giovedì 30 novembre 2017

Attimi da ricordare

Sarà inaugurata mercoledì 6 dicembre, alle ore 15.30, presso la casa di riposo Ca' Rezzonico di Lugano, la nuova mostra della pittrice Gloria Guidi Nobile, artista di Arosio (Alto Malcantone) capace di spaziare con disinvoltura dall’universale al particolare, dall’evasione poetica all’arte di denuncia sociale. 

I suoi dipinti richiamano con forza la nostra attenzione, ci offrono immagini reali o verosimili che facilmente possiamo ricondurre alla nostra esperienza, provando quel piacere unico che chi ama l'arte conosce bene e che si basa su un riflesso psicologico istintivo: siamo attratti da ciò che riconosciamo e nei cui confronti proviamo un legame di appartenenza.

L'esposizione, intitolata “Attimi da ricordare”, consentirà al pubblico di ammirare gli esiti più recenti di una ricerca originale, fortemente esistenziale ed evocativa, volta a far riflettere sui significati più profondi della vita attraverso l'analisi dei sentimenti, delle passioni, delle aspirazioni e delle difficoltà che contraddistinguono il percorso di ogni essere umano. Temi non semplici da affrontare e da tradurre in immagini, soggetti che l'autrice indaga con grazia e sensibilità nell'intento di trasmettere un messaggio di speranza verso il futuro. 

Gloria Guidi è una narratrice delle luci e delle ombre, degli opposti che si attraggono e spesso si contraddicono; ama spaziare dalle tecniche tradizionali a soluzioni sperimentali, da una pittura  immediata ed istintiva a soluzioni formali più meditate, mostrando sempre e comunque il suo tratto distintivo, improntato sull'analisi psicologica, sull'armonia compositiva e sulla portata etica e spirituale della pratica artistica. Le sue opere ci conducono dalla realtà oggettiva ad una realtà soggettiva seguendo il filo rosso dell'incanto e della meraviglia, ricordandoci quanto sia importante non smettere mai di ricercare il senso della Vita e di apprezzarla, giorno dopo giorno, in ogni fase della nostra esistenza.


GLORIA GUIDI NOBILE è nata in Friuli a Martignacco in provincia di Udine, ma ha trascorso la maggior parte della sua vita in Svizzera, dapprima a Berna ed in seguito a Lugano. 
In Canton Ticino, ad Arosio nel bel Alto Malcantone, dove vive tutt'ora, ha trapiantato le proprie radici. 
Ha vissuto a lungo in Canton Grigioni (prima a Poschiavo e poi a Klosters) da qui il suo grande amore per le montagne grigionesi.
Dopo i primi anni di formazione si è lasciata ispirare dai pittori impressionisti, di cui tutt'ora predilige Monet, e si è orientata poi verso l’arte figurativa, immortalando anche i ricordi dei suoi viaggi. 
Mossa da un intenso sperimentalismo, ama spaziare, dedicarsi a tecniche diverse ed esprimersi anche attraverso lavori astratti e lavori materici, mediante l'impiego di materiali eterogenei come la carta pesta, la lana, sabbie e altri inerti, cortecce e stoffe. 
Il suo stile è cangiante e multiforme ma la sua ecletticità consente comunque di rintracciare all'interno del suo percorso alcuni caratteri dominanti: una notevole perizia formale, la presenza di temi di matrice esistenziale e una spiccata predilezione per i colori vivaci e le tonalità calde.


“ATTIMI DA RICORDARE” - Mostra personale della pittrice Gloria Guidi Nobile
Dal 25 novembre 2017 al 26 gennaio 2018
VERNISSAGE: MERCOLEDI' 6 DICEMBRE, alle 15.30
Presentazione a cura di Emanuela Rindi

Residenza Ca' Rezzonico
Via Torricelli, 30 - 6900 Lugano
Orario di apertura: tutti i giorni 8.00-19.00
www.carezzonico.ch

INGRESSO LIBERO
Per informazioni: www.gloriaguidi.ch

mercoledì 29 novembre 2017

Souls – Anime

La seduzione del disegno italiano di Omar Galliani in mostra a Treviso. Nell’ambito della rassegna “Artisti del XXI Secolo. Realtà del contemporaneo”, il Museo Civico Casa Robegan (Via A. Canova 38, Treviso) presenta, dal 2 dicembre 2017 al 28 gennaio 2018, “Souls – Anime”, esposizione personale di Omar Galliani, a cura di Daniel Buso

Ideata e progettata da Giorgio Russi, la mostra sarà inaugurata venerdì 1 dicembre, alle ore 18.00, alla presenza di Giovanni Manildo (Sindaco di Treviso), Luciano Franchin (Assessore alla Cultura) ed Emilio Lippi (Direttore dei Musei Civici).

Il percorso espositivo comprende una ventina di opere su tavola, alcune delle quali di dimensioni monumentali, realizzate dagli anni Novanta ad oggi. 

«Galliani ventenne – ricorda Flavio Caroli – era perso principalmente in due ambizioni. In una ricerca di magia, di seduzione, di fascino che è l’ossessione primaria di ogni grande artista, in qualsiasi tempo, sia egli tragico (Caravaggio), classico (Ingres) o fondamentalmente realista (Degas). Tutto cambia e tutto corre, ma non c’è grande artista quando non ci sia ricerca di Bellezza; di qualche forma di Bellezza. La seconda ossessione di Galliani era infatti la qualità esecutiva, proprio tecnica nel senso antichissimo del termine, della pittura e dei suoi misteri: cosa non facile in un tempo in cui i balbettii e la cattiva pittura parvero la chiave della modernità. Galliani otteneva risultati straordinari grazie ai miracoli realizzativi di una matita forse veramente fra le più dotate del secondo dopoguerra. Nei trenta e più anni che ci separano da quei giorni, il miracolo non ha fatto che approfondirsi».

