martedì 27 marzo 2018

Sharon Lockhart in mostra al MaTa

La mostra personale dedicata a Sharon Lockhart (Norwood, 1964) presso MATA ex Manifattura Tabacchi (via Manifattura Tabacchi, 83 - Modena) dal 7 aprile al 3 giugno 2018 , segna un nuovo capitolo della proficua collaborazione tra la nota fotografa americana e il curatore polacco Adam Budak, dopo le loro precedenti mostre di successo al Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle di Varsavia (2013), al Bonniers Konsthall di Stoccolma (2014) e al Kunstmuseum di Lucerna (2015).

Stabilitasi da anni a Los Angeles, Lockhart è conosciuta per i suoi studi intimistici sulle comunità, spesso incentrati su persone e luoghi poco rappresentati. Per oltre vent’anni, l’artista si è immersa nella vita quotidiana dei suoi soggetti per realizzare fotografie e film che catturano la loro vulnerabilità e autenticità. Le sue composizioni seguono meticolose coreografie catturando persone, spazi ed eventi che altrimenti passerebbero inosservati. In linea con due dei suoi soggetti preferiti – il lavoro e le donne – Lockhart ha ideato, per la sua personale a Fondazione Fotografia Modena, un nuovo lavoro composto da opere fotografiche ispirate al contesto in cui la mostra sarà esposta: l’ex Manifattura Tabacchi di Modena, esempio di architettura industriale rimasta attiva fino al 2002 e ora sede espositiva della Fondazione, è la prima fabbrica di Modena ad avere avuto una forza lavoro composta quasi esclusivamente da donne.

Tra le sue mostre più importanti si annoverano personali al Kunstmuseum, Lucerna (2015); Bonniers Konsthall, Stoccolma, (2014); Centre for Contemporary Art, Ujazdowski Castle di Varsavia (2013); EACC Espai d'Art Contemporani de Castelló, Castellón de la Plana (2012); LACMA, Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles (2012); Kunstverein, Amburgo, (2008); Museum of Contemporary Art, Chicago (2001); MAK - Österreichisches Museum für angewandte Kunst, Vienna (2000).

Le sue opere sono state presentate in molte biennali: Padiglione Polacco alla Biennale d’Arte di Venezia 2017, Shanghai Biennale (2014), Liverpool Biennal (2014), Whitney Biennial (1997, 2000, 2004), e sono raccolte in importanti collezioni museali quali Solomon R. Guggenheim Museum (New York), Hammer Museum (Los Angeles), Metropolitan Museum of Art (New York), Museum Boijmans Van Beuningen (Rotterdam), Tate Modern (Londra) e Sammlung Goetz (Monaco). 


Sharon Lockhart
Sede: MATA ex Manifattura Tabacchi, via Manifattura Tabacchi, 83 - Modena
A cura di Adam Budak, curatore capo della National Gallery di Praga
Inaugurazione: venerdì 6 aprile 2018
Date della mostra: 7 aprile-3 giugno 2018

mercoledì 21 marzo 2018

L’Eden ritrovato, mostra personale di Carla Castaldo

A PALAZZO VENEZIA, via Benedetto Croce n. 19 Napoli, nella suggestiva Sala delle Carrozze

L’Eden ritrovato, mostra personale di Carla Castaldo

Inaugurazione: venerdì 23 marzo 2018 ore 17.30

Intervengono: Esther Basile (filosofa- Istituto Italiano per gli Studi Filosofici) e Lucia Stefanelli Cervelli (scrittrice e saggista); videoriprese di Maria Rosaria Rubulotta (medico radiologo)


Da venerdì 23 a mercoledì 28 marzo 2018 torna a Napoli Carla Castaldo che affida alle sue opere il proprio messaggio di pace, uguaglianza e condivisione, convinta del ruolo che può avere l’arte come linguaggio universale.

L’artista, che ha esposto nelle più importanti città italiane – da Venezia a Bologna, Spoleto, Roma, Milano, Palermo, Mantova, Torino, Firenze, Santa Maria Capua Vetere –, e nelle principali città di tutto il mondo – da New York a Dubai, Baden Baden, Londra, Berlino, Bruges, Parigi, Montecarlo – si è imposta all’attenzione di critici di tutta Europa, ricevendo nel 2017 tre premi internazionali: il Premio alla Carriera (Vittorio Sgarbi, direttore artistico), la Menzione Speciale della Critica (Paolo Levi, direttore artistico) e il Premio Internazionale Paolo Levi.

La mostra, dal titolo L’Eden ritrovato, riunisce un corpus di opere molto diverse per tecniche e materiali: si passa, cioè, dai dipinti a terzo fuoco su piastre di porcellana (antica tecnica di difficile esecuzione e quasi del tutto sconosciuta) ai bassorilievi in terracotta foggiata a mano, dai dipinti su legno con foglia d’oro ai bassorilievi e ai gioielli in lamina d’ottone lavorata a mano, dall’oggettistica in porcellana e in terracotta smaltata ai foulard in seta riproducenti alcune sue opere.

Carla Castaldo, definita dai critici “artista del trascendente”, conduce per mano lo spettatore in mondi senza tempo, fantastici e surreali, dove i colori luccicanti unitamente all’oro e al platino creano “immagini stranamente vivide e attraenti in un rapido susseguirsi”.

