venerdì 30 giugno 2017

Arte Interattiva a Palazzo Sanseverino-Falcone

A partire da sabato 1 luglio 2017, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospita un’importante esposizione dedicata al mondo dell’Arte Interattiva, che trova il suo principio nei pionieri degli anni Sessanta, per arrivare agli artisti più recenti che indagano la relazione fra l’opera d’arte e lo spettatore, spesso usando le tecnologie più innovative del loro tempo.

La mostra, ospitata nelle ampie sale del Piano Nobile del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone, sede del museo, è composta da una collezione di oltre 50 opere di importanti artisti italiani ed europei: da Victor Vasarely a Brian Eno, passando per Julio Le Parc, Davide Boriani, Gruppo MID, Peter Vogel e Ale Guzzetti, tra gli altri; tutti artisti la cui attività di ricerca si è sviluppata in piena sintonia con le coeve scoperte scientifiche, intrattenendo uno stimolante e fruttuoso dialogo continuo fra arte, scienza e tecnologia.

Ale Guzzetti, Dies Irae, 2014, resina silicone, led, circuiti elettronici, voci sintetiche, cm. 55x40x30 (cad.x3)


Il percorso, estremamente articolato, affianca i più tradizionali dipinti su tela a una serie di affascinanti oggetti interattivi, scatole luminose, sculture sonore, ambienti e robot.

L’allestimento è scandito dai diversi gradi di interattività delle opere esposte, mostrando i successivi passaggi e le diverse focalizzazioni della ricerca su questo tema fondamentale per l’arte della seconda metà del Novecento e i suoi successivi sviluppi all’inizio del nuovo millennio.

Il percorso espositivo parte da un livello “debole”, ma concettualmente rivoluzionario, di interazione fra l’opera d’arte e l’occhio dello spettatore, passando per l’idea di spettatore come presenza necessaria all’esistenza dell’opera d’arte, e arrivando a un’interazione “forte”, sia attraverso il pieno coinvolgimento dello spettatore che si trasforma in “attore” e “co-autore”, sia con l’opera d’arte robotica che interagisce con lo spettatore in una sorta di autonomia, aspirando a confondersi fra gli umani e a relazionarsi con loro in un rapporto paritario.

«L’arte interattiva – scrive la curatrice Monica Bonollo – mette in gioco il rapporto fra l’opera d’arte e lo spettatore, affidando allo spettatore un ruolo fondamentale e necessario all’esistenza stessa dell’opera. Il processo artistico coinvolge tutti i protagonisti – artista, opera d’arte, spettatore – in un legame di reciproca trasformazione. L’arte interattiva infatti presuppone la “trasformabilità” dell’opera stessa, che si modifica nel tempo a seguito dell’interazione con lo spettatore»


ARTE INTERATTIVA 
Lo spettatore in gioco: dall’azione dell’occhio all’interazione robotica
MACA - MUSEO CIVICO D'ARTE CONTEMPORANEA SILVIO VIGLIATURO
Acri (CS) - dal primo luglio al 29 ottobre 2017
Piazza Giovanni Falcone 1 (87041)
info@museomaca.it

giovedì 29 giugno 2017

Il secolo breve. Tessere di ‘900

E’ una mostra stimolante quella che la Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna propone, nella sua sede accanto al Lungomare di Viareggio, dal 7 luglio al 5 novembre prossimi.

Stimolante per la qualità delle opere, innanzitutto, ma anche per il filo conduttore individuato per presentarle da Susanna Ragioniere, che della mostra è la curatrice.

Da sottolineare che un buon numero delle 50 opere riunite per la mostra, “emerge” da collezioni private e viene esposto al pubblico per la prima volta.

Il titolo della rassegna, “Il secolo breve” si richiama naturalmente al celebre saggio pubblicato nel 1994 da Eric Hobsbawm.
Il sottotitolo “Tessere di ‘900” vuole invece dar conto di una esposizione che propone una serie di testimonianze di rilievo assoluto del Secolo trascorso, tessere di un mosaico che letto nella sua complessità evidenzia un periodo artistico tra i più fecondi e creativamente tumultuosi dell’arte italiana.

Nel percorso espositivo estremamente emozionale concepito da Susanna Ragionieri le nature morte di Thayat, Balla, Severini e De Pisis emergono per il sentimento di classicità di cui sono pervase, mentre le figure di Spadini e Campigli si contrappongono, pur nella comune impronta parigina, per l’evocazione di un passato colto e dal cuore antico. Il paesaggio, infine, si offre nei volti più variegati attraverso le suggestive visioni di Rosai, Lloyd, Guidi e Paresce.
Ecco che, in questo caleidoscopico panorama, ogni artista – ai già citati si aggiungono Morandi, Guttuso, Viani e De Chirico – diviene così una tessera dell’affascinante ed eclettico mosaico che prelude alla modernità.

“Il Secolo breve. Tessere di ‘900 offre – afferma Giuliano Matteucci che della Fondazione Matteucci è il fondatore e direttore – un focus a suo modo originale da cui emergono una serie di situazioni che potremmo definire “trasversali” alle fratture formali oramai canoniche. Nell’apparente autonomia e disomogeneità espressiva, queste dissonanti connotazioni confermano lo spirito inquieto che da sempre caratterizza l’arte italiana, delineando un inaspettato spaccato, quanto mai unitario nel comunicare il pensiero creativo del tempo.

Non si tratta di avventurarsi in uno spazio temporale alla ricerca di un tema, di un genere o di consonanze estetiche, ma di scoprirne l’infinita varietà di forme concepite e articolate ora sul colore, ora sulla ragione, ora sul sentimento, nelle quali l’immagine, nonostante tutto, continua a vivere prima della frantumazione”.

Eric Hobsbawm, in “Il secolo breve”, condensa il Novecento in tre periodi, non esitando ad indicare il primo, compreso tra il 1914 e il ’45, come quello della “catastrofe” per le ferite sociali e le crisi economiche sofferte dall’Europa durante i due conflitti mondiali.

Se, però, si sposta l’analisi all’ambito artistico, la visione non è di un tramonto bensì di un’aurora. Nessun altro momento è stato, infatti, altrettanto fecondo e ricco di fermenti, al punto di rivoluzionare la ricerca con un impulso analogo a quello determinato ai nostri giorni dalla rete.

Portando la lancetta del tempo al 1909, all’alba di quello che qualcuno ha definito anche “il secolo delle speranze deluse”, quando Marinetti pubblica su “Le Figaro” il Manifesto del Futurismo, ci si avvede che la pittura italiana, lasciatasi alle spalle la lezione degli Impressionisti e di Cézanne, si apre ad uno dei momenti più dirompenti e felici, cambiando radicalmente volto. A voler essere coincisi e pragmatici, verrebbe da dire che proprio nel ventennio seguente, a partire dalle ultime frange divisioniste, le tendenze e le avanguardie audacemente impostesi sul realismo ottocentesco imprimeranno tracce tanto profonde e marcate da orientare gli sviluppi del dopoguerra: dall’Informale di Vedova e Capogrossi, allo Spazialismo di Fontana. Alludiamo alla trasformazione visiva scaturita dallo stesso Futurismo e dalla Metafisica, nonché al recupero della forma operato da Novecento, movimento che, riallacciandosi alla tradizione, ha elaborato una nuova idea figurativa in grado di dialogare con il presente.

