giovedì 28 giugno 2018

"Speculum Mundi, ovvero il miracolo della reliquia della croce presso Rialto"

Giovedì 6 luglio 2018, dalle ore 18 alle 20,30, la galleria Davide Gallo ha il piacere di presentare la mostra “Speculum Mundi, ovvero il miracolo della reliquia della croce presso Rialto”, una doppia personale che vede coinvolte due artiste dell’ultimo anno della classe di pittura dell’Accademia di Venezia: Chiara Calore e Darja Dmitrenko.

Nate rispettivamente ad Abano Terme nel 1994 la prima, e  Dnipropetrovsk – Ucraina nel 1993 la seconda, queste due giovanissime pur provenendo da aree geografiche e da culture diverse, sono accomunate dalla stessa educazione, avvenuta appunto all’accademia di Venezia, e ispirate quindi dalla medesima sensibilità che caratterizza gli animi di tale istituzione.
Se si pensa a Venezia non si può prescindere dalla sua gloriosa tradizione, quella pittura d’atmosfera che dal rarefatto Giorgione, dal pulviscolo luminoso di Tiziano e Tintoretto, attraverso il virtuosismo dei Bellini, giunge fino ai paesaggi di Canaletto e Guardi.

Una tradizione in cui la pittura è protagonista, una tradizione che non costituisce per le due giovani artiste un punto d’arrivo, bensì una piattaforma di partenza, un luogo caro e familiare da cui lanciarsi verso esplorazioni che ci auguriamo sempre più ardite. Le opere in mostra, due per ciascuna, sintetizzano il cammino finora compiuto nella definizione di un proprio canone espressivo, in più mettono a confronto le reciproche ricerche poiché una di queste due opere, è la personale interpretazione della famosa tela di Vittore Carpaccio: “Il miracolo della reliquia della croce presso Rialto”. Ed è proprio da questo quadro che partiamo per un breve excursus alla scoperta di Darja Dmitrenko e Chiara Calore. La scelta di quest’opera come fonte d’ispirazione comune, deriva, strano a dirsi, da un’analisi molto attenta del mondo contemporaneo. Ecco che l’opera di Vittore Carpaccio rappresenta una Venezia nevrotica nella sua affollata composizione, i cui punti di riferimento sono destinati a cambiare (il ponte di Rialto com’era e com’è oggi), un mondo ricco ed opulento, eppure schizofrenicamente frammentato, quasi in attesa che il miracolo della guarigione del singolo si trasformi in evento di redenzione dell’intera collettività. E così questa scena, immortalata da Vittore Carpaccio, diventa metafora del mondo contemporaneo, schizofrenico, frammentato, un mondo la cui multiforme e variegata natura si traduce in una complessa catena di dettagli che s’incastrano tra loro e che la mano delle artiste indagano in maniera scrupolosa, quasi ossessiva. E se il segno di Chiara Calore è focalizzato appunto sul dettaglio, sull’analisi del singolo particolare, come se il dato naturale fosse un evento appunto schizofrenico, all’opposto Darja Dmitrenko si esprime, pittoricamente parlando, in modo sintetico, in ampie forme colore costruite da grosse pennellate, e la forma per lei non è mai mimesi della realtà, ma quasi scaturisce dall’inconscio, legata all’ambiguo regno della memoria e vittima dell’ingannevole natura della metamorfosi. E così, Chiara Calore e Darja Dmitrenko, dalla pittura analitica l’una e sintetica l’altra, raccontano il mondo contemporaneo in modo antitetico eppur complementare, come se nella sua dicotomia ci fosse la chiave per redimerlo, almeno artisticamente e filosoficamente parlando.


Si ringrazia il Professore Riccardo Caldura per il tempo dedicato a visitare l’atelier di pittura dell’accademia di Venezia.




