giovedì 30 agosto 2018

L'ironia di Pino Procopio in mostra a Palazzo Palmieri

Si inaugurerà il 30 agosto 2018, a Trani, presso Palazzo Palmieri , la mostra personale del Maestro Pino Procopio che porterà i visitatori in un viaggio nel mondo fantastico del movimento, della irrealtà e della introspezione.

"Mi piacerebbe esordire chiedendo fantasticamente ad un bambino cosa risalta all’occhio se osserva una opera del Maestro Pino Procopio. Mi risponderà prontamente che è attratto dal colore. Se a quel bambino chiedo di far posto all’adulto e gli porgo la medesima domanda, quell’adulto mi risponderà che ciò che risalta sono delle figure colorate, dettagliando quindi la qualificazione più semplice data dal bambino.

Ebbene, tutti i soggetti interpellati allora, saranno concordi – ciascuno con il proprio linguaggio precipuo e peculiare – nel ritenere che ciò che vedono non è banale.

Sarà chiaro che la rappresentazione contenuta in quei ginecei colorati e profondamente multicromatici fatti di linee, figure e tinte vistose ed accecanti non potrà che dare diretto sfogo alla ironia. Una ironia che è il filo conduttore dell’estro creativo del Maestro e che è capace di spingere l’uomo a guardare il mondo come se fosse un bambino. Ciò qualificherà le figure distorte e deformate, frutto di una lente di ingrandimento su di una vita quotidiana legata alle regole dell’egoismo e della sopraffazione, ove il leone appare innamorato ma esprime questo sentimento accecante ed annientante insieme, in modo diverso dal capitano che osserva la sua sposa lasciva ed oscena in una immagine di inizio secolo allorquando, il bianco e il nero erano già strabilianti per il loro dinamismo che diventerà presto colore. Immagini che non hanno un tempo e che non hanno uno spazio come se si librassero senza confini e senza età a testimoniare una produzione d’arte che appassiona riflettendo sentimenti di grande ilarità ma anche di indagine intima nelle storture del mondo; immagini che saranno più spigolose se dirette alla descrizione dell’universo incontaminato dei cattivi pensieri sdentati e pungiformi e più ampollose e curve allorquando ci faranno godere della fotografia di un sentimentalismo schietto e vivace, tipico di menti aperte e profondamente anticonformiste.

Una opera del Maestro Pino Procopio riempie: una stanza, un muro, un luogo, un mondo, una vita, una giornata. Proietta quelle immagini che a primo impatto possono sembrare strane e insignificanti in un contesto fatto di storie, desideri e obiettivi anche di carattere sociale, popolare e profondamente moderno. La sua chiave di lettura è data dall’ironia, dall’umorismo e dal dinamismo che trasportano l’uomo comune nel mondo onirico, nel mondo dei sogni di ognuno. Sogni che possono essere incubi deformi del vivere quotidiano fatto di razzismo, consumismo, amori virtuali ma sempre espressioni di vita: la medesima vita di ogni uomo che, comunque, è stato un bambino!" 



Pino Procopio
Mostra Personale dal 30 agosto al 9 settembre 2018

Palazzo Palmieri
Piazza Trieste 8 - Trani

Inaugurazione giovedì 30 agosto ore 19,30 con la presenza del Maestro

martedì 28 agosto 2018

Alla Kasa dei Libri sbarca un mito: Claudia Cardinale.

Uno vero, di quelli che ancora oggi rappresentano un immaginario collettivo femminile conosciuto e condiviso da tutti. A partire dal 14 settembre, infatti, in Largo De Benedetti inizia una mostra dedicata a Claudia Cardinale, una delle poche vere dive rimaste nel cinema italiano. Se ne è occupato in persona il padrone di Kasa, Andrea Kerbaker, felice di tornare a una delle sue passioni d’origine, il cinema, sul quale si era anche laureato in tempi non sospetti.