Centro Matteucci per l’Arte Moderna
7 luglio – 5 novembre 2017
7 luglio – 10 settembre martedì/venerdì 17.30 – 22.30
sabato/domenica 10.00 – 13.00 / 17.30 – 22.30
12 settembre – 5 novembre giovedì/venerdì 15.30 – 19.30
sabato/domenica 10.00 – 13.00 / 15.30 – 19.30
martedì/mercoledì: gruppi
biglietto intero 8 euro
biglietto ridotto 5 euro
via G. d’Annunzio, 28 – Viareggio

0584-430614 www.cemamo.it – info@cemamo.it

martedì 27 giugno 2017

The China Town Biennal

Mercoledì 5 luglio 2017, dalle 18 alle 21, la galleria Davide Gallo inaugura la mostra evento “The China Town Biennal”. Con questo progetto la galleria desidera dialogare con il quartiere di Paolo Sarpi - China Town, e con il sapore di una festa estiva dell’arte, raccontare storie di artisti che risiedono sul territorio e vivono quotidianamente il rapporto con questo distretto che è il più multietnico e cosmopolita della metropoli lombarda. 

Gli artisti invitati sono: Alessandra Mazzucchelli, Camilla Santi, Casagrande&Recalcati, Coquelicot Maffile, Ferdinando Scianna, Helga Franza,  Li Pin, Loredana Di Lillo, Marc Kalinka, Michele Foti e Li Yang, Nathalie Du Pasquier, Paola Brusatti, Premiata Ditta, Steve Piccolo, Ugo la Pietra, Vedovamezzei.

Da questa indagine nel tessuto artistico e sociale di China Town, il dato che emerge è che gli artisti, in prevalenza tutti italiani (!) vivono il rapporto con il quartiere in modo profondo, totalizzante: il quartiere non solo è teatro delle loro vicende, ma anche ispiratore delle stesse, come nel caso di Anna e Vincenzo di Premiata Ditta, la cui opera è un singolare taccuino degli odori, raccolti passeggiando in via Paolo Sarpi e in particolare in quei luoghi in cui sono stati colti da particolari intuizioni sulla loro ricerca in arte. 

Anche il lavoro di Camilla Santi, è un taccuino legato ad eventi consumati nel quartiere, in questo caso l’artista ha raccolto scontrini dei  ristoranti di Chinatown sicché l’opera diventa veicolo di memoria e di esperienza vissuta. La vita quotidiana è raccontata anche dalla musica di Chinatown, splendidamente interpretata dal liuto di Li Pin, che con la sua melodia  allieta le passeggiate serali degli abitanti del quartiere. Dalla vita all’idea della morte, così come vi allude Paola Brusati nella sua opera, una teoria di carte tradizionalmente usate da alcune etnie cinesi, come omaggio ai defunti, su cui l’artista interviene con una leggera bruciatura, lasciando intravvedere la superficie sottostante come a significare che da una morte può esserci una possibile rinascita. 

Di rinascita parla anche il lavoro di Casagrande&Recalcati, un trionfo di fiori e sensualità, metafora della primavera dell’intera società cinese oramai tra le più floride e benestanti del pianeta. Ma la gloria può portare la vanità ed il bisogno di nuova gloria. Il risultato è un’accelerazione dei ritmi di crescita della società, che come denuncia Ugo la Pietra può avere come conseguenza lo svilimento dei modelli di vita. Eppure dietro la commercializzazione ci può essere anche la poesia, così come la coglie Ferdinando Scianna, che da attento osservatore immortala il dialogo surreale tra una famiglia di manichini e un graffito metropolitano. 

Coquelicot Maffile nella sua opera ritrae due giovani cinesi che invece di leggere il libro rosso di Mao Tse-tung preferiscono “Ecology” di Arne Naes, un monito ecologista ma anche l’esaltazione di una nuova presa di coscienza da parte delle giovani generazioni, nate e cresciute oltre i confini della Cina. L’idea del confine, della sua dilatazione, della progressiva conquista da parte della Cina di nuovi spazi commerciali e non solo, viene denunciata da Loredana Di Lillo nel suo mappamondo senza confini, metafora della sparizione di nazioni e relative identità culturali. L’opera della Di Lillo introduce al complesso problema della convivenza tra comunità, e su questo punto interviene Helga Franza che analizza la questione della comunicazione, sia ideologica che culturale, attraverso l’organo della stampa. 

Il pericolo che rischiano società multietniche è l’omologazione dell’individuo e il suo annientamento in una massa anonima e priva di personalità secondo la riflessione di Marc Kalinka, che nella sua opera confonde molti visi in un unico collage. Antico e nuovo, tradizione e cultura pop si mixano nella società cinese contemporanea e anche nel lavoro di Steve Piccolo, che contrappone un sound pop cinese contemporaneo, con un’immagine che fa riferimento all’antica tradizione dello zodiaco. Sulla stessa tematica, della contrapposizione tra antico e moderno, agiscono Michele Foti e Li Yang, i cui video proiettati su tela tendono a scardinare la contrapposizione dialettica tra immagine statica del quadro e immagine in movimento del video. Il risultato è una raffinata poesia contemporanea. 

Anche di poesia parla il lavoro di AlessandraMazzucchelli, che individua nel soggetto della coppa, graal contemporaneo, un elemento narrativo che riporta ad un simbolo di femminilità e accoglienza ancestrale. Le opere di Nathalie Du Pasquier e Vedovamazzei affrontano la questione del rapporto tra artista e comunità che lo ospita in senso più lato, nel senso di rapporto tra individuo e società, e delle visioni interiori che l’artista è in grado di avere in relazione al mondo che lo circonda: un ironico autoritratto di Stella Scala, della coppia Vedovamazzei, in cui l’artista si rappresenta in versione “cinese”, un quadro con strutture prime per la Du Pasquier.

“The China Town Biennal” sarà visitabile fino a domenica 9 luglio, con i seguenti orari: 10-13, 14-19



lunedì 26 giugno 2017

Metti una sera agli Uffizi

Martedì 27 giugno 2017 LA COMPAGNIA SOSTA PALMIZI nella “La Venere e il Vento” performance itinerante sul corporeo e l'incorporeo nelle icone femminili degli Uffizi. 

Al secondo piano, con inizio dal Primo Corridoio, nei seguenti orari: 19:00-19:30, 19:45-20:15, 20:30-21:00

Musica, danza, teatro, performance e tanto altro, ogni martedì a partire dalle 19.00 Apertura straordinaria degli Uffizi per martedì 27 giugno con orario 8.15-21.50.

Nell’ambito di #UffiziLive, martedì 27 giugno si esibirà, a partire dalle h. 19.00 e per 6 riprese la Compagnia Sosta Palmizi che metterà in scena la performance “La Venere e il vento”; un itinerario itinerante sul corporeo e l’incorporeo nelle icone femminili degli Uffizi.

Come ogni martedì sera estivo, per tutti i visitatori che saranno in Galleria, si ripete la magia di vedere il sole tramontare dietro le vetrate dei veroni che guardano verso Ponte Vecchio. Un’ora fantastica per fissare un indelebile ricordo della città e della sua più importante Galleria che addiziona, al fascino del suo orario insolito di apertura, un elemento ulteriore d’arte, attraverso gli spettacoli offerti dalla rassegna gratuita denominata #UffiziLive, giunta alla sua seconda edizione.

Contatti per la stampa:
Lucia Mascalchi - Funzionario per la Comunicazione e Promozione delle Gallerie degli Uffizi:
Tel: +39 055 2388-831
E-mail: lucia.mascalchi@beniculturali.it

Segreteria del Direttore delle Gallerie degli Uffizi:
Tel: +39 055 2388-652-853-837
E-mail: ga-uff.segreteria@beniculturali.it GALLERIE DEGLI UFFIZI Piazzale degli Uffizi, 6 - 50122 Firenze Tel. 055 23885 E-mail: ga-uff.comunicazione@beniculturali.it Pec mbac-ga-uff@mailcert.beniculturali.it LM/lm 23 giugno 2017

domenica 25 giugno 2017

Anime. Di luogo in luogo.

Un grande progetto con vari eventi, e non una semplice mostra, per una trasversale lettura dei vari linguaggi del complesso lavoro di Boltanski.

E' in questi termini che il curatore di 'Anime. Di luogo in luogo', Danilo Eccher, ha presentato la più articolata antologica mai realizzata in Italia di Christian Boltanski, intervenuto alla presentazione, al Mambo di Bologna dal 26 giugno al 12 novembre, anche con installazioni in altri luoghi.

Il 73enne artista francese, che realizzò dieci anni fa l'installazione permanente al Museo sulla strage di Ustica, propone in 25 opere un percorso di forte emotività, dall'iniziale 'Coeur', con la registrazione del battito cardiaco dell'artista, poi i suoi volti da bambino e adulto in grandi velari, passando per una grande montagna color oro realizzata con le coperte termiche utilizzate nel soccorso dei rifugiati, fino all'epilogo con la ripresa filmata di un unico piano sequenza, dall'alba al tramonto, di centinaia di pali metallici a cui sono legati campanelli che tintinnano al vento. 
   



venerdì 23 giugno 2017

Il passo sospeso. Esplorazioni del limite

Parte a Lucca, sabato 24 giugno (con inaugurazione la sera precedente), Il passo sospeso. Esplorazioni del limite, mostra d'arte contemporanea a cura di Alessandro Romanini, che si terrà nella sede della Fondazione Ragghianti e in altri spazi del centro storico della città (fino al 3 settembre 2017). 

L'esposizione rientra nel programma di iniziative realizzate in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Carlo Ludovico Ragghianti, promosse dalla Fondazione a lui intitolata, con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

La mostra coinvolge un consistente nucleo di artisti contemporanei accomunati dall'esplorazione del concetto di limite e confine, non soltanto nelle sue declinazioni geografiche, ma anche culturali, antropologiche, filosofiche, espressive, linguistiche e socio-politiche. Il tema, salito da tempo agli onori della cronaca nei suoi risvolti geografico-migratori, raccoglie artisti storici (Lucio Fontana,Piero Manzoni, Alighiero Boetti,Gino De Dominicis, Giuseppe Uncini, Igor Mitoraj) e protagonisti internazionali della contemporaneità (William Kentridge, Marc Quinn, Giulio Paolini, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Roberto Barni, Marina Abramović, Peter Greenaway, Joseph Kosuth, Santiago Sierra), fino all'ultima generazione creativa italiana e straniera, con artisti giovani ma già affermati (Michelangelo Consani, Leone Contini, Wael Shawky, Enrique Ramirez, Guido Van der Werve).

Dalle sale espositive del Complesso monumentale di San Micheletto, sede della Fondazione Ragghianti, la mostra si irradia negli spazi del centro storico di Lucca e sulle celebri mura della città, con opere scultoree di artisti internazionali che creano un articolato percorso basato sul dialogo tra genius loci e linguaggi contemporanei, fra tradizione e sperimentazione visiva. Per illustrare esaustivamente tale dialettica è stata creata un'applicazione multimediale, utilizzabile su tutti gli smartphone e tablet, che accompagnerà i visitatori nel percorso espositivo a cielo aperto.

Come afferma il direttore Paolo Bolpagni, «con questa mostra la Fondazione Ragghianti diviene un propulsore culturale, fuoriuscendo dai propri confini per creare una stretta relazione tra la città, i suoi luoghi storici e i linguaggi contemporanei, esplorati dagli artisti relativamente ai concetti di limite e confine».

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano/inglese), pubblicato dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull'Arte, con testi di Alessandro Romanini, Gilberto Bedini, Paolo Bolpagni e Giorgio Fogazzi.

Elenco degli artisti: Marina Abramović, Gustavo Aceves, Bas Jan Ader, Roberto Barni, Alighiero Boetti, Marcel Broodthaers, Enrico Castellani, Sandro Chia, Michelangelo Consani, Leone Contini, Vittorio Corsini, Gino De Dominicis, Aron Demetz, Giuseppe Donnaloia, Mario Fallini, Roberto Fanari, Davide Ferrario, Lucio Fontana, Luca Gaddini, Peter Greenaway, Emilio Isgrò, William Kentridge, Joseph Kosuth, Markus Lüpertz, Piero Manzoni, Marisa Merz, Igor Mitoraj, Jonathan Monk, Alexey Morosov, Luigi Ontani, Orlan, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Massimiliano Pelletti, Marc Quinn, Enrique Ramirez, Bernardí Roig, Wael Shawky, Santiago Sierra, Giuseppe Uncini, Sophia Vari, Massimo Vitali, Guido van der Werve, Kan Yasuda.

Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Complesso monumentale di San Micheletto
Via San Micheletto 3, Lucca
Orari: dal martedì alla domenica dalle ore 16 alle 23; lunedì chiuso
Ingresso libero

E-mail : info@fondazioneragghianti.it
Sito web : www.fondazioneragghianti.it
Info: tel. +39 0583 467205

giovedì 22 giugno 2017

Echoes from the Summer of Love

Avete mai partecipato a una "bubble battle"? Il primo fine settimana dell`estate 2017 si apre con una serata-happening per celebrare il cinquantesimo anniversario della Summer of Love. 

L`appuntamento è per giovedì 22 giugno alle 21.30 nel giardino dello Spazio Gerra con talk di approfondimento, musica dal vivo, djset, visual e - in chiusura - l`annunciata battaglia di bolle di sapone. Per l`occasione allo Spazio Gerra sarà aperta la mostra di Fotografia Europea Community Era. Echoes from the Summer Of Love.

A proposito di mostre, venerdì 23 giugno si potranno visitare dalle 18 alle 23, sabato 24 giugno dalle 10 alle 23 e domenica 25 giugno dalle 10 alle 20.

Ma questo fine settimana di Fotografia Europea propone anche molto altro. Venerdì 23 giugno alle 18.30 a Palazzo Magnani Laura Gasparini e Simone Terzi dialogano sul tema "Strand Zavattini e la bassa". Tema che ritorna sabato 24 giugno e ci conduce a Luzzara per la visita guidata di Laura Gasparini sui luoghi di Un Paese, a partire dalle 10.
Sempre sabato 24 giugno, alle 16.30 prende il via la visita guidata del curatore Walter Guadagnini alle mostre di Palazzo da Mosto.
Sabato l`appuntamento è anche con i laboratori per bambini e, come sempre, domenica pomeriggio torna #askthevolunteer.
Infine, martedì 27 giugno alle 19.30 al Caffè Arti e Mestieri ci attende un viaggio tra vini e sapori dal titolo più che promettente: "Contaminazioni: Reggio Emilia Sudafrica".

mercoledì 21 giugno 2017

Lunar black di Danilo Bucchi al MACRO

Dal 23 giugno al 3 settembre 2017 si svolge al MACRO la mostra Lunar black di Danilo Bucchi a cura di Achille Bonito Oliva, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali , e realizzata in collaborazione con la galleria Il Ponte Contemporanea di Roma.

'La mostra Lunar Black, formata da 8 opere, di cui una monumentale, e completata con la proiezione di Illusion appartenente al ciclo delle lavagne luminose, ha un carattere ambivalente: introduce l'ultimo periodo di Danilo Bucchi sulla nerità , come la definisce Achille Bonito Oliva, e descrive la peculiarità lavorativa / lunatica, appunto, dell'autore, in continuo dinamismo fra idee e pratiche pittoriche attuative. Un artista romano, che opera sull'intreccio tra il figurabile e un'apertura segnica verso l'astrazione. I neri di Danilo Bucchi esprimono non solo una profondità cromatica, ma anche un richiamo verso lo spazio siderale dell'universo: Lunar Black esprime, in tal senso, un richiamo cosmico, verso il lato oscuro della Luna. 

Il segno di Danilo Bucchi non vola svincolato nella nerità della materia, egli non vuole trasformare l'arte in una pratica che cancella la gravità fisica del mondo nella leggerezza di un personale delirio di onnipotenza. In un segno arbitrario fondato su un puro atto potenziale del sogno, che toglie completezza all'immaginazione. Bucchi vuole potenziarlo mediante la fondazione di un metodo reale, figurabile, capace di estrarre un segno, formalizzando e circoscrivendo nel recinto di una forma necessaria l'oscuro peso del colore. L'arma dell'artista è il linguaggio, un apparato di strumenti che lo pongono nella condizione di reagire realmente, in maniera concreta e visibile, infallibile e nello stesso tempo temeraria.' - Achille Bonito Oliva


Note biografiche
Danilo Bucchi (1978) compie i suoi studi a Roma, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti concentrandosi sulle tecniche del disegno e della pittura. Dal 1998 al 2001 si dedica alle scenografie di film e al mondo pubblicitario, assorbendo modelli creativi e attitudini espressive che plasmano i suoi codici figurativi. È un triennio di esplorazione, dopo il quale sceglie definitivamente l'ambito pittorico. Parallelamente alla sua formazione accademica avviene anche quella fotografica, completata con un Master professionale in fotografia. Lo studio della fotografia permette all'artista di arricchire, sia da un punto di vista compositivo che tecnico, i suoi dipinti. 

Danilo Bucchi partecipa ad alcune mostre internazionali toccando città come Singapore (2012), New York (2010), Pechino e Alessandria d'Egitto (2008), Buenos Aires (2005), Baku (2004) e Amsterdam (2003). Con Signs The black line, la mostra romana del 2011 al M.L.A.C., Danilo Bucchi incontra il critico d'arte francese Jérôme Sans, la cui reciproca conoscenza rimane riportata nel libro dedicato alla mostra. Il 2013 vede, invece, la collaborazione con il critico Gianluca Marziani che lo presenta con la personale Danilo Bucchi a Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto, che conserva l'opera Social Cube nella propria collezione permanente. 

L'autore evidenzia anche un'attenzione particolare verso interventi artistici operanti nel tessuto urbano e industriale, partecipando, per esempio, a progetti come EMERGENZE FESTIVAL, dove nel 2015 dona nuova monumentalità a uno dei silos del porto di Catania. L'intervento artistico Urbano è esplorato anche a Roma, con dei murali esterni e interni, come testimonia Il paese dei balocchi, l'opera presente al MAAM, un "museo reale", unico nel suo genere. 

Nel 2016 con il progetto BIG CITY LIFE l'artista partecipa alla XVI Biennale di Venezia di Architettura e lo stesso anno Achille Bonito Oliva presenta Danilo Bucchi in occasione della personale #danilobucchi#ilpontecontempor anea curata da Giuliano Matricardi presso la galleria romana Il Ponte Contemporanea. 


INFO STAMPA

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura 
Patrizia Morici / T. +39 06 82 07 73 71 / M. +39 348 54 86 548 p.morici@zetema.it
stampa.macro@comune.roma.it 

INFO PUBBLICO

MACRO - Museo d'Arte Contemporanea Roma 
Project room #2, Via Nizza, 138 
Orario: da martedì alla domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un'ora prima) 
Chiuso il lunedì 

MACRO via Nizza
Tariffa intera: non residenti 10,00 €, residenti 9,00 €. 
Tariffa ridotta: non residenti 8,00 €, residenti 7,00 €.) 

MACRO via Nizza + MACRO Testaccio
Tariffa intera: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 € 
Tariffa ridotta: non residenti 11,50 €, residenti 10,50 € 

Informazioni sugli aventi diritto alle riduzioni: www.museomacro.org

INFO: 060608 
www.museomacro.org 
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Sponsor Sistema Musei in Comune
In Collaborazione con MasterCard Priceless Rome 
Con il Contributo Tecnico di Ferrovie dello Stato Italiane 
Media Partner Il Messaggero
Servizi di Vigilanza Travis Group                                      

martedì 20 giugno 2017

Mediterraneo: fotografie tra terre e mare a Castel dell'Ovo

Inaugura a Napoli, al Castel dell'Ovo il 28 giugno alle ore 17, la tappa conclusiva della rassegna "Mediterraneo: fotografie tra terre e mare" edizione 2017, realizzata in collaborazione con l'Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Napoli.

Nella cornice del Castel dell'Ovo, fino al 17 luglio alla Sala delle Terrazze, saranno in mostra i lavori delle fotografe selezionate per le sezioni "Sguardi di Donne sulle Donne del Mediterraneo", Alessandra Basile, Diletta Allegra Mazza, Maddalena Mone, e le fotografe selezionate per il Circuito Off, Ilaria Abbiento, Daniela Bazzani, Eleonora Carlesi, sezione all'interno della quale la direzione artistica seleziona fotografi la cui sensibilità è particolarmente apprezzata.

Gli appuntamenti a Napoli non finiscono qui. Infatti giovedì 29 alle ore 15 allo Spazio Nea in Piazza Bellini, si terrà un incontro sulla fotografia documentaria aperto a tutti. A conversare con i partecipanti sarà il reporter Gabriele Micalizzi di Cesura, gruppo di giovani fotografi indipendenti.

Inoltre venerdì 30 alle ore 17 visita alla mostra alla Sala Terrazze in compagnia della curatrice.







Per ulteriori info:
Patrizia Varone
Giornalista Professionista e Curatrice
cell. +39 3275807138
email: pat.varone@libero.it

domenica 18 giugno 2017

Dissolvenze Incrociate

Quando nomade viveva di caccia e guardava le stelle, l’uomo cercava attraverso l’arte il contatto con il divino. Allorché prese a coltivare le terre, l’arte fu il più efficace strumento di comunicazione al servizio dei potenti. Quando infine, sottratto all’ambiente naturale e dimentico dei ritmi dell’universo, l’uomo andò alla ricerca di se stesso, l’arte gli fu compagna.

 Oggi, che l’umanità intera vaga senza più riferimenti, è compito dell’arte ridare senso all’esistenza, mettere in collegamento e favorire le relazioni. Millenni di umanità in poche righe ignorano la complessità della storia nel tentativo di metterne in luce quei passaggi fondamentali che ne hanno delineato il divenire. Un divenire nel quale l’arte ha rivestito importanti funzioni che, tra loro profondamente diverse ma sempre tese a creare relazione, tutte in qualche misura oggi coesistono. Dalle vergini paleolitiche all’arte relazionale dunque, senza mai nulla perdere per strada. Quando si occupava prevalentemente di replicare il mondo reale e celebrare i potenti, l’artista, salvo rare eccezioni illuminanti, non si cimentava nella ricerca di nuove modalità espressive ed era assai lontano dal mettere in scena se stesso e la propria visione del mondo. 

Con l’avvento della fotografia e con la diffusione della corrente elettrica la società cambiò radicalmente e l’arte, divenuta libera espressione del libero sentire, intraprese strade nuove. Il venir meno dei vincoli e delle certezze del passato favorì la nascita di un’arte autoreferenziale, di sperimentazione e di contatto, dove l’incontro, il confronto e la collaborazione tra artisti divenne essenziale per la crescita individuale e per l’affermazione collettiva. Mutava così anche il rapporto tra l’opera ed il pubblico. Non più un committente da soddisfare, ma una moltitudine da intrigare, motivare e coinvolgere sul piano fisico e mentale, sul piano emotivo e razionale. La barriera tra opera e pubblico viene meno e in taluni casi l’opera reclama la presenza di un pubblico che relazionandosi la completi, divenendone parte integrante. 

Già dalla seconda metà del secolo scorso vengono a decadere molti presupposti della vecchia concezione dell’arte. Numerose sono le espressioni nelle quali, venendo meno l’oggettualità, il valore dell’opera si scollega dalla sua permanenza nel tempo. L’opera diviene azione, evento, prodotto immateriale. A volte è la risultante di processi complessi. A volte nasce dalla convergenza di più contributi che accreditano l’autore collettivo. A volte sancisce il superamento della stessa autorialità. 

Si inserisce in questo divenire caratterizzato da commistioni ed attraversamenti dei linguaggi un mio progetto nel quale gli artisti intervennero su opere realizzate da altri artisti. “Sopraffactions” fu una metafora del mondo, la cui inarrestabile trasformazione è nell’incessante rimaneggiamento dell’esistente. Soltanto la piccolezza dell’uomo e la sua ambiziosa ricerca di eternità hanno concepito l’idea che l’opera d’arte fosse inviolabile e destinata a sconfiggere il tempo. Infrangendo tale “sacralità” gli artisti offrirono in tale circostanza una chiara rappresentazione di come la visione estetica ed etica altro non fossero che la risultante della proprietà trasmigrativa e cumulativa del pensiero, della sedimentazione di percorsi e intelligenze diverse. 

Proseguendo nella medesima direzione, “Dissolvenze Incrociate” è la messa in scena di un processo che, mutuato dal mondo del cinema, genera opere insolite, sorprendenti, capaci di sollecitare una diversa attenzione in un pubblico chiamato a ripercorrerne mentalmente le fasi realizzative, riconoscerne meccanismi e implicazioni. Modalità del linguaggio cinematografico, la dissolvenza incrociata segna il lento passaggio da una immagine ad un’altra. Un cambio di scena che nel mentre una realtà lentamente svanisce, una nuova emerge. Un dialogo tra immagini. Un sovrapporsi momentaneo di fotogrammi, una sequenza di atmosfere che nel loro intrecciarsi creano suggestioni. 

Ventuno coppie di artisti hanno prodotto altrettante opere, composte ciascuna da una sequenza di quattro tele, in cui si realizza il graduale passaggio dai caratteri dell’uno a quelli dell’altro. Risultato di progettualità condivise, poetiche, tecniche, materie, forme e colori si incontrano e si fondono in lavori che aprono a scenari insoliti, carichi di prospettive e stimolanti interrogativi. Un significativo cambio di passo per artisti che, educati a rivendicare la paternità delle proprie opere, accantonano il proprio ego e mettono in mostra con forza, coscienza e collegialità le risultanti di un processo relazionale che a noi si chiede di svelare e interpretare.

Giuseppe Salerno


Partecipano:  Lughia, Angelo Accadia, Rita Albertini, Omero Angerame, Domenico Asmone, Rossella Baldecchi, Paolo Ballerani, Massimo Bardelli, Toni Bellucci, Angelisa Bertoloni, Mario Boldrini, Stefano Chiacchella, Luigi Cioli, Pippo Cosenza, Bruno Cristallini, Anna Del Vecchio, Riccardo Fioretti, Raffaella Franci, Guglielmo Girolimini, Fabio Grassi, Arnhild Kart, Chigusa Kuraishi, Antonia Leonardi, Anna Massinissa, Massimo Melchiorri, Michela Meloni, Enrico Miglio, Maria Silvia Orlandini, Fiorella Pasquini, Rosella Passeri, Cecilia Piersigilli, Caterina Prato, Eliana Prosperi, francesco pujia, Achille Quadrini, Ferruccio Ramadori, Simona Salvuccelli Ranchi, Lorenzo Santoni, Veronica Severi, mauro tippolotti, David Urru.


Dissolvenze Incrociate
VILLA GRAZIANI
San Giustino (PG) - dal 18 giugno al 30 luglio 2017
Località Celalba (06016)
+39 07586184442 , +39 3383156210
cultura@comune.sangiustino.pg.it

giovedì 15 giugno 2017

Julien Blaine normalement grotesque

Erratum presenta il progetto artistico Julien Blaine normalement grotesque, dedicato al poeta, artista e performer francese (Rognac, 1942), a cura di Sergio Armaroli e Steve Piccolo.

Nello spazio verranno presentate alcune pagine a parete liberamente scelte dalla vasta produzione scritturale del “poeta elementare”, artista visuale e sonoro, performer, editore e promotore culturale francese Julien Blaine ed intese come un tributo. In particolare si segnala la presenza acustica, nello spazio di Erratum, dell’opera sonora Lire verticale lire occidentale (tratta da Sound Fetish di Steve Piccolo, con una partitura dello stesso Julien Blaine). Affianca la mostra l’esposizione di alcune pagine tratte da Un Coup de dés di Stephane Mallarmé come introduzione per Cours minimal sur la poésie contemporaine di Julien Blaine e pubblicato da éditions Al Dante, 2009.

La mostra tributo a Julien Blaine vuole essere un momento di incontro e di ascolto attraverso l’opera ed il corpo dell’artista-poeta secondo il metodo di Erratum quale “luogo di consistenza poetica”.

1942 
né à Rognac (Bouches-du-Rhône-13) 
aubord de l’étang de Berre 
flaque de mer, jadis, bleu-azur 
hui, marron glacé.

sous l’épauledroite, 
il est écrit:

“je livre 
lelivre”

(J. Blaine)

Spazio di ascolto e sperimentazione, Erratum si presenta al pubblico come un laboratorio di idee dove la contaminazione tra le arti e il loro incontro con la musica porta a risultati inaspettati proponendosi come punto di riferimento per creativi, musicisti, poeti e artisti. L’evento è realizzato in collaborazione con MADE4ART di Milano.

Julien Blaine nasce a Rognac nel 1942. Si definisce “poeta elementare”: è un poeta, artista visuale e sonoro, performer, editore e fondatore di riviste ed organizzatore molto attivo che segue con attenzione l’evoluzione delle ricerche poetiche internazionali. Nella sua vita artistica ha assunto numerose identità.

Julien Blaine normalement grotesque 
a cura di Sergio Armaroli e Steve Piccolo 
19 - 30 giugno 2017 | Inaugurazione lunedì 19 giugno, ore 20 
Orari di apertura: su appuntamento

ERRATUM 
Via Doria 20, 20124 Milano 
www.erratum.it | erratumemme@gmail.com| +39.333.9692237

In collaborazione con 
MADE4ART | Comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni 
www.made4art.it| press@made4art.it




martedì 13 giugno 2017

Stabilimento Estivo BASE

Al via dal 23 giugno Stabilimento Estivo BASE: un ricco programma di serate musicali non-stop, cinema all’aperto, workshop e cibo di strada con un ampio calendario di appuntamenti che animerà l’estate milanese offrendo diversi eventi e attività a chi rimarrà in città anche durante i mesi di luglio e agosto.

Si parte con la proiezione del film documentario BAGNINI & BAGNANTI dedicato alla figura dei bagnini romagnoli, una “sottocultura” tipicamente italiana, per arrivare alle serate JIVE ME TONIGHT che trasformeranno gli spazi dell’ex Ansaldo in una dancehall rockabilly con tanto di  corner per acconciature pomp e trucco pin-up, passando attraverso CINEMA BOOM, una serie di proiezioni dedicate agli anni 50’-70’ realizzate in collaborazione con LongTake. In programma anche un nuovo appuntamento con MEET THE MEDIA GURU in cui la designer Giorgia Lupi presenterà il suo libro Dear Data, creato in collaborazione con Stefanie Posavece tantissimi altri eventi tra i quali MUSICA ACUSTICA IN CORTILE - a cura de iDistratti e Musicraiser - che proporrà uno showcase per nuovi talenti o ancora la SALA GIUOCHI con due serate di giochi da tavolo, dai grandi classici ai giochi di ruolo, tavoli da calcetto e ping pong.

Oltre ai momenti di svago e divertimento si affiancherà campoBASE: un ampio programma di workshop e opportunità di apprendimento, crescita personale e professionale dedicato ai tanti che popolano Milano anche nei mesi estivi per imparare nuove tecniche, nuove arti e acquisire nuove abilità. Tra le varie proposte, rivolte ad adulti e bambini, segnaliamo: “Skate&Create”, un corso per imparare a costruirsi una tavola da skateboard personalizzata, “Tape&Print” un workshop di tipografia, “Fatti il mazzo” un corso de La Fioreria Cuccagna per creare originali composizioni floreali, “Favole animate” un laboratorio per scoprire tutte le tecniche dell’animazione 2D e molti altri.


Informazioni e programma completo su:
www.base.milano.it


lunedì 12 giugno 2017

Arte e spionaggio in mostra a Recoaro Terme

Sapevate che il MoMA di New York è nato per mascherare un disastro avvenuto nella miniera dei Rockfeller? E che l’affermarsi della Pop Art su scala internazionale si fonda su un vero e proprio piano strategico fatto di servizi segreti e coordinato dalla Cia per vincere la Guerra Fredda al fine di lanciare l’era dei consumi?

Questa è l'indagine storico-culturale che si pone la mostra “ARTE E SPIONAGGIO: quando i servizi segreti decretarono il successo della Pop Art”, che aprirà il prossimo 17 giugno 2017 presso il Teatro Comunale di Recoaro Terme (Vi).

Organizzata dalla Pro Loco di Recoaro Terme, con il patrocinio del Comune - Assessorato alla Cultura, e in collaborazione con l'agenzia MV Eventi e Alan Bedin, l'esposizione sarà curata da Matteo Vanzan attraverso un viaggio tra i principali artisti della Pop Art americana e italiana analizzando il segreto del loro clamoroso successo non solo con  l'analisi delle opere esposte e delle loro ricerche artistiche, ma anche attraverso un filo conduttore che ripercorre le scelte politiche e sociali di coloro che proclamarono uno stile di vita dedito alla libertà e al libero arbitrio, glorificando un uomo in grado di arrivare alle più alte vette socio-economiche ed esportando un modello che conosceremo con il nome di American way of life.

“L'american dream” spiega il curatore della mostra Matteo Vanzan “viene rappresentato attraverso le opere d'arte di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Robert Indiana, Keith Haring, Mario Schifano, Mimmo Rotella e degli altri artisti in mostra cercando di capire i motivi che hanno portato alla premiazione di Robert Rauschenberg alla 32a Biennale di Venezia, una Biennale epocale, punto di rottura che spostò l'asse artistico dall'Europa all'America, decretando la vittoria della Pop Art su scala mondiale e spazzando letteralmente via le ricerche informali che da anni imperversavano nel mondo dell'Arte. Abbiamo studiato un'esposizione fatta di opere d'arte, filmati, fotografie e documentazione storica dal forte apparato didascalico per accompagnare il visitatore in un mondo dove l'arte è diventata una potentissima arma contro il nemico sovietico, utilizzata dallo spionaggio e dal potere politico americano per una battaglia silenziosa e micidiale, arrivando a obbligare i Musei di tutto il mondo a cancellare la programmazione in atto preferendo gli artisti americani”.

 Dal 1947 al 1967, infatti, l'arte delle nuove avanguardie americane diventò il fondamento su cui poggiava la mentalità capitalistica, ottenendo l'unanimità dei consensi proprio grazie ad un codice linguistico immediatamente riconoscibile e accessibile, dedito alla società dei consumi rappresentata da icone e brand di successo che sosteneva e valorizzava l'individuo, trovando grandi magnati pronti a fondare Musei e a sostenere collezioni centrate sulla nuova arte americana, che mostrava una società forte, determinata, opulenta e sicuramente libera. È proprio su questo termine, a volte abusato o frainteso, che si fonda la credenza per cui in America esiste una libera Arte in libero Stato, un'arte che diventa sostegno pubblicitario di un sistema produttivo da celebrare ed esportare. D'altra parte, come lo stesso Achille Bonito Oliva racconta, “se nessuno pensa a Bernini e Borromini come sostenitori della Santa Inquisizione contro la riforma protestante, così non è possibile fare facili equazioni tra arte ed imperialismo Yankee. Piuttosto colpisce l'inusitata sottigliezza culturale della Cia che contrappone alla cupa esportazione del realismo socialista da parte del Kgb il riconoscimento dell'importanza di un'arte che, come dice Nelson Rockefeller, rappresenta la pittura della libertà di impresa”.

E' però indiscutibile che il mito dell’America fosse prepotentemente presente, minacciosamente democratico, potenzialmente destabilizzante gli assetti di una società profondamente diseguale. Se le classi povere recepivano un’immagine dell’American way of life come strumento di liberazione da una vita di sofferenza e di privazioni, le classi colte conservavano un atteggiamento di sufficienza e di disprezzo verso una cultura ed un modello di vita considerati rozzi e spesso disumani. Un atteggiamento che connoterà intellettuali e classi abbienti per molto tempo. Il modello americano, dunque, si dimostrerà un modello popolare, democratico per vaste masse di italiani poveri.

 Perchè portare un'esposizione di rilevanza nazionale a Recoaro Terme?

“La Pro Recoaro Terme è lieta di concretizzare il lavoro portato ultimamente avanti con questo evento di grande rilevanza” afferma il Presidente Andrea Checchetto “che sarà una possibilità di rilancio e di riposizionamento turistico estivo.La cittadina termale si riprende il lustro degli anni d'oro coniugando le bellezze paesaggistiche, le rinomate proprietà curative delle sue acque (proposte dalla nuova gestione), il suo innato stile liberty, con i grandi nomi della Pop Art internazionale e nazionale. In una mostra diffusa, sviluppata in due edifici e tra le vetrine delle attività del centro, il visitatore potrà proiettarsi in una dimensione rigenerante dove la cultura e il bello ne sono il leitmotiv. È una mostra egregiamente all'altezza degli abituè dell'arte, uno splendido diversivo culturale per giovani e turisti, un'esperienza da vivere mentre si ama.

La mostra sarà aperta al pubblico il prossimo 17 giugno 2017, e fino al 10 settembre, presso il Teatro comunale di Recoaro Terme (Vi) e sarà visitabile dal mercoledì al venerdì dalle 15.30 alle 19.00, il sabato, la domenica e i festivi dalle 10.00 alle 12.00, dalle 15.30 alle 19.00 e dalle 20.30 alle 22.00 con biglietto d'ingresso 5 euro, ingresso gratuito under 12.



INFORMAZIONI: Teatro comunale, via Roma, 15 Recoaro Terme (Vi), Tel: 0445 75070

MV Eventi

www.mveventi.com   /   info@mveventi.com   /   facebook.com/mveventi

sabato 10 giugno 2017

Mi par d’udir ancora

Mi par d’udir ancora” è il titolo che Max Frintrop dedica alla seconda mostra personale da A+B gallery di Brescia, Italia. Per l’occasione è stata eseguita una nuova serie di dipinti di media e grande dimensione. 

La scelta del titolo da parte di Frintrop è legato, come spesso accade con le sue opere, alla sensazione che la musica suscita in uno specifico memento della sua vita. “Mi par d’udir ancora” non è un titolo interpretativo dei lavori in mostra, ma rispondente alla valutazione che l’artista riconosce ai risultati tecnici accuratamente gestiti sulla tela. La romanza a cui fa riferimento l’artista, tratta dall’opera di Georges Bizet, non manca di evocare il protagonismo del tenore lirico leggero, e quindi una voce dal timbro chiaro, limpido, virtuoso e acuto con capacità di giungere a forzature vocali.

Mi par d'udir ancora, Ascoso in mezzo ai fior, La voce sua canora, Qual di cigno in amor! Oh! notte di carezze, Gioir che non ha fin, Bel sogno, folli ebbrezze, Oh! sovvenir divin! Delle stelle del cielo Al tremolo balen, La vegg'io d'ogni velo Render libero il sen! Oh! notte di carezze! gioir che non ha fin! Oh sovvenir divin! Folli ebbrezze del sogno, sogno d'amor! Divin sovvenir, divin sovvenir!
Georges Bizet, “mi par d’udir ancora” da “I pescatori di perle”

La pittura di Frintrop, condotta con una pratica in studio definita da Alex Baconalla vecchia maniera”, si basa sulla esperienza estetica che va al di là dell’enfasi del gesto e dei materiali usati. I dipinti di recente esecuzione sintetizzano tutta l’esperienza degli ultimi due anni, da quando il gesto si è dissolto ed è diventato materia. 

Il risultato è ben visibile nel corpus delle opere che saranno esposte in mostra. In questi lavori si evidenzia la capacità di Frintrop di raffinare la potenza del gesto pittorico e renderlo produttore di molteplici piani prospettici attraverso la liquidità della materia. La poetica di Max Frintrop emerge con particolare evidenza nella serie di lavori che saranno esposti in mostra in cui la semplicità di un unico gesto, sintesi della sua attitudine a costruire strutture, apre squarci dal timbro chiaro, limpido e fortemente espressivo.

Max Frintrop (1982, Oberhausen) lives and works in Düsseldorf. Education 2003/2009, Kunstakademie Düsseldorf. Recent solo exhibitions: 2016 “Daily Bread”, Lyles & King, New York, USA; “Frontron”, Berthold Pott, Cologne, D; “Dustin Hoffman”, Raum Oberkassel, Düsseldorf, D; “You should be here” at Andersen´s Contemporary, Copenhagen, DK; Recent and selected group exhibitions: 2016 “Fasi Lunari”, curated by Albert Oehlen, with Peppi Bottrop, Andreas Breunig, Max Frintrop, Fabian Ginsberg, Yuji Nagai, Albert Oehlen, David Ostrowski, at Fondazione Carriero, Milan, Italy; 2015 “Formen der Abstraktion”, group show with Gerhard Richter, Sam Francis, Ernst Wilhelm Nay, Tony Cragg, Gotthard Graubner, …, at Ludorff Düsseldorf, Germany; 2014 “Person, Place or Thing”, curated by Quang Bao, with Max Frintrop, Zak Prekop, Richard Serra, Richard Tuttle…, at 68 Projects, Berlin D; “L´avventura / Die mit der Liebe spielen”, Max Frintrop, Stephanie Stein, Michael Pirgelis, Philip Seibel, Tobias Hoffknecht, Palazzo Guaineri delle Cossere, Brescia, IT.

venerdì 9 giugno 2017

White flag

Clarice Pecori Giraldi, Vicepresidente Triennale di Milano, e Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Presidente Triennale Design Museum invitano all’inaugurazione di WHITE FLAG, a  cura di Silvana Annicchiarico e Giorgio Camuffo.

Opere di
Antonio Aricò; Associato Misto; Marco Campardo and Lorenzo Mason; Cristina Celestino; Matteo Cibic; CTRLZAK Studio; Francesco D’Abbraccio (Studio Frames); Folder; Alessandro Gnocchi; Francesca Lanzavecchia (Lanzavecchia + Wai); Lucia Massari; Giacomo Moor; Eugenia Morpurgo; Rio Grande (Lorenzo Cianchi, Natascia Fenoglio, Francesco Valtolina); Sovrappensiero Design Studio; Alessandro Stabile; Studio Gionata Gatto; Studio Zanellato/Bortotto; Gio Tirotto; 4P1B Design Studio. 


Partner tecnico
Ceramica di Vietri Francesco De Maio
Informazioni
White Flag
Inaugurazione
15 giugno 2017 ore 19.00
Apertura al pubblico
dal 16 giugno al 27 agosto 2017


Palazzo della Triennale
Viale Alemagna, 6 – 20121 Milano

giovedì 8 giugno 2017

Art Basel è a Basilea dal 15 al 18 giugno

Art Basel raccoglie il mondo dell'arte internazionale, con 291 delle più importanti gallerie e le opere d'arte di oltre 4.000 artisti. Ogni giorno un programma fitto di conferenze sull'arte, ma anche una settimana ricca di arte in tutta la città, con mostre ed eventi offerti dalle principali istituzioni di Basilea.

Le gallerie
Ciò che rende unica Art Basel è la sua sezione gallerie. Al suo interno i visitatori scopriranno un'incredibile quantità di opere moderne e contemporanee tra cui dipinti, disegni, sculture, installazioni, stampe, fotografie, video e digital art.

Ecco l'elenco di tutte le Gallerie presenti

Dove e quando
Art Basel si svolge a Basilea ed è aperta al pubblico dal 15 al 18 giugno 2017.  I biglietti possono essere acquistati all'ingresso, online o nei punti informativi di Basel Tourism. Per evitare lunghe code è preferibile acquistarli dal sito della fiera.

Apertura per i Privati (solo su invito)
Martedì 13 giugno 2017
Mercoledì 14 giugno 2017

Vernissage (solo su invito)
Mercoledì 14 giugno 2017

Apertura al pubblico
Giovedì 15 giugno 2017 - h 11 - 19
Venerdì 16 giugno 2017 - h 11 - 19
Sabato 17 giugno 2017 - h 11 - 19
Domenica 18 giugno 2017 - h 11 - 19



mercoledì 7 giugno 2017

The Summer Show 2017

Scegliere il percorso di formazione giusto può essere la chiave di volta per il futuro di un giovane artista. 

Fondazione Fotografia Modena offre molto più di una scuola: è un centro espositivo e di ricerca, un crocevia di artisti, docenti e curatori provenienti da tutto il mondo, sede di una collezione di fotografia contemporanea tra le più importanti in Europa e, al tempo stesso, di raccolte storiche affascinanti, che conducono fino agli albori della storia della fotografia. 



Ad arricchire l'offerta didattica anche scambi con scuole e università internazionali come la Tokyo University of the Arts (Tokyo) e il Royal College of Art (Londra), oltre a residenze presso istituzioni internazionali, tra cui Darat Al Funun Foundation (Amman), One World Foundation (Sri Lanka), Bucharest Air, Stills (Edimburgo).

Studiare al master sull'immagine contemporanea di Fondazione Fotografia significa immergersi totalmente nel mondo dell'arte e scoprire le proprie potenzialità. Restano solo pochi giorni per iscriversi al biennio 2017/2019 in partenza ad ottobre: la scadenza è il 30 giugno.

THE SUMMER SHOW 2017: UNA MOSTRA SEMPRE PIÚ INTERNAZIONALE

Anche quest'estate le giovani promesse della fotografia internazionale si danno appuntamento a Modena, offrendo un'interessante panoramica sulle tendenze e le nuove direzioni del linguaggio dell'immagine contemporanea.

L'inizio dell'estate coincide con un momento fatidico per gli studenti di Fondazione Fotografia, alle prese con The Summer Show, la mostra di fine corso e banco di prova del lavoro svolto durante gli studi. In quest'edizione, al percorso dedicato alle opere degli studenti si aggiungono i progetti finalisti dello European Photography Award, un riconoscimento assegnato ogni anno ai migliori allievi delle scuole di fotografia europee (oltre a Fondazione Fotografia partecipano al premio l'École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi, la Fachhochschule di Bielefeld, in Germania, la Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam, il Royal College of Art di Londra e la Zürcher Hochschule der Künste di Zurigo).

E non finisce qui: The Summer Show 2017 presenterà anche i lavori di un gruppo di studenti e docenti della Tokyo University of the Arts, protagonisti nel mese di giugno di una residenza artistica a Modena, nell'ambito di un programma di scambio fra le due istituzioni.

The Summer Show2017
Foro Boario, Modena
13 luglio - 6 agosto 2017
Inaugurazione giovedì 13 luglio ore 18.
Orari di apertura: giovedì-domenica 17-21
ingresso gratuito

Per maggiori informazioni
Fondazione Fotografia Modena
Via Giardini 160, Modena
tel. 059 224418
formazione@fondazionefotografia.org
www.fondazionefotografia.org

Vita, morte e miracoli di Maurizio Finotto

Inaugura al MAMbo il 15 giugno 2017 alle ore 17.30, negli spazi della Collezione Permanente, la mostra personale di Maurizio Finotto 'Vita, morte e miracoli'

La rassegna comprende circa 200 tavolette votive realizzate tra il 2015 e il 2017 - ispirate alla tradizione italiana dei "per grazia ricevuta" e a quella messicana dei "retablos" - e il video La lingua dei miracoli, che si inserisce nel programma di Biografilm Festival – International Celebration of Lives

I lavori ripercorrono le vicende autobiografiche dell'artista, interpretandole come effetti di prodigiosi interventi ultraterreni.

Le singole tavolette, secondo le parole dello stesso Maurizio Finotto realizzate in maniera “mistica e ossessiva”, in gran parte con frammenti di legno recuperati dal mare e lavorate con materiali poveri in diverse tecniche, riprendono iconografie e modalità testuali tipiche delle tradizioni popolari della fede cristiana, disvelando eventi drammatici o imbarazzanti che hanno fortemente condizionato l'esistenza dell'autore. 

Il video La lingua dei miracoli, della durata di 24 minuti, documenta le reazioni e i commenti della madre e della nonna di Finotto di fronte ad alcune tavolette che lui stesso mostra loro.

In occasione dell'inaugurazione, il 15 giugno alle ore 17.30, nella sala conferenze del MAMbo è prevista la proiezione del video La lingua dei miracoli, alla quale seguirà un dialogo con lo scrittore Ermanno Cavazzoni e il regista e storico del cinema Marco Bertozzi

Inaugurazione e incontro aperti al pubblico e a ingresso libero.

Si ringraziano, per la realizzazione della mostra : Emilio Mazzoli, MOVIELAND e ADCOM.




martedì 6 giugno 2017

PREFIGURANDO

Inaugurazione martedì 6 Giugno alle ore 17 | Centro Studi Arte Contemporanea Via G. Mompiani, 1/A Roma della mostra PREFIGURANDO a cura di Carla Mazzoni e Gabriele Simongini.

La mostra PREFIGURANDO riunisce quattro pittori come Valeria Cademartori, Ennio Calabria, Franco Ferrari, Carlo Frisardi e i due scultori Ernesto Lamagna e Francesco Zero

Come scrive Gabriele Simongini in catalogo "pur nelle forti differenze che marcano le rispettive personalità oltre che in quelle generazionali (si va da Calabria, classe1937, alla Cademartori, classe 1970), i sei artisti sono in qualche modo accomunati dalla tensione a far emergere pulsioni profonde, magmatiche, che s'inverano in forme ansiose, corrucciate, matericamente e psichicamente sismiche e in figure inquiete che testimoniano l'estremo atto di resistenza di un'umanità fragile, turbata e in transito fra modi di esistenza radicalmente diversi, fra un prima e un dopo ancora oscuro, indecifrabile", nell'innegabile cambiamento d'epoca che stiamo vivendo. Come nota ancora Simongini, che cura la mostra con Carla Mazzoni, "se "l'uomo di Internet" vive in una caverna "sociale", come ha detto Geert Lovink, simile alla caverna platonica, in cui le ombre sono sostituite dalle tribù dei propri simili e dove le immagini false sono scambiate per vere, allora per contrasto nelle opere di tutti e sei gli artisti, mutatis mutandis, emergono figure in divenire che cercano di affermare faticosamente e dolorosamente il loro diritto ad una vita più autentica e non disumanizzata nelle "camere dell'ego" dei social network"


Interventi TAVOLA ROTONDA:

Cesare Biasini Selvaggi, Ennio Calabria, Roberto Maria Siena, Gabriele Simongini

Introduce: Carla Mazzoni


PREFERITI Centro Studi Arte Contemporanea

Via Giacinto Mompiani 1/A (ang. v.le delle Milizie, M.Ottaviano) - info tel. +39063473735109

Orario: mart./sab. 16,30/19,30



lunedì 5 giugno 2017

Schola Pictorum

Nel quadro delle celebrazioni del ventesimo anno dalla fondazione della sua Scuola, il pittore Marco Rossati presenta una nutrita rassegna di dipinti dei suoi allievi alla Galleria Ca' d'Oro, la storica realtà espositiva romana che nel corso di tanti decenni ha contribuito alla conoscenza di artisti come De Chirico e Guttuso.

La Scuola Romana di Pittura e Scuola del Nudo “Scienza dell’Arte”, meglio conosciuta come la 'Scuola di Rossati', punta fondamentalmente a trasmettere a giovani e non giovani il bagaglio di conoscenze specifiche, di tecniche raffinate, di saperi ereditati di generazione in generazione attraverso i secoli, affinché non vadano persi ma continuino a essere, come un tempo, strumento di coscienza e d’espressione del pensiero, dei sentimenti, degli smarrimenti del presente.

Sua parte essenziale è la “Scuola del Nudo”, una delle pochissime entità romane in cui si può davvero imparare a disegnare e dipingere la figura utilizzando le alte tecnologie e i crismi dei secoli passati.
Come spesso polemico, Rossati scrive nella presentazione a catalogo: “...in realtà, con l’attuale gestione globalista e totalitaria dell’arte e dell’intera cultura, su scala mondiale viene propugnata l'abolizione del pensiero e della creatività artistica alta e altamente specialistica. Al loro posto vengono contrabