sabato 30 settembre 2017

Il mare nell'anima

Il mare nell'anima nasce da un'idea di Vittorio Del Piano il quale, nella sua vita di uomo e di artista, ha sempre sentito e tentato di esprimere il profondo debito di gratitudine che provava nei confronti delle donne. 

"Alle madri, alle sorelle, alle mogli del Sud bisognerebbe fare un monumento!" egli soleva ripetere spesso, mettendo in risalto quanta eroicità fosse presente nella vita quotidiana di queste figure, di questi esseri sempre definiti delicati, fragili, deboli ma che, soprattutto nel secolo scorso, causa anche i due conflitti bellici di grande rilevanza, hanno dovuto attingere a tutte le loro energie fisiche, spirituali e morali dal proprio serbatoio interiore per fare in modo che la famiglia, la società, lo Stato potesse evitare di implodere. 

Vittorio Del Piano citava gli esempi all'apparenza più banali, ma sui quali ancora oggi noi dovremmo riflettere: le donne che andavano al fiume per lavare nelle acque gelide il bucato di tutta la casa; le fanciulle che percorrevano chilometri e chilometri per portare al mercato qualche uovo da vendere; le madri che nottetempo si consumavano gli occhi al lume tremulo di una candela o di una lampada a petrolio per sferruzzare le maglie di lana per i loro bambini, o per i figli più grandi in partenza per il fronte. Loro, anonime e mute eroine a cui mai nessuno ha riconosciuto un merito più pubblico o più ufficiale di un bacio sulla guancia, o di un fugace sguardo di compiacimento per il lavoro svolto - quand'anche questi gesti ci fossero stati... Perché altrimenti tutto era dovuto: impegno e sacrifici passavano scontati e inosservati. 

Vittorio Del Piano pensa ad un omaggio alle Donne agitate dal "mare nell'anima", scosse dal mare degli affetti, fluttuanti nell'oceano delle emozioni contrastanti la cui vastità interiore permette di sacrificare se stesse per un bene/altro. Maria Cumani, donna modernissima per la sua epoca, colta e raffinata, di ingegno versatile, di ampia cultura e sensibilità profondissima come il mare, incarna la figura-modello di queste donne. Sposa di un personaggio così ingombrante come il Premio Nobel Salvatore Quasimodo, dove per sposa bisognerebbe leggere amica, mamma, compagna, segretaria tuttofare, tata, amante, collaboratrice e tanto altro ancora, vive per amore una vita di ombra, rinunce e privazioni purché il suo "amato" risplenda. Lo fa con una eleganza che non è assenza di sofferenza, ma sublimazione. 

E quando il "mare nell'anima" comincia ad ingrossarsi perché nel suo corpo cresce il figlio Alessandro, ella saprà trasformare questo mare in salvezza, in purezza, in una dimensione/altra che la incoronerà vittoriosa nel tempo. La consapevolezza di sé e la sua formidabile determinazione saranno il suo salvagente e la sua zattera in un mare spesso in burrasca; il figlio Alessandro il suo approdo felice. Recuperare e completare il progetto di Vittorio Del Piano è non solo un omaggio all'artista scomparso e un'operazione artistica di indubbia valenza, ma innanzitutto un imprescindibile tributo al valore di tutte le Maria Cumani perse nel mare anonimo della nostra storia e restituite, come bianche e pure conchiglie, dal mare della memoria.

Sabrina Del Piano, Geoarcheologa e operatrice culturale




venerdì 29 settembre 2017

Memories

In occasione della Tredicesima Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, lo spazio MADE4ART di Milano presenta Memories, special art project fotografico con opere degli artisti Gianni Otr Baggi, Maddalena Barletta, Lorenzo Mini, Paolo Tortorella.



Luoghi, situazioni e oggetti permettono a ognuno di noi di tornare indietro nel tempo. La memoria è un ritorno al passato, un insieme di ricordi che formano, stratificandosi, la nostra individualità. Segni indelebili, tracce di un’esperienza che l’Arte è in grado di fissare in un’immagine lasciando all’osservatore la possibilità di viaggiare attraverso la propria interiorità in un percorso di scoperta del proprio Io. 

Le opere di Gianni Otr Baggi, astrazioni dove la luce è la vera protagonista in un gioco di riflessi e distorsioni, conducono lo spettatore in una profonda indagine introspettiva sul rapporto tra dimensione interiore e realtà circostante. La composizione tra fotografia e pittura di Maddalena Barletta Beyond memory, realizzata attraverso vecchi negativi familiari e interventi pittorici, mette in risalto la “traccia vera, autentica di quell’attimo irripetibile, lontano nel tempo o appena trascorso o ancora da vivere”. Le colonie marine del secolo scorso ritratte da Lorenzo Mini rappresentano per molti un mondo solo immaginato e sconosciuto, luoghi e architetture che evocano flashback individuali in contrasto con il loro attuale stato di abbandono. Gli sterminati spazi australiani immortalati nelle opere di Paolo Tortorella indagano il rapporto tra il contesto naturale apparentemente immutabile e i segni del passaggio dell’uomo nell’ambiente. 

I quattro artisti selezionati per la mostra Memories dai curatori di MADE4ART Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo affrontano il progetto sulla base delle proprie esperienze personali e del percorso artistico che contraddistingue ciascuno di loro, quattro punti di vista fotografici differenti sullo stesso tema. 

Memories, quarto special art project di MADE4ART dedicato alla fotografia, con data di inaugurazione mercoledì 4 ottobre, rimarrà aperto al pubblico fino al 16 dello stesso mese. In occasione della Tredicesima Giornata del Contemporaneo AMACI, lo Spazio MADE4ART rimarrà aperto al pubblico sabato 14 ottobre dalle ore 16 alle ore 19. 

MEMORIES
Gianni Otr Baggi, Maddalena Barletta, Lorenzo Mini, Paolo Tortorella
MADE4ART special art project
4 - 16 ottobre 2017
Inaugurazione mercoledì 4 ottobre, ore 18.30
Lunedì ore 15 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 / 15 - 19
In occasione della Tredicesima Giornata del Contemporaneo AMACI
apertura speciale sabato 14 ottobre ore 16 - 19
MADE4ART
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni
Via Voghera 14, 20144 Milano
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872



giovedì 28 settembre 2017

Roma Future World Art Festival

Si inaugura sabato 7 ottobre alle ore 18 la grande rassegna artistica internazionale a Roma Future World Art Festival, presso il prestigioso spazio della Galleria Domus Romana https://www.domus-romana.it in Via Quattro Fontane, 113 00184 Roma tra Piazza di Spagna e la Fontana di Trevi, in centro storico di Roma.

Saranno in mostra opere pittoriche, fotografiche, scultoree e digitali di artisti provenienti da trentaquattro paesi diversi : Argentina ; Armenia ; Australia ; Austria ; Bangladesh ; Belgio ; Bielorussia ; Brasile ; Corea ; Danimarca ; Finlandia ; Francia ; Georgia ; Germania ; Giappone ; Grecia ; India ; Italia ; Kazakistan ; Macedonia ; Messico ; Repubblica Ceca ; Romania ; Russia ; Serbia ; Slovacchia ; Slovenia ; Spagna ; Svezia; Svizzera ; Tunisia ; Turchia ; Ungheria; USA.

La molteplicità delle diverse origini degli artisti presenti, testimonia la natura internazionale dell'evento, che unisce artisti di culture diverse in nome dello stesso linguaggio universale dell'arte.

Durante il vernissage, ci sarà un imperdibile concerto di musica classica della pianista Elisabetta Cialoni, ormai diventata una delle performer piu' richieste della Domus Romana.