La mostra sarà visitabile fino a sabato 14 luglio ai seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 oppure tramite appuntamento contattando la galleria al numero +39 339 158 6117 o alla mail  info@davidegallo.net


martedì 26 giugno 2018

LE ROCKSTARS DELL'ARTE A PESCHIERA DEL GARDA: HARING, LICHTENSTEIN, WARHOL

Sarà intitolata le “Rockstars dell'Arte” la mostra organizzata dall'Assessorato alla Cultura di Peschiera del Garda e curata da Matteo Vanzan di MV Eventi, aperta al pubblico da sabato 7 luglio fino a domenica 16 settembre 2018 presso la Palazzina Storica

I più grandi interpreti della Pop Art e della Street Art si sfideranno in un alternarsi di opere su carta firmate, pennarelli su materiali di recupero, fotografie, video, manifesti, disegni, fumetti e molto altro per ripercorrere le tappe fondamentali di un rinnovamento culturale globale che ha rivoluzionato il modo di concepire l'opera d'arte confrontandosi con la cultura di massa e con i mass media.

In un complessivo di oltre 30 opere non verranno descritte solamente le opere d'arte e le vite dei protagonisti attraverso un importante apparato didattico, ma anche la rivoluzione nel concetto stesso di opera d'arte perché, come spiega il curatore Matteo Vanzan, “proprio per l'affermarsi su scala mondiale di queste vere e proprie rockstars, famose come Mick Jagger e John Lennon, si è venuto a creare un nuovo rapporto con l'opera d'arte allargando la sfera del desiderio di possesso di qualsivoglia cimelio legato alla firma di queste personalità. Come i collezionisti di Elvis Presley, gli amanti dell'Arte contemporanea vogliono circondarsi di oggetti che, proprio in virtù della firma autografa, si trasformano in opere d'arte. D'altra parte il dollaro non è altro che una moneta come l'euro, ma una volta firmato da Warhol diventa un'opera d'arte di Andy Warhol a tutti gli effetti”.

Keith Haring, esprimendo concetti universali, come nascita, morte, amore, sesso e guerra, con il primato della linea e l’immediatezza del messaggio, è stato in grado di richiamare l’attenzione di un vasto pubblico, trasformando il proprio segno nel linguaggio visivo del XX secolo. Le sue opere sono invase da bambini, cani, angeli, mostri, televisori, computer, figure di cartoon in una iconografia che vuole veicolare messaggi immediati su diversi temi della sua epoca.

Dipinge su tutti i materiali: dagli iniziali disegni con il gesso bianco su carta nera incollata sui manifesti pubblicitari nelle stazioni della metropolitana di New York, passa a dipingere sulla plastica o su legno, utilizzando anche oggetti di scarto e materiali di recupero, passando vari murales che realizza ovunque. Diversamente Roy Lichtenstein scelse la tecnica del linguaggio puntinato, utilizzato per realizzare i fumetti, non solo per esplorare un altro metodo espressivo ma anche per criticare la tecnica pittorica dell’astrattismo e per trovare una nuova forma artistica che coniugasse arte e cultura popolare. È un modo nuovo di contaminare l’Arte, con stili presi dalla cultura “bassa”. Sono fumetti, è vero, ma realizzati con la visione propria dell’artista. La sua ricerca espressiva è una delle espressioni più originali della cultura americana del secondo dopoguerra che, utilizzando una tecnica meccanica per trasformarla in un lavoro manuale artistico, ottiene un’opera d’arte da un disegno ripetitivo. La ripetizione è poi alla base delle opere di Andy Warhol, artista istrionico che, sai sobborghi di Pittsburg, scala le vette dell'arte internazionale diventando ben presto il re di New York. Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali, o immagini d’impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, riesce a svuotarle di ogni significato rendendole quasi banali. La sua arte, che portava gli scaffali di un supermercato all’interno di un museo o di una mostra d’arte, è provocatoria: secondo il più grande esponente della Pop Art l’arte doveva essere “consumata” come un qualsiasi altro prodotto commerciale. In queste sue opere non vi è alcuna scelta estetica, ma neppure alcuna intenzione polemica nei confronti della società di massa. Semplicemente documentano l’universo visivo in cui si muove la “società dell’immagine” e dei consumi.

mercoledì 20 giugno 2018

8 Scenografie per Macbeth in mostra a Palazzo Madama

Palazzo Madama propone, dal 6 luglio al 10 settembre 2018, la mostra 8 Scenografie per Macbeth. Curata da Roberto Monaco, Valentina Donato, Claudia Boasso, Attilio Piovano, Loris e Martina Poët, l’esposizione presenta le maquette realizzate dagli studenti dell’ultimo anno della laurea in Architettura del Politecnico di Torino, in collaborazione con il Teatro Regio di Torino.

