del suo tempo. Se le prime bambole nascono in costume da bagno, mettendo subito in mostra la rivoluzione di quel corpo da pin up, le successive studiano il look e il guardaroba, guardando direttamente alle sfilate di moda, almeno fino a quando non saranno proprio gli stilisti a ispirarsi a Barbie, modella perfetta nel fisico e nel sorriso, senza capricci da “top”.

Tra storia e sociologia, moda e arte, un ritratto di Barbie come non è mai stato fatto, nel tentativo di scoprire l’“anima” di questa Venere di plastica, che ha sedotto il mondo e, al contempo, lo ha diviso.


Valeria Arnaldi 
Laureata in Scienze Politiche, è giornalista professionista. Scrive su quotidiani e mensili italiani e stranieri. Tra i suoi libri più recenti: Chi è Banksy? E perché ha tanto successo?; Chi è Obey? E perché fa tanto discutere?; Tina Modotti hermana; Gli amori di Frida Kahlo.

Cura mostre di arte contemporanea in Italia e all’estero: ha collaborato con Commissione Europea, Unar-Presidenza del Consiglio, Regione Lazio, Provincia di Roma, Roma Capitale. Ha ideato e curato C’era una volta… primo festival di Family Artentainment di Roma Capitale. Per Ultra ha pubblicato, tra gli altri, Audrey – Mito e icona, In grazia e bellezza – L’evoluzione della donna secondo Disney, Bomba sexy – Storia e mito della femminilità a cavallo del millennio, Lego e altri giocattoli – Le idee che l’arte ha “rubato” ai bambini.



BARBIE, la Venere di plastica
di Valeria Arnaldi
Ultra ICON
pp. 128
€ 19,50

in libreria dal 21 febbraio 2019

venerdì 15 febbraio 2019

Io sono Birgit Jürgenssen

Io sono. è la prima grande retrospettiva che un’istituzione museale italiana dedica a Birgit Jürgenssen (Vienna, 1949-2003), tra le più importanti e sofisticate interpreti dell'avanguardia femminista internazionale.

La GAMeC rende omaggio a questa straordinaria e ancora poco valorizzata artista ospitando un progetto espositivo, a cura di Natascha Burger e Nicole Fritz, nato in stretta collaborazione con Estate Birgit Jürgenssen, Kunsthalle Tübingen (Germania) e Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk  (Danimarca).

Raffinata interprete delle istanze del suo tempo, Birgit Jürgenssen ha attinto ai linguaggi del Surrealismo per trattare convenzioni sociali, sessualità, canoni di bellezza e rapporti tra i sessi con un linguaggio ironico e un umorismo sovversivo che ha spesso coinvolto l’immagine dell’artista stessa. Il corpo messo in scena non è mai ostentatamente esibito, quanto piuttosto celato e poi svelato attraverso l’uso di maschere, inserti, materiali naturali, quasi delle estensioni, o protesi, utili a scandagliare le profondità psicologiche ed emotive del femminile.

Articolata in sei sezioni, Io sono. offrirà uno spaccato esaustivo sulla produzione dell’artista austriaca attraverso oltre 150 lavori realizzati in quarant’anni di ricerca, tra disegni, collage, sculture, fotografie, rayogrammi, gouache e cianotipie.

Il percorso espositivo occuperà tutte le sale della Galleria, dai disegni dell’infanzia, firmati “BICASSO”, ai lavori più maturi, di grande formato, passando attraverso i giochi linguistici e letterari, che raccontano la contaminazione tra narrazione e rappresentazione, fino a focalizzarsi, nella parte centrale, sui due grandi temi che contraddistinguono la ricerca dell’artista: il genere e la natura.

L'opera di Birgit Jürgenssen assume un nuovo significato nel nostro presente: in un momento storico in cui assistiamo alla rimessa in discussione di principi e diritti fondamentali e a una progressiva banalizzazione delle questioni legate al femminile e, più in generale, all'identità di genere, il suo approccio non rigidamente ideologico ma più radicato nella sfera individuale e intima infonde nuova concretezza al potere emancipatorio dell'arte.


