martedì 20 febbraio 2018

Da Raffaello a Canova, da Valadier a Balla. L’arte in cento capolavori dell’Accademia Nazionale di San Luca

Verrà inaugurata questo pomeriggio alle ore17.00, presso la Sale delle Colonne di Palazzo Graziani (Corso Vannucci, 47), la mostra “Da Raffaello a Canova, da Valadier a Balla. L’arte in cento capolavori dell’Accademia Nazionale di San Luca” organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte.

Il progetto espositivo, a cura di Vittorio Sgarbi, è allestito negli spazi museali di Palazzo Baldeschi e Palazzo Lippi Alessandri – due immobili di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia situati in Corso Vannucci – e porta a Perugia 100 opere della prestigiosissima collezione dell’Accademia di San Luca di Roma, una delle più antiche e importanti istituzioni italiane per l’insegnamento e la promozione delle arti. 

Si tratta di un corpus di opere che spazia dalla pittura alla scultura e fino all’architettura, offrendo al visitatore l’opportunità di ammirare i capitoli più importanti della storia dell’arte attraverso opere di indiscusso valore, tra cui spiccano capolavori assoluti di artisti di fama internazionale come Raffaello, Anton Van Dyck, Bronzino, Pietro da Cortona, Antonio Canova, Francesco Hayez e Giacomo Balla

All’inaugurazione saranno presenti: il Presidente e il Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca, Gianni Dessì e Francesco Moschini; il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Giampiero Bianconi; il Presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Giuseppe Depretis.

Info: www.fondazionecariperugiaarte.it
Ufficio Stampa Fondazione Cariperugia Arte: Lara Partenzi   
tel. 075.5724563 int.101 partenzi@fondazionecariperugiaarte.it

lunedì 19 febbraio 2018

Talking Sky di Arrigo Barbaglio

Presso l'edificio di Renzo Piano, sede del Sole 24 Ore a Milano, si terrà la mostra “Talking Sky” del fotografo e scrittore Arrigo Barbaglio, un’esposizione fotografica ispirata al libro per ragazzi “Inseguendo i segni del cielo”, presentato al Salone del Libro di Torino.
La mostra sarà inaugurata giovedì 22 febbraio alle ore18.30, e sarà aperta 24 ore su 24, visitabile quindi anche di nottefino al 17 marzo prossimo.
Inventore del genere 'Fotofumetto', all’occorrenza abile sceneggiatore e regista di corti video film, Arrigo Barbaglio è un autore dalla vena prolifica in diversi campi dell’arte, performance teatrali comprese, comprese l'agio del doppio binario della scrittura visionaria e dell’immagine catturata con una piccola digitale tascabile o col cellulare, facendole interagire in una vera e propria fusione di completamento artistico, in una sorta di film su carta nel “movimentato” matrimonio d’azione tra parola e immagine.
Generi innovativi, sia nel taglio narrativo che nell’inquadratura spigolosa, e dal perenne rimando espressionista.
Arrigo Barbaglio è fotoscrittore, docente, regista e sceneggiatore di corti dall’estro galoppante, sempre pronto a scorribande in lungo e in largo sugli sterminati prati della parola, della fotografia e del loro “movimentato” matrimonio d’azione.
Numerose le sue pubblicazioni tra cui i romanzi “Le vie dell’oro”, “Woody-Buddha capovolto”, “Inseguendo i segni del Cielo”, “Ibu-Tsunami”, “Il cerchio bianco”, “Frullatore X nuvole”, “Cieli animati, cieli-cartoon” e “Inseguendo i segni del cielo”, da cui è tratta la presente esposizione.
Così come sono numerose le mostre in ogni continente, da “Bohong Sayang” e “Dunia di Surabaya” in Indonesia con l’ONU, a “East-West in a compact camera” a Istanbul con l’Istituto di Cultura Italiana, da “Exxa, le navire de Terre” e “Meduse metallique” nel Mogador in Marocco con il Ministero della Cultura e l’Ambasciata di Fes a “Barbaglio-Bagaglio” a Bahia in Brasile con il Ministero della Cultura, con permanente presso la casa-museo Premio Nobel Jorge Amado, da “Echi di frontiera” a Milanocon il Tribunale dei Minori a “Altre sonorità” al Jazz Umbria Festival col Comune di Perugia, da “Inseguendo i segni del cielo” presso PictureBook Fest (Festival della Letteratura) con Museo Storico Città di Lecce a “Frullatore x nuvole” con performance futurista presso il Teatro s. Domenico di Crema.
Come un film su carta, nel movimentato matrimonio d'azione tra parola & immagine"
Spazio Espositivo PwC Milano – Pal. Renzo Piano – Sede SOLE 24 ORE - Milano
Dal 22 febbraio al 17 marzo 2018
Vernissage H 18.30
Apertura: Tutti i giorni 24h su 24h