Se nel 2016 i progetti realizzati nel workshop dedicato a Madama Butterfly di Giacomo Puccini erano stati esposti al MAO-Museo d’Arte Orientale, in una cornice ideale per l’ambientazione esotica dell’opera, quest’anno la scelta dei curatori è caduta su Palazzo Madama, sia in considerazione delle precedenti collaborazioni con il Teatro Regio durante le celebrazioni del 2011, sia per i molti possibili confronti con le collezioni museali, che vantano un ricco patrimonio di stampe e disegni a soggetto teatrale, firmati da artisti attivi nel Settecento per la corte sabauda, come Filippo Juvarra e i fratelli Bernardino e Fabrizio Galliari.

Le opere in mostra sono il frutto di una sinergia di competenze e conoscenze tecniche, artistiche e musicali e costituiscono il risultato di un workshop di durata annuale, nel corso del quale gli studenti hanno affrontato la complessità della macchina dello spettacolo, in particolare dell’opera lirica, approfondendo nello specifico lo studio del Macbeth di Giuseppe Verdi, il cui libretto è tratto dal Macbeth di William Shakespeare. Il workshop si è svolto nell’anno accademico 2016-17 in significativa concomitanza con le celebrazioni per i 400 anni dalla morte del grande drammaturgo e poeta inglese.

Si tratta di un variegato progetto, realizzato in gran parte presso i laboratori di scenografia del Teatro Regio di Torino a Settimo Torinese, rivolto agli studenti dei corsi di laurea magistrale dell’area dell’Architettura. Ogni anno il laboratorio si svolge a numero chiuso e coinvolge una quarantina di studenti riuniti in una decina di gruppi, che partecipano a lezioni frontali di carattere storico-musicale e scenografico, anche con l’intervento di professionisti del settore: registi, scenografi, giornalisti, critici, cantanti etc. Questa prima fase è propedeutica al lavoro vero e proprio di progettazione architettonica dell’allestimento.

Già nel corso delle edizioni precedenti del workshop, che videro oggetto di studio varie opere di musicisti italiani dell’Ottocento, e anche in quest’anno accademico 2017-18 dedicato al Don Giovanni di Mozart, gli studenti hanno potuto cimentarsi con un progetto di scenografia, che ha condotto all’elaborazione di bozzetti, tavole tecniche, campioni di elementi di scena. È questo il materiale che occorre produrre nella realtà per l’allestimento di un’opera lirica, confrontandosi con le tecniche costruttive e i materiali imposti dal palcoscenico, in particolare da quello del Teatro Regio di Torino.

In mostra sarà dunque possibile ammirare progetti veri e propri, potenzialmente pronti per una messa in scena, molto dissimili l’uno dall’altro, frutto della creatività di giovani e fantasiosi studenti, che si sono accostati con entusiasmo e competenza al mondo fatato e magico della lirica, al quale erano perlopiù estranei. Un’avventura affascinante e pressoché unica nel loro percorso di studi, che ricorderanno certo con piacere e che forse, per alcuni di loro, potrà costituire il possibile sbocco per un’attività professionale.

I modelli realizzati saranno in dialogo con alcune opere a soggetto teatrale appartenenti alle collezioni di Palazzo Madama.

Roberto Monaco è Professore Ordinario del Politecnico di Torino

Valentina Donato è architetto

Claudia Boasso è scenografa del Teatro Regio di Torino

Attilio Piovano è docente del Conservatorio “G. Cantelli” di Novara
Loris Poët è architetto

Martina Poët è illustratrice grafica.



Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica
Fondato nel 1863, il museo è oggi ospitato in uno dei più antichi e affascinanti palazzi della città, con testimonianze architettoniche e di storia dall’età romana al Barocco di Filippo Juvarra. Le raccolte contano oltre 60.000 opere di pittura, scultura e arti decorative dal periodo bizantino all’Ottocento. www.palazzomadamatorino.it

Orario: lun-dom 10.00-18.00, chiuso il martedì. La biglietteria chiude 1 ora prima

Info per il pubblico:

palazzomadama@fondazionetorinomusei.it - t. 011 4433501 - www.palazzomadamatorino.it Ufficio Stampa Palazzo Madama | Stefania Audisio
t. 011 4429618 email stefania.audisio@fondazionetorinomusei.it

domenica 17 giugno 2018

Amedeo Del Giudice e le sue donne, sante,modelle e tant'altro.

Mercoledì 20 giugno, alle ore 18,30 a Roma, presso la Galleria Arte Maggiore (nuova sede: Via di Santa Maria Maggiore, 126 ) verrà inaugurata la mostra di Amedeo Del Giudice, a cura di Raffaello Paiella, "Donne, Sante, Modelle e Altro", in esposizione fino all'8 luglio.

La mostra presenta opere recenti e meno recenti del Maestro campano, tutte esemplificative dell’approccio tematico verso il mondo femminile che da sempre caratterizza, in modo quasi esclusivo, la produzione dell’artista che ha voluto intitolare questa esposizione Donne, sante modelle ed altro. 

La sua opera documenta “una costante presenza dialettica anche nelle tematiche sociali” (Lello Spinelli) “sembra nascere da una profonda conoscenza dei registri emozionali della natura umana” (Giuliana Schiavone) e “inventa situazioni figurali che vanno al di là del political correct” (Sergio Munno). Infine “dal punto di vista formale ciò che maggiormente colpisce è una tecnica raffinata, curata fino al dettaglio” (Antonio Martone) “che fa emergere le figure attraverso deboli luci che le lasciano in penombra, conferendo loro un alto valore estetico con il segno scuro ma leggero della grafite abilmente tracciato”(Raffaello Paiella).


Amedeo Del Giudice
Nato a Napoli, vive e lavora a Pietramelara (Ce)
Nel 1969 venne incaricato docente presso l’Istituto d’Arte di Cerreto Sannita e successivamente presso il Liceo Artistico Statale di Benevento dove ebbe modo di conoscere e frequentare il noto artista della transavanguardia Mimmo Paladino. Con il pittore Domenico Purificato, Direttore dell’Accademia di Brera, ebbe una lunga frequentazione negli anni ’70 e fu da lui presentato in catalogo in una sua precedente personale romana nel 1974. Dopo l’insegnamento ed essere stato preside del Liceo Artistico di Busto Arsizio ebbe frequentazioni con i critici Carmine Benincasa e Franco Solmi; quest’ultimo lo invitò a tenere una personale alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna del quale era Direttore. Nel 1985 venne invitato da Ruth Hearley,nota professoressa d’arte, a tenere una personale al “Russel Sage College” di Troy-New York. Gli anni Novanta sono stati per lui gli anni delle grandi opere, dalla “scultura dell’angelo” sul campanile della Basilica di San Giorgio di Venezia alla realizzazione, in diverse città, di numerose pale d’altare ed affreschi. Più recentemente è stato impegnato in interventi di sculture e allestimenti nel famoso castello di Corigliano Calabro.


La Galleria Arte Maggiore, nella sua nuova sede, prosegue l’attività fin qui svolta negli anni con successo di critica e di pubblico proponendo artisti già affermati o emergenti ed avvalendosi , oltre che di curatori interni, anche della collaborazione di noti critici, tra i quali Vittorio Sgarbi e Daniele Radini Tedeschi, che già in passato hanno inserito artisti rappresentati dalla Galleria in eventi da loro curati anche a livello nazionale, quali la Biennale di Venezia e la Triennale di Roma.