IL CATALOGO
Accompagna la mostra un catalogo monografico, edito da Prestel, con contributi di Patricia Allmer, Michael Bracewell, Louisa Buck, Natascha Burger, Maurizio Cattelan, Melissa Destino, Marta Dziewańska, Heike Eipeldauer, Nicole Fritz, Lorenzo Giusti, Jessica Morgan, Marta Papini, Gabriele Schor, Jasper Sharp, Abigail Solomon-Godeau, Ninja Walbers.

PUBLIC PROGRAM E ATTIVITÀ COLLATERALI
In occasione della retrospettiva il Public Program, la piattaforma di incontri aperti al pubblico nata dalla collaborazione con l’Accademia di belle arti G. Carrara, affronterà tematiche di genere coinvolgendo filosofi, storici e studiosi del movimento femminista,artisti e letterati. Parallelamente, i Servizi Educativi della Galleria proporranno un ricco programma di laboratori, sia per bambini sia per adulti, volti a riflettere sul tema dei ruoli nella società e a favorire l’interazione e il dialogo tra i generi.



Immagine:
Ohne Titel / Senza titolo, 1972 (part.)
Estate Birgit Jürgenssen

Courtesy Galerie Hubert Winter, Vienna
© Estate Birgit Jürgenssen by SIAE 2019

martedì 12 febbraio 2019

Eco. Opere di Enrica Borghi al Castello Visconteo Sforzesco di Novara

Un bilancio più che positivo chiude al Castello Visconteo Sforzesco di Novara la mostra antologica Eco. Opere di Enrica Borghi. In quasi tre mesi di apertura sono state registrate più di 12.000 presenze, di cui oltre il 60% in arrivo da fuori Novara.

Un risultato confermato anche dall’ottimo riscontro e numero di testate giornalistiche ed emittenti televisive, locali e nazionali, che si sono occupate della mostra, così come dagli oltre 200 studenti che hanno partecipato ai laboratori e workshop.

Enrica Borghi è artista ben nota a livello nazionale e internazionale, con all’attivo personali e collettive al Castello di Rivoli, alla GAM di Bologna, al MAMAC di Nizza, al Musée des Beaux-Arts di Bordeaux e all’Estorick Collection di Londra. Il suo è un importante percorso artistico iniziato negli anni Novanta che prende vita da materiali che la società rifiuta e scarta. Un percorso, come quello proposto a Novara, che è un invito a riflettere sul perché gettare qualcosa che può rinascere, rivivere e trasformarsi in bellezza e opera d’arte.

“La mostra – commenta con soddisfazione il sindaco di Novara Alessandro Canelli – è stata un successo di pubblico ed è stata anche un successo per la nostra città che è stata valorizzata dall’evento e che ha potuto valorizzare il lavoro di un’artista novarese caratterizzato da una creatività innovativa e particolare. I riscontri e il gradimento da parte dei visitatori sono stati più che positivi, anche perché l’arte di Enrica Borghi non è stata semplicemente portatrice di un messaggio di bellezza, ma è stata anche un’occasione di riflessione sui temi e sulle problematiche ambientali che riguardano i materiali di scarto, che da materiale del quale liberarsi possono diventare oggetto di un riuso originale che, trasformandoli, riesce a conferire loro una nuova vita”.

Anche Maria Rosa Fagnoni, Presidente dell’Agenzia Turistica Locale della Provincia di Novara, si dichiara molto soddisfatta: “È stato raggiunto un ottimo risultato per il numero di visitatori, moltissimi da fuori Novara e anche parecchi stranieri. La concomitanza con la mostra Ottocento in Collezione ha fatto sì che il Castello offrisse una ricca proposta culturale, portando flussi continui di turisti sulla città e quindi uno sviluppo all’economia turistica novarese. Inoltre il Castello si è dimostrato un luogo adatto a ospitare la mostra Eco in un suggestivo dialogo tra le antiche mura tardo medievali e le opere contemporanee esposte, aprendo quindi la strada a future esposizioni d’arte contemporanea”.

L’antologica è stata curata da Lorella Giudici: “Una mostra di grande successo, visitata da migliaia di persone e capace di comunicare con tutte le generazioni”.