Ma perché proprio la Cardinale? E che c’entra l’indomabile Angelica del Gattopardo con il mondo dei libri? C’entra, c’entra, perché la carriera cinematografica della attrice di origine nordafricana (è nata a Tunisi nel 1938) si è incrociata in moltissime occasioni con la nostra narrativa maggiore, attraverso l’interpretazione di alcune delle più celebri figure femminili di quei libri. Oltre ad Angelica, infatti, la Cardinale è stata la ragazza di Bube, da Carlo Cassola, la Carla degli Indifferenti, da Moravia, Rosa Nicolosi, pericolosamente coinvolta nella sparizione del marito nel Giorno della civetta da Leonardo Sciascia, la Iduzza Ramundo della Storia di Elsa Morante o la Assuntina del Maledetto imbroglio, riduzione cinematografica del Pasticciaccio di Gadda. E ancora, ha interpretato Senilità, dal romanzo di Svevo, La pelle, da Malaparte, o l’Enrico IV dal dramma di Pirandello. Il tutto con la direzione di registi come Visconti o Fellini, (in 8½), Liliana Cavani, Marco Bellocchio,Luigi Comencini, Mauro Bolognini o Pietro Germi, e incrociando variamente i principali scrittori dell’epoca, da Pasolini - che le dedica le parole del titolo della mostra - a Moravia, autore di un celebre libro-intervista su di lei.

È nata così la mostra Claudia Cardinale. Quel viso di umile, di gatta, e così selvaggiamente perduta… che inaugura giovedì 13 settembre alle 18 e prosegue fino al 12 ottobre, con apertura tutti i pomeriggi, sabato e domenica inclusi. Un percorso che presenta materiale multimediale - musiche e spezzoni di film - e ovviamente cartaceo come manifesti, locandine, fotobuste, libri in edizioni originali, riviste italiane e internazionali, fotografie, sceneggiature straniere. Materiale che è stato reperito in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, e spesso in Italia non è mai stato esposto.

Attraverso questa varietà di oggetti, si testimonia ampiamente un periodo ricco della nostra cultura, quando cinema e letteratura convivevano e collaboravano strettamente: quasi trent’anni unici, che hanno visto registi e scrittori stretti da legami d’amicizia, in un’epoca che congiungeva Visconti e Testori per Rocco e i suoi fratelli del 1960, tratto dal Ponte della Ghisolfa, mentre Pasolini sceneggiava Il Bell’Antonio, da un romanzo di Vitaliano Brancati, o La ragazza con la valigia (1961) per Zurlini. E la Cardinale sempre tra loro.

Una delle testimonianze più curiose del legame tra letteratura e cinema è un libro intervista del 1963 firmato da Moravia, che inizia in questo modo: “Cara Claudia, io adesso le farò una intervista un po’ particolare. Lei deve accettare di essere ridotta a oggetto. (…) Non voglio sapere le sue opinioni sulla politica, sull’amore, sull’arte, sulle donne, sugli uomini, sull’Italia…” Claudia Cardinale quindi domanda, “E che cosa mi distingue, allora?”, lo scrittore risponde: “Ciò che lei è come oggetto diverso da tutti gli altri, in termini di ciò che lei è come apparizione”. 

In verità, la Claudia Cardinale che emerge da questa mostra è tutto, tranne che un oggetto. Come dice Pasolini nella primissima recensione a Un maledetto imbroglio nel dicembre del 1959, il mondo è “un posto dove sono tutti uomini, maschi. Però si parla sempre di donne”. E la donna al centro è Claudia Cardinale.

Dopo un ingresso gremito di libri sull’attrice dai suoi esordi a oggi e manifesti di alcuni film culto come la Pantera Rosa, la mostra si organizza in tre sale espositive: Sala Visconti, Sala Romanzi, e Sala Morante-Moravia, allestite da Matteo Ferrario e Salvatore Virgillito. In Sala Visconti trova posto ovviamente Il Gattopardo del ’63, da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Palma d’oro a Cannes, rappresentato dalla locandina originale incistata nel pavimento della Kasa, e da una messe di riviste internazionali tra  cui  spicca  la  prestigiosissima  Life,  con  la  Cardinale  in copertina. C’è poi Vaghe stelle dell’Orsa, titolo tratto dall'incipit delle Ricordanze, uno dei canti di Giacomo Leopardi, dove la Cardinale interpreta la sensuale Sandra – il film vince il Leone d’Oro a Venezia nel 1965. Ma al festival del cinema l’attrice e Visconti   erano   già   stati   in   occasione   della   loro   prima collaborazione, in Rocco e i suoi fratelli, del 1960. Infine uno degli ultimi film di Visconti, Gruppo di famiglia in un interno (’74) per cui la Cardinale, che interpreta un cameo, passa solo una giornata sul set e viene descritta dal macchinista Giorgio Treves con dovizia di particolari nel libro del film presente in mostra: “La Cardinale in un attillato vestito da sposa, color champagne chiaro, sembra la materializzazione della giovinezza felice e piena di slanci entusiastici”.

Per tutti gli anni Sessanta, la Cardinale mette a segno un successo dopo l’altro, scegliendo sempre i ruoli giusti e partecipando anche a film molto legati alla narrativa come Il giorno della civetta, tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia, con cui si apre la Sala Romanzi. Il problema della prostituzione a cavallo delle due guerre, che viene raccontato nella Viaccia, tratta da un libro di fine Ottocento con sceneggiatura firmata da Vasco Pratolini; oppure l’idea di identità e follia dell’Enrico IV di Pirandello, diretto da Bellocchio nel 1984, in cui la Cardinale interpreta l’ancora bellissima Matilde. E poi il legame con Carlo Cassola, testimoniato anche dalla copia originale dell’Espresso che ritrae attrice e scrittore insieme in occasione del premio Strega 1960 vinto dalla Ragazza di Bube. Nella Sala viene esposta anche la prima edizione del libro accanto alle edizioni successive, a raccontare il passaggio dalla prima immagine iconica della protagonista, da un quadro di Zandomeneghi alla Cardinale, che dal film in poi occuperà stabilmente la copertina del romanzo. Letteratura e cinema in quel periodo vivono una stagione particolare, ricca di scambi, contaminazioni, incontri, come quello tra l’attrice e Pier Paolo Pasolini, nato sul set di Un maledetto imbroglio (1959) tratto da Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, consolidato con La ragazza con la valigia e Il bell’Antonio, sceneggiati da Pasolini e dove Claudia Cardinale è protagonista assoluta. Anche di tutti questi film sono presenti abbondanti materiali d’epoca.

La terza sezione in mostra è dedicata ad Alberto Moravia ed Elsa Morante: nella sala omonima il pubblico ritroverà l’intervista dello scrittore già citata, così come la locandina originale e un disco a 45 giri con la colonna sonora del film I delfini, sceneggiato dallo stesso Moravia, con la Cardinale protagonista. Nella stessa sala i visitatori troveranno la prima edizione originale degli Gli indifferenti, pubblicata nel 1929, e Claudia Cardinale nelle vesti di Carla, a solo qualche anno di distanza dal primo incontro con lo scrittore (1964).

Passano più di due decenni, invece, prima della versione per la televisione della Storia, una dei ruoli più drammatici di Claudia Cardinale, diretta da Luigi Comencini che decide di sceneggiare nel 1986 il romanzo di Elsa Morante, pubblicato nel 1974. Di questo, in mostra, la prima edizione, che su desiderio dell’autrice venne venduta alla cifra molto contenuta di 2mila lire per renderla accessibile al pubblico più vasto. La trasposizione per la televisione di dieci anni dopo conferma l’idea di una narrativa italiana capace di raccontare la storia del nostro Paese anche attraverso il volto di un’attrice simbolo della cultura popolare.

Per tutta la durata della mostra la Kasa dei Libri organizzerà dei laboratori per le classi delle scuole superiori durante i quali i ragazzi lavoreranno su alcuni dei testi più celebri della letteratura italiana, già interpretati da Claudia Cardinale, e cercheranno di adattare dialoghi e tematiche all’attualit




Kasa dei Libri
Largo De Benedetti, 4 20124 Milano
02.66989018 - mostre@lakasadeilibri.it
Lunedì - domenica 15-19 @kasalibri


@kasadeilibri
UFFICIO STAMPA
Maria Chiara Salvanelli  @kasa_dei_libri email mariachiara@salvanelli.it

mob +39 333 4580190

venerdì 24 agosto 2018

“Amnesie” dell’artista Fabio Gismondi

Venerdi 24 Agosto, alle ore 19,00, a Perugia, in Borgo d’Oro, via della Cera 7, alla “Galleria A +A” verrà inaugurata la straordinaria mostra “Amnesie” dell’artista Fabio Gismondi alla presenza delle autorità cittadine.
La mostra sarà presentata dal critico Pino Bonanno, con interventi musicali al sax di Emiliano Gismondi e durerà dal 24 Agosto al 30 Settembre 2018.

Nel saggio, La fine della cultura, Eric Hobsbawm prendeva posizione contro la “dimenticanza” nell’era digitale, in cui c’è sempre più informazione e la memoria è importante perché l’amnesia è nel cuore di questa rivoluzione.
La memoria corrisponde alla nostra identità e permette di ritrovare sempre le nostre radici, ma anche il senso della nostra appartenenza in un periodo storico in cui la globalizzazione tende ad appiattire senza più riconoscere percorsi culturali, processi storici, dialettiche e confronti.

La perdita temporanea di memoria, appunto, l’amnesia, è perdita della memoria dell’ intimo, di tutto ciò che ci ha nutrito e fatto crescere in un percorso culturale che è sempre storia di noi stessi, delle nostre relazioni.

Fabio Gismondi, artista curioso e mai sazio di ricercare la faccia oscura della conoscenza è consapevole che i nostri percorsi intellettivi e umani spesso sono sottratti al nostro controllo mnemonico e anche le presenze significative della nostra vita culturale, per ragioni spesso sottrattive dal potere esterno a noi, subiscono una dura “erosione della memoria” e tutto momentaneamente si nasconde e prende forma evanescente di dimenticanza, di assenza.
Gismondi non accetta questa dura realtà e reagisce con veemenza e freschezza immaginativa, rendendo sempre reale e contestativo ciò che è stato il nostro riferimento culturale in epoche diverse della nostra vita. Rifugge l’oblio e ancor più l’oscuramento momentaneo dei nostri ricordi, della nostra memoria. Ripropone nelle sue opere, con vibrata forza cromatica, da pittore che conosce bene le tecniche moderne della composizione artistica, le icone della nostra cultura. I personaggi esplorati, al di là della loro notorietà storica, vengono analizzati attraverso uno scavo psicologico che li rappresenti con colori incisivi, in cui prevalgono le tonalità calde per rimandarci a un rapporto più “carnale”, più emotivo, più contestativo e in cui la loro “espressione mimica, la giustapposizione dei toni complementari fa sì che il consueto diventi nuovo, il già visto originale, il noioso divertente”. 

I soggetti scelti a rappresentare l’urgente recupero di una identità inamovibile dal tempo, non sono mai selezionati casualmente, ma compongono uno scenario “teatrale di memoria” posto e realizzato magistralmente dalla sua sensibilità espressiva affinché si rivolga sempre a presenze speciali, che in qualche modo hanno colpito il suo interesse culturale e diventino strumento di messaggi importanti, da coinvolgere l’osservatore. Le sue opere sono il frutto di un percorso colto, intellettualmente stimolante, costruite con una dialettica espressiva dalla essenzialità cromatica molto significativa, che vede prevalere le sfumature tonali della gamma dei rossi, il colore della “umoralità”, delle forti emozioni e dell’interiorità per accentuare la portata concettuale della struttura compositiva. Gli accostamenti delle altre sfumature di blu, di bianco e nero si accorpano e si fondono per conferire eleganza raffinata all’impianto, ma soprattutto una sollecitazione critica per guardare la vita con più forza interiore. 

Le opere di Fabio Gismondi, infine, sono connotate da una forte caratterizzazione espressiva dei personaggi. La loro struttura è sempre contaminata da interventi segnici, strappi rotelliani, sulla base di elaborazioni fotografiche digitali che caratterizzano la definizione figurale. Nella semplificazione delle soluzioni estetiche l’artista raggiunge esiti di grande suggestione. Progetta e realizza le opere, seguendo un proprio estro genuino e affidandosi ad una vibrante creatività indirizzata e canalizzata da schemi preparatori e intenti propositivi, sempre ben congeniati. Le opere prendono origini da un attento spirito di osservazione e ricerca e sono improntati ad una narrazione di matrice figurale, ma che contiene interessanti contaminazioni comunicative di provenienza informale e dalla simbologia dell’arte popolare. 


Artista : Fabio Gismondi
Inaugurazione: Venerdi 24 Agosto 2018 ore 19, 00

Sede Espositiva: “Galleria A + A”, via della Cera, 7, Perugia

Durata della manifestazione: 24 Agosto – 30 Settembre 2018

Curatore e presentatore dell’evento: Pino Bonanno 

Orario: Tutti i giorni, 15, 30 –19,30

Segreteria Organizzativa: E20 Gaia - e-mal: info@artfarmgaia.it - tel.+39.347.3652984 

lunedì 20 agosto 2018

Un' Ape Regina al Palazzo dell'Emiciclo de L'Aquila

A cura di Giancarlo Costanzo, il progetto “Ape Regina” - dal 20 al 31 agosto 2018 presso il Palazzo dell'Emiciclo a L'Aquila -  contempla quattro piramidi di legno compensato, le cui facce triangolari, aventi basi di 65 cm e altezze di 152 cm, ospiteranno le opere degli artisti Sandro Bartolacci, Toni Bellucci, Tommaso Cascella, Giancarlo Costanzo, Marjan Fahimi, Claudio Fazzini, Ferruccio Gard, Cleonice Gioia, Pierpaolo Mancinelli, Enrico Manera, Gian Ruggero Manzoni, Shuhei Matsuyama, Claudio Pantana, Monica Rafaeli, Gualtiero Redivo, Franco Summa.



Ape Regina
PALAZZO DELL’EMICICLO - CONSIGLIO REGIONALE DELL'ABRUZZO
L'Aquila - dal 20 al 31 agosto 2018

giovedì 16 agosto 2018

Poesie per l' Estate .

Estate 

La terra è secca, ha sete
e si spacca.

Sui labbri dei crepacci
le lucertole arroventate
corrono in fiamme.

Le stelle cadono accese
Per bruciare il mondo,
ma nessuno tende le mani per abbracciarle
e si smorzano, tuffandosi nel buio.

La carne cerca nelle carni
le sorgenti
e trova gli occhi
che si schiudono come fiori.

E la sonagliera dei grilli,
la notte,
ci porta incontro al sole
che ci trafiggerà
con le sue mille frecce.

Aspetto che finisca
e nell’attesa
mi sento abbacinato
come un foglio bianco
su cui picchi il sole.

La terra è secca, ha sete
e la notte è nera e perversa.
Cristo, dalle da bere,
ché vuol peccare
e farsi perdonare.


Scipione




Gino Bonichi (1904-1933), noto come Scipione (nell'immagine un suo autoritratto) fu pittore di spicco della Scuola Romana.  Nato a Macerata, cresciuto a Roma fin da giovane, tra il 1929 e il 1930 realizza i suoi lavori più significativi. In quegli stessi anni scrive dieci liriche che lo riportano come il poeta italiano più eccentrico e limpido del secolo scorso. Poesie che nel 2017 sono state riproposte dall'editore Raffaelli (con una prefazione di Davide Brullo), nel libro "Le stelle cadono accese", accompagnandole con riproduzioni a colori di dieci sue celebri opere pittoriche.  

Morì di tubercolosi, a 29 anni, nel sanatorio di Arco, in Trentino.

lunedì 13 agosto 2018

I colori dell'estate 2018


Se prendo il verde non vuol dire che intendo dipingere l’erba, e se prendo il blu non significa che dipingerò il cielo. Il colore esprime lo stato d’animo dell’artista.”
(Vasily Grossman)

Sento che vi domandate: cosa vuol dire essere un colore? Il colore è il tocco dell’occhio, la musica dei sordi, un grido nel buio.
(Orhan Pamuk)

A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni.
(Alessandro Baricco)
 

Per me i colori sono degli esseri viventi, degli individui molto evoluti che si integrano con noi e con tutto il mondo. I colori sono i veri abitanti dello spazio.
(Yves Klein)

Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori.
(Cesare Pavese)

Lasciami, oh lasciami immergere l’anima nei colori; lasciami ingoiare il tramonto e bere l’arcobaleno.
(Khalil Gibran)

Quando non ho più blu, metto del rosso.
(Pablo Picasso)
Gli artisti possono colorare il cielo di rosso perché sanno che è blu. Quelli di noi che non sono artisti devono colorare le cose come realmente sono o la gente penserebbe che sono stupidi.
(Jules Feiffer)


sabato 11 agosto 2018

Painted Papers Between Stones

All’interno delle storiche mura della Torre Saracena, nel centro storico del Comune di Deiva Marina (SP), dall'undici al 26 agosto 2018 e in collaborazione con la Galleria Pirra di Torino, Andrea Pescio presentarà la mostra 'Painted Papers Between Stones'.