«La ricerca di Omar Galliani – aggiunge Teodolinda Coltellaro – affonda nelle densità figurali del passato, nelle estensioni storiche dell’arte, di cui evoca modelli culturali e motivi linguistici che coniuga in una originale sintassi espressiva. La sua sensibilità, pienamente contemporanea, sa cogliere gli aspetti di transitorietà e complessità del nostro tempo, gli scenari mobili che ne connotano la dimensione sistemica, ma li traduce in modi e forme che sollecitano lo sguardo a percorsi interpretativi più profondi che non si esauriscano nel “qui ed ora”, proponendo il ricorso alla memoria e alla citazione come processo di rinascita creativa nell’alchimia della forma. […] Per Galliani, l’opera è, in modo prioritario, disegno: dalla dimensione fisica del tracciare (di esercizio muscolare protratto fino allo stremo), del coprire di segni una superficie al suo essere fenomeno articolato, fluttuante, vivente, animato da una propria biologia memoriale che ne determina l’esistenza e in cui si compenetrano mirabilmente e dialogano mondi di tenebra e luce».

L’esposizione, organizzata da Artika, è accompagnata da un catalogo bilingue italiano / inglese (Quaderni d’arte di Casa Robegan, 2017) con la riproduzione fotografica di alcune opere, una nota dello storico dell’arte Flavio Caroli ed una conversazione-intervista con il critico d’arte Teodolinda Coltellaro.

Il Museo Civico Casa Robegan è aperto al pubblico da martedì a venerdì con orario 10.00-13.00 e 15.00-19.00, sabato, domenica e festivi ore 10.00-20.00, lunedì chiuso. Ingresso Euro 6,00 (ridotto Euro 4,00). 

Per informazioni: tel. 0422 544895, mostre@artikaeventi.com, www.artikaeventi.com.


Omar Galliani, nato a Montecchio Emilia (RE) nel 1954, dove vive e lavora, è uno tra i più significativi artisti italiani di riconosciuta fama internazionale. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, insegna Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. A partire dai suoi esordi, già nel 1978, Enrico Crispolti evidenziava le sue straordinarie capacità disegnative e la sua forza evocativa invitandolo al Premio Michetti con l’installazione “Ritratto di dama con unicorno”. Invitato poi nel 1979 da Giovanni Maria Accame a “Le Alternative del Nuovo”, nello stesso anno Flavio Caroli lo invita a “Il Nuovo contesto” allo Studio Marconi di Milano e successivamente in “Magico Primario” a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Partecipa inoltre ad “Arte e critica 1980”, presentato ancora da Giovanni Maria Accame, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma a cura di Giorgio De Marchis e Ida Panicelli e, nel 1981, a “Linee della Ricerca Artistica in Italia” da Nello Ponente. Sarà negli anni successivi un susseguirsi di inviti a manifestazioni nazionali ed internazionali che porteranno l’artista, oltre ad essere invitato a tre consecutive Biennali di Venezia (1982, 1984, 1986), ad essere anche tra gli artisti selezionati per la Biennale di Pechino di quest’anno e a misurarsi sulla scena artistica non solo con i più importanti autori del contemporaneo, ma anche a confrontarsi con i grandi nomi della storia dell’arte del passato. Valga per tutti la partecipazione a mostre quali: “Galliani incontra Morandi” presso la Fondazione Giorgio Morandi nella sua casa natale nel 2014, “Omar Galliani – Lorenzo Puglisi. Caravaggio, la verità nel buio” a Palermo nel 2016 e a Napoli, nel 2017, “Nero su Nero. Da Lucio Fontana a Kounellis a Galliani” a Firenze nel 2017. Per approfondimenti: www.omargalliani.com.


Artisti del XXI Secolo. Realtà del contemporaneo
Omar Galliani, Souls – Anime. La seduzione del Disegno Italiano

Ideazione e progettazione: Giorgio Russi
A cura di Daniel Buso
Organizzazione: Artika
Museo Civico Casa Robegan
Via A. Canova 38, Treviso
2 dicembre 2017 – 28 gennaio 2018
Inaugurazione: venerdì 1 dicembre, ore 18.00
Orari: da martedì a venerdì ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00, sabato, domenica e festivi ore 10.00-20.00, lunedì chiuso.
Ingresso Euro € 6,00, ridotto Euro 4,00 (studenti under 26, over 65, possessori biglietto Museo Bailo, carta fedeltà Musei Civici, soci enti convenzionati Fai, Arci e Touring Club), gratuito under 18, disabili non autosufficienti con accompagnatore, giornalisti con tesserino.

INFORMAZIONI:
Elena Zannoni
Tel. 349 1623368
mostre@artikaeventi.com 
www.artikaeventi.com 

UFFICIO STAMPA:
CSArt – Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano 54, Reggio Emilia
Tel. +39 0522 1715142
info@csart.it 
www.csart.it

martedì 28 novembre 2017

Humanlandscape - Mostra personale di Sante Muro

Humanlandscape è il titolo della mostra personale di Sante Muro, in programma dal 6 gennaio al 3 febbraio 2018 presso la Galleria Sasso 2 Art Center di Rino Cavalluzzo a cura dell’associazione In Arte Exhibit e con il patrocinio del Comune di Matera.  Il vernissage è previsto per il 6 gennaio alle ore 17:00, saranno presenti l’artista Sante Muro, il direttore della rivista In Arte Multiversi Angelo Telesca, il giornalista e critico d’arte Carlo Maria Nardiello.

Sante Muro, artista lucano classe 1978, nella sua decennale esperienza artistica si muove sul doppio binario creativo del ritratto e del paesaggio urbano: da qui il nome della manifestazione materana, che intende condensare efficacemente in 20 opere anni di osservazione e di studio divisi tra le due espressioni realizzative. Questo doppio filone consente all’artista di indagare e raccogliere storie, emozioni, esperienze e sentimenti radunati insieme sulle tele al termine di viaggi e incontri, che trovano felice espressione in un procedimento pittorico maturo e studiato. I tagli incisivi, i segni pastellati, le crete sfumate e la forza della spatola sono i tratti peculiari delle tele di Sante Muro, impreziosite dal vivido incontro di colori in movimento che garantiscono un senso di realtà e di totale immersione nei volti e nei paesaggi.

Humanlandscape è un viaggio dentro i viaggi vissuti, raccontati o sognati da Sante Muro: fra gli altri in esposizione sono il mercato della frutta di Muna, la via del cotone di Fès, il profilo di Santorini. Ma Humanlandscape è anche una galleria di ricordi condivisi, grazie alla presenza di ritratti di icone di un passato ancora presente, come confermato dalla fama indiscussa di artisti come Amy Winehouse, Frida Kahlo, David Bowie, solo per fare alcuni esempi.

A Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, l’anno nuovo si apre con una mostra dal sapore esplorativo e conoscitivo, in uno spazio laboratoriale di ricerca e sperimentazione come la Galleria Sasso Art 2 Center di Rino Cavalluzzo. La galleria d’arte è una porta aperta sulla città per i curiosi, gli estimatori, i collezionisti privati e i molti appassionati che popolano i Sassi, insieme ai tanti turisti che, in coincidenza con la festività dell’Epifania, potranno ulteriormente arricchire il proprio viaggio alla scoperta di luoghi unici e irripetibili.

Humanlandscape Mostra personale di Sante Muro

Matera – Galleria Sasso 2 Art Center, via Rosario 45-46

6 gennaio – 3 febbraio

Vernissage 6 gennaio ore 17:00

Curato e organizzato da In Arte Exhibit

Ufficio stampa “In Arte Multiversi”

Largo Pisacane 15, 85100 Potenza

Infoline: 330 798058 - 392 4263201

E-mail: informazioni@in-arte.org - eventi@in-arte.org

Website: www.in-arte.org - Facebook: www.facebook/InArte

lunedì 27 novembre 2017

Jean Cocteau - Segni e disegni del principe frivolo

Io sono una menzogna che dice la verità” : Poeta, romanziere, drammaturgo, pittore, scultore, regista, ma anche saggista, stilista, fotografo, grafico, imprenditore, designer e altro ancora, una mente multiforme ed eclettica che si è tuffata nei diversi sentieri dell’arte non tanto per un provocatorio sperimentalismo e non solo per l’inquieta ricerca di dare forma a turbate e perturbanti emozioni. 

Per comprendere Cocteau non è sufficiente stigmatizzarlo nell’immagine del tormentato anticonformista, dell’irriverente ingegno, dell’oppiomane profanatore di perbenismi e convenzioni, per comprendere Cocteau non dobbiamo soffermarci singolarmente sulle sue diverse espressioni artistiche, non dobbiamo costringerlo separatamente nella definizione del poeta, o del regista o del pittore. Non ha mai “preso fiato” Cocteau, non ha mai disgiunto, frazionato, spaccato. Come ha sottolineato il critico Giancarlo Vigorelli. “... Non dimentichiamolo mai, è sempre il poeta, in Cocteau, che si fa pittore... Poesie e Pittura si scambiano le parti, convivono, sono anime gemelle in un corpo solo, e il passaggio dalla pittura al cinema è stato naturale, fatale”.

La Galleria San Carlo, via Sant’Agnese 18, 20123 Milano, ospita una personale dell’indimenticabile Jean Cocteau, viaggiatore instancabile di tantissime espressioni estetiche del Novecento. Una rara e preziosa esposizione di venti opere tra disegni, pastelli, grafiche e documenti. 

Per comprendere Cocteau occorre cercare di afferrare quel filo trasparente e sottile che lega parole e immagini in un unico registro, una sorta di alfabeto che include oltre alle lettere, i segni più liberi ed evanescenti dell’anima, l’imago che abita i confini tra reale e surreale, che è costantemente in tensione verso l’impalpabile, l’inafferrabile, in quell’infinito, enigmatico e meraviglioso deserto là dove “non ci sono parole”.

Jean Cocteau - Segni e disegni del principe frivolo
GALLERIA D'ARTE SAN CARLO
Milano - dal 30 novembre 2017 all'otto gennaio 2018
Via Sant'Agnese 16 (20123)
+39 02794218 , +39 02783578 (fax)
info@sancarlogallery.com
www.sancarlogallery.com

domenica 26 novembre 2017

Claudio Malacarne - The dreamers

Domenica 26 novembre, alle ore 18.00, negli spazi della Galleria Idearte di Potenza, al n. 75 di Via Londra, sarà inaugurata la mostra The dreamers di Claudio Malacarne. 

Il vernissage, alla presenza dell'artista, prevede l'intervento del critico d'arte Rino Cardone, che ha curato il testo di presentazione in catalogo. 

Il pittore mantovano, dal talento e dal percorso artistico ormai conclamato e riconosciuto a livello internazionale, a distanza di due anni dalla esposizione istituzionale nella Galleria Civica del capoluogo di regione, ritorna nella città di Potenza con un nuovo ciclo di opere pittoriche che confermano a pieno titolo la sua fama di "uno dei più grandi coloristi del nostro tempo". 

La mostra, a cura di Rino Cardone e di Grazia Lo Re, si compone di 25 opere su tela, cinque delle quali di grandissime dimensioni, e sarà visitabile tutti i giorni nei seguenti orari: 11.00/13.00 – 17.30/20.30 fino al 30 dicembre prossimo.