È stata davvero una bella occasione, – aggiunge Enrica Borghi – si è creato un dialogo fecondo e originale tra il mio lavoro e gli spazi della mostra. Un connubio tra materiali molto diversi e distanti tra loro: le antiche pietre del castello e la plastica. Senz’altro la soddisfazione e il successo di Eco sono frutto dell’ottimo lavoro di squadra tra ATL, Comune, ASSA, Italgrafica, Asilo Bianco e Fondazione Castello di Novara”.

La mostra è stata organizzata dalla Città di Novara in collaborazione con Castello di Novara, Agenzia Turistica Locale della Provincia di Novara, Associazione Culturale Asilo Bianco, con il patrocinio della Regione Piemonte e con il contributo di Fondazione Cariplo, ASSA e Italgrafica.



www.enricaborghi.com

lunedì 11 febbraio 2019

Rossetti Design Park all’insegna dell’amore

Da lunedì 11 a domenica 17 febbraio, approda al Museo delle Culture il Rossetti Design Park, un'installazione en plein air dell’artista e designer Stefano Rossetti, che per sette giorni animerà il cortile esterno del Museo accogliendo i visitatori con opere artistiche e di design, all’insegna dell’amore in tutte le sue declinazioni, e che sarà al centro di una grande festa il 14 febbraio, proprio in occasione di San Valentino.

Una costante atmosfera onirica caratterizzerà il Rossetti Design Park, a cominciare da una monumentale opera gonfiabile alta ben 16 metri, il “Big man” dal cuore luminoso, che saluterà tutti all’ingresso con il suo messaggio d’amore.

Attraverso il simbolo universale del cuore, il Rossetti Design Park invita il pubblico a donare amore, in tutte le sue possibili forme. L’invito trova la sua sintesi visiva in un gesto di grande impatto, tanto elementare quanto rivoluzionario, perché permette di costruire ponti tra le persone, in perfetta antitesi con l’indifferenza che invece alza muri e chiude le porte alla condivisione.

In una chiave accessibile a tutti, il Rossetti Design Park ci ricorda che ognuno di noi ha energia positiva da mettere in circolo nel mondo: per poter stare dalla parte dell’umanità, è necessario dire “I CARE” (mi interessa, mi sta a cuore), seguendo un motto che ha una grande storia di militanza civile. Tutto il set concepito da Stefano Rossetti mette in evidenza questi valori e punta a suscitare nei singoli visitatori una presa di coscienza interiore che è in grado di diventare un fatto collettivo: avere cura degli altri genera un circolo affettivo che si autoalimenta e si propaga con l’interazione tra le persone, diventando un antidoto all’indifferenza.

Ecco perché la sede del Rossetti Design Park non poteva che essere il MUDEC, che ha a cuore e racconta le culture del mondo e gli infiniti strumenti di espressione della natura artistica umana.

Presso il Design Store sarà in vendita una collezione di “oggetti di compagnia” in edizione limitata, pensati per chi ama circondarsi di forme nuove e divertenti.

Il Rossetti Design Park al MUDEC sarà una grande festa pop lunga una settimana basata sulla partecipazione del pubblico che la vive e avrà il suo momento clou nella serata di San Valentino, giovedì 14 febbraio a partire dalle ore 19:30 con un “aperitivo a tema” presso il Bistrot del Museo. A San Valentino si potrà anche visitare le mostre in corso con un biglietto speciale: : chi si presenta con una seconda persona (di qualsiasi sesso) accederà con un biglietto a 20 euro (anziché 24 euro) valido per le mostre “A visual protest. The art of Banksy” e “Paul Klee. Alle origini dell’arte”, mentre per la mostra di Steve McCurry “Animals” l’ingresso valido per due persone sarà di 14 euro (anziché 20 euro).

Anche lo sponsor ufficiale del MUDEC Gruppo Koelliker celebra l’amore dal 9 al 16 febbraio con un’edizione speciale della SsangYong Tivoli, che per San Valentino ha pronta Tivoli I LOV IT, una Special Edition della serie K-Collection personalizzabile nel tetto, spoiler e calotte degli specchietti con i colori dell’amore Red I LOV IT, Galaxy Green, Orange Pop e Dandy Blue. La macchina sarà in esposizione al MUDEC per tutta la durata di MUDEC IN LOVE.