Galleria Arte Maggiore
Via di Santa Maria Maggiore, 126 
00186 - ROMA

Mostra personale di Amedeo Del Giudice:“donne, sante modelle e altro”
Galleria Arte Maggiore – Via di Santa Maria Maggiore, 126 ROMA
20 giugno – 8 luglio 2018

Inaugurazione: mercoledì 20 giugno ore 18,30
Ingresso: libero

Orario: 11,00/13,00 – 15,00/18,00 dal lunedì al venerdì
Contatti: Galleria.artemaggiore@gmail.com
Tel. 06.88376034 – 335.320324


giovedì 14 giugno 2018

Shozo Shimamoto / spazio nel tempo

Un'ampia retrospettiva dedicata all'artista giapponese Shozo Shimamoto, a cura di Achille Bonito Oliva, è in corso a Palermo, negli spazi di Palazzo Sant'Elia, fino al 6 agosto.

"Shozo Shimamoto / spazio nel tempo" è un progetto della Fondazione Morra di Napoli con il supporto tecnico, logistico e organizzativo dell'Associazione Shozo Shimamoto, in collaborazione con la Fondazione Sant'Elia.

Il progetto fa parte dei Manifesta12/Collateral ed è inserito nel programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura. Uno sguardo attento e completo sul percorso dell'artista giapponese, dalle prime innovative sperimentazioni degli anni '40 e '50, fino alle performance degli ultimi anni.

"Un colore senza materia non esiste. Se in procinto di creare non si getta via il pennello, non c'è speranza di emancipare le tinte". (Shozo Shimamoto)

martedì 12 giugno 2018

Gustave Courbet e la natura

A settembre 2018, per la prima volta dopo quasi cinquant'anni, torna in Italia Gustave Courbet, in una retrospettiva dedicata a questo genio indiscusso dell'Ottocento e al suo rivoluzionario approccio alla pittura di paesaggio. Uomo dalla personalità forte e complessa, Courbet s'impose come padre del realismo, aprendo la strada alla modernità in pittura con lavori provocatori e antiaccademici la cui principale fonte d'ispirazione fu la natura. 

La mostra presenterà una cinquantina di tele, tra cui molti capolavori dell'artista, come Bonjour Monsieur Courbet o il sensuale autoritratto L’uomo ferito o il celebre Fanciulle sulle rive della Senna, provenienti dai più importanti musei del mondo e condurrà il visitatore in un percorso attraverso i luoghi e i temi della sua impressionante e appassionata rappresentazione del mondo naturale: dai panorami della sua terra dipinti in gioventù, alle spettacolari marine battute dalla tempesta, dalle misteriose grotte da cui scaturiscono sorgenti alle cavità carsiche che si spalancano nei torrenti, dai sensuali nudi immersi in una rigogliosa vegetazione alle sublimi scene di caccia della maturità. 

Guardato come un maestro dagli impressionisti e venerato da Cézanne, Courbet sembra svelare forme in attesa di essere rese visibili, catturando i fenomeni naturali più elusivi e transitori. 

I paesaggi della regione natale, la Franca Contea, occupano un posto particolare nel cuore dell’artista: la vallata lussureggiante della Loue, gli altipiani aridi, i fiumi impetuosi, il sottobosco e i cieli immensi sono così rielaborati in infinite e sorprendenti varianti. Motivo d’ispirazione furono anche i luoghi dove ebbe modo di soggiornare o che visitò nel corso della sua vita, come le coste mediterranee nei pressi di Montpellier, i paesaggi rocciosi della regione della Mosa in Belgio, le marine della Normandia, con le onde rigonfie prima di infrangersi sulle rocce o i laghi svizzeri dipinti in esilio in un’atmosfera carica di nostalgia. A questi soggetti si aggiungono i dipinti che hanno per tema i nudi e gli animali nel paesaggio, dove Courbet dimostra ancora una volta di essere portatore di uno sguardo originale sul mondo, ma anche di essere consapevole della grande tradizione pittorica occidentale, studiata al Louvre.

Con Courbet e la natura il pubblico italiano potrà quindi riscoprire l’opera di uno dei più grandi pittori dell’Ottocento, un artista che ha lasciato un segno indelebile sulla sua epoca traghettando l’arte francese dal sogno romantico alla pittura di realtà, e da questa a un nuovo amore per la natura.