Claudio Malacarne - The dreamers
Galleria Idearte
Potenza - dal 26 novembre al 30 dicembre 2017
Via Londra 75 (85100)
+39 0971445880 , +39 0971445880 (fax)
info@galleriaidearte.it
www.galleriaidearte.it

venerdì 24 novembre 2017

Daniela Lombardi intervista Carla Sastaldo

Come definirebbe Carla Castaldo?
Trovo difficoltà nel definirmi. Jolanda Capriglione, curatrice della mia monografia in corso di realizzazione, dice di me: “Chi si limitasse ad ascoltare o leggere le parole, pur preziose, di Carla e poi guardasse le sue opere sarebbe davvero disorientato. Proverebbe lo straniamento proprio di chi si trova all’improvviso in un mondo altro, in modo inatteso, imprevisto perché le parole avevano portato la nostra immaginazione altrove rispetto a ciò che il nostro sguardo si trova di fronte… Carla è davvero tutto questo passione e ragione…”

A quali maestri si ispira o quali altri pittori ammira?
Non m’ispiro ad alcun maestro. Le mie opere nascono da forti sollecitazioni (un accadimento, una musica, un’immagine, un profumo…) che colpiscono i miei sensi, inducendo in me un “misterioso richiamo” che parte dal profondo dell’anima e mi spinge ad esternare, attraverso segni e colori, le mie emozioni. E le emozioni, per loro natura, sono libere da ogni vincolo.
I pittori che ammiro sono tanti. Ma gli artisti, con i quali si stabilisce un intenso contatto, sono quelli che mi lasciano intravedere i propri demoni.

Qual è per lei il significato di un’immagine dipinta (se deve comunicare, se deve insegnare, se deve solo ristorare lo sguardo con la sua bellezza…)
Penso che l’opera d’arte esprima esclusivamente lo stato d’animo dell’artista in un determinato momento della sua vita. Il significato lo attribuisce il fruitore in funzione della sua sensibilità, della sua cultura, delle sue esperienze.

Quale tecnica usa?
I miei dipinti sono eseguiti su base di porcellana con l’antica tecnica della “decorazione a terzo fuoco” che ho completamente rielaborato.
Realizzo, inoltre, bassorilievi e oggetti in terracotta foggiata a mano e bassorilievi e monili in lamina di ottone.

Dove e in quali ore dipinge?
Prevalentemente dipingo di giorno, perché la luce naturale mi consente di cogliere la vera essenza dei colori. In funzione delle opere che realizzo lavoro in laboratorio o in officina. Sempre che posso mi rintano in casa, in un ambiente che guarda il mare, per me fonte inesauribile di arricchimento…

Quali sono i suoi soggetti preferiti e perché?
Amo parlare della bellezza, ma non di quella fisica. Perciò, attraverso la meditazione, cerco di proiettarmi verso mondi misteriosi oltre i confini spazio-temporali.

Dà più importanza alla forma o al contenuto?
Per me la forma è una conseguenza del contenuto. Nelle mie opere ogni linea e ogni stesura cromatica sono il risultato di una traduzione dal mondo immateriale a quello materiale.

Com’è cambiata la sua pittura dagli inizi ad oggi?
Tutta la mia produzione è strettamente collegata al mio percorso spirituale. Il conseguimento del primo e del secondo livello Reiki e il successivo approfondimento della cultura andina, unitamente alla meditazione, mi hanno aiutato e mi aiutano nel cammino che ho scelto di seguire, alla ricerca delle Radici. Io dico che è un percorso verso la Luce. Ho iniziato dipingendo con la “tecnica del terzo fuoco” piccoli oggetti poi, come ho detto precedentemente, la mia produzione si è ampliata e diversificata assumendo nel tempo colori sempre più intensi. Mi piace pensare che ho fatto qualche passo in avanti verso il centro del Tutto….

Curiosità come: ha mai dipinto un quadro per una persona famosa, vorrebbe avere un committente famoso, magari per un ritratto (se fa un genere figurativo…)?
Sì, mi piacerebbe realizzare un ritratto ad una persona famosa. Sicuramente non rappresenterei la sua fisicità, ma ciò che il suo involucro contiene. Sarebbe, quindi, interessante confrontare la sua immagine ufficiale con quella che io riuscirei a vedere….

Aneddoti (una lite per accaparrarsi un suo dipinto, una persona a cui ha fatto il ritratto che si è lamentata del risultato…)
La vendita di una mia opera non si svolge in tempi rapidi, perché cerco di entrare nell’animo dell’acquirente e di comprenderne i pensieri. Sicuramente non darei un mio oggetto ad una persona ricca e volgare. Vivo il momento del distacco con commozione, che riesco a trasmettere anche all’altro: gli affido una mia creatura, un pezzetto della mia anima… e lui coglie il mio messaggio e, spesso mi chiede: “posso accarezzarlo ?... ”

E se le parlo di gioielli?
I gioielli che realizzo sono esclusivamente collane in lamina di ottone lavorata a mano, a volte arricchite da elementi in terracotta smaltata. Sono tutte pezzi unici che, indossati, conferiscono subito un tocco magico, perché non rappresentano solo una funzione ornamentale, ma portano con sé un mio messaggio ben preciso. La base del collo, come sappiamo, è una zona del corpo altamente simbolica: è qui che esiste il punto di raccordo tra corpo e anima, tra il mondo visibile della materia e quello sottile dello spirito e dei sentimenti. Poiché con le mie opere trasmetto Amore che attingo nei miei viaggi, la persona che indossa una mia collana stabilisce un collegamento diretto col mio mondo.


incircolarte.info

giovedì 23 novembre 2017

From The Alvin Curran Fakebook | Signage

In occasione della presentazione del progetto discografico From The Alvin Curran Fakebook | The Biella Sessions - Dodicilune Edizioni Discografiche (Ed 386) distribuzione IRD, lo “spazio di consistenza poetica” di Erratum - about Sound | Visual | Text - presenta alcune pagine tratte dal fakebook di Alvin Curran.  

Il volume, pubblicato da Susan Levenstein nel 2015 (www.alvincurran.com), raccoglie, per frammenti, l’opera del compositore americano suddivisa in nove sezioni che verranno riproposte nell’allestimento della mostra seguendo un percorso ideale all’interno del laboratorio sperimentale di Alvin Curran. 

La mostra From The Alvin Curran Fakebook | Signage sarà accompagnata dall'esposizione di alcuni ritratti fotografici di Silvia Lelli e Roberto Masotti dagli anni Settanta ad oggi e dalla diffusione dell'installazione sonora Maritime Rites di Alvin Curran.

Erratum è lieto di segnalare, inoltre, che lunedì 27 novembre alle ore 21 si terrà presso il Teatro Out Off di Milano, in Via Mac Mahon 16, il concerto di presentazione del CD From The Alvin Curran Fakebook | The Biella Sessions del quartetto composto da Alvin Curran, Giancarlo Schiaffini, Alipio Carvalho Neto, Sergio Armaroli. 

Spazio di ascolto e sperimentazione, Erratum si presenta al pubblico come un laboratorio di idee dove la contaminazione tra le arti e il loro incontro con la musica porta a risultati inaspettati proponendosi come punto di riferimento per creativi, musicisti, poeti e artisti. Comunicazione della mostra a cura di MADE4ART di Milano. 


From The Alvin Curran Fakebook | Signage 
con alcuni ritratti fotografici di Silvia Lelli e Roberto Masotti
a cura di Sergio Armaroli e Steve Piccolo 
28 novembre - 19 dicembre 2017 | Inaugurazione martedì 28 novembre, ore 20 
Orari di apertura: su appuntamento 
ERRATUM 
Via Doria 20, 20124 Milano 
www.erratum.it | erratumemme@gmail.com | +39.333.9692237 


Segnalato da : MADE4ART | Comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo 
www.made4art.it | press@made4art.it




mercoledì 22 novembre 2017

Ogni punto della Terra è est e ovest nello stesso tempo

Giovedì 30 novembre, dalle 18 alle 20,30 la galleria Davide Gallo ha il piacere di annunciare la personale di Rebecca Agnes, dal titolo “Ogni punto della Terra è est e ovest nello stesso tempo

Dopo la mostra “From Ruins to Rust” di Adeela Suleman, con questa seconda mostra della stagione 2017/18, la galleria desidera approfondire l’analisi dell’arte al femminile rispetto alle condizioni sociali e politiche che su scala globale investono il nostro tempo.

Il titolo cita un brano del quaderno VII di Gramsci, che ci introduce immediatamente nel complesso mondo ideologico a cui fa riferimento l’artista per questo nuovo corpo di lavori, e cioè l’arbitrarietà della geografia e l’assurdità dei conflitti relativi a tale arbitrarietà. Rispetto a cosa esiste l’Est e l’Ovest? “È evidente che Est e Ovest sono costruzioni arbitrarie, convenzionali … ogni punto della terra è Est e Ovest nello stesso tempo. Questi termini si sono cristallizzati non dal punto di vista di un ipotetico e malinconico uomo in generale, ma dal punto di vista delle classi colte europee che attraverso la loro egemonia mondiale li hanno fatti accettare ovunque.” Dice l’artista. Ecco che quindi Rebecca Agnes sovverte e destabilizza i punti di vista da cui l’osservatore può partire per riconsiderare la geografia del pianeta. Nell’opera “Cicatrici”, il globo terrestre è tagliato e ricucito in senso verticale, un punto di vista inusuale per le mappe politiche. “Sulla mappa sono riportati i nomi ufficiali degli stati riconosciuti e di fatto del mondo. I nomi sono scritti nella lingua ufficiale dello stato - a volte in più lingue qualora ci sia più̀ di una lingua ufficiale, seguito dalla traduzione in inglese. A seguire è riportato in rosso il motto ufficiale dello stato, nei casi in cui gli stati ne abbiano uno. Il titolo Cicatrici si riferisce ai confini fra gli stati del mondo.” Spiega ancora la Agnes. E’ importante notare come una geografia così intesa, sembri lacerare il pianeta, e questi strappi solo la mano di una sorta di Deus Ex Machina che interviene dall’alto riesce a ricucire.

Nell’opera “Conflitti”, Il ricamo riproduce una mappa del mondo centrata dal polo nord, ancora una volta una prospettiva destabilizzante agli occhi di un europeo poiché l’Europa non è il punto di vista privilegiato. “Nella mappa sono riportati i nomi degli stati del mondo (i confini politici sono assenti). Piccoli missili ricamati stanno ad indicare i luoghi dove conflitti sono in atto. Accanto ai missili sono riportati i nomi dei rispettivi conflitti e la loro data di inizio. Asterischi di diversi colori sono le unità numeriche che segnalano il numero di attentati avvenuti nei rispettivi stati nel periodo che va dal primo gennaio 2016 alla fine di luglio 2016.” Nell’opera “Tutti i libri che non conosco”, l’artista approccia la geopolitica da un registro culturale diverso e cioè la letteratura. Su una mappa del mondo sono ricamati, in corrispondenza dei rispettivi paesi, i nomi di autori e autrici che hanno scritto romanzi di finzione letti dall’artista. L’interesse però si concentra su quelle parti del mondo drammaticamente vuote, che rivelano l’ignoranza della Agnes rispetto alla rispettiva produzione letteraria. Ancora una volta ne emerge la consapevolezza di quanto il punto di vista eurocentrico e occidentale-centrico sia ancora purtroppo dominante anche nella propria personale visione. Nei 19 piccoli ricami di “Forme che scompaiono dalle mappe”, l’attenzione è focalizzata su quei luoghi insulari del pianeta che per la loro esiguità territoriale, rischiano di scomparire dalle mappe globali. Come nel lavoro precedente, anche qui è l’assenza, o il rischio dell’assenza, ad essere protagonista ed ecco che l’amorevole attenzione di Rebecca Agnes illumina stati microscopici e talvolta sconosciuti, sicché attraverso la sua opera, per la prima volta forse, Nauru, Sau Tomé e Principe e molti altri, grazie all’arte calcano la ribalta del nostro tempo.

L’atto del ricamare si conferma per Rebecca Agnes il media privilegiato, un gesto poetico e politico; una femminilità, la sua, non scevra dall’azione, sia fisica, che mentale e spirituale.