About

Designer e artista, Stefano Rossetti vive e lavora a Milano. Nella sua arte dà forma a un mondo altro, a una dimensione in cui tutto è simbolo in una sintesi narrativa di archetipi e immaginario contemporaneo. Il suo Design Park è stato protagonista di eventi di grande successo, che hanno coinvolto un vasto pubblico grazie al loro forte impatto visivo ed emotivo.





giovedì 7 febbraio 2019

KOSMOS. Gianmaria Potenza. L’Ordine delle Forme

Sabato 9 febbraio 2019 alle ore 17.00 Art Commission in collaborazione con il Museo di Sant’Agostino di Genova, presenta la mostra personale di Gianmaria Potenza dal titolo
 
KOSMOS. Gianmaria Potenza. L’Ordine delle Forme
La mostra, curata da Virginia Monteverde, si sviluppa nei vari piani del Museo. Sono oltre cento le opere del maestro veneziano esposte: bronzi, vetri, marmi, fino alle sue ultime sperimentazioni con vetro e polistirolo.
 
“Ogni opera è un alfabeto di simboli in movimento dove le rigide geometrie del quadrato, del cerchio, e del triangolo, sfidano la sfera, la spirale e la piramide; giocano, si intrecciano, e si uniscono, creano nuove regole per costruire sofisticate architetture dal sapore fantastico.” (Bettina Bush)
 
E’ come dare nuova vita a un’antica rotta - da Venezia a Genova - la mostra che si tiene nel Museo di Sant’Agostino. Ravviva un legame che fu, non lo nascondo, anche molto conflittuale e che comunque marcò i secoli dal Medioevo in poi. Un legame liquido, e quindi mutevole; a volte aspro e corrucciato, a volte placido e scorrevole. Un legame fatto anche di scambi culturali, che sono quelli che in questa sede più ci interessano, senza però dimenticare che con uomini e merci viaggiano anche le idee.” (Adelmo Taddei, conservatore del Museo di Sant’Agostino)

La mostra rimarrà allestita fino al 10 marzo, visitabile da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00.
Catalogo mostra edito da Liberodiscrivere per la collana d’arte Art Commission
 

info Mostra: artcommissionevents@gmail.com 
info Museo: museosagostino@comune.genova.it Tel. 010 2511263 

domenica 3 febbraio 2019

La Passione di Paolo Crepet raccontata al Teatro Duse di Genova

A partire dal suo ultimo libro Passione (Mondadori), Paolo Crepet, lo psicologo italiano più amato, lunedì 11 febbraio alle ore 20.30 sul palcoscenico del Teatro Duse (Genova, Via Nicolò Bacigalupo 6), accompagnato dalle letture di Giorgio Scaramuzzino, ci condurrà nei sensi più profondi e reconditi della passione, ripercorrendo curiosi aneddoti ed episodi paradigmatici attinti dalla propria esperienza esistenziale e professionale. Un invito provocatorio a non arrendersi al fluire ineluttabile delle cose, a perseguire con ostinazione ed entusiasmo le proprie aspirazioni, e riappropriarsi con coraggio della forza più potente che ci rende liberi e vivi.

“Ci si illude che l’esistenza possa scorrere senza strappi”, complici le nuove tecnologie digitali, che, agendo da rallentatori cognitivi ed emotivi, rendono tutto apparentemente fruibile e fattibile senza sforzo. Ma la nostra vita, irriducibilmente ambigua, duale, incoerente, non è nulla senza passione.

Talvolta temuta, repressa o negata, la passione è una forza invincibile cui non ci si può, non ci si deve sottrarre. Moto perenne, seducente tormento, fonte di gioia e di patimento, compassione e turbamento, sublime piacere e lacerante dolore, la passione è vita, è la sfida lanciata al mondo e a se stessi. È l’assoluta fedeltà al sogno, è creatività e immaginazione, è lo slancio verso un oltre carico di possibilità. È l’insubordinazione dell’animo che sfida i codici correnti, è quell’inossidabile entusiasmo che anima ogni nostro gesto, pensiero, progetto. Passione è lacerazione ma anche rinascita; in eterno conflitto con la ragione, rifugge compromesso e mediazione, non si posa mai, emigra da un’esperienza all’altra, senza requie, come il battito del cuore o il moto del respiro.


Incontro organizzato da Mondadori e Festival della Comunicazione. Ingresso libero.