Future World Art Festival è in mostra dal 7 ottobre al 20 ottobre 2017
Orari espositivi dalle 15 alle 22 tutti i giorni festivi compresi presso la Galleria Domus Romana Via Quattro Fontane, 113 00184 Roma
Organizzazione evento Artists in the World Events Angelo Ribezzi https://www.artintheworld.net/ news@artintheworld.net info@domus-romana.it


Artisti per Future World Art Festival

Mostre personali
Seren Khalaf ; Marcus Luconi ; Luigi Franco Malizia ; Maria Caterina Mariano "Mari' " ; Tarja Trygg

Mostra collettiva
Manola Andreani ; Alda Antoni ; Constantin Apostol ; Demmy Avanzi ; Hasmik Avetisyan "Jasmin A" ; Nino Bitsadze ; Claudio Bonaccorsi ; Maestro Roberto Bonetti ; Zaxaroula Bongard "Sugar Bongard" ; Paola Bracaglia ; Roberto Brocchi ; Greta Broglio ; Belen Mercedes Calvo "Belen" ; G.Emilia Carbonaro "Gec" ; Sandro Casadei ; Marcello Casamirra ; Maurizio Casirati "MakeAnObject - Mao" ; Angela Chiassai ; Stevan Cigaridov ; Alessandro Cignetti "Kiknos" ; Carloluigi Colombo ; Claudia Cruceli-Koch ; Tamar Daraselia ; Simone De Rosa "Simopopart" ; Giovanna Demegni ; Karin Ellerstrand ; Muntean Floare ; Maralba Focone ; Enrico Fraschetti ; Elvira Gabbi ; Maria Gattu ; Nicola Giampietro ; Piero Gianfranceschi ; Lisa Graham ; Leonid Grishin ; Souheila Hamza ; Renate Hirschmair "Renatevonstein" ; Giovanni Incoronato ; Osamu Jinguji ; Helene Karrebaek "Celina" ; Namita Kohli ; Silvia Lanzani ; Karl Weiming Lu ; Marcus Luconi ; Sara Maio ; Luciana Mangione ; Maria Caterina Mariano "Mari' " ; Luis Martinez Navalón ; Armenoui Martirosyan ; Keli Mela ; Mario Menardi ; Tiziana Monaco ; Rita Carmela Morabito "Ricamo" ; Kamila Nabizada ; Kazunaga Nakashima ; Sari Ochoa ; Carmela Oggianu "Caroggi" ; Attila Olasz ; Sergio Panero ; Hwa Su Park ; Linde Pauschenwein ; Elisa Jane Pedagna ; Elena Piantella ; Raffaele Pisano ; Patrizia Pisino ; Lluïsa Pla Oliveras "Lluïsapla" ; Giuliano Pordenoni "Giliano" ; Irena Prochazkova ; Imbi Rahumaa ; Milan Rašla ; Silvia Rege Cambrin ; Angelo Ribezzi ; Rossana Rigoldi ; Gianni Riva ; Guikni Rivera ; Andrey Russanov ; Adrian Sabau ; Alessandro Scemi ; Silvio Sforzi ; Fariel Shafee ; Valentina Shoba ; Iztok Šmajs "Muni" ; Jean-Louis Smoos "JL Smoos" ; Tarja Trygg ; Luc Van Loock ; Roberta Verdecchia ; Anne Vignau ; Natasa Vladisavljevic ; Christoph Woloszyn "Xelix" ; Vinet Yannick.


Artists in the World Events è una società di organizzazione eventi internazionali artistici di alto livello, focalizzata principalmente sulle Arti Visive. Opera in tutta Europa e lavora con gli artisti di qualsiasi nazionalità, offrendo loro servizi professionali dedicati per lo sviluppo delle carriere artistiche attraverso la partecipazione ad eventi artistici espositivi organizzati solo all'interno di gallerie leader del settore, location prestigiose nei centri storici delle principali città europee.


mercoledì 27 settembre 2017

Mercanteinfiera 2017

La creatività razionale dell'architettura, del design e quella più barocca dello stilista di scena. Poi la creatività del click, capace di sintetizzarle entrambe, quando la geometria di una foto racchiude un mondo in subbuglio.

E' proprio la creatività, nelle sue varie declinazioni, la protagonista di Mercanteinfiera, l'appuntamento internazionale di antiquariato modernariato e collezionismo vintage di Fiere di Parma (30 settembre - 8 ottobre).

Approda infatti a Parma "La sostanza della forma" la mostra curata da Giampiero Bosoni - Professore ordinario di Architettura Degli Interni e Allestimento - e Marco Albini - Architetto - Docente ordinario presso il Politecnico di Milano e Presidente della Fondazione Franco Albini. In esposizione i progetti più innovativi del maestro del Razionalismo italiano Franco Albini, esposte accanto alle immagini private, per tracciare un immaginario fil rouge tra opere e vissuto. Demiurgo del rigore, della misura e della funzionalità, educò ad una architettura democratica finalizzata al miglioramento della qualità e della vita di tutti.

Alberto e Michelangelo Nodolini firmano invece la seconda mostra in programma: "D'amor sull'ali rosee". Costumi originali per gli spettacoli lirici dell'Arena di Verona. I ricercati tessuti della principessa etiope Aida, i ricami sontuosi della zingara Azucena del Trovatore, l'eleganza tutta pizzi e trine di Elisabetta di Valois del Don Carlos. Il progetto espositivo intende esaltare la capacità esecutiva e la progettualità interpretativa dell'artigianato sartoriale italiano, un mix di intelligenza, ricerca e tecnica che ha conquistato il mondo. I capolavori sartoriali in mostra sono stati realizzati dalla Sartoria d'Arte Fiore di Milano.

E poi c'è la fotografia, che ha ormai assunto un ruolo fondamentale tra i linguaggi espressivi dell'arte contemporanea generando nel collezionismo un boom senza precedenti.

Ad inaugurare l'edizione autunnale di Mercanteinfiera sarà proprio MIA Photo Fair, la manifestazione internazionale di Milano dedicata alla fotografia d'arte, nata nel 2011 diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castellinuovo partner del polo fieristico di Parma.

Negli oltre 45mila metri quadrati di superficie espositiva ad affiancare i mille espositori della kermesse di Parma, ci saranno le immagini di Paola Agosti con un inusuale Luis Borges Roselyne De Feraudy che trasforma muri, viuzze e frammenti di materia in istanti di pura luce; quella nostalgiche di Fabrizio Fontanelli e quelle di Giorgio Majno: querce, lecci secolari immortalati "dalla pellicola" nella loro imponenza e fascino come la Farnia delle streghe di Capannori o l'Ilice di Carrinu.

Accanto a loro visibili in fiera, molti altri fotografi e gallerie partecipanti alle passate edizioni di MIA Photo Fair.

Infine cancelli stemmati antichi erbari, driadi e fauni. Tavoli intarsiati in ebano e cabinet settecenteschi decorati con lapislazzuli e tutto il potere seduttivo dell'Art Déco, dello shabby chic, del modernariato e antiquariato.
Sono anche queste atmosfere, tra il fiabesco e l'eco vintage, tra l'eclettico e il pop l'anima di Mercanteinfiera, un monetiere dai mille cassetti ogni volta da riscoprire.

Continua a raccogliere il consenso del pubblico Mercanteinfiera Atelier (www.atelier.mercanteinfiera.it ), la vetrina on line permanente lanciata a febbraio che raccoglie il meglio delle collezioni degli espositori iscritti ad entrambe le edizioni della manifestazione e che gli appassionati possono continuare a consultare per i loro acquisti tutto l'anno. Ad oggi sono già 500 i pezzi presenti sul sito.

Boschi, antichi manieri, borghi medioevali e vigneti. Gli itinerari nelle terre del Ducato di Parma e Piacenza, realizzati in collaborazione con Food Valley Travel, rappresentano la grande novità della nuova edizione di Mercanteinauto, la rassegna per gli appassionati delle quattro ruote che, alle Fiere di Parma, caratterizza, da tradizione, il week end di apertura (30 settembre - 1 ottobre) di Mercanteinfiera.

Al tour, si potrà partecipare con auto propria o con una vettura messa a disposizione (insieme all'autista) da Fiere di Parma in collaborazione con la stessa Food Valley Travel.

Per informazioni e prenotazioni dell'itinerario "Sulle strade del Ducato di Parma e Piacenza": 0521/798515; info@foodvalleytravel.com

CONTATTI
Fiere di Parma
Tel + 39 0521 9961
Ufficio Stampa Mercanteinfiera
Antonella Maia


cell 349 4757783

martedì 26 settembre 2017

MILANO FILM FESTIVAL – STAGIONE 22

INVITO
Conferenza stampa

Martedì 26 settembre 2017, ore 12.00
Sala Stampa, Palazzo Marino
Piazza della Scala, 2 - Milano

MILANO FILM FESTIVAL – STAGIONE 22
28 settembre – 8 ottobre 2017



Intervengono:
Filippo Del Corno – Assessore alla Cultura del Comune di Milano
Beniamino Saibene – Presidente Milano Film Festival
Alessandro Beretta e Carla Vulpiani – Direttori artistici Milano Film Festival
Alessandro Russo Presidente di Gruppo CAP
Sergio Scalpelli – Direttore Relazioni Esterne e Istituzionali di Fastweb

Durante la conferenza verrà presentato il programma e saranno annunciati gli ospiti e le anteprime.

sabato 23 settembre 2017

Rebuilding spaces. Dieci artisti in dialogo sul concetto di spazio

Il Castello del Monferrato (Casale Monferrato, Alessandria) ospita, dall’8 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018, “Rebuilding spaces. Dieci artisti in dialogo sul concetto di spazio”, esposizione curata da Niccolò Bonechi con opere di Pablo Atchugarry, Bonzanos Art Group, Mario Fallini, Piero Fogliati, Piero Gilardi, Eduard Habicher, Luigi Mainolfi, Paolo Minoli, Rudy Pulcinelli, Arcangelo Sassolino.
Organizzata dal Comune di Casale Monferrato in collaborazione con le gallerie Bonioni Arte di Reggio Emilia e Lara e Rino Costa di Valenza (AL), la mostra sarà inaugurata domenica 8 ottobre, alle ore 11.00, alla presenza di Titti Palazzetti, Sindaco del Comune di Casale Monferrato, e di Daria Carmi, Assessore alla Cultura e al Turismo.
Il progetto – spiega il curatore – «intende sviluppare un dialogo tra dieci artisti, noti nel panorama artistico nazionale ed internazionale, e il luogo che accoglie le loro opere: il Castello del Monferrato, già sede della corte dei Gonzaga, già caserma sotto la guida dei Savoia, oggi contenitore ed incubatore di eventi artistici e culturali. “Rebuilding spaces” mette in relazione gli autori coinvolti con il concetto di spazio tout court, inteso pertanto non nel suo senso più fisico e tangibile, bensì come smisurato campo di azione, laddove si intercettano tutte le direzioni del pensiero artistico».
In mostra, una quarantina di opere prevalentemente scultoree, alcune delle quali di grandi dimensioni, suddivise in cinque macro-temi che da sempre interessano l’aspetto fenomenologico del fare arte: Luce (Sull’interpretazione della luce, Piero Fogliati e Paolo Minoli), Natura (Artificio e Natura, Piero Gilardi e Luigi Mainolfi), Materia (L’intangibile consistenza della materia, Pablo Atchugarry ed Eduard Habicher), Spazio (Di pieni e di vuoti, Bonzanos Art Group e Rudy Pulcinelli), Caos (Sospensioni, Mario Fallini ed Arcangelo Sassolino). All’interno di queste categorie, l’interesse dell’esposizione è mostrare come autori nati in un arco temporale di trent’anni abbiamo tratto risultati tanto prossimi quanto allo stesso tempo lontani tra loro.

La mostra sarà visitabile fino al 14 gennaio 2018, sabato e domenica ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00; visite guidate su appuntamento (tel. 0142 444330). Ingresso libero. Catalogo Edizioni Bertani italiano/inglese con testi di Niccolò Bonechi e riproduzioni a colori. Coordinamento tecnico dell’Associazione Santa Caterina Onlus di Casale Monferrato cui saranno devoluti i proventi derivati dal volume. 
Per informazioni: Comune di Casale Monferrato 
tel. +39 0142 444330, 








venerdì 22 settembre 2017

Design italiano: lo showroom ora diventa galleria d’arte

Il Design deve offrire esperienze e deve essere usato per diffondere arte e fare cultura. Per questo gli showroom si devono trasformare e diventare essi stessi delle gallerie d’arte”. 

Ad affermarlo Fulvio Farina, imprenditore del design e creatore del primo showroom di Design in Italia che sarà intesa come una vera e propria galleria d’arte. Lo storico Carlo Cipolla diceva che gli italiani sono abituati, fin dal medioevo, a produrre cose belle che piacciono al mondo. E l’Italia garantisce infatti al mondo del Design quell’unicum di creatività e capacità industriale dell’interpretazione che ha fatto sì che il Design italiano riuscisse a imporre il proprio fascino su qualsiasi mercato internazionale. 

Un settore in salute ed in continua crescita, soprattutto negli ultimi 5 anni di crisi che ha registrato un + 5,4% di occupazione e un + 12,3% di fatturato, facendo dell’Italia il secondo paese in Europa per fatturato delle imprese di design. Un settore che genera nel nostro paese ben 4,4 miliardi di fatturato, grazie a 29.000 imprese tricolori del settore che impiegano 47.274 addetti, 1/5 del totale di tutti gli addetti europei. 

Il Design deve essere inteso come arte ed uno showroom deve essere un luogo capace di accogliere le migliori esperienze, le sensibilità e le emozioni che orbitano attorno a questo mondo. Lo showroom deve aprirsi ad eventi culturali e di interesse collettivo proprio perché ha motivo di esistere solo se l’imprenditore lo fa vivere, e se riesce a ricreare una sorta di mecenatismo, proprio come faceva Lorenzo de’ Medici” spiega Fulvio Farina, creatore della Effelegno (www.effelegno.it), una delle pietre miliari in Italia in fatto di design e arredo casa. 

La tendenza all’acquisto online ci dimostra poi che si è perso il valore di recarsi in negozio per toccare il mobile con mano. Per questo gli eventi esperienziali devono servire per attirare il pubblico. Noi considereremo il nostro nuovo showroom, in apertura dal 23 settembre ad Avellino, una galleria d'arte a tutti gli effetti in cui l’arredo di design incontrerà la fotografia, l’arte e la cultura in genere, lasciando indelebile la memoria di un momento, di un oggetto, di un incontro. Anche di un possibile business, se nell’occasione si sceglie qualcosa per la propria casa” dice ancora Farina.

Un concetto nuovo e rivoluzionario per il design italiano, che trasforma il classico modo di concepire lo showroom, facendolo diventare un pretesto ed uno strumento per fare arte, diffondere cultura ed offrire emozioni mai provate prima.      



giovedì 21 settembre 2017

Salvo. Un'arte senza compromessi

La galleria Dep Art di Milano apre la stagione espositiva con una mostra monografica dedicata a Salvo (nome d'arte di Salvatore Mangione; Leonforte (En) 1947 - Torino, 2015). "Salvo. Un'arte senza compromessi", terza personale che la galleria dedica all'artista, presenta dal 18 ottobre al 23 dicembre 2017 un viaggio vivace e peculiare nelle diverse stagioni creative che lo hanno impegnato nel corso dei decenni.

Dalle "lapidi" degli anni Settanta ai "paesaggi" dell'ultima produzione, passando per i ricami e alcune carte, le opere riunite per questa occasione ripercorrono un ampio arco temporale, dal 1972 al 2012, e riassumono quarant'anni di ricerca artistica attraverso i lavori più intensi e significativi.

Le trenta opere esposte, tra cui l'imponente Alba di 200x250 cm del 1989 - tra le tele più grandi da lui realizzate -, appaiono nello spazio espositivo come tracce attraverso le quali ricostruire la storia di un uomo che si è sempre sentito libero di apparentarsi a movimenti e ideologie senza mai affiliarsi in modo esclusivo a nessuno, senza compromessi.

Il percorso ha inizio proprio negli anni in cui Salvo compie un cambio di passo: i lavori del '72-'73 - le lapidi come La tartaruga e l'aquila, ispirata a una parabola di Esopo, e i ricami come Tricolore, visibili in mostra - saranno infatti gli ultimi di matrice concettuale e lasceranno spazio a una pittura colma di riferimenti alla storia dell'arte (Salvo era celebre per la sua memoria portentosa e il suo sapere enciclopedico).

Il suo percorso eclettico - dagli esordi nel contesto dell'Arte Povera, passando per il concettualismo di ispirazione americana, per giungere, infine, al ritorno alla figura e al paesaggio - non è stato altro che una lunga e appassionata dichiarazione d'amore per l'arte e per la pittura in particolare: "Sono stato letteralmente conquistato dalla pittura: è qualcosa che mi dà spazio, che mi apre le conoscenze, le idee", aveva avuto modo di dire lo stesso artista.

La sua ricerca spazia con coerente disinvoltura attraverso differenti orizzonti immaginativi che hanno sempre saputo, però, inscriversi nel proprio tempo, rischiarandone con il vigore della loro luce autonoma, la storia e il pensiero: Salvo resta infatti un esempio iconico di artista intellettuale che nel suo lungo percorso creativo non ha mai trascurato il continuo ritorno alla memoria, come sedimentazione, eppure è anche riuscito a concedersi il lusso dell'equilibrio e dell'essenziale.

La mostra è accompagnata da un volume bilingue (italiano-inglese) realizzato da Dep Art, a cura di Matteo Galbiati e Antonio Addamiano, contenente un testo del curatore, la riproduzione di tutte le opere esposte, una selezione di immagini di repertorio e apparati bio-bibliografici.

Scheda della mostra
Titolo Salvo. Un'arte senza compromessi
A cura di Matteo Galbiati
Sede Galleria Dep Art, Via Comelico 40, 20135 Milano
Date 19 ottobre - 23 dicembre 2017
Inaugurazione mercoledì 18 ottobre 2017 ore 19
Orari da martedì a sabato ore 10.30-19. Chiuso domenica e lunedì
Ingresso libero
Info al pubblico Galleria Dep Art tel. 0236535620 | art@depart.it | www.depart.it
Catalogo a cura di Matteo Galbiati e Antonio Addamiano, con un testo di Matteo Galbiati

Ufficio stampa
NORA comunicazione - Eleonora Caracciolo di Torchiarolo
Tel. +39 339 89 59 372 - info@noracomunicazione.it - www.noracomunicazione.it

mercoledì 20 settembre 2017

Eggs & Skulls-Madre 2017 di Franz Cerami

Giovedì 21 settembre (ore 20.30-22.30, Cortile d’onore) sarà presentata al museo MADRE l’installazione ambientale Eggs & Skulls-Madre 2017 di Franz Cerami. 

Animazione di video-mapping concepita dall’artista per gli spazi di Palazzo Donnaregina, con una colonna sonora originale di Enzo Avitabile e Carola Pisaturo. Ancore, capuzzelle, corni, cavalli, uova, Vesuvi in eruzione, raffigurazioni di San Gennaro e della sirena Partenope: un caleidoscopio di figure allegoriche animerà il Cortile d’onore del museo, reinterpretato come una tela di dimensioni architettoniche. 

Eggs&Skulls rielabora attraverso il linguaggio digitale una molteplicità di icone che evocano la storia dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania, a partire dalle collezioni del MADRE, in un’azione di storytelling pubblico che intreccia fra loro radici e prospettive, passato e futuro.

La serata inaugurale, ad ingresso gratuito, proseguirà con l’Eggs & Skulls-Summer Cocktail Party (ore 22.30-1.00), per festeggiare insieme la fine dell’estate e l’avvio della nuova stagione espositiva del museo, con l’eterogenea commistione di house, funk e technodell’eclettica dj Carola Pisaturo.


martedì 19 settembre 2017

Pensare il non-pensato

Inaugura venerdì 6 ottobre a Palazzo Velli Expo la prima personale italiana di Melker Garay intitolata Pensare il non-pensato

Ciò a cui il pensiero non può arrivare: quindici tele della serie Monokrom, esposte già a Norrköping e a Mosca, e che voleranno a New York dopo l’esperienza romana.

In Garay, scrittore cileno naturalizzato svedese, accostatosi alla pittura nel 2013, immagine e parola non possono scindersi: l’una accompagna e completa l’altra, ne arricchisce il senso. Non a caso molte opere sono associate a brani estratti dalle sue raccolte di storie, da romanzi o da riflessioni scaturite dalla pratica artistica. Entrambi mettono a fuoco il dilemma, il paradosso, il dubbio. Il vuoto esistenziale che il gesto della creazione intende colmare.

«La pittura è per me la parola impossibile da esprimere in un testo scritto», spiega l’autore, che prosegue: «Si tratta di resistere e di dubitare di ciò che è già scontato, certo, ovvio»; «Un lavoro ha una molteplicità di transiti, sia piccoli che grandi, sia visibili che invisibili, sia consentiti che proibiti. Io intendo un lavoro-travaglio dove ogni emancipazione – sia fisica che psichica – sia, a diversi gradi, dolorosa».

Il titolo della serie, Monokrom, è indicativo, ma l’intera mostra non si esaurisce nella ripetizione del colore unico. Nelle prime tele (2013-14) sperimenta un astrattismo concitato: i toni si accumulano e si fanno stridenti e squillanti; oppure si sovrappongono gli uni agli altri dando vita a pattern geometrici, di trama e ordito, o a movimenti di superficie come mare in tempesta. Nella seconda parte (2015-16), più materica, in cui possono comparire inserti tridimensionali, vi è un effetto magmatico, di cristallizzazione della forma; agglomerato primordiale di senso che dal piano sembra tentare di affrancarsi. Analizzandone le opere Ida Thunström ha parlato di zen e di influenza di questa tradizione. Man mano cominciano ad apparire delle sagome, e siamo di fronte all’ultimo nucleo figurativo, recente. Autoritratti involontari, pappagalli, fiori, galli, e accenni di volti; il tumulto dei colori ricorda i lavori iniziali: il ciclo che ha percorso in tre anni si è chiuso.


Melker Garay | Pensare il non-pensato. Ciò a cui il pensiero non può arrivare

Inaugurazione: venerdì 6 ottobre ore 18.30
Durante l’inaugurazione musica dal vivo 

Dal 7 al 20 ottobre 2017
Dal lunedì al sabato ore 11.00-19.00 
Ingresso gratuito

Palazzo Velli Expo
Piazza Sant’Egidio 10, 00153 Roma (Trastevere)

Contatti: +39 06.877.89758 | info@palazzovelli.it | box11studio@gmail.com  

lunedì 18 settembre 2017

La Danza del Fuoco

Visto il grande successo della Glass Week che vantava tra i protagonisti anche Federica Marangoni, il Museo del Vetro accoglie e presenta al pubblico fino a fine Ottobre 2017 la grande opera "La Danza del Fuoco" della Marangoni.

"La trasparenza del vetro ha fatto sparire la presenza fisica dei segni a favore del loro ricordo, della loro immanenza immateriale. Questo VUOTO, incarna il grado zero di tutti i possibili significati. Magia del Vetro, magia dell’Arte. Analizzando i termini del Linguaggio di Federica Marangoni, mi rendo conto di aver descritto le fondamenta stesse della sua grande Opera: il giardino incantato di farfalle…non è un po’ il grande vetro di Duchamp santificato dal vuoto di Klein? Marcel Duchamp aveva 32 anni all’inizio del grande vetro, Yves Klein 30 anni quando ha concepito il vuoto, c’è voluto poco di più a Federica Marangoni per smaterializzare la trasparenza...miracolo del talento, della volontà e dell’energia intuitiva…Federica Marangoni sta realizzando sotto i nostri occhi uno strano prodigio: far oscillare la storia formale della vetreria nel regno aleatorio del concetto, l’artigianato più vecchio del mondo nella più attuale poesia. 

Miracolo a Murano: Angelo Barovier e Domenico Miotti hanno raggiunto Marcel Duchamp e Yves Klein sull’altra faccia dell’Arte, nella trasparenza dello spazio e del tempo, nel giardino di vetro, il giardino incantato di farfalle"

Pierre Restany
Parigi, 1988


Serena Mormino intervista Federica Marangoni
Milano, mi accingo ad intervistare la cara amica e grande artista Federica Marangoni con l’entusiasmo che ci caratterizza ed unisce e con gli sguardi pieni di intensità e luce, quella luce che solo chi ama l’Arte distingue…
L’Artista italiana per eccezione, colei che ancora giovanissima negli anni ’70 approda in America; giovane donna artista accanto ai grandi nomi internazionali…

SM: “L’impatto con l’America…”
FM: “Era il 1977 lavoravo già da molto tempo per la New York University a Venezia, abbiamo fatto delle grandi mostre a Palazzo Grassi tra cui “Venerezia-Revenice” con Pierre Restany, momenti storici, epici, con pochi fondi e grandi idee… Poi la Direttrice del NYU mi ha proposto di lavorare anche nella sede a New York per periodi infra annuali (Federica era già madre, ndr).
Ho capito che era un cavallo da cavalcare subito… ho accettato e da allora ogni anno per 40 anni, ho sempre fatto avanti e indietro almeno due volte all’anno… mostre, lectio magistralis in Università…
Negli anni ’80 ho disegnato i vetri per Tiffany che allora non concepiva il colore, si può dire che sia stato il mio primo lavoro internazionale anche come Designer. 
Tante gallerie, molti amici e nuovi stimoli.. mi sono subito ambientata, come se fossi nata lì anche perché l’America è diversa, ci sono sempre dei miracoli che si compiono ed io ne sono stata protagonista!
Io, giovane artista che venivo dal nulla, senza particolari protezioni, un giorno nel 1979 creai una mostra tutta di Vetro sul tema della natura; vetri con geometrie e forme armoniche, nuvole, pioggia ed arcobaleni. Eravamo nella 57sima Strada alla galleria Theo Portnoy Gallery; quella raccolta fu comprata da un grande collezionista americano che la volle fortemente presentare a New York per la mostra “Thinking in Glass”, esposizione di sculture e piccoli gioielli d’artista che avevo appena realizzato. Era il periodo di Natale e una volta arrivate in porto, le opere sparirono; tutto rubato, perché avevo ingenuamente indicato “Vetro di Murano e Tiffany”… 
Mi ritrovai con 5.000 invitati, la Galleria e pochi gioielli, una tragedia, ma ho fatto mia la filosofia del grande amico e artista Vincenzo Agnetti… sai anche Tu Serena che gli amici sono quegli ingredienti in più della vita, vere fortune!
Vincenzo mi sgrida, spronandomi come un fratello a reagire: “questo non lo accetto, tu sei un’Artista, non sei una che fa oggetti, quindi fai qualcosa d’altro, crea, inventa!!!”
Aveva ragione, sono un’artista completa, ho sempre fatto anche performance (la prima donna italiana, ndr) e ho avuto il coraggio di proporre una performance che mi sono inventata sul momento, in una galleria classica, con clienti tradizionali che cercavano vetri…
Ma non potevo chiudere la porta ed andarmene!
“Life is Time” sulla vita, il tempo, la morte… così posai su delle pietre tante rose in cera che si scioglievano, come una via crucis in una performance ritualistica “The Ritual of Life”
(nello stesso anno espone in Ohio Museum of Art, a Toronto e in Italia ad Ancona, Torino e Venezia, ndr). 
Nel pubblico c’era il giovane curatore per la sezione video e performance del MoMA… vedi i miracoli di NYC… stava studiando di invitare tre personaggi europei che operassero già nella capitale. Mi coinvolge subito e a Febbraio nel 1980 mi trasferisco a NY per un mese con una delle mie due figlie e presento il film “The Box of Life” e la performance “The Interrogation” al MoMA!
Erano anni in cui anche la mia coetanea Marina Abramovic era a New York, faceva performance, ma arrivare a farla per prima al MoMA è un’altra cosa…
L’opera si scioglieva e diventava una nuova opera, nuova luce, nuova vita (istallazione performance e proiezione del film in 16mm “The Box of Life” acquisito dall’Archivio d’arte mediale del MoMA).
Dopo le performance mi sentivo anche io consumata, e decisi di fare attivare le mie opere. Arrivai in una piccola Galleria di Soho (Inroads-Multimedia Art Center) e feci un lavoro molto underground - “Straphangers” - un lungo corridoio di tubi, stretti con la plastica. C’erano delle mani pendenti di cera attaccate alle maniglie della subway e il filo di elettricità… tutto fatto in modo molto artigianale, con pochi soldi ma grade spirito e anima…
E poi Washington, New York al Metropolitan, San Francisco, Milano a Palazzo Reale e a La Triennale, Spagna, Parigi, Tokio…

SM: “Giovane performer in tempi ancora più difficili per la donna essere artista. Hai creato video quando ancora quasi nessuno lo faceva nel mondo dell’arte. Com’è stato vivere questo momento artistico da giovane donna?”
FM: “Femminista sì ma non politicizzata e aggressiva e, forse per questo, spesso non coinvolta…
La Donna è sempre divisa almeno in due, se non più pezzetti, e tutta la vita cerca ricomporli per trovare il suo spazio.
In questa carambola che è la vita, io ho creduto molto, forse da incosciente, a quello che facevo; nessuno immaginava che i video sarebbero diventati davvero forma d’Arte, oggi spesso addirittura abusata. Ma noi abbiamo creduto molto nella sperimentazione, nella ricerca dei nuovi materiali. E questa forza è stata fondamentale. Ci siamo inventati il passaggio dell’immagine da un video all’altro a catena, qualcosa che allora non esisteva, perché non esisteva certo il digitale. E’ stata un’impresa da visionari!
Alla Biennale del 1997 presentai in Arsenale il grandioso “Arcobaleno elettronico” in vetro policromo, installato con una torre di quindici monitor della Sony che colavano i colori dell’arcobaleno spezzato e trasformavano la materia in nuova materia, la tecnologia. Una centralina dava i comandi ai vhs per generare il concetto di colata. Siamo stati visionari nell’Arte ma anche nella tecnologia. Vetro che esplode e, in tempo reale, la video camera riprende 4.000 fotogrammi al secondo…
Allora fare ricerca era poesia!

SM: “Veniamo alla Luce, elemento fondamentale della vita di flora e fauna, diventa punto focale della Tua Arte”
FM: “La Luce è nata con me quando non si usava dire che la materia è luce. Lavorando il vetro non potevo fare a meno della luce; le miei opere in vetro senza luce sono morte, così come quelle in plexi inciso, tipiche del mio percorso degli anni ’60, le scatole con luce… se ci pensi lo schermo tv è luce. Se lo fai vivere all’interno di un’installazione diventa la terza dimensione che noi artisti abbiamo sempre cercato perché genera movimento”.

SM: “ Lo schermo è luce, ma va modificato, controllato perché non prenda il sopravvento…”
FM: “Certamente, infatti i miei video sono colpi di immagine, era già un modo diverso di fare video”.

SM: “Ma la luce cosa rappresenta per Te davvero? Prima hai detto una cosa bellissima: la Luce è la mente…”
FM: “Eh sì la luce è la mente, perché se non c’è luce è tutto piatto, non c’è energia. Non è la dimensione a fare l’arte, ma la luce in senso proprio e nel senso di genialità, di poesia, di emozione. E’ quello spirito vitale che fa vivere e illumina le opere, se queste hanno lo spirito dell’Arte. Spesso prevale la luce del denaro nei grandi nomi commerciali e mediatici, ma non c’è la luce vera dell’Arte”.

SM: “La Luce è elemento essenziale di vita, è natura; però l’Arte, come nel Tuo caso e pochi altri, riesce a generare nuova luce…”
FM: “Sì, è quella forma, quel tocco che la rende luce dell’arte, quella poesia che fa la differenza. Le opere devono vibrare e se riescono generano, come dici Tu, nuova luce.
La Scala ad esempio, quella alta 15 metri a Basilea (così come le mie altre), o ancor più la grande bobina de “Il Filo Conduttore” di Ca’ Pesaro della Biennale 2015 che illumina senza offendere, esalta ma non copre. E’ la Luce dell’Arte che illumina il contenitore dell’Arte.
Illuminante e che genera un pensiero, perché il filo che si arrotola sulla bobina è e diventa energia per l’umanità”.

SM: “Io leggo anche il sangue che scorre nelle vene”
FM: “Vero!!!”

SM: “Hai trasformato la luce nell’essere umano…”
FM: “I tubi riempiti di sfere di vetro massiccio fanno sì che il gas del neon che entra, per uscire dall’altra parte, deve cercare la sua strada, creando il moto perpetuo. La luce non si espande fuori, non presenta aloni, si concentra e si rinforza dentro quasi come un led e crea il sangue che scorre nelle vene!”

SM: “Come il pensiero delle generazioni degli esseri umani che continua a vivere, si riallaccia a quello che è il passato e quello che sarà il futuro…”
FM: “Il segno della matita che si anima d’Arte, il foglio in bianco e nero con il disegno preparatorio ha acquisito luce nel momento stesso in cui ho tracciato il segno rosso”.

SM: “La Tua bobina potrebbe essere il simbolo della Storia dell’Arte, un filo conduttore che genera arte e che crea nuove energie”
FM: “La bobina è un grande simbolo, perché è sempre energia. Come le farfalle, le mie farfalle di vetro. Ricordo che le prime le comprò tutte Krizia per il suo bestiario - 1980.
O come la Scala, tutti simboli di come la vita sia luce e la luce sia vita; senza la luce non c’è vita e non c’arte.
O ancora come il mio “Albero della Vita” che ho fatto a New York (alto 10 mt, ndr) con la luce che corre tra due lastre, l’albero vive. Un albero tecnologico, un albero metropolitano”.

SM: “Il ribaltamento, l’artificio; l’Arte che riesce a generare natura”
FM: “Noi artisti siamo giocolieri, facciamo artificio!”

SM: “Voi pochi veri artisti, avete un dono divino che ai comuni mortali non è dato avere e con la Vostra Arte riuscite a creare ciò che Dio stesso non ha saputo creare con la natura”
FM: “Io ho usato la natura per stimolare l’uomo a salvaguardarla, ma la metto sotto vetro; come la definiva Pierre Restany la mia è una “natura congelata”.

SM: “La Tua luce è spesso anche monito di presa di coscienza dell’essere Donna e di difesa nei confronti di abusi e violenze quotidiane e a livello politico-economico mondiale”
FM: “E’ importante ricordarlo. Ho vissuto con il mondo sempre in guerra e sono nata durante la guerra, anche se a volte siamo inconsapevoli. Quando ho fatto il primo quadro meditativo - perché c’è sempre una prima opera di un ciclo, che è il momento della meditazione – nel ’76 i giornali parlavano delle stesse guerre, degli stessi bambini morti di fame, delle stesse tragedie nel mondo: Corea, Indocina, Vietnam… fino ad oggi. Non è mai finita la guerra e ora sono loro a fare la performance e a gettarcela in faccia ogni giorno.
Il mio film “Tollerance – Intollerance” ora è “Endless movie”, perché non saremo mai capaci di contenere la violenza, l’uomo ne inventerà sempre di più terribile. L’uomo per fortuna però mantiene la speranza, senza la quale non ci sarebbe vita.

SM: “Affermo sempre che l’Arte è Vitamina essenziale di Vita. La Tua arte ne è dimostrazione concreta”
FM: “Che bella questa Tua idea, affermazione! Spero di dare un po’ di vitamine alla gente!”

SM: “Sicuramente con la Tua luce! Dà energia anche a chi magari non la comprende immediatamente, perché non tutti conoscono l’arte, ma l’arte è per tutti!”
FM: “C’è chi dice che ho rilanciato anche i Musei Civici Veneziani con la mia bobina “Filo Conduttore”. Anche la Cultura ha profondamente bisogno di nuova linfa vitale”.

SM: “Due caratteristiche: Luce e Vetro generato da energia e forme di luce, un binomio perfetto ingrediente della grande Federica Marangoni”
FM: “Lavoravo i materiali come ricerca, noi siamo i dopo Duchamp, per cui tutto andava bene. Facevo molti lavori con il plexi, ma un giorno ho fatto una riflessione “Io sono veneziana, ho i piedi sulle mie radici ed il vetro è il più bel materiale del mondo”. All’epoca non esistevano le “stanze del vetro” o spazi d’arte dedicati; uno che faceva vetro faceva oggetti decorativi, non era voluto nel mondo dell’arte. Sono la prima che ha fatto vetro portandolo in gallerie importantissime tra cui la Holly Solomon Gallery di New York con una mostra tutta di vetri e video - “Fragments” nel 1995 - con anche pezzi gigantissimi tra cui una sfera di due metri di diametro. Però era Arte, non era più vetro, non bisogna confondere con il bel vaso; bisogna riuscire a capire che esiste un’altra forma e io ho combattuto tanto per questo e con la materia vetro che, però, è ancora qui con i miei lavori”.

SM: “Vetro e Luce che continuano a contaminarsi; vetro con il neon dentro; le Tue mani illuminate, una perfetta e una vissuta…”
FM: “Sei una brava osservatrice: una l’ho rifatta 30 anni dopo e così ho datato il tempo della mia vita. Ovviamente brilla con la luce blu”.

SM: “Come scegli i colori delle Tue luci?”
FM: “Dipende dal pensiero del momento, da ciò che voglio esprimere. Uso molto il rosso, la forza, la determinazione e violenza; il blu colore più spirituale e della natura; il bianco e il verde solo per l’albero della vita e per la bobina bianca, rossa e verde che ho intitolato “Italy-Italy” perché si rimane sempre allo stesso punto, un Paese che non va avanti…
L’azzurro per la Scala di Giacobbe del 2001; doveva essere azzurra per essere più ieratica possibile, non doveva fare schiamazzo. L’arte non deve schiamazzare, l’arte lascia qualcosa dentro! Quell’anno feci una scala alta 10 metri ai piedi della Chiesa della Salute e gli angeli di Giacobbe erano lì, stavano seduti, non avevo bisogno di farne altri, dialogavano benissimo con la scala azzurra, sotto cui c’erano schegge di vetro blu che si riflettevano con la luce del Canal Grande alla sera, una magia.
Il rosso l’ho utilizzato per la “Go UP” di Basilea.


SM: “Al Museo del Parco a Portofino abbiamo la scala bianca che sembra incidere il monte”
FM: “Sì bianca, molto severa, forte, determinata, la scala del lavoro. Il mio neon è importante, perché lo leggo come l’energia dell’uomo, la poesia della natura, la mescolanza dei pensieri”.

SM: “La Tua luce è la Tua luce interiore”
FM: “Ne ho bisogno per quella che sarà la mia antologica… e mi sa che ti terrò informata perché voglio curatori bravi e giovani”.
SM: “Con enorme orgoglio e piacere”

SM: “ Il confine tra arte e design. Il design può essere considerato forma d’arte?”
FM: “Certamente lo è! Ti pare che Ettore Sottsass non sia una forma d’arte? Anche perché se il design arriva ad un livello di purezza ed eccellenza ha diritto di essere definito arte!

SM: “Tu hai scritto tante pagine di storia; la Tua prossima luce?”
FM: “Ora sono multo impegnata, a dire il vero, a portare in giro quelle che ho”

SM: “Ma se chiudi gli occhi, la Tua luce?”
FM: “Ho appena fatto un lavoro tutto sulle mani di vetro - Totem of Hope - alto 2,5 metri per l’America. Non ha luce viva, ha la luce dell’anima, della speranza. Sono tante mani bianche e nere dell’umanità. E poi continuerò su progetti per l’umanità, producendo nuove opere in varie dimensioni.
Le mie prossime luci saranno quelle del mondo che mi vuole, perché se mi dici che questa piazza è mia, io immediatamente creo l’idea, perché l’idea nasce dal rapporto con lo spazio che ti circonda, che ti viene dato e con la sua storia. Quando mi invitarono alla Piazza Grande di Arezzo, quel palazzo del Trecento spaventosamente bello con la stratificazione della storia - la Fraternita dei Laici – con alla sue spalle la torre del 500 con l’orologio meccanico che batte ancora e la piazza che sembra un salotto… io ho capito subito quello che dovevo fare!
La Clessidra di filo giallo alta tre metri, dorata perché quella è la Luce dorata della grande Arte, è come accendere una candela davanti ad un tempio votivo.”

SM: “La Tua antologica di che colore sarà?”
FM: “Multicolore, perché la vita è multicolore, un arcobaleno! Parlerà da sola: partirà da quella ragazzina che cammina sulle strisce pedonali - On the Road – e andrà avanti con tutte le idee…

Serena Mormino
Curatrice e Critica d'Arte
Curatrice Museo del Parco di Portofino
Presidente Associazione Culturale AMARTE

domenica 17 settembre 2017

L’Albero della Vita di Patrizia Bacarelli

Scrive Eleonora d’Aquino a proposito di Patrizia Bacarelli : "L’Albero della Vita, legato a molte religioni e culture, viene considerato il simbolo universale della creazione, si distingue per la sua maestosità, è rigoglioso, con radici ben salde, ha un tronco solido e numerose ramificazioni ricoperte da tantissime foglie: una sorgente di vita generatrice di ricchezza e abbondanza. 


Quando ho visto il quadro che da il titolo a questa mostra, ho riconosciuto subito nell’Albero della Vita il mondo di Patrizia che come l’immagine riflessa in uno specchio si irradia in una generosa profusione di forme, luci e colori. 

Sullo sfondo si profilano i paesaggi di Moriano, Rignano sull’Arno e di Torre a Cona, quello che ogni giorno dalle finestre del suo studio l’artista intravede in tutte le varianti di luce e di atmosfere: montagne, alternanze di dolci pendii e campi seminati, case coloniche, un piccolo cimitero, il laghetto dei pioppi, la sacralità dorata degli olivi, le balle del fieno ed ancora il giallo dei piscialletto, compagni vivaci dei bambini nelle passeggiate per i campi. In primo piano l’Albero dalla corteccia finemente ed accuratamente intarsiata, la cui linfa scorre in ogni ramo e foglia, distribuendo il nutrimento. La visione appare dolcemente ammantata dalla luce che filtrando attraverso le lunghe fronde prelude al tramonto. 

Ci sentiamo al centro dell’eterno ciclo universale, in Armonia con l’intero Creato, forti di quell’energia vitale che non muore, in un tempo che è un perpetuo fluire. 

Patrizia Bacarelli coglie la vitalità di questo Universo e la meravigliosa perfezione che vive all’interno di ciascuno di noi, usa questo archetipo non limitandosi alla rappresentazione di un concetto universale, ma penetrando la natura con la quale si confonde ed identifica. Lei stessa è parte di questa Natura, è madre che accoglie, nutre e protegge i suoi figli. Così all’ interno dell’albero, grembo sicuro, trova rifugio Lorenzo che dalla sua posizione osserva sereno.
Margherita, appoggiata all’albero, sorride felice dei suoi giovani anni, anche lei trae forza dal contatto materno, ma al tempo stesso è libera, pronta a staccarsene con la movenza delicata e giocosa di un passo di danza. 

La natura è fonte primaria d’ispirazione per Patrizia che dopo un’attenta e precisa osservazione riesce a renderla nella sua pienezza. Dipingere richiede per lei tempi lunghi di esecuzione; sensibile al particolare, lavora in punta di pennello, sostenendo la mano per avere maggiore resistenza, si posa in modo quasi lenticolare sui singoli elementi, ne percepisce tutti i dettagli, ricercando meticolosamente gradazioni di luce e colore.
Imprescindibile è il vissuto familiare, gli affetti che l’ hanno toccata e la toccano nel profondo sono altrettanti motivi ispiratori. 

Grazie all’Arte ed al suo naturale talento, con quello spirito combattivo che la contraddistingue, come Albero di Vita distribuisce forza, raccoglie e si prende cura di ogni prezioso granello del suo mondo, sempre pronta ad un nuovo inizio, trasmuta il dolore in gioia creativa, offrendo un momento di respiro di grande valore umano ed artistico."


Patrizia Bacarelli - L'albero della vita
CIRCOLO DEGLI ARTISTI CASA DI DANTE - SOCIETA' DELLE BELLE ARTI
Firenze - dal 17 al 28 settembre 2017
Via Santa Margherita 1 (50122)
+39 055218402 , +39 055218402 (fax)

sabato 16 settembre 2017

Tra ciglia e pensiero ad AlbumArte

AlbumArte inaugura lunedì 18 settembre 2017 alle ore 18.30 la mostra Tra ciglia e pensiero dell’artista lituana Eglė Budvytytė che espone per la prima volta in Italia una selezione delle sue opere video.

La mostra, che rimarrà aperta fino all’11 novembre 2017, è curata da Benedetta Carpi De Resmini e si impernia su scenari e contesti inusuali posti accanto a elementi quotidiani, dicotomie strutturali alle opere della giovane artista. Eglė Budvytytė crea all’interno delle sue opere dei cortocircuiti tra realtà e finzione, aprendo questioni sul ruolo del soggetto rispetto a una riflessione sociale in senso più ampio.

In mostra una selezione di opere video che riflettono sul tempo economico e sociale che scandisce gli spostamenti, i ritmi della vita quotidiana, andando a creare vuoti momentanei in cui l’immaginazione prende il sopravvento.

Il percorso narrativo si apre con Secta (2006) che fa da contrappunto all’universo immaginario di Magicians (2011), mentre il movimento incontrollato del corpo dei bambini di Shaking Children (2013) si collega alle rigide disposizioni di As if you are catching a bomb (2013) – opere video entrambe nate dalla collaborazione con Bart Groenendaal – le quali guidano le azioni di un uomo.
In uno scenario mondiale basato sempre di più sulla cyber intelligence, in cui i conflitti sia economici che sociali sembrano governati dal potere virtuale della rete, l’opera dell’artista si pone come naturale reazione di denuncia alla società contemporanea. Gruppi o realtà individuali sfidano le convenzioni, condotti alcune volte da una voce fuori campo, come un deus ex machina, che racconta o li conduce a contrapporsi alle regole imposte.

Il corpo diventa per l’artista lo strumento per sfidare i comportamenti codificati, per ricordare a tutti che il potenziale di ognuno risiede nella fantasia, unico mezzo per raggiungere, con velocità e traiettorie differenti da uomo a uomo, lo stesso obiettivo: la libertà. In occasione della mostra sono previsti eventi collaterali che riflettono sulle dinamiche affrontate.

Eglė Budvytytė (Lituania, 1981) vive attualmente tra Vilnius e Amsterdam. Realizza video e performance al fine di esplorare la relazione che intercorre tra corpo, architettura, ambiente e pubblico. Partendo da coreografie di diversi performer – al fine di rappresentare gesti che possono apparire spesso contraddittori rispetto al contesto in cui si sviluppano – l’artista guarda alla capacità del corpo di sfidare i comportamenti convenzionali e le narrazioni normative implicite all’interno degli spazi pubblici. I suoi lavori sono stati esposti a Liste, Basel; Art Dubai commissions 2017, la 19° Biennale di Sidney, De Appel Arts Centre, CAC di Vilnius e lo Stedeljik Museum di Amsterdam. Eglė è stata artista residente presso Le Pavillon, Palais de Tokyo (Parigi, 2012) e Wiels, Contemporary art centre, (Brussels, 2013).

Il progetto ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Municipio II di Roma Capitale, ed è stato realizzato con il supporto del Lithuanian Council for Culture, in collaborazione con Postidėja. Si ringrazia IRI REAL ESTATE | Istituto Regionale Immobiliare. Un ringraziamento a Casale del Giglio per la degustazione dei vini. Si ringrazia inoltre Julija Reklaitė, addetto culturale della Repubblica di Lituania in Italia.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
www.albumarte.org info@albumarte.org T/F +39 063243882
Orari di apertura della mostra: dal martedì al sabato ore 15.00-19.00

venerdì 15 settembre 2017

VAN GOGH. Tra il grano e il cielo

Mancano pochi giorni all’apertura, il 7 ottobre, della grande mostra su Van Gogh in Basilica Palladiana a Vicenza. 

L’attesa per poter ammirare le 129 opere (43 dipinti e 86 disegni) riunite in Basilica si è fatto “spasmodica”. Sono già 80.000 infatti, a tre settimane dal via, le prenotazioni, che procedono al ritmo di circa 2000 nuove al giorno. La previsione è dunque di superare ampiamente le 100.000 prenotazioni prima del 7 ottobre.

E Marco Goldin, curatore, anticipa la grandiosa esposizione in quattro incontri che, dal 25 al 28 settembre, si terranno in altrettante città venete. Il 25 settembre Goldin sarà a Vicenza, al Teatro Comunale; il 26 a Verona, al Teatro Ristori; il 27 a Padova, al Teatro Verdi e il 28 a Treviso, all’Auditorium Appiani. Inizio delle serate alle ore 20,30 con apertura delle porte alle ore 19,30. L’ingresso alle presentazioni è libero, fino a eventuale esaurimento posti in sala.

In questi quattro appuntamenti Goldin incontra il “suo” pubblico per condurlo a percorrere, in anteprima, il viaggio per immagini ed emozioni che attende i visitatori della mostra vicentina.
Negli spazi ampi e meravigliosi della Basilica Palladiana a Vicenza, la mostra si snoderà – anticipa il curatore - come un vero e proprio viaggio nei luoghi nei quali Vincent ha vissuto: il Borinage, Etten, l’Aia, il Drenthe, Nuenen, Parigi, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise. Al di là delle lettere che faranno da contrappunto ai singoli momenti, certamente uno dei punti di maggior fascino sarà la sala nella quale, attraverso un grande plastico di 20 metri quadrati, è stato ricostruito alla perfezione – architetture romaniche e orti e giardini e sullo sfondo la catena delle Alpilles – l’istituto di cura per malattie mentali di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy, il luogo nel quale Van Gogh sceglie di farsi ricoverare da maggio 1889 a maggio 1890. Sarà un’immersione in un luogo sì di sofferenza ma nel quale, e attorno al quale, il pittore ha generato tanta bellezza”.

Nelle quattro serate, Goldin illustrerà la mostra accompagnando il suo racconto con la proiezione di immagini delle opere principali in esposizione poi nella Basilica Palladiana
Il palcoscenico sarà subito dopo invaso dalle immagini del film documentario originale Van Gogh. Storia di una vita, appositamente creato dallo stesso curatore, sulla vita e l'opera di Van Gogh e che, nelle quattro serate, verrà proiettato in anteprima. Il film gode anche del sostegno di Segafredo Zanetti, tra l’altro main sponsor pure della mostra in Basilica Palladiana.

Nell’annunciare il suo film, Marco Goldin comunica che esso avrà la durata di un’ora e sarà proiettato, dopo queste quattro speciali anteprime, in una vera e propria sala cinema, studiata in ogni dettaglio tecnico e funzionale, all’interno della Basilica Palladiana, come ultima, grande stanza alla fine del percorso espositivo. 

“Nei mesi scorsi – annota Goldin - ho lavorato intensamente, con diverse collaborazioni che mi hanno supportato, alla realizzazione di quello che doveva essere, nei miei piani iniziali, soltanto un breve documentario sulla vita di Van Gogh, da proiettare in Basilica Palladiana come introduzione alla grande mostra. Nel corso delle settimane di riprese nei suoi luoghi in Provenza e a Auvers-sur-Oise dove si è suicidato, mi sono però reso conto che i materiali che avevamo a disposizione erano sempre più consistenti e, mi sembrava, interessanti per il pubblico.

A quel punto ho preso la decisione di dar luce a un vero e proprio film documentario, della durata di un’ora, che ho intitolato Van Gogh. Storia di una vita. Lo vedrete in una suggestiva sala cinema che è stata approntata, nel grande salone della Basilica Palladiana, al termine del percorso espositivo. Sarà un modo diverso per congedarsi da una figura così penetrante non solo nella storia dell’arte ma nella storia stessa dell’umanità. Questo film documentario lo si potrà anche trovare raccolto in un dvd prima nei teatri, poi nel book shop della mostra e ugualmente, a partire da fine settembre, nello shop online di Linea d’ombra”.
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Informazioni e prenotazioni: www.lineadombra.it

giovedì 14 settembre 2017

La natura del cosmo

Il mistero dell’Universo e la sua influenza sulla vita umana. Un’accurata ricerca spirituale che l’artista pugliese Pierdonato Taccogna presenta nella sua personale dal titolo “La natura del cosmo”. L’evento verrà inaugurato sabato 23 settembre alle ore 19.00 nell’hotel Casa Talìa – Boutique Hotel, in Via Exaudinos 1-9. 

Un momento di grande suggestione per il vernissage, che accoglierà due lavori di Taccogna, il fronte e il retro di una nebulosa, all’interno di una conversazione tra il curatore e critico Giuseppe Carli e lo stesso artista. Le opere rimarranno a disposizione del pubblico nell’originale struttura ricettiva di Casa Talìa, mentre da lunedì 25 settembre una più ampia esposizione delle opere di Taccogna (sei tele più un dittico e qualche bozzetto) sarà visitabile nei locali della Galleria Lo Magno, in via Risorgimento 91-93. 

Pierdonato Taccogna, classe 1990, di origini baresi, è un pittore di grande talento espressivo. Lo testimoniano la sua partecipazione, nonché i premi e i riconoscimenti ottenuti nell’ambito di prestigiosi concorsi e collettive di livello nazionale. La sua è un’indagine approfondita rivolta alla “luce” e alla “materia”. La ricerca sul primo elemento nasce da un’accidentale esperienza personale che lo ha portato a sondare la sfera del subconscio, attraverso visioni incise nella sua memoria a mo’ di flash ultraterreni. Piuttosto, l’attenzione rivolta alla materia, intesa come materiale d’uso artistico, è evidente nella scelta e nella cura del telaio, delle vernici. Taccogna, infatti, non utilizza strumenti di derivazione industriale, ma, proprio come un vero alchimista si avvale di antiche ricette atte alla sperimentazione delle tecniche pittoriche più consone alla sua sfera artistico-spirituale. In corrispondenza con lo studio vivo del microcosmo, delle particelle che formano il suo habitat di lavoro, si snoda l’interesse dell’artista verso la struttura materiale e le leggi che regolano l’Universo, in quanto circuito ordinato nello spazio e nel tempo. 

Le opere di Taccogna vibrano, come sottintende l’astrologo Marco Amato in un testo che accompagna la mostra, di luce che è vita, nel modo in cui «sono vive le stelle, fendono il buio e vincono sulla morte stessa del nulla, sono identità, come gli uomini che derivano da loro per materia universale, ma che si identificano in loro come luci perse nel buio, come monadi di un’autoasserzione che lotta per vincere le ombre del non essere». 

Il tema della luce ultraterrena, intesa come sottile linea di confine tra noi e l’Universo e madre di tutte le sfide interiori verso l’Eterno, è il grande leitmotiv dell’arte di Taccogna, su cui interviene Giuseppe Carli: «l'artista pugliese ci aiuta a visualizzare e sviluppare i moderni concetti scientifici attraverso la propria visione interiore, ispirata direttamente dalle recenti fotografie spaziali, come ad esempio quelle del telescopio Hubble. Certamente il suo operato si può classificare nella Space Art dal “realismo descrittivo”, ponendo l'accento principale sulla visualizzazione scientificamente accurata del cosmo. Questo è possibile solo attraverso uno studio molto stretto del colore della luce, con tutte le sue varianti, dovute alle varie particelle dei diversi elementi, così come gli artisti del passato approfondivano il clima o la geologia prima di dipingere un paesaggio». 

“La natura del cosmo” di Pierdonato Taccogna resterà aperta al pubblico fino al 21 ottobre nella Galleria Lo Magno, secondo il seguente orario: da lunedì a sabato dalle ore 8.30 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 20.00; la domenica apre solo su appuntamento. 



Casa Talía  
Via Exaudinos, 1-9 - Modica (RG) 
Tel. 0932 752075 
Cell. 335 5486656 
Email: info@casatalia.it
Web: http://casatalia.it/  

Galleria Lo Magno
Via Risorgimento, 91-93 - Modica (RG)
Tel. 0932 763165 
Email: info@gallerialomagno.it -  gallerialomagno@virgilio.it
Web:  http://www.gallerialomagno.it