Come scrive Paolo Levi, nella monografia Le fantasmagorie simboliche di Carla Castaldo, “l’artista esprime una religiosità primigenia, per la quale ogni giorno rappresenta il Primo della Creazione e ogni lavoro, una preghiera. L’Immanenza di ogni contesto ispirativo diviene quindi, grazie al tocco magico che appartiene alle sue mani, l’espressione della Trascendenza.

Sono i suoi lavori… microcosmi, frammenti del suo universo interiore. Sono meditazioni su un tempo fuori dalla storia umana, ma dentro quello dell’anima di un’artista devota all’Alto. Ogni ricerca di Carla Castaldo non ne identifica il Volto né il Nome Benedetto, ma procede nella ri-Conoscenza…

La robustezza segnica, la stesura del colore, l’ispirazione lirica delle sue opere, ci rivelano un’artista sensibile e attenta, che nel panorama artistico italiano risulta essere un autentico talento, dallo stile altamente riconoscibile e originale”.


Orari di visita: tutti i giorni 10.00-13.30 e 15.30-19.00

martedì 20 marzo 2018

Frutti e colori di stagioni

Dal 24 marzo al 19 aprile 2018 ExpArt Studio&Gallery, in via Borghi 80 a Bibbiena (AR), presenta “Frutti e colori di stagioni”, personale di Paolo Solei a cura di Silvia Rossi.

L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, sarà visitabile dal martedì al mercoledì con orario 15/19, dal giovedì al sabato con orari 9,30/12 e 15/19, o su appuntamento.

Sabato 24 marzo, alle ore 16, l’apertura della mostra. Alle ore 17 il vernissage alla presenza dell’artista, con l’aperitivo offerto da Bar Le Logge.

Il giorno dell'inaugurazione verranno consegnate a tutti i bambini presenti alcune litografie dell'autore, che potranno essere colorate sul posto o a casa.

Attento e premuroso verso le nuove generazioni, Paolo Solei invita i ragazzi a interagire attivamente con le sue opere, a giocare con esse.

Le litografie saranno poi raccolte in galleria il 19 aprile, ultimo giorno della mostra. Tutti i lavori verranno pubblicati sul web (facebook e instagram) e i più apprezzati vinceranno una litografia acquerellata dal pittore.

Il miglior elaborato in assoluto vincerà infine un piccolo kit da disegno e/o un corso di pittura a ExpArt.



LA MOSTRA:

Pesci, soli, paesaggi collinari e bianche ceramiche sono i protagonisti di “Frutti e colori di stagioni”, la personale di Paolo Solei, architetto, pittore e illustratore che lavora a Montecatini Terme (PT).

Le sue opere morbide e colorate ci trasportano in mondo “filtrato”, un luogo che del mondo circostante ha saputo trattenere le istanze migliori. Delicati oli su tavola si muovono tra ambienti interni ed esterni, giocando con elementi reali e immaginari e trasportandoci in una sorta di surrealismo naïf, costruito intorno agli oggetti e agli scenari che costituiscono la storia e la quotidianità dell'autore.

Il paesaggio toscano ne esce così profondamente reinterpretato, ricco di sfumature, raccontato attraverso i colori più vivi e accesi di ogni frutto e stagione, elevato a luogo di redenzione e rinascita.

Le opere di Solei sono come una finestra al di là della quale splende sempre il sole, dove le forme delicate ci accolgono in un abbraccio consolatorio e gli elementi rappresentati ci narrano le storie di una terra che continua ad affascinare, delle culture che l'hanno percorsa, degli uomini che l'hanno vissuta, in un gioco di memorie vicine e lontane.



www.expartgallery.com



lunedì 19 marzo 2018

Laboratorio di restauro cinematografico " L'Immagine Ritrovata"

Grande novità al Salone del Restauro sarà la prestigiosa presenza della Cineteca di Bologna, fondazione riconosciuta e affermata a livello mondiale, e del suo laboratorio di restauro cinematografico" L'Immagine Ritrovata". 

Punto di riferimento a livello internazionale, L'Immagine Ritrovata ha oggi due nuove sedi, che si aggiungono a quella bolognese: L'Image Retrouvée a Parigi e L'Immagine Ritrovata Asia a Hong Kong. Il lavoro dell'Immagine Ritrovata abbraccia l'intera storia del cinema (qui sono stati restaurati i primi film della storia, quelli dei fratelli Lumière) e i cinque continenti: è infatti grazie al grande impegno sul piano internazionale che si sta sviluppando nel mondo una cultura della conservazione e del restauro del patrimonio cinematografico , in cui la Cineteca di Bologna e L'Immagine Ritrovata hanno fatto, ormai da oltre 20 anni, da apripista.

Nei giorni del Salone, la cineteca proporrà tre attività:
- Uno stand che illustrerà dal vivo il laboratorio di restauro
- Un convegno nel quale si tratteranno gli argomenti del restauro inerenti al mondo cinematografico
- La proiezione di classici restaurati nelle sale cittadine.


SALONE INTERNAZIONALE DEL RESTAURO DEI MUSEI E DELLE IMPRESE CULTURALI XXV EDIZIONE

- 21-23 marzo 2018, dalle 9.30 alle 18.00
- Ingresso con registrazione obbligatoria
- Quartiere Fieristico di Ferrara (Via della Fiera, 11)
www.ferrarafiere.it

Sarà previsto un servizio di navetta gratuito dalla stazione alla fiera.