Il percorso espositivo mostrerà il sapiente uso di più tecniche, dalla penna Bic all’acquerello, su supporti che vanno dalla carta alla tela e al tessuto. Oltre ad alcuni pezzi esposti in occasione della partecipazione all’ultima edizione della Biennale di Venezia, ospite nel padiglione della Repubblica di San Marino, la mostra raccoglie principalmente l’ultima produzione di Pescio di acquerelli dalla cifra figurativa. Infatti, l’apparente contrasto che si prefigura dal titolo, si risolve in un’armonica fusione tra la leggerezza e la fragilità della carta dipinta e la durezza modellata delle pietre, elemento fondamentale delle architetture a scopo difensivo. L’evoluzione artistica di Andrea Pescio rivela la capacità di coniugare con naturalezza la padronanza tecnica, l’impulso creativo e l’intenzione intellettiva, dimostrando un eclettismo manuale in armonia con quello onirico. 


Andrea Pescio – Painted Papers Between Stones
TORRE SARACENA
Deiva Marina (SP) - dall'undici al 26 agosto 2018
Via Antonio Gramsci 11 (19013)

mercoledì 1 agosto 2018

A Cuor Leggero

Da mercoledì 1 a mercoledì 15 agosto le sale dell'Ex Conservatorio Sant'Anna di Lecce ospiteranno la mostra A Cuor Leggero dell'artista salentina Emilia Ruggiero, a cura di Lorenzo Madaro. Realizzata in collaborazione con l'Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo e Coolclub e con il supporto dell'azienda vinicola Tenuta Marano, la mostra sarà inaugurata mercoledì 1 agosto alle 20 e resterà aperta tutti i giorni (10/13 e 18/21 - week end e festivi 18/21). Durante la serata si esibirà il musicista, fisarmonicista e compositore francese Emmanuel Ferrari.

"Volti, vite, sguardi, espressioni, attimi sgargianti. E interni dagli accenti inquietanti che suggeriscono ansie, forse paure. Intimità registrate sotto forma di immagini che attingono a diversi repertori, con uno sguardo all’arte e uno – doveroso – alla vita", sottolinea Lorenzo Madaro. "La mostra, proponendo una panoramica degli ultimi anni del lavoro pittorico di Emilia Ruggero, è un catalogo di immagini, sguardi, sussulti, desideri, che mediante la pittura evidenziano un esercizio quotidiano finalizzato alla conoscenza di sé. Ci sono tutti i protagonisti della sua vita, il suo compagno, gli amici e, negli ultimi anni, suo figlio: insieme sono parte integrante di una narrazione mai interrotta", prosegue. "L’identità – un concetto paradigmatico quando si parla di autoritratto – è un punto essenziale anche nel lavoro di Emilia, come si evince nelle sale di questo antico conservatorio, spazio denso di stratificazioni provenienti dal passato e dalle vite che l’hanno abitato". 


Emilia Ruggiero, nata a Mesagne nel 1979, dopo il diploma al liceo artistico “Edgardo Simone” di Brindisi nel ‘98, frequenta la facoltà di Conservazione dei beni culturali presso l’Università degli studi di Lecce. Si laurea nel 2006 con una tesi in legislazione dei beni culturali, dedicata al regime giuridico dell’arte contemporanea. Negli anni ha proseguito con la propria ricerca pittorica sviluppando diversi progetti. Fra le più note la produzione intitolata ‘People’, una corposa galleria di ritratti di gente comune, acrilico su tela, che è diventata oggetto di una vasta operazione di merchandising. Ha collaborato con diverse realtà nel settore culturale, partecipando all’organizzazione di diversi progetti, fra i quali la prima edizione del progetto europeo CreArt per il Comune di Lecce nel 2013. E non sono mancate anche le collaborazioni con il settore enogastronomico, nel 2009 partecipa con la redazione della rivista ‘Salento in bocca’ dello chef Tonio Piceci. Partecipa alla fondazione dell’associazione culturale ‘Transito’ nel 2010, dedita alla promozione della musica popolare locale. Infine, sempre relativamente al sostegno della creatività, concepisce e realizza il “mARTa”, Mercato di Arte Accessibile, I e II edizione, presso lo spazio delle Officine Cantelmo a Lecce, 2013 e 2014. Negli ultimi anni prosegue la sua esplorando le potenzialità dell’orizzonte grafico e firma i manifesti della manifestazione Blufestival del Comune di Melendugno (2017/18). Attualmente vive ed opera a Lecce.