COURBET E LA NATURA 
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
22 settembre 2018 – 6 gennaio 2019

lunedì 11 giugno 2018

On the road - Maura Giussani e Fabio Perotta

Dal 16 giugno al 19 luglio 2018 ExpArt Studio&Gallery, in via Borghi 80 a Bibbiena (AR), presenta “On the road”, doppia personale di Maura Giussani e Fabio Perotta a cura di Silvia Rossi.

L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, sarà visitabile dal martedì al mercoledì con orario 15/19, dal giovedì al sabato con orari 9,30/12 e 15/19, o su appuntamento.

Sabato 16 giugno, dalle ore 16, l’apertura della mostra. Alle ore 17 la presentazione ufficiale degli artisti, con l’aperitivo offerto da Bar Le Logge.

In contemporanea a “On the road” la galleria ospiterà, dal 16 giugno al 31 ottobre 2018, alcune opere del collettivo Sul filo dell'arte, impegnato su tutto il territorio casentinese con la manifestazione “Aracne”.


LA MOSTRA:

L'incontro tra Giussani e Perotta, quanto mai distanti stilisticamente, rende immediatamente suggestiva la vicinanza delle loro opere. Una sorta di racconto breve che ripercorre le tracce della generazione beat e la trasporta nel paesaggio storico italiano, dove anziché le Harley troviamo Vespe e Lambrette e al posto delle sconfinate radure ci perdiamo nella complessità degli intonaci millenari.

Le opere di questi due autori, insieme, hanno il potere di evocare la veduta fisica di una generazione e di elementi in apparenza banali su cui difficilmente ci si sofferma, ma che sono stati, e sono ancora, parte costituente della quotidianità e del viaggio entro i confini d'Italia.



Maura Giussani, paesaggista in incognito, nel suo lavoro da sempre indaga proprio il contesto in cui sono inserite le auto e le moto – spesso d'epoca – che fotografa e dipinge, mostrando con cura, nei lucidi riflessi delle carrozzerie, i borghi e i centri storici di città e paesi italiani.

Fabio Perotta, d'altro canto, pone l'attenzione della sua ricerca proprio sulla creazione di texture naturali, replicando e riproducendo artificialmente ossidazioni, screpolature ed erosioni. Le sue opere, così ricche nei propri micromondi fatti di tempere, gessi e minerali, stimolano ricordi e sensazioni libere nella mente dell'osservatore.



BREVI BIOGRAFIE:

Maura Giussani è nata nel 1952 a Milano, città dove si diploma al liceo artistico “Beato Angelico”, ma vive ad Arezzo. Fin dall’infanzia sente nascere dentro di sé un estremo bisogno di creatività, per nutrire l’anima di sensazioni. La sua crescita artistica passa attraverso i corsi del maestro Alessandro Marrone e la scuola RADAR di Enrique Moya Gonzalez. È socia fondatrice del Cenacolo degli Artisti Aretini. Da anni porta avanti la sua ricerca sulle luci e i riflessi in tutte le loro manifestazioni, spaziando tra figurativo e astratto per sperimentare tecniche diverse.

Fabio Perotta è nato nel 1971. Si diploma in Pittura all’Accademia di belle arti di Brera a Milano, dove frequenta il corso di pittura di Maurizio Bottarelli, pittore e docente con esperienza pluriennale che lo indirizza alla pittura informale. Negli anni intraprende uno studio sui materiali pittorici e sulla materia stessa della pittura, dove la presenza tridimensionale si avvicina quasi alla scultura, non dimenticando le sottigliezze cromatiche. Perotta vive a Castano Primo, in provincia di Milano, e lavora come disegnatore tessile dal 1998.

www.expartgallery.com

sabato 9 giugno 2018

Cenere. Una istallazione intorno sistema dell' Arte.

Chi non ha mai sognato di seppellire il capo, o la moglie, o il collega importuno? Non di cancellarlo, intendiamoci: se non ci fossero gli altri scompariremmo pure noi. È solo che la morte trasfigura tutti in meglio: ci rende sopportabili, persino carini. Lo hanno capito i Cappuccini di Palermo, quando hanno deciso di aprire ai turisti le loro Catacombe. 

Dario Orphèe e Momò Calascibetta hanno fatto un po’ la stessa cosa: hanno raccontato il sistema dell’arte siciliana, cioè l’insieme delle figure – critici, collezionisti, galleristi, curatori – che si accompagnano agli artisti come un villaggio fantasma e, al contempo, come un cimitero colorato. Il primo, scrittore, ha evocato in termini grotteschi una mostra nata morta. Il secondo invece i morti li ha risuscitati, esaltandoli in loculi 69x69 cm (i numeri conteranno pur qualcosa) dove i “signori dell’arte” sono condannati a ripetere in eterno i medesimi esercizi. 

La rassegna, Cenere, verrà presentata alla Farm di Favara sabato 16 giugno 2018 alle ore18.00 con una lettura di alcuni brani del racconto di Dario Orphée, con lo svelamento dei ritratti di Momò Calascibetta e con una prolusione – ironica come tutto il resto – del curatore Andrea Guastella

In considerazione della natura degli spazi, esposti alle intemperie, le opere saranno riprodotte in pannelli di forex e accompagnate da gadget appositamente confezionati. I visitatori interagiranno deponendo fiori finti in corrispondenza delle icone preferite. 

Per leggere integralmente il racconto di Dario, bisognerà attendere la pubblicazione del catalogo, che sarà presentato alla Farm nel corso della mostra. Per ammirare dal vivo i ritratti di Momò l’appuntamento è invece ad Erice, dal 1 al 15 luglio. 

Cenere è infatti una mostra itinerante e abbraccerà tra il 2018 e il 2019 i principali siti artistici della Sicilia.

Le sedi previste sono, a parte Erice e Favara, Gela, Siracusa, Cefalù, Palermo, Termini Imerese, Enna, Catania, Ragusa, Messina e Lipsia, in Germania.

  

Un progetto di Momò Calascibetta con un racconto di Dario Orphèe


Una istallazione intorno sistema dell' Arte.
  
Una esaltazione dei Vizi, Virtù, Godimenti, dei signori dell'Arte in Sicilia

alla 
FARM CULTURAL PARK
sabato 16 giugno ore 18.00
cortile Bentivegna Favara ( AG)



Informazioni :
Staff Cenere
artecenere@gmail.com

mercoledì 6 giugno 2018

Dialoghi d’Arte alla Fondazione Cultura Noli

La Fondazione Cultura Noli presenta la terza edizione del festival di arte contemporanea Dialoghi d’Arte, che vedrà l’8-9-10 giugno 2018 scrittori, sociologi, filosofi, antropologi, critici d'arte, curatori ed artisti, a confronto sui temi dell'arte contemporanea e della sua fruizione.

Il borgo ligure di Noli, simbolo di antiche tradizione locali e località balneare tra le più suggestive della riviera di ponente, diventerà in quei giorni centro di cultura e dibattito sul contemporaneo, attraverso conversazioni, installazioni e differenti tipi di testimonianze artistiche che si avvicenderanno lungo le tre giornate.

Il tema del rapporto dello spettatore con l’arte contemporanea, le sue istituzioni e le sue figure, verrà affrontato come nella tradizione del festival in un programma di talks che sviluppano una precisa ricerca finalizzata a mettere a fuoco chi sia lo spettatore oggi.
L’apertura del festival l’8 giugno è dedicata alla storia del contemporaneo e al particolare caso di Calice Ligure che, negli anni Settanta, è stata il palcoscenico della produzione artistica di alcuni grandi nomi della scena contemporanea. 

Si prosegue con numerosi dialoghi, tra cui Lorenzo Balbi e Stefano Zuffi, che esploreranno le aspettative che si creano tra istituzione culturale e pubblico e come queste incidono sul processo di costruzione dell’identità del museo. Cesare Biagini Selvaggi invece approfondirà il rapporto tra il pubblico e gli artisti emergenti.

Giovanna Amadasi e Ivan Bargna, affronteranno il tema dell’accesso e del coinvolgimento del pubblico nelle attività delle istituzioni dell’arte. Philip Cave, a partire dall’esperienza dell’Arts Council England, illustrerà i programmi di ricerca ed educativi orientati al contemporaneo, le loro possibilità nel coinvolgere nuovi pubblici nella vita culturale del territorio,

Boris Groys parlerà con Andrea Canziani, direttore del Comitato Scientifico del festival, della partecipazione dello spettatore nelle autocontraddizioni e nei paradossi del contemporaneo, in un discorso che parte dalla scala dell’opera, per arrivare al museo e infine alla città.