Segreteria Organizzativa

ACROPOLI SRL
Capo Progetto
Carlo Amadori direzione@acropoli.com
Responsabile di Segreteria
Omar Marcacci omar.marcacci@salonedelrestauro.com
Ufficio Commerciale
Alessandra Filippini alessandra.filippini@salonedelrestauro.com
Segreteria
Francesca Bonsanto segreteria@salonedelrestauro.com
Ufficio Tecnico
Responsabile: Arch. Rossana Amadori rossana.amadori@salonedelrestauro.com
Arch. Ilaria Ierardi ilaria.ierardi@salonedelrestauro.com
Arch. Annalisa Giorgetti annalisa.giorgetti@salonedelrestauro.com
Catalogo
Alessandra Schiavi alessandra.schiavi@salonedelrestauro.com
Amministrazione
Deborah Amadori deborah.amadori@salonedelrestauro.com

Tel. +39 051 6646832 - 864310 - 8659338
Fax +39 051 860965
info@salonedelrestauro.com
www.salonedelrestauro.com
facebook: Salone del Restauro
twitter: salonerestauro
youtube: FieraRestauro
instagram: restauromusei

Il programma completo della manifestazione e l'elenco espositori saranno disponibili sul sito www.salonedelrestauro.com 

venerdì 16 marzo 2018

PASINI E L’ORIENTE

Un grande percorso espositivo con più di 100 opere fra dipinti e lavori grafici, dalla Persia alla Turchia passando per l'Egitto, per riscoprire la grande pittura orientalista dell’Ottocento nelle splendide sale della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma). 


Una pittura legata al vero, una tecnica impeccabile fatta di colori brillanti, pennellate vivaci, una sapienza della luce e della composizione, la scelta attenta di personaggi pittoreschi ma mai didascalici, sono le caratteristiche che fanno di Alberto Pasini uno dei più grandi pittori orientalisti a livello europeo. 

Pasini nasce a Busseto nel 1826. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Parma all’insaputa della madre e ha come maestri Giuseppe Boccaccio, Girolamo Magnani e Paolo Toschi che lo inizia alle tecniche litografiche. Ancora molto giovane si trasferisce a Parigi dove espone per la prima volta al Salon. Pochi anni dopo si presenta un’occasione unica e irripetibile, Pasini parte per una missione diplomatica in Persia, agli ordini del ministro Prosper Bourée. Un viaggio che rappresenterà la vera svolta nella sua carriera artistica. 

Tornato nella capitale francese, inizierà subito a rielaborare studi, disegni e appunti di viaggio. I collezionisti, attraverso il famoso mercante d’arte Goupil, cominceranno a contendersi le sue opere, persino lo Scià di Persia e il Sultano di Costantinopoli diventeranno suoi committenti.

Dal 1871 Pasini lascia gli sfarzi di Parigi e si ritira sulle colline torinesi, a Cavoretto, ma non smetterà mai di viaggiare.

È una pittura, quella di Pasini, che prende le distanze dal lavoro di tutti gli altri interpreti della stagione orientalista dell‘Ottocento, perché non si propone di presentare l’immagine dell’Oriente che il pubblico occidentale richiedeva e alla quale era abituato, ma di creare immagini nuove, aprendo un dialogo artistico con una cultura altra, attraverso la presentazione “dall’interno” dei suoi contenuti, usi, costumi, atmosfere.

Un modello pittorico e di dialogo artistico che divenne un unicum, e che oggi, per l’importanza del tema, acquista un valore e un significato di grande attualità.

mercoledì 14 marzo 2018

Le matite di Matisse

Prima ancora che si concludesse la mostra di Miró, che ha invaso i tre piani della Kasa dei Libri lo scorso marzo, il nostro padrone di kasa Andrea Kerbaker aveva già deciso: “Il 2018 sarà l’anno di Matisse”.

Da quella frase ne sono successe di cose: le mostre estive dedicate a Salvatore Quasimodo, Jean Michael Folon e Bruno Munari, poi ancora un’invasione di Corrierini con l’esposizione dedicata a Dino Buzzati, e ultima, ma non per importanza e impegno richiesto, la fiera Tempo di Libri.

Nel frattempo K. continuava a scandagliare web e librerie alla ricerca di disegni, libri d’artista, cataloghi, quotidiani d’epoca; tutto ciò che poteva raccontare la vita di Henri Matisse attraverso la sua produzione artistica, le collaborazioni editoriali e gli interventi meno noti sulle riviste culturali della fine degli anni ‘30. Mesi sulle tracce di qualsiasi tipo di materiale da leggere con gli occhi del collezionista di libri, che sa trovare la storia dell’uomo intrecciata alla Storia con la S maiuscola.

E non è stato facile; come tutte le vicende d’amore, anche quella tra Kerbaker e Matisse ha dovuto superare degli ostacoli. A novembre 2017, per esempio, abbiamo dubitato di riuscire a recuperare proprio quei segni su carta e su libro che potevano raccontare con completezza la vita dell’artista.

Era come se si volesse nascondere, celare a noi curiosi gli elementi più preziosi.

Ma poi tutto ha trovato la quadra, con ricerche notturne, feriali, fortuite e fortunate, come nel caso del libro Midis gagnés di Tristan Tzara che nell’edizione originale numerata del 1939 ha svelato al suo interno, oltre ai sei disegni di Matisse, anche una lettera autografa di Tzara con un invito a teatro per il critico Malingue, lo stesso che due anni dopo scriverà una monografia su Matisse.

Così la collezione di già quasi 30.000 libri della Kasa si è arricchita di più di cento volumi e finalmente ci si è svelato un Matisse meno noto, quello tra le righe dei libri, dietro le copertine originali, dietro la mano che ritaglia fogli colorati e disegna linee in bianco e nero. Un ricco e vario materiale che attraverso quattro sezioni - cataloghi, disegni, gouaches decoupées e rassegna stampa - in qualche modo sa raccontare il percorso artistico del Maestro, senza dimenticare amicizie, vicende personali, contesto storico e culturale. 

Dopo quasi un anno di ricerca siamo pronti a mostrarvi il nostro Matisse meno noto, per il quale creare forme e colori ha corrisposto a un percorso di sottrazione, un cammino verso l’essenziale.

La semplicità del tratto - testimoniata in mostra nella sezione dei disegni e delle gouaches decoupées - è contrapposta all’esuberanza della pittura nei quadri dell’artista, presenti nei tanti cataloghi esposti che documentano l’esplosione e la fortuna internazionale di Matisse con testi provenienti da Russia, Stati Uniti, Giappone, Nord Europa e molti altri paesi, Italia inclusa.

Una fama e una notorietà appartata che rivela un Matisse prolifico disegnatore, ma dal carattere riservato, che abbandona Parigi per vivere nel sud della Francia e intrattiene rapporti con pochi e fidati amici, come l’editore svizzero Albert Skira, lo scrittore André Rouveyre, il drammaturgo Henry de Montherlant, il poeta Louis Aragon e la sua musa e moglie Elsa Triolet e non da ultimo Tristan Tzara.

È soprattutto nei disegni che svela questo suo lato, ma il valore di questa sezione non risiede solo nei legami affettivi raccontati dalle collaborazioni editoriali, ma soprattutto nel significato artistico del segno grafico come assoluta semplificazione della forma. Ne è un chiaro esempio Repli, libro d’artista pubblicato a Parigi nel 1947, di cui esponiamo l’edizione originale tirata in poco più di 300 copie con 12 litografie di Matisse e testo dello scrittore André Rouveyre. Sempre di Rouveyre è il testo di Apollinaire, spettacolare libro d’artista pubblicato in 300 copie nel 1952 con 8 litografie originali di Matisse, contenute in un cofanetto a colori e con una copertina sempre a colori da lui disegnata.

Proseguendo sulla scia del Matisse poco noto, in mostra anche le edizioni originali di 3 cataloghi del Ballets de Monte Carlo (1938-39), due delle quali con copertine di Matisse, nonché il bellissimo originale della rivista Derrière le Miroir in cui l’artista nel 1952 tratteggia nudi femminili sensuali e carichi di emozione.

È insomma il tratto di un artista che, avvicinandosi alla vecchiaia, sente il bisogno di cogliere soltanto gli aspetti fondamentali della figura umana, togliendo, togliendo, togliendo.

Se i disegni mostrano l’essenzialità del tratto è con le gouaches découpées che Matisse esprime l’essenzialità a colori. Negli anni peggiori della malattia che lo costringono sulla sedia a rotelle, si inventa un nuovo modo di creare, dando vita a delle semplici sagome ritagliate sulla carta: colore, forma e dimensioni essenziali accordati insieme, attraverso un immenso lavoro di sintesi che, nella loro estrema semplicità diventano opere d’arte innovative e complesse.

Per il grande stampatore greco Teriade, Matisse lavora a più numeri della rivista Verve, realizzando delle gouaches découpées nella prima delle quali, la n. 8 del 1940, compare un lugubre fondo nero - simbolo del periodo bellico che l’Europa stava vivendo - su cui però si stagliano delle forme prepotentemente colorate. Di Verve sono presenti in mostra cinque numeri.

Imprescindibile il capolavoro del 1947 Jazz, pubblicato dallo stesso editore (e in mostra non in edizione originale ma in un facsimile comunque di pregio) con l’intento di giustapporre testi e immagini che seguono un principio di improvvisazione ritmica, tipica del jazz. Un testo mitico da molti considerato il più bel libro d’artista illustrato del ‘900.

La scelta delle collaborazioni non era dettata per Matisse dalla notorietà dello scrittore o dell’intellettuale di turno, ma piuttosto dalla vicinanza sia emotiva che fisica con gli autori o gli editori. Ne è un esempio Roman rivista edita da suoi amici e vicini di casa, per cui disegna quella che sarà la copertina di tutti i numeri, utilizzando semplicemente due fasce colorate con al centro il nome del periodico.

Ma è la cappella di Vence a rappresentare il punto di arrivo e di sintesi tra le due diverse tecniche - disegno e gouaches découpées - coniugando in una sola opera l’essenzialità sia nel colore che nella linea.

L’ultima sezione, rassegna stampa, documenta attraverso le pagine dei giornali e delle riviste d’epoca le celebrazioni per la sua scomparsa e quelle che vennero fatte nel 1969 nel centenario della sua nascita, una su tutte la grande monografia con testi dell’amico di sempre Louis Aragon.





Maria Chiara Salvanelli

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martedì 13 marzo 2018

Fiber Design and Textile Processes

Sustainability, Technology, Design, Internet of Things: sono queste le parole chiave del Master universitario di I livello “Fiber Design and Textile Processes”, ideato da Città Studi Biella e POLI.design, con l’obiettivo di formare le nuove figure professionali del tessile, in grado di coniugare in modo trasversale competenze innovative e design, figure rese oggi necessarie dall’evoluzione del settore e fortemente ricercate dalle aziende che ne fanno parte.

Con avvio a ottobre 2018 e completamente in lingua inglese, il Master guarda al tessile con una prospettiva del tutto nuova, a partire dal tema dell’Industria 4.0, caratterizzata da processi industriali più intelligenti, inclusivi e sostenibili che hanno visto il mercato dei tessili tecnici fra i comparti più dinamici e in rapida evoluzione.

Un contesto da cui nasce la necessità di nuove figure di manager e professionisti in grado di farsi portatori dei valori della cultura tessile contemporanea, orientata al futuro e indirizzata alla creazione di materiali intelligenti inediti, classificati nel sistema dell’IoT (Internet Of Things), allargando l’orizzonte del processo tessile a tutti quegli ambiti in cui i materiali high tech vengono utilizzati.

Punto di forza del Master è, infatti, la docenza congiunta di accademici e professionisti di settore attraverso una didattica business oriented, pensata per dialogare e confrontarsi con il mondo dell’industria. Non a caso, sono già numerosi i brand di eccellenza del tessile mondiale che hanno deciso di aderire in partnership al progetto. Fra questi, vi sono nomi di primo piano come: Albini Group; Zegna Baruffa Lane Borgosesia; Davifil; Di.vé; Drago; Ermenegildo Zegna Group; Filidea; Gruppo Marzotto con Fratelli Tallia di Delfino, Guabello, Marlane; Italtex; Laros; Liabel; Loro Piana; Marchi e Fildi; Michele Letizia; Piacenza Cashmere; Pozzi Electa; Reda; Roj; Reggiani; Subalpino; Tintoria e Finissaggio 2000; Tintoria di Pollone; Yamamay. Con il supporto di: Federchimica Assofibre Cirfs Italia e Unione Industriale Biellese.

Quattro i moduli didattici su cui si sviluppa il master: Technicality for the textile sector management, Design and Production; Sustainability; I.o.T. Con la possibilità di iscriversi anche singolarmente: un’opportunità soprattutto per le aziende che hanno necessità di introdurre o rafforzare specifiche competenze interne in uno o più ambiti previsti dai moduli. Per chi segue il ciclo completo è previsto un periodo di stage indirizzato a neolaureati o professionisti già inseriti in azienda che desiderano specializzarsi e dare il loro positivo contributo allo sviluppo aziendale.

E, se due sono le realtà di eccellenza da cui nasce il Master, altrettante saranno le sedi dove si svolgerà: Città Studi Biella, supportato da un network di aziende tessili di eccellenza, e POLI.design, parte del Sistema Design del Politecnico di Milano. Da un lato quindi Biella, sede del più antico distretto tessile d’Europa, e dall’altro Milano, capitale indiscussa della moda, del design e dell’innovazione, che in sinergia con il sistema delle imprese danno il via ad un percorso di perfezionamento scientifico di alta formazione assolutamente nuovo nel suo genere

“Crediamo fermamente nella validità di questo progetto – afferma Pier Ettore Pellerey, Presidente di Città Studi Biella – POLI.design è un polo di eccellenza mondiale per quanto riguarda il design, in tutte le sue declinazioni più attuali e Città Studi, da parte sua, conferma la volontà di voler continuare ad operare lungo la direttrice dell’innovazione, come richiesto dal tessuto imprenditoriale che da sempre ci supporta e collabora alle nostre iniziative”.

“POLI.design svolge da anni un ruolo di cerniera tra formazione universitaria e il mondo delle professioni - sostiene Giuliano Simonelli, Presidente POLI.design - con un approccio fortemente improntato all’innovazione. La collaborazione con Città Studi Biella, che ne condivide la mission, si inserisce in questo filone e va ad ampliare la nostra azione nel settore del tessile, potenziando ancor di più la sinergia con il tessuto produttivo e imprenditoriale”.






Durata ciclo completo: 12 mesi (di cui circa 3 di stage); iscrizione anche a singoli moduli


Iscrizioni aperte. Avvio del Master previsto per ottobre 2018.


Deadline per le iscrizioni: 3 settembre 2018 (per extra UE 30 gg prima)


Disponibili n. 3 esoneri parziali. Deadline invio richiesta: 30 aprile 2018


Per informazioni sulla didattica e sulle modalità di iscrizione, invitiamo a visitare il sito www.polidesign.net/it/fiber e www.cittastudi.org

venerdì 9 marzo 2018

Pienza e i Fiori

Enti organizzatori: Pro Loco Pienza e Centro Commerciale Naturale “Città di Pienza”, in collaborazione con il comune di Pienza e con Elicona Servizi, con il contributo di Bottega Verde

Edizione speciale di “Pienza e i Fiori”, dal primo al 13 maggio
E a Palazzo Borgia, emerge un capolavoro di Locatelli
appartenuto al Re di Spagna, opera considerata perduta.

“Pienza ed i Fiori”, trentaduesima edizione, dal primo al 13 maggio, naturalmente nel centro storico della “Città Ideale” del Rinascimento.

Fulcro spettacolare della manifestazione – promossa da Pro Loco Pienza e Centro Commerciale Naturale “Città di Pienza” in collaborazione con il Comune di Pienza, con il contributo di Bottega Verde – sarà ancora una volta piazza Pio II, sullo sfondo della Cattedrale. La grande piazza in pietra si trasformerà, dall’1 al 13 maggio, in un meraviglioso giardino effimero. Ad offrire un colpo d’occhio imperdibile, fragilissimo e stupefacente, unico al mondo.
Molti spazi urbani saranno addobbati come per una grande festa rinascimentale. Bossi, rose rampicanti e tanti fiori orneranno le più belle zone della città.

Questo contesto d’eccezione, il 12 e 13 maggio, ultimo fine settimana della manifestazione, accoglierà l’attesissimo Mercato dei Fiori. Qui, i pollici verdi troveranno proposte e idee originali, dipanate lungo le strade dell’intero centro storico e nei vicini giardini di piazza Dante Alighieri.
Evento nell’evento, l’esposizione, a cura di Francesco Petrucci e Roggero Roggeri, nelle sale del Museo di Palazzo Borgia (dal primo maggio al 2 giugno), di uno straordinario dipinto, sino ad ora considerato perduto.

Si tratta del magnifico, luminosissimo “Paesaggio” di Andrea Locatelli (Roma 1695-1741), una delle due opere del grande paesaggista romano appartenute al Re di Spagna, classificata come “dispersa”.
La tela rappresenta un “Paesaggio laziale con veduta fantastica del tempio della Sibilla a Tivoli, con pastori e armenti in primo piano”.

La riemersione di questo autentico capolavoro è stata stimolata proprio dalla manifestazione pientina. In ogni edizione di “Pienza ed i Fiori” è infatti consueta la presentazione, in Palazzo Borgia (tutti i giorni tranne il martedì, orario: 10,30-13,30/14,30-18,00), di un dipinto che documenti un giardino, una natura morta o un paesaggio e, negli anni, molte sono state le opere di livello notevole che hanno avuto la funzione di testimonial della manifestazione.
L’olio su tela di Andrea Locatelli spicca in questa pur notevole tradizione. Per la qualità indiscutibile del dipinto, innanzitutto. Ma anche per le sue particolari vicende.
Il dipinto (cm. 74×136), che sarà esposto a Pienza, si può considerare come un importante ritrovamento in quanto si tratta, come si evince dal sigillo sul retro, di uno dei due soli quadri che Locatelli, uno dei massimi esponenti della pittura romana di paesaggio, ha eseguito, nel 1735, per il Re di Spagna e fino ad ora considerati perduti.

Cosa porta gli storici dell’arte a descrivere questo come uno dei due quadri del Re di Spagna? Diversi elementi oggettivi.

Il dipinto, innanzitutto, reca sul retro, ben leggibile, un sigillo in ceralacca della casa reale Borbone di Spagna e Borbone di Napoli e Sicilia il cui capostipite è Carlo di Borbone (1716-1788) conosciuto come Carlo III di Spagna.
Il sigillo raffigura l’unione dei due stemmi relativi al regno di Napoli e Sicilia, a sinistra e lo stemma del regno di Spagna, a destra.

L’unica commissione documentata di Locatelli per i Borbone è quella di due sovrapporte, a tutt’oggi considerate perdute, raffiguranti paesaggi, commissione che l’artista romano ottenne per intercessione di Filippo Juvarra, nel 1735, per il Palazzo Reale della Granjia di San Ildefonso a Madrid, fatto costruire dal padre di Carlo III, Filippo V, dal 1721 al 1739. Tutto ciò si evince da una lettera di Locatelli a Juvarra, datata 19 ottobre 1735. Le due opere sono andate perdute ma la presenza dei sigilli reali sul nostro dipinto e le dimensioni perfettamente compatibili per un sovrapporta, ci fanno presupporre che, con buona certezza, ci troviamo davanti ad uno dei due dipinti perduti, commissionati da Filippo V ed ereditati, una volta salito al trono di Spagna (1759), da Carlo III che, evidentemente, nel corso di un inventario dei beni reali, volle far apporre il proprio sigillo al retro delle opere.
Questi ed altri approfondimenti saranno pubblicati nel catalogo curato da Francesco Petrucci, Direttore del Museo del Barocco Romano di Ariccia.

Info: info@ufficioturisticodipienza.it
www.ufficioturisticodipienza.it
Tel. 0578/748359; 0578/749905

giovedì 8 marzo 2018

Mediterraneo. Lo Specchio dell’Altro

Il 28 marzo 2018 a Milano presso Palazzo Reale - Piazza Duomo 14 - si svolgerà un' ASTA D’ARTE CONTEMPORANEA, promossa da Arturo Schwarz e curata da Gloria Gatti in collaborazione con Sotheby’s e con il Patrocinio del Comune di Milano. Oltre 70 artisti donano le loro opere a favore del progetto " MEDITERRANEO. LO SPECCHIO DELL’ALTRO "



L'Asta benefica d'Arte Contemporanea per CIPMO, giunta alla sua VI Edizione, sosterrà lo sviluppo del progetto di educazione alla cittadinanza “Mediterraneo. Lo Specchio dell’Altro”, basato su una rete di Istituti Superiori Italiani che dialogano con Istituti di Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo (Giordania, Israele, Palestina, Marocco, Tunisia).  

Attivo già da cinque anni con Istituti Superiori milanesi, nel 2018 il progetto si amplia sul territorio nazionale coinvolgendo anche 6 Istituti romani e altri 6 del Sud Mediterraneo.  I protagonisti sono gli studenti italiani e mediterranei, coordinati dai rispettivi insegnanti, che, attraverso uno “scambio virtuale”, partono da una comprensione ravvicinata delle rispettive vite quotidiane giungendo ad una percezione comune dei processi in corso nella realtà mediterranea e mediorientale.

E’ il quinto anno che alcune classi del nostro liceo partecipano alle attività che il CIPMO propone. Il progetto apre ai nostri studenti e docenti una finestra sul mondo attraverso convegni internazionali e soprattutto con un network tra scuole. Con classi di licei dei paesi della regione mediterranea i nostri ragazzi hanno la possibilità di avere un confronto concreto con altre culture, di riflettere insieme su temi importanti e di collaborare a un progetto condiviso scelto - di anno in anno - dai docenti delle scuole coinvolte” (Alessandra Caponio e Adele Neri, docenti del liceo "Primo Levi" di San Donato Milanese).

Per partecipare all’evento è necessario compilare il modulo di registrazione


Per i dettagli delle opere è consultabile la  galleria fotografica  ed il   Catalogo Digitale 
Modulo Offerte pre Asta


Opere di prestigiosi artisti italiani e internazionali:  Luisella ABBONDI, Massimiliano ALIOTO, Vittorio AMADIO, Tommaso ARSCONE, Enrico BAJ, Maryam BAKHTIARI, Gian Paolo BARBIERI, Mirko BARICCHI, Gianni BERENGO GARDIN, Albino Rodolfo BOFFI, Diego BOIOCCHI, Carlo BORLENGHI, Alessandro BUSCI, Silvia CAMPORESI, Rob and Nick CARTER, Mario CEROLI, Sandro CHIA, Giovanni CHIARAMONTE, Judith COHEN, Eleonora C. COLLINI , Paolo COLLINI, Luciano DE LIBERATO, Enrico DELLA TORRE, Alessandro DI VICINO GAUDIO, Alina Elena DITOT, Pablo ECHAURREN, Rosa Maria FALCIOLA, Elia FESTA, FRANCINO, Giovanni FRANGI, Ruggero GABBAI, Omar GALLIANI, Federico GARIBALDI, Gianluigi GIOVANOLA, Riccardo GUSMAROLI, Fathi HASSAN, Maurice HENRY, Pina INFERRERA, Emilio ISGRÒ, Andrea JACCHIA, Margherita LEVO ROSENBERG , Lydia LORENZI, Alberto LORO, Teresa MARESCA, Veronica MENGHI, Maria MULAS, Izumi ŌKI, Alessandro PAPETTI, Antonio PARADISO, Francesco PATRIARCA, Guido PERUZ, Luca PIGNATELLI, Tiziana PRIORI, Lorenzo PUGLISI, Gianluca QUAGLIA, Mario RACITI, RAUL GABRIEL, Tobia RAVÀ, Michael ROTONDI, Ashkan SADEGHI, Antonio SALVADOR, SALVO, Roberta SAVELLI, Dado SCHAPIRA, Lapo SIMEONI, Fabio Rafael SOTO, Pietro SPICA, Matteo SUFFRITTI, Franco SUMMA, Lolita TIMOFEEVA , Sandro VISCA, Caterina VOLTOLINI.

Il Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente (CIPMO) da 29 anni promuove il dialogo in Medio Oriente e la cooperazione euro-mediterranea, offrendo le sue competenze a istituzioni, enti governativi ed imprese per aiutarli a conoscere più a fondo le radici delle nuove problematiche che legano le sponde Sud e Nord del Mediterraneo. 
La disponibilità di una grande casa d’asta come Sotheby’s, la generosità di tanti artisti e collezionisti e galleristi, hanno reso possibile questa asta.



Programma
mercoledì 28 marzo
ore 18.30 Cocktail ed Esposizione delle opere 

Interviene  Alberto Orioli  - Vicedirettore de  Il Sole 24 ORE
Introducono  Arturo Schwarz  e  Gloria Gatti 
Batte l’asta  Filippo Lotti  - Amministratore Delegato di Sotheby’s Italia
Presiede  Janiki Cingoli  - Presidente CIPMO
a seguire Asta 


Informazioni:
CIPMO – Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente
e-mail asta@cipmo.org

mercoledì 7 marzo 2018

JOAN MIRO: Materialita e Metamorfosi

Ad inagurare ufficialmente al mostra di Mirò in Palazzo Zabarella, venerdì 9 marzo alle 18, sarà Luís Filipe Carrilho de Castro Mendes, Ministro alla Cultura della Repubblica del Portogallo. Naturalmente al fianco del Sindaco Sergio Giordani, dell’Assessore alla Cultura della città di Padova Andrea Colasio e del Presidente della Fondazione Bano, Federico Bano.

Una presenza non casuale quella del Ministro alla Cultura portoghese a Padova. La mostra di Mirò infatti, prima che a Palazzo Zabarella è stata allestita al Palacio de la Ajuda in Lisbona, magnifica sede proprio del Ministero alla Cultura per volontà del Ministro Carrilho de Castro Mendes .

Luís Filipe Carrilho de Castro Mendes, subentrato dallo scorso aprile a João Soares, è un fine uomo di cultura, oltre che un noto diplomatico del suo Paese. In questa veste ufficiale è stato Ambasciatore del Portogallo dapprima in Luanda e poi a Londra, a Parigi e presso la Comunità Europea.

All’attività diplomatica ha unito la passione per la poesia e il giornalismo, collaborando in età giovanile con il Diário de Lisboa e successivamnte con il supplemento letterario República.

Sua eccellenza il Ministro Luís Filipe Carrilho de Castro Mendes sarà a Padova per tre giorni, in veste ufficiale dapprima, e poi in veste privata. Comune e Fondazione Bano accoglieranno l’illustre Ospite che, dopo l’inagurazione della Mostra sarà impegnato in un intenso programma di visite e incontri. 


Nelle tre giornate che il Ministro portoghese dedicherà a Padova sono previste sue visite al Convento ed alla Basilica del portoghese Sant’Antonio, un incontro in Municipio con il Sindaco, una visita al Bo e all’Orto Botanico. 

Tra le mete previste, anche la Cappella degli Scrovegni e il Museo Civico.

Con il Ministro sarà a Padova anche S.E. Francisco Ribeiro Telles, Ambasciatore della Repubblica del Portogallo per l’Italia, l’Albania, Malta e la Repubblica di San Marino e Rappresentante Permanente presso le organizzazioni delle Nazioni Unite con sede a Roma (FAO, l’IFAD e il WFP/PAM). 

lunedì 5 marzo 2018

Paolo Treni e la sua Simulacra alla Fortezza Firmafede di Sarzana

La Fortezza Firmafede di Sarzana (Sp) ospita, dal 10 al 21 marzo 2018, Simulacra", la prima mostra pubblica di Paolo Treni, giovane artista lombardo vincitore del "Premio Montale Fuori di Casa 2017" per la Sezione Montal/Arte.

Realizzata con il patrocinio del Comune di Sarzana e il supporto tecnico della Società Cooperativa Earth, l'esposizione sarà inaugurata sabato 10 marzo alle ore 17.00, alla presenza di Nicola Caprioni (Assessore alla Cultura del Comune di Sarzana), Ivan Quaroni (curatore) ed Adriana Beverini (Presidente Premio Montale Fuori di Casa).

«Raramente ricordo i sogni che faccio, dichiara Paolo Treni. Forse per questo ho sempre voluto creare opere che fossero fatte di materia onirica». Il titolo della mostra - " Simulacra" - fa dunque riferimento alla dottrina epicurea esposta da Lucrezio nel IV libro del "De rerum natura" secondo la quale da tutte le cose si staccherebbero veli sottili che, venendo a contatto con i sensi, determinerebbero sia le percezioni che i sogni.  

In esposizione, una decina di opere di medie e grandi dimensioni, molte delle quali inedite, realizzate prevalentemente nel 2016-17 con laser, smalti, pigmenti e vernici applicati in stratificazioni successive su supporto in plexiglas. Il percorso della mostra è completato, inoltre, da nove "Farfalle di Dinard", papillon gioiello in cornice d'artista, creati in omaggio alla celebre prosa di Eugenio Montale. 

I colori si trasformano al variare della luce. La poesia, scolpita nella plasticità del colore, scaturisce dall'interazione tra le variazioni cromatiche dell'opera e le sfumature emotive che coinvolgono lo spettatore, sospinto dall'artista ad esplorare la natura e l'effetto di ogni lavoro, muovendosi lungo la parete, tra attrazione e repulsione, alla ricerca del punto nevralgico in cui i colori si accendono e la composizione prende vita. 

«Paolo Treni - scrive Ivan Quaroni - concepisce l'opera come un processo alchemico di trasformazione della materia grezza e sorda in un composto sublimato e luminoso. Usa, infatti, laser, smalti, pigmenti e vernici per trasformare delle comuni lastre di plexiglas in superfici che catturano e irradiano la luce, modulandola sulle cangianti frequenze dello spettro cromatico […]. Nei sui lavori l'esperienza estetica diventa il viatico di un processo d'immersione interiore. Un percorso che parte dal nervo ottico e arriva, per via sinestetica, fino ai confini della coscienza vigile, là dove riposano memorie che credevamo sepolte». 

L'esposizione sarà aperta al pubblico fino al 21 marzo 2018, da lunedì a domenica con orario 10.30-13.00 e 14.30-17.30; ultimo accesso 45 minuti prima dell'orario di chiusura. Ingresso alla mostra compreso nel percorso di visita alla Fortezza Firmafede e al MUdeF - Museo delle Fortezze (Euro 6,00). Per informazioni: www.fortezzafirmafede.it, www.paolotreni.com.