La mostra sarà visitabile da venerdì 1 a giovedì 7 dicembre, tutti i giorni 9-13, 14-19. Dal 7 dicembre al 13 gennaio per appuntamento scrivendo una mail a info@davidegallo.net.
Vacanze di Natale: 20 dicembre/7 gennaio

martedì 21 novembre 2017

Balla e Dorazio alla galleria Futurism&Co.

Inaugurazione giovedì 23 Novembre 2017 alle ore 18.00 | Via Mario De'Fiori 68 Roma (Ingresso solo su invito) a cura di Giancarlo Carpi.

Oltre alle 26 opere di Giacomo Balla e Piero Dorazio, secondo un rapporto di assonanza stilistica che descrive 3 momenti, dalla fine degli anni Quaranta alla fine dei Sessanta, saranno esposte tre lettere inedite indirizzate da Piero Dorazio da New York a Achille Perilli, che documentano l'attività di Dorazio giunto nella capitale dell'arte americana, a favore del futurismo italiano oltreoceano.

La galleria Futurism&Co. è un piccolo grande gioiello di circa 30 mq incastonato nel cuore del centro storico di Roma (Via Mario de'Fiori 68) e appartiene alla famiglia Carpi, nota per essere tra i più appassionati collezionisti di arte futurista e contemporanea: Massimo Carpi è l'anima del progetto, il collezionista che già dal 2000 ha creato un'associazione di collezionisti (www.futur-ism.it) con il più grande numero di opere del movimento futurista, per prestiti a mostre, musei e fondazioni di tutto il mondo; Giancarlo Carpi, figlio di Massimo, è il critico d'arte, che dà vita alle esposizioni, curando la selezione delle opere e i cataloghi; Francesca Carpi, figlia di Massimo Carpi, è la direttrice della galleria insieme ad Alessandro Bolic.

Contatti:
info@futurismandco.com

Ufficio Stampa:
Stefania Rifiordi | Mob. +39 339 3666764 | stefania@sr-international.net



venerdì 17 novembre 2017

Restauro di due dipinti Santa Caterina d’Alessandria e San Sebastiano, di Francesco Zaganelli da Cotignola

Il percorso di riallestimento di una delle sale più rilevanti del Mar giunge ora ad un nuovo appuntamento con il restauro di due dipinti Santa Caterina d’Alessandria e San Sebastianodi Francesco Zaganelli da Cotignola (Cotignola, 1460/1470 – Ravenna, 1532), eseguito a cantiere aperto in pinacoteca, nella sala di Sant’Apollinare.

Il riallestimento, promosso dal Comune di Ravenna, Assessorato alla CulturaMuseo d’Arte della città di Ravenna, è stato eletto dall’Istituto Beni Artistici Culturali Naturali della Regione Emilia-Romagna tra quelli ammessi a contributo regionale con i Piani Museali 2016 (L.R. 18/2000), ed è condotto sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna.

Nelle giornate di martedì 21, 28 novembre e 5 dicembre dalle 16.30 alle 18.00 il museo apre le porte per incontri nella sala di Sant’Apollinare, dove è allestito il set operativo, per assistere in diretta alle operazioni di pulitura, stuccatura e integrazione pittorica. La conservatrice, Alberta Fabbri, e il restauratore, Michele Pagani, incontreranno il pubblico per approfondire la personalità di questo straordinario pittore, irregolare, dalle suggestive bizzarrie nordiche e anticlassiche, e, insieme, affrontare il delicato tema della metodologia conservativa.
Attraverso la visione ravvicinata del corpo del dipinto si può così comprendere l’universo di Francesco Zaganelli, con l’imperdibile occasione di vedere ripristinata l’unità compositiva delle due tavole con la grande pala della Adorazione dei pastori con i santi Girolamo e Bonaventura, proveniente dalla chiesa di San Nicolò – oggi sede di Tamo –, e ora conservata in pinacoteca nella sala di Sant’Apollinare. Grazie a ricuciture come queste, e altre ancora in programma, la trama del patrimonio si sgrana acquistando ulteriore, e più pregnante, leggibilità.

Nel piano dei restauri si è valutato, nel caso delle due tavole di Zaganelli di procedere in situ. Si tratta di una forma, quella del cantiere aperto, particolarmente efficace per condividere le fasi operative e diffondere la cultura della conservazione, attraverso la quale tramandiamo opere di grande fragilità come i dipinti su tavola. 

«Il percorso di dialogo con la città prosegue nella forma del “cantiere aperto” – afferma l’Assessora alla Cultura, Elsa Signorino – una modalità molto apprezzata al giorno d’oggi, e da noi fortemente sostenuta, per le eccellenti opportunità che offre nella partecipazione al progetto di conservazione e riallestimento». Si tratta infatti di una forma auspicabile, laddove possibile, per divulgare la pratica del restauro, fra interpretazione e intervento.

«La progressiva restituzione delle due tavole a nuova leggibilità – prosegue il Direttore, Maurizio Tarantino – si arricchisce di un’esperienza, anche emozionale, che ci permette di accostarci alle opere attraverso l’irripetibile opportunità di coniugare conoscenza ed esperienza, teoria e prassi».

Il progetto ha preso avvio dallo studio delle condizioni conservative dei dipinti che compongono i paliotti d’altare ascrivibili alla pittura su tavola in Romagna dalla fine del Quattrocento fino alla metà inoltrata del Cinquecento. La ricognizione conoscitiva, condotta sotto la direzione scientifica di Alberta Fabbri, conservatrice del Mar, con il supporto dei restauratori – Adele Pompili di Bologna, Etra di Michele Pagani e Maria Lucia Rocchi di Lugo, Laboratorio del Restauro di Ravenna, Sandro Salemme di Imola, Diagnostica per l’Arte Fabbri di Davide Bussolari di Campogalliano, Articolarte di Montecompatri – nel costante confronto con la Soprintendenza, ha portato in luce le criticità determinate dalle inevitabili alterazioni che i materiali subiscono nel tempo, a cui si sommano ridipinture antiche e lacune risarcite in forma non sempre coerente, esito di trattamenti che necessitano di periodica revisione critica. Le acquisizioni diagnostiche, basate sulle rilevazioni riflettografiche all’infrarosso e all’ultravioletto, unite allo studio dei precedenti restauri, hanno permesso di determinare un quadro piuttosto preciso dello stato di conservazione.

Incontri con il pubblico
martedì 21, 28 novembre e 5 dicembre ore 16.30
Cantiere aperto ingresso libero
Per i partecipanti tariffa agevolata €4 alla 
mostra Montezuma Fontana Mirko. La scultura in mosaico dalle origini a oggi 
Info e prenotazione : 0544 482487

Il restauro è eseguito da
ETRA di Lugo, di Michele Pagani e Maria Lucia Rocchi
La diagnostica è eseguita da
Diagnostica per l’Arte Fabbri di Davide Bussolari

giovedì 16 novembre 2017

Paesaggi tra terra acqua cielo

Presso lo Spazio Espositivo della Farmacia Meltias di Conselve (Padova) continuano gli appuntamenti con l’arte a cadenza mensile. Dal 25 novembre al 30 dicembre 2017 saranno protagonisti i “Paesaggi tra terra acqua cielo” di Ruggero Innocente, maestro artigiano (titolo conferitogli da Confartigianato Europa) dipinge paesaggi legati al territorio Veneto, luogo dove affondano le sue radici. Ruggero Innocente coglie le atmosfere, i colori, le vibrazioni della sua terra, la bassa padovana, che celebra con messaggio forte e leggibile. Due gli eventi collaterali alla mostra: sabato 2 dicembre ore 18.00 Silvia Gorgi ci racconterà curiosità, storie inedite luoghi poco conosciuti, della città del Santo tratte dal suo libro “Forse non tutti sanno che a Padova” (Newton Compton editori, 2016). Mentre sabato 16 dicembreore 18.00 verrà presentato il cortometraggio di Renata Berti“Confini violati” (2015).

“Paesaggi tra terra acqua cielo” verrà inaugurata sabato 25 novembre alle ore 18.00 è sarà visitabile da lunedì a sabato con orario 8.30-12.45 e 15.30-19.45. Ingresso libero. 

Il titolo della mostra “Paesaggi tra terra acqua cielo” coglie l’essenza dell’espressione creativa del Maestro Innocenteun’evoluzione rispetto alla pittura classica abituata a mezzi espressivi lenti, come la pittura a olio. Ruggero Innocente invece mette a punto una tecnica personalissima, simile ad un virtuosismo musicale: veloce, immediata, perfetta per cogliere l’attimo fuggevole. Non c’è tracciato né preparazione, i colori vengono stesi direttamente su una tavola di legno e asciugano rapidamente. I pennelli sono pochi, in particolare usa steli di saggina con cui riesce a riprodurre singolari effetti.
«Il suo sguardo sulla natura – sottolinea la curatrice Sonia Strukul – coglie i paesaggi in cui vive, la magnifica terra che è il nostro Veneto, in particolare la bassa padovana, dove terra acqua e cielo si fondono dando vita a luci, colori, atmosfere irripetibili. I suoi paesaggi sono un regalo, riescono a far rivivere emozioni che per chi abita queste terre sono nel cuore».

Durante il mese di mostra si terranno anche DUE EVENTI COLLATERALI pensati per approfondire tematiche legate alla terra del Veneto.
SABATO 2 DICEMBRE alle 18.00 la giornalista Silvia Gorgipresenterà il volume“Forse non tutti sanno che a Padova” (Newton Compton editori, 2016) che racconta curiosità, aneddoti, luoghi poco conosciuti, della città del Santo e della sua provincia. Territorio dal grandissimo fascino, da sempre in grado di attirare eminenti personalità del mondo delle arti e della cultura.

SABATO 16 DICEMBRE alle ore 18.00 verrà proiettato il cortometraggio di Renata Berti“Confini violati” (2015).Un video concettuale che scava sulle sofferenze subite dai soldati nella Prima Guerra Mondiale, che molto sangue hanno versato proprio sulle terre del Veneto dipinte da Innocente. Scopo dell’artista è far riflettere sulla condizione umanafino ad arrivare ad una contemplazione pietosa in linea con la nostra vera essenza. 


BIOGRAFIA – RUGGERO INNOCENTE
Ruggero Innocente si diploma Maestro d’Arte all’Istituto Pietro Selvatico di Padova. Numerose sono le esperienze lavorative nell’ambito dell’artigianato artistico: è stato disegnatore tecnico negli anni ’70 alla Jolly Ceramica; negli anni ‘80 apre un’attività in proprio per la realizzazione di bambole in porcellana e viene chiamato ad avviarne una fabbrica in Romania. Realizza innumerevoli lavori in tutta la Provincia di Padova anche con commissioni per importanti Comuni e alberghi del bacino termale di Abano e Montegrotto. Ha lavorato in Austria e a Lione in Francia su espresso invito delle massime autorità. È stato docente di scuola media superiore, ha tenuto corsi per insegnanti di Educazione Tecnica e Artistica, chiamato più volte in qualità di insegnante per corsi all’avviamento professionale della Provincia di Padova.
In tutto questo avvicendarsi di impegni lavorativi e relativi riconoscimenti nell’ambito della ceramica non tralascia la pittura che negli anni diventerà la sua prima attività.

Presso lo Spazio Espositivo della Farmacia Meltias di Conselve (Padova) continuano le mostre a cadenza mensile a cura di Sonia Strukul. Un’opportunità per far conoscere e promuovere non solo artisti, ma anche artigiani, designer e orafi del territorio. L’artigianalità e l’inventiva italiana sono un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo che va riconosciuta e preservata.
Grazie alla lungimiranza di imprenditori come i due fondatori del gruppo Meltias, il dott. Lucio Merlo e del dott. Roberto Sannito, dal 2014 è stato creato uno spazio dedicato ad eventi culturali e formativi, mirati alla divulgazione delle varie sfaccettature del mondo artistico e culturale. Un nuovo concetto di Farmacia come luogo di benessere sia fisico che emotivo; un insieme di spazi, professionisti, servizi e prodotti d’eccellenza che propongono un approccio olistico al benessere dei propri clienti. Arte come conforto dell’anima, messaggio salvifico per la cura del corpo e della mente.


PAESAGGI TRA ACQUA TERRA CIELO / Ruggero Innocente

a cura di Sonia Strukul
Spazio Espositivo Farmacia MELTIAS

Via Vittorio Emanuele II, 21 - Conselve (Padova) 
dal 25 novembre al 30 dicembre 2017 
vernissage sabato 25 novembre ore 18.00 
Orari di apertura: 
da lunedì a sabato ore 8.30-12.45 e 15.30-19.45 
Ingresso libero


Per informazioni:
Farmacia Meltias Conselve
Tel. 049 5384165


martedì 14 novembre 2017

Helicotrema - Festival Audio Registrato a Palazzo Grassi


In programma al Teatrino gli ultimi eventi di approfondimento dedicati ai grandi temi della mostra Treasures from the Wreck of the Unbelievable in corso a Palazzo Grassi e Punta della Dogana fino al 3 dicembre. 

Peter Sloterdijk, uno dei più importanti filosofi tedeschi e autore di Imperativo estetico (Raffaello Cortina Editore, 2017), incontra il giornalista Stefano Vastano venerdì17 novembre alle ore 18 per una riflessione sull'arte contemporanea, i suoi mutamenti, i suoi valori e la narrazione stessa degli eventi del mondo dell'arte, le potenzialità del messaggio artistico, delle grandi mostre, delle istituzioni e collezioni  d’arte.

Lunedì 20 e martedì 21 novembre il Teatrino accoglie una tappa di Helicotrema - Festival Audio Registrato con un doppio appuntamento ispirato alle tematiche della mostra di Damien Hirst: i mondi marini, le lingue e suoni sommersi, l'esplorazione del confine tra realtà e finzione. Oltre alle sessioni di ascolto sono organizzate due live performance di Hildegard Westerkamp e James Webb

Ingresso libero fino a esaurimento posti. 


lunedì 13 novembre 2017

History of Art di Gavin Turk

Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea ospita la mostra History of Art di Gavin Turk, in cui dipinti e sculture dell’artista britannico dialogano con una selezione di opere di celebri artisti moderni e contemporanei, provenienti da collezioni private italiane, tedesche e dalla sua stessa collezione personale. Gavin Turk vuole riflettere e far riflettere sull'autenticità e il valore di un’opera d'arte e come questo possa influenzare il suo significato e la sua percezione e lo fa traendo ispirazione dalle opere di diversi artisti moderni, come Albers, Beuys. Boetti, Cesar, Duchamp, Dali, Fontana, Judd, Klein, Magritte, e Pollock, ma cita anche opere più contemporanee come gli armadietti di Hirst.

L'artista compie un recupero - una sorta di “riciclaggio” della storia dell'arte - con cui “gioca” e che reinterpreta nel creare le proprie opere. Usa i lavori di altri artisti che hanno rivoluzionato il concetto di opera d’arte, semplificandoli a puri cliché stilistici o a stereotipi che diventano il suo tratto distintivo, quasi il suo marchio di fabbrica.
Turk lavora con immagini e concetti, combinando spesso insieme in un dipinto o in una scultura riferimenti e allusioni prese da differenti artisti. Dà nuova forma a questi simboli, ormai consolidati, della storia dell’arte, unendoli al suo sentire personale e creando qualcosa di inedito e diverso.

Un esempio su tutti l’immagine, composta da sei pannelli, Widower, ispirata da un lato alla Fresh Widow (1920) di Duchamp e dall’altro da The Key to Dreams (1930) di Magritte. Quest'ultima è stata usata come copertina del celebre libro di John Berger 'Ways of Seeing' (1970), in cui l’autore sosteneva che la nostra percezione è governata da ciò che conosciamo e che crediamo, piuttosto da ciò che è veramente 'reale'. Turk, per l’invito alla mostra, ha creato una risposta alla copertina di Berger, con la volontà di suscitare domande sull'arte e sul rapporto di questa con il pensiero e la realtà.

Come Duchamp, Gavin Turk utilizza giochi di parole e calembour per i titoli delle sue opere, titoli che grazie a questo processo diventano l’elemento centrale all'interno del suo lavoro. Adottando allo stesso modo il principio del readymade, spesso usa oggetti "trovati" o scartati, trasformando così il non valore, l’inutile in prezioso. È inoltre affascinato dalla funzione di convalida che la firma dell'artista ha e assume, divenendo il mezzo primo in grado di apportare valore sia estetico sia commerciale all'opera, come un moderno marchio, brand o logo.

Questi omaggi di Turk alle opere degli artisti che hanno fatto la storia del ‘900 vogliono volutamente spiazzare l’osservatore e farlo interrogare su questioni fondanti come l'identità e l'autenticità. Sfidano e insieme danno nuova vita ai vecchi principi dell'avanguardia e riportano in auge le rivoluzionarie idee di Duchamp riguardo alla paternità dell’opera d’arte, ma anche di quegli artisti che lavorano utilizzando il mezzo dell’appropriazione come, ad esempio, Sherrie Levine.

Con queste prese di possesso deliberate Turk lavora e allo stesso tempo critica il concetto di originalità e la nostra percezione dell'avanguardia storica. La mostra History of Art pone questioni riguardanti il ‘mito’ dell'artista e lo statuto iconico dell'opera d’arte e ci spinge ad interrogarci su questioni centrali quali l'originalità di un’opera, la paternità dell’artista e quindi il suo valore di mercato.