Cecilia Guida e Carlo Antonelli, proporranno una riflessione storica sul tema delle performance e sul coinvolgimento del pubblico nel compimento dell’opera.
Per completare questo ricco palinsesto scientifico non mancherà la Sociologia con gli interventi di Derrick de Kerckhove e Carlo Bordoni, che si interrogano sul ruolo dello spettatore/attore in una società iperconnessa.

L’obiettivo è quello di creare un momento di dialogo, confronto e ricercasullo spettatore dell’arte visiva dei nostri giorni, dedicato a ripensare il ruolo del pubblico dell’arte contemporanea e il suo percorso di fruizione. A questo contribuirà la contemporanea presenza di installazioni artistiche.

Bianco-Valente in collaborazione con lo chef Giuseppe Ricchebuono del ristorante stellato Il Vescovado di Noli proporranno l’intervento Catena Alimentareper sviluppare così una riflessione sul rapporto arte-cibo, e su come viene rielaborato e poi consumato.

Inoltre Marina Ballo Charmet presenterà una installazione video e sonora sul rapporto di interferenza tra luce, acqua, cielo, caratteristico della sua visione fluttuante e periferica; la ricerca antropologica sul corpo umano di Marta Dell’Angelo si rifletterà nella sua opera per il festival. Le due artiste esporranno le loro installazioni all’interno della chiesa di San Francesco, mentre all’esterno Faiza Butt, una delle più influenti artiste pakistane contemporanee, sarà presente con un suo intervento, facendo dialogare Oriente e Occidente e contribuendo in modo originale all’innovazione della scena urbana di Noli. Giulia Marchi esporrà nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie, appartenente al complesso del Vescovado, un’opera dedicata al silenzio e a John Cage. La Loggia della Repubblica Nolese sarà protagonista della performance di Bianca Novizio, dedicata al tema delle verità inconfessate e all’interazione del pubblico con l’arte.

Il Festival, partner dell'Anno europeo del patrimonio culturale 2018, è realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Liguria e con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

lunedì 4 giugno 2018

Dopo la Tempesta

Dopo aver vinto il Premio del Pubblico durante la VI edizione del Premio COMEL Vanna Migliorin Arte Contemporanea, torna a Latina Emilio Alberti con la personale “Dopo la Tempesta”.
In esposizione 13 dipinti su tela e tavola che raffigurano l’acqua nei suoi moti più dinamici. L’astista, originario della provincia di Como, attraverso l’utilizzo di materiali diversi, tra cui spiccano gli stucchi e l’alluminio, ha dato forma a uno stile personalissimo che dona tridimensionalità alla sua pittura.
L’indagine sugli elementi, protratta negli anni, lo ha condotto a riversare sulle tele un universo osservato con occhi attenti e sensibili. In particolare l’osservazione dell’acqua del lago di Como, vicino al quale è nato e vive e lavora tutt’oggi, lo ha sempre affascinato. La sua tecnica che spazia dalla pittura alla scultura e alle installazioni nasce da una lunga esperienza acquisita sin da ragazzo nel laboratorio di falegnameria di suo padre.
La mostra, a cura di Dafne Crocella, sarà inaugurata sabato 9 giugno alle ore 18.30.
Rimarrà aperta al pubblico fino al 23 giugno.

INFO:
Dopo la Tempesta
Promossa e organizzata da Maria Gabriella Mazzola e Adriano Mazzola
A cura di Dafne Crocella
Dal 9 al 23 giugno 2018
Dal lunedì al sabato dalle 17.30 alle 20.30
Spazio COMEL Arte Contemporanea, Via Neghelli 68 - Latina
Ingresso Libero 

 Premio COMEL Vanna MigliorinArte Contemporanea
 
tel [+39] 0773 487546 - email info@premiocomel.it sito www.premiocomel.it