sabato 17 febbraio 2018

Realtà e sogno di Bruno Ferrari alla Libreria Strand di Reggio Emilia

Pagine scritte, oggetti abbandonati e continua ricerca di equilibrio: la Libreria Strand di Reggio Emilia (Via Emilia San Pietro, 22) ospita, dal 3 al 31 marzo 2018, la mostra personale di Bruno Ferrari, tra “Realtà e sogno”, caratterizzata da uno sguardo teso al contemporaneo, ma capace di ampie aperture oniriche.



Accompagnata da un testo di Virginia Cipressi, l’esposizione sarà inaugurata sabato 3 marzo alle ore 17.00.
In mostra, una cinquantina di opere ad olio su tavola, molte delle quali inedite, realizzate negli ultimi dieci anni. Il percorso espositivo si snoda attraverso le tre stanze della libreria riservate alle esposizioni temporanee, proseguendo anche nella sala conferenze, luogo di incontro e confronto.

Caratterizzata da una tecnica minuziosa e da una fedele riproduzione del dato reale, la ricerca dell’artista reggiano prende atto dell’esasperato “consumo” di cose e persone che denota la società contemporanea, proponendo una via d’uscita attraverso il ritorno alla natura (presente nei raffinati equilibrismi di aironi, aquile e specie rare) e la salvaguardia della cultura, elemento fondante ed identitario delle nostre comunità, ma anche viatico per infiniti voli pindarici. «Civiltà, storia e cultura sopravvivono in bilico – dichiara Bruno Ferrari – e tutto ciò non deve naufragare».

«Accade – scrive Virginia Cipressi – che un uccello non sia mai solo un uccello, così come i libri, così come gli oggetti, ma diventino simboli di quelle cose che viviamo ogni giorno abitando questo strano mondo: una cultura che troppo spesso si perde, oggetti e pezzi di memoria che vengono abbandonati in disperate fughe verso futuri che promettono di essere migliori, contrasti e lotte che pietrificano lo sviluppo. Di questo stiamo parlando oggi, ma non lo facciamo con gli occhi bassi e la schiena china di chi si rassegna, lo facciamo con lo spirito di chi la speranza non l’ha persa e affida il suo messaggio al linguaggio straordinario dell’arte. C’è aria, c’è grande respiro, c’è volo. C’è una prospettiva luminosa, ariosa e a volo d’uccello. Quella di Bruno Ferrari è un’arte chiara, è un invito a prendere fiato e ad affrontare con speranza il futuro».

L’esposizione, realizzata con il contributo di Gamma Meccanica, GoldenPath, Cantina Albinea Canali, GI & VI Agenzia di Pubblicità, sarà visitabile da lunedì a sabato con orario 9.00-13.00 e 15.00-20.00, domenica e festivi ore 10.00-13.00 e 16.00-19.30. Ingresso libero. 

Per informazioni: Alberto Mambriani (tel. +39 320 9686155, gildoreyes@gmail.com). Per contattare l’artista: Bruno Ferrari (tel. +39 333 5238386, brunoarte@tiscali.it).

Bruno Ferrari nasce nel 1949 a Reggio Emilia, dove vive e lavora. Dopo un primo interesse per la fotografia, si avvicina alla pittura, che diviene il suo linguaggio d’elezione. Dalla fine degli anni Novanta prende parte a mostre personali, collettive e fiere d’arte in diverse città italiane. Tra le recenti esposizioni, si segnalano quelle allestite presso Galleria “Art Point” (Firenze, 2004), Galleria “La Soffitta” (Firenze, 2005), Chiesa della Madonna (Castelnovo di Sotto, Reggio Emilia, 2006), Le Segrete di Bocca (Milano, 2010), Galleria 9 Colonne (Bologna, 2010), Palazzo Casotti (Reggio Emilia, 2014), Sala Civica (Albinea, Reggio Emilia, 2014), La casa del Tibet (Votigno di Canossa, Reggio Emilia, 2015), Galleria L’Ottagono (Bibbiano, Reggio Emilia, 2016). Hanno scritto di lui: Alberto Agazzani, Elena Andreini, Umberto Benedetto, Alessandra Bruscagli Osvaldo Cavalzani, Alfredo Gianolio, Emanuele Filini, Veronica Negrelli. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.


Bruno Ferrari, Realtà e sogno
Testo di Virginia Cipressi
Libreria Strand
Via Emilia San Pietro 22, Reggio Emilia 
3 -31 marzo 2018
Inaugurazione: sabato 3 marzo 2018, ore 17.00
Orari: da lunedì a sabato ore 9.00-13.00 e 15.00-20.00, domenica e festivi ore 10.00-13.00 e 16.00-19.30
Ingresso libero
             

PER INFORMAZIONI:
Alberto Mambriani
Tel. +39 320 9686155
gildoreyes@gmail.com 

PER CONTATTARE L’ARTISTA:
Bruno Ferrari
Tel. +39 333 5238386
brunoarte@tiscali.it 

UFFICIO STAMPA:
CSArt – Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano 54, Reggio Emilia
Tel. +39 0522 1715142
info@csart.it - www.csart.it

martedì 13 febbraio 2018

Officina Internazionale

La Galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 4) presenta, dal 17 febbraio al 7 marzo 2018, “Officina Internazionale”, esposizione collettiva con opere pittoriche realizzate da quindici artisti di diversa nazionalità: Julia Bornefeld, Sandra Brandeis-Crawford, Gunter Damisch, Josè Demetrio, Artan Derraj, Günter Dollhopf, Ulrich Egger, Friedrich Einhoff, Ludmila Kazinkina,  Kocheisen + Hullmann, Heiner Meyer, Klaus Mehrkens, Nobuhiro Ohara, Martin Pohl, Sarah Setchfield.

La mostra, che sarà inaugurata sabato 17 febbraio alle ore 17.30, raccoglie una selezione di dipinti provenienti dalla collezione del gallerista e dalle diverse esposizioni allestite in oltre vent’anni di attività. 

«Conoscere gli altri – dichiara Gino Di Frennaè il principio che ha animato dal 1994 l’Associazione 8,75 Artecontemporanea. Con questa mostra, la duecentesima, abbiamo voluto ricordare il percorso artistico che negli anni ha visto l’avvicendarsi di diversi artisti internazionali, conosciuti per caso, ricercati a fini collezionistici o presentati da altri autori legati all’Associazione. Nel 1998 abbiamo iniziato con un raffinato incisore cecoslovacco, Peter Kocak, a seguire alcuni artisti tedeschi, Heiner Meyer (2001), Günter Dollhopf (2002), Sandra Brandeis-Crawford (2005), Martin Pohl e Klaus Mehrkens (2006). Nel 2007 un’artista di origini russe, Ludmila Kazinkina, e un artista albanese, Artan Derraj, che abbiamo seguito anche negli anni successivi. Poi Julia Bornefeld, Nataly Mayer e la norvegese Dora Bendixen (2011), fino alla mostra di Kai-Uwe Schulte-Bunert per Fotografia Europea (2016). Lo sguardo è sempre andato “oltre”, per proporre a Reggio Emilia artisti di qualità, non necessariamente legati al territorio. Per ragioni di spazio, non sono presenti tutti gli autori internazionali proposti negli anni. Ci auguriamo, quindi, che questa ricerca possa proseguire nel tempo…».

L’esposizione sarà visitabile fino al 7 marzo 2018, di martedì, mercoledì, venerdì e sabato con orario 17.30-19.30, oppure su appuntamento. Ingresso libero. 

Per informazioni: tel. 340 3545183, ginodifrenna875arte@yahoo.it, www.csart.it/875. 


GALLERIA 8,75 ARTECONTEMPORANEA
Corso Garibaldi, 4 - Reggio Emilia
www.csart.it/875  -  www.875artecontemporanea.it

OFFICINA INTERNAZIONALE
Julia Bornefeld, Sandra Brandeis-Crawford, Gunter Damisch, Josè Demetrio, Artan Derraj, Günter Dollhopf, Ulrich Egger, Friedrich Einhoff, Ludmila Kazinkina,  Kocheisen + Hullmann, Heiner Meyer, Klaus Mehrkens, Nobuhiro Ohara, Martin Pohl, Sarah Setchfield
Sabato 17 febbraio 2018, ore 17.30
17 febbraio – 7 marzo 2018
Martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 17.30-19.30 o su appuntamento. 


Segnalato da Chiara Serri
CSArt – Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano, 54
42121 Reggio Emilia
T. +39 0522 1715142
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lunedì 12 febbraio 2018

Jannis Kounellis in Statale

La Fondazione Arnaldo Pomodoro e l’Università degli Studi di Milano si fanno promotori dell’iniziativa Jannis Kounellis in Statale, a un anno dalla scomparsa dell’artista.

Dal 20 febbraio, la sede centrale dell’Ateneo (settore didattico di via Festa del Perdono 3) ospiterà l’opera Senza titolo (2005) di Jannis Kounellis (1936-2017), concessa in comodato gratuito alla Statale dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro, che nel 2006 invitò l’artista ad allestire nel proprio spazio espositivo di Via Solari 35 a Milano, la grande mostra intitolata “Atto unico”, curata da Bruno Corà.

Senza titolo si presenta come una lunga putrella di ferro, montata in verticale, che occupa in altezza tutto lo spazio, dal pavimento al soffitto. Sulla sua sommità è adagiata una grande risma di fogli da disegno, che piegandosi naturalmente verso il basso formano una sorta di capitello.

Il ferro, come materiale grezzo e industriale e la struttura della putrella, come elemento che evoca la costruttività, ricorrono spesso nel lavoro di Kounellis, mentre i fogli da disegno rimandano all’attività tradizionale dell’artista.

Realizzata appositamente per gli spazi della prima sede della Fondazione Pomodoro e alta 540 cm, l’opera si inserisce perfettamente nell’architettura del nuovo spazio che la ospiterà in Statale, progettato da Piero Portaluppi nei primi anni Cinquanta. L'opera di Kounellis si aggiunge alle importanti testimonianze di arte del Novecento (da Wildt a Fontana) già presenti nella sede centrale dell'Università e va ad arricchire la collezione permanente d'arte contemporanea avviata negli ultimi anni grazie al progetto La Statale Arte, che comprende già i lavori di Nanda Vigo, Mikhail Ohanjanian e Paolo Icaro – il cui intervento è attualmente in corso - e che nasce proprio per valorizzare la suggestione del colloquio tra la monumentalità dell’architettura della Ca’ Granda e le interpretazioni del presente, favorendo la più ampia diffusione dell’esperienza artistica.


Questa iniziativa rappresenta una tappa fondamentale dell’attività della Fondazione Arnaldo Pomodoro, nell’ottica di far conoscere la propria collezione al di fuori degli spazi museali e dei luoghi solitamente adibiti a esposizioni d’arte, per rendere patrimonio di tutti l’arte contemporanea.

L’inaugurazione si terrà lunedì 19 febbraio, ore 17.30, alla presenza di Gianluca Vago, rettore dell’Università degli Studi di Milano, di Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano e di Carlotta Montebello, segretario generale della Fondazione Arnaldo Pomodoro. Seguirà, in Aula Magna, la proiezione del film Atto unico di Jannis Kounellis, girato da Ermanno Olmi durante l’allestimento della mostra del 2006. Al termine interverranno Arnaldo Pomodoro e i professori Raffaele De Berti e Giorgio Zanchetti.



SENZA TITOLO (2005)

JANNIS KOUNELLIS IN STATALE

Inaugurazione : lunedì 19 febbraio 2018 ore 17.30

Università Statale di Milano

Ritrovo nell’ Atrio dell’Aula Magna

Via Festa del Perdono 7

Esposizione permanente

Dal 20 febbraio

Università Statale di Milano

Settore didattico (atrio aula 113)

Via Festa del Perdono 3

Orario: dal lunedì al venerdì 9-19

Ingresso libero

Ufficio stampa Fondazione Arnaldo Pomodoro

CLP Relazioni Pubbliche

Anna Defrancesco, tel. 02 36 755 700

anna.defrancesco@clponline.it; www.clponline.it

Ufficio stampa Università Statale di Milano

Anna Cavagna e Glenda Mereghetti

Tel. 02 50312983 - Cell. 3346866587

ufficiostampa@unimi.it

giovedì 8 febbraio 2018

L’albero del latte di Silvia Bigi

La Fondazione Dino Zoli di Forlì (Viale Bologna, 288) presenta, dal 24 febbraio al 14 aprile 2018, L’albero del latte di Silvia Bigi, giovane artista di Ravenna che indaga il rapporto tra predestinazione biologica e convenzioni sociali. Curata da Francesca Lazzarini, l’esposizione sarà inaugurata sabato 24 febbraio, alle ore 18.00.

«In un percorso articolato tra fotografie, installazioni, documenti di finzione e objets trouvés raccolti tra i Balcani e la Romagna – spiega la curatrice – la ricerca di Silvia Bigi esplora il tema dell’identità di genere, sollevando riflessioni sul ruolo della donna nella società contemporanea. In tempi in cui il femminicidio è argomento alla ribalta di tutti i canali d’informazione nazionali, L’albero del latte risale alle origini della questione, interrogandosi sul rapporto tra natura e cultura e sulle possibilità di sovvertire le norme sociali dominanti».

Il titolo della mostra – L’albero del latte – è tratto dal Kanun di Lek Dukagjini, un antico codice di leggi e consuetudini che definisce come Albero del latte la stirpe femminile in opposizione all’Albero del sangue, riservato all’unica vera discendenza: quella maschile. Poco prima di una residenza artistica a Dubrovnik, Silvia Bigi trova per caso una fotografia di Stana Cerovic, ritratta insieme alla sorella Vukosava. Stana Cerovic è stata l’ultima vergine giurata dei Balcani: le vergini giurate erano donne disposte a rifiutare il contratto matrimoniale in una società fortemente patriarcale per diventare eredi, trasformandosi in uomini: nei gesti, negli abiti e in ogni comportamento sociale.

A partire dall'immagine ritrovata l’artista avvia una riflessione su alcuni aspetti delle diseguaglianze di genere, ponendo la sua attenzione sulla cerimonia delle nozze, sul contratto matrimoniale, sui doveri della prima notte e sull’istituto della dote, in Italia obbligatoria per legge fino al 1975.

Da qui, lo straordinario ritrovamento di un codice scritto in dialetto romagnolo: parole tramandate in segreto per secoli e recitate come un mantra dalla poetessa Laura Turci.


A completare il percorso espositivo, oltre ad alcune opere fotografiche legate al femminile (Esercizi di preparazione ai doveri della prima notte, 2017), agli infiniti gradi di parentela (Gli anelli dell'albero, 2017) e al potere ancestrale della genetica (Il corredo della sposa, 2017), anche una serie fotografica (Il sangue e il latte, 2017) dedicata – per usare le parole dell’artista stessa – «a tutte le donne che combattono ogni giorno per essere latte e sangue allo stesso tempo, nel tentativo di ritrovare l’antica unità perduta».

L’esposizione, parte di un programma promosso dalla Fondazione Dino Zoli – e fortemente voluto dallo stesso Dino Zoli – a sostegno della creatività giovanile, sarà visitabile da martedì a giovedì con orario 9.30-12.30, da venerdì a domenica ore 9.30-12.30 e 16.00-19.00, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: tel. +39 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com, www.fondazionedinozoli.com.


Silvia Bigi. L’albero del latte
A cura di Francesca Lazzarini
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288, Forlì 
24 febbraio – 14 aprile 2018
Inaugurazione: sabato 24 febbraio 2018, ore 18.00
Orari: da martedì a giovedì ore 9.30-12.30, da venerdì a domenica ore 9.30-12.30 e 16.00-19.00, chiuso lunedì e festivi.

PER INFORMAZIONI:
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288, Forlì 
Tel. +39 0543 755770
info@fondazionedinozoli.com
www.fondazionedinozoli.com 

UFFICIO STAMPA:
CSArt – Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano 54, Reggio Emilia
Tel. +39 0522 1715142
info@csart.it 
www.csart.it 

mercoledì 7 febbraio 2018

Gli allievi del Conservatorio Cherubini in concerto nella Sala della Musica

Ancora una grande serata di musica negli spazi appena recuperati del Centro internazionale delle arti per lo spettacolo – Fondazione Franco Zeffirelli

Nella Sala della Musica dell'Oratorio San Filippo Neri, all'interno del complesso di San Firenze, è in programma un nuovo appuntamento con "I concerti di San Firenze" a cura di Francesco Ermini Polacci.

Il prossimo live è previsto per domani, giovedì 8 febbraio (anziché il 9 come precedentemente annunciato), sempre alle ore 21, quando si inaugurerà ufficialmente la nuova e importante collaborazione con il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, che ha scelto proprio la suggestiva sala del complesso di San Firenze per il suo primo concerto del 2018.

In occasione del "battesimo" di questa rilevante partnership si terrà il concerto degli allievi del Conservatorio stesso, ovvero ben 16 giovani musicisti provenienti da quattro differenti classi di musica da camera impegnati in un repertorio impegnativo.

Presentandosi nelle più svariate formazioni, animeranno gli spazi della Sala della Musica con un programma incentrato su compositori legati al mondo del cinema, ma proposti come autori di sorprendenti pagine cameristiche: Šostakovič, Ibert (uno dei pionieri della musica per film), Saint-Saëns, Milhaud (di cui si potrà ascoltare la fantasia cinematografica "Le Bouef sur le toit" con scatenati ritmi di samba e sensuali melodie sudamericane), Castelnuovo Tedesco (l’autore fiorentino di cui proprio quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario della scomparsa) e Rota (autore, tra l’altro, di indimenticabili musiche da film).

L’ingresso al concerto è a pagamento (intero 10 euro e ridotto 7 euro, rinfresco a 10 euro presentando il biglietto); i biglietti sono già in vendita presso la biglietteria del Centro per le arti dello spettacolo Fondazione Zeffirelli (aperta tutti i giorni, escluso il giovedì, dalle 10 alle 18) oppure si possono acquistare in rete a questo indirizzo.


Centro Internazionale per le Arti dello Spettacolo - Fondazione Franco Zeffirelli onlus
Piazza San Firenze 5 – Firenze

www.fondazionefrancozeffirelli.com

info@fondazionefrancozeffirelli.com; tel. 055-281038




Biglietteria tel. 055-2658435 – Prenotazioni visite tel. 055-2001586

martedì 6 febbraio 2018

Patrizio Marafini, incisioni e dipinti per Philippe Jaccottet

Dal 10 febbraio la galleria Spazio COMEL Arte Contemporanea ospiterà la mostra “Patrizio Marafini, incisioni e dipinti per Philippe Jaccottet”. 

Pittore, incisore e scenografo, Marafini coltiva da almeno venti anni una profonda liaison con l’arte poetica, legame documentato dalla sua recente pubblicazione “Ninfa, dignus amore locus” che prosegue il lavoro di ricerca iniziato con “Terre della memoria” (Cartedautore 2004) e “Pagine di vento dialogo tra un incisore e cinque poeti” (Cartedautore 2008).

Per frequentazione personale (preziosa l’amicizia con Elio Filippo Accrocca, Gabriella Sobrino, Gianpaolo Rugarli, Alfonso Malinconico e Leone D’Ambrosio) e letteraria (con i versi di Mario Luzi, Giorgio Caproni, Libero de Libero, Giovanni Giudici e Philippe Jaccottet) l’arte di Marafini subisce le suggestioni del linguaggio poetico con il quale intreccia dialoghi immaginari.

Il percorso espositivo propone alcune opere più recenti di Marafini, frutto di sperimentazioni che le fa distinguere per stile e tecnica, dai primi lavori dedicati al poeta franco-svizzero e caratterizzati da suggestivi effetti di luminescenze pittoriche. Ad arricchire l’esposizione ci sarà inoltre la raccolta di incisioni “Ninfa, dignus amore locus”: stampe calcografiche in cui si rintraccia il tentativo dell’autore di evocare le terre incognite dello spirito e dell’immaginazione. 

La poesia di Jaccottet ha offerto all’artista corese, che da anni lavora intorno al tema centrale del paesaggio come esperienza epifanica, l’opportunità di comporre un intrigante fraseggio fra verso e immagine. Ne nascono malinconiche narrazioni grafiche che rinnovano la percezione del luogo situandolo al di là della oggettività della natura e della storia del luogo.

Sabato 10 febbraio, presenterà la mostra Rino Caputo (già ordinario di Letteratura Italiana nel Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Roma Tor Vergata) che per l’occasione scrive ‘tra incisione e dipinto non c’è in Marafini soluzione di continuità. Così come tra poesis e pictura’. Il poeta Leone D’Ambrosio, amico di Jaccottet, leggerà alcuni brani tratti dalle raccolte di poesia del letterato franco-svizzero.


 Orari di visita: dalla domenica al venerdì ore 17.30-20.00, sabato ore 18.00-20.00, lunedì chiuso. Ingresso Libero

Spazio COMEL Arte Contemporanea

via Neghelli, 68 - Latina
tel. 0773.487546 - email: info@spaziocomel.it 
sito:  www.spaziocomel.it  

lunedì 5 febbraio 2018

Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni

La mostra che aprirà i battenti al Palazzo dei Diamanti il prossimo 3 marzo si propone di posare uno sguardo nuovo sull’arte italiana di fine Ottocento. Nella rassegna verrà infatti indagata per la prima volta la poetica degli stati d’animo e con essa uno dei fondamentali apporti del nostro paese all’arte moderna . Opere manifesto quali Ave Maria a trasbordo di Giovanni Segantini, la Maternità di Gaetano Previati, il trittico degli Stati d’animo di Umberto Boccioni, e altri importanti esiti dell’arte italiana e internazionale tra Otto e Novecento, condurranno i visitatori in un viaggio nei territori dello spirito.

Si tratta di un momento cruciale per l’avvento della modernità che vede scienza e arte impegnate come mai prima nell’indagine della psiche, con gli artisti che sperimentano un nuovo alfabeto visivo capace di portare nell’opera la materia mutevole e inafferrabile degli stati d’animo. Tra di loro figurano i protagonisti della scena artistica dell’epoca, dai maestri del simbolismo e divisionismo, come Segantini, Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli e Medardo Rosso, fino a quelli dell’avanguardia futurista, i più giovani Balla, Carrà e soprattutto Boccioni, che seppe raccogliere il testimone dalla generazione precedente e creare un linguaggio dirompente che pone “lo spettatore al centro del quadro”, per trascinarlo nella dinamica delle emozioni e nella polifonia della metropoli moderna.

In questo progetto Gaetano Previati, artista di punta delle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, occupa un posto del tutto particolare, come infatti affermò lo stesso Boccioni: «Con lui le forme cominciano a parlare come musica, i corpi aspirano a farsi atmosfera, spirito e il soggetto è già pronto a trasformarsi in istato d’animo». La mostra nasce proprio dalla volontà di approfondire e mettere in risalto il fondamentale ruolo giocato dall’artista ferrarese nel creare un ponte tra l’eredità dell’Ottocento e le avanguardie artistiche del nuovo secolo.

L’esposizione Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni è frutto di un lavoro di scavo delle fonti e di revisione critica condotto dai curatori della mostra e da un comitato scientifico composto da studiosi di fama internazionale, affiancati dagli autorevoli specialisti che collaborano al catalogo. Grazie al sostegno di grandi musei europei e americani e collezionisti privati è stato possibile ottenere prestiti del tutto eccezionali, dalla Beata Beatrix di Dante Gabriel Rossetti delle National Galleries of Scotland al Fugit Amor del Musée Rodin, dal pellizziano Ricordo di un dolore della Carrara alla Risata di Boccioni proveniente dal MoMA, e raggiungere l’obiettivo ambizioso di rileggere da un punto di vista inedito quel cruciale passaggio di secolo.

Il percorso segue i passi degli artisti nella ricerca di un alfabeto delle emozioni, muovendo dal verismo psicologico per addentrarsi in un processo di rarefazione formale che approda alla sintesi astrattiva e dinamica della pittura di stati d’animo futurista. L’ allestimento, a cura dello Studio Ravalli, che già aveva progettato con successo quello realizzato in occasione dell’esposizione dedicata all’ Orlando furioso, gioca un ruolo importante nel racconto della mostra: è stato infatti studiato per creare uno spazio sospeso e immateriale immerso nell’oscurità, in modo da esaltare il potere di suggestione di dipinti e sculture e favorirne un rapporto diretto con l’osservatore. In questo contenitore rarefatto la narrazione scaturisce dal cortocircuito visivo tra le opere esposte e la sollecitazione di immagini, suoni, proiezioni che fotografano la temperie fin de siècle, tra positivismo e irrazionalismo. Opere chiave della scena italiana e internazionale tra Otto e


Novecento dialogheranno con le “interferenze” offerte dall’immaginario scientifico e culturale del tempo in un racconto tematico che attraversa gli stati d’animo: dalla melanconia all’abbandono fantastico nella rêverie, dall’abisso della paura alla liberazione delle pulsioni sessuali e degli istinti aggressivi, fino al rapimento estatico dell’amore e alla sublimazione nei sentimenti di pace e armonia universale, per chiudere sulle note frenetiche ed esaltanti prodotte dall’esperienza della città contemporanea.

STATI D’ANIMO
Arte e psiche tra Previati e Boccioni
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
3 marzo – 10 giugno 2018

Organizzatori
Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara

A cura di

Maria Grazia Messina, Fernando Mazzocca, Chiara Vorrasi

Allestimento
Antonio Ravalli Architetti


Aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

Aperto anche Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno

Tariffe (audioguida inclusa per i singoli visitatori, radioguida obbligatoria inclusa per i gruppi)
– Intero: euro 13,00
– Ridotto: euro 11,00

– Gratuito: bambini sotto i 6 anni, disabili al 100% con un accompagnatore, giornalisti e guide turistiche con tesserino, membri ICOM, militari in divisa

Informazioni e prenotazioni
tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it | www.palazzodiamanti.it

Ufficio stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
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venerdì 2 febbraio 2018

ARTE, SCIENZA ED ECOLOGIA NELL'ERA DELL'ANTROPOCENE

PLATFORM GREEN segnala il talk " ARTE, SCIENZA ED ECOLOGIA NELL'ERA DELL'ANTROPOCENE" che si terrà  Domenica 4 febbraio dalle 16:30  alle ore 18:30 nella Sala melodia presso ARTEFIERA - Bologna.

Andreco, The Antropocene Era, 2016, acrilico su tela, 100x100 cm.
Courtesy l'artista e Traffic Gallery
La crisi ambientale è un’urgenza del mondo contemporaneo che influenza anche la produzione culturale e delle arti visive. All’interno dell’universo arte-scienza, molte sono le tematiche che vengono sviscerate dagli artisti. Tra queste spicca quella del cambiamento climatico, argomento di dibattito sempre più attuale in più ambiti di indagine e tra le sfide più ardue e principali del nostro secolo.

In questa occasione Andreco, artista visivo, presenta la sua ultima opera, “Climate Art Project” che trae ispirazione proprio dai recenti studi scientifici sulle cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici. Avviato a Parigi nel 2015 in occasione di COP21, conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, “Climate Art Project” è un progetto che parte da una riflessione sulle conseguenze del cambiamento climatico la cui realizzazione è data da una serie di interventi diversificati a seconda delle città nelle quali è stato presentato. 

A partire dalla presentazione del progetto di Andreco, seguirà un dibattito che prenderà in considerazione come il rapporto tra arte, scienza e ambiente stia assumendo contorni sempre più interdisciplinari nei contesti produttivi del contemporaneo e come questa tensione sia in grado di aprire nuove forme di dibattito e ricerca sul rapporto tra antropocentrismo e futuro del pianeta. 

Contestualmente verrà preso in considerazione il lavoro di Andreco dal punto di vista critico per poi proseguire con approfondimenti sulla situazione ecologica italiana degli ultimi periodi facendo riferimento anche alla mostra “Back to the Land” curata da Andrea Lerda presso Studio la Città a Verona.

Nell’ambito del talk Marco Mancuso annuncerà anche il nuovo numero della pubblicazione internazionale Digimag Journal, dal titolo “The Arts Ecosystem”, che viene rilasciata in formati digitali (Pdf, Epub, Mobi, Print on Demand) in forma completamente gratuita, nel quale è pubblicato un saggio di Andreco.



BREVI BIO DEI RELATORI
Andreco unisce una formazione scientifica, dottorato in Ingegneria Ambientale, collaborazioni post dottorato con Università di Bologna e Columbia University di New York sulla gestione sostenibile delle risorse in diverse condizioni climatiche, con un percorso artistico che investiga i rapporti tra spazio urbano e paesaggio naturale, tra uomo e ambiente, realizzando progetti che vanno a comporre un'unica ricerca multidisciplinare. Tra questi “Climate” progetto tra arte e scienza sulle cause e le conseguenze dei Cambiamenti Climatici. Andreco utilizza un linguaggio di sintesi, simbolico e concettuale, servendosi di diverse tecniche di rappresentazione: installazioni, performance, video, pittura murale, scultura e progetti d'arte pubblica. Partecipa a mostre e festival a livello internazionale. Vincitore del Premio Speciale del “Talent Prize 2017” al Museo Macro di Roma e, nel 2016, Vincitore di Jazzi, il concorso di idee per la rigenerazione rurale.

Andrea Lerda è storico dell'arte e fondatore del progetto online Platform Green. Ha collaborato con il CeSAC – Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee di Caraglio, l'Associazione Culturale Marcovaldo, la galleria Franco Soffiantino di Torino, Studio la Città a Verona e Lia Rumma a Milano. Nel 2015 e 2016 è stato il responsabile organizzativo del settore PER4M, nell'ambito di Artissima - Fiera Internazionale d'arte contemporanea di Torino. Attualmente si occupa di curatela freelance e partecipa all'edizione 2017-2018 di CAMPO - corso per curatori presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.

Marco Mancuso è critico, curatore, docente ed editore indipendente, che focalizza la sua ricerca sull’impatto delle tecnologie e della scienza sull’arte, il design e la cultura contemporanea. Fondatore e direttore dal 2005 della piattaforma Digicult, del Digimag Journal e della casa editrice Digicult Editions, insegna da oltre un decennio New Media Art alla NABA e allo IED di Milano, Sistemi editoriali per l’arte all’Accademia di Belle Arti Carrara di Bergamo ed è visiting lecturer alla RUFA di Roma.

Claudio Musso è Dottore di Ricerca in Archeologia e Storia dell'arte, critico e curatore indipendente. Docente presso l’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo e presso Spazio Labo' a Bologna. Scrive regolarmente per Artribune e Digicult.

Fabiola Naldi è Dottore di Ricerca in Storia dell’Arte Contemporanea, critico e curatore indipendente. Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo e l’Università di Bologna. È corrispondente per Flash Art.

www.andreco.org | www.climateartproject.com | www.platformgreen.org |
www.trafficgallery.org | http://www.adiacenze.it | http://digicult.it/it/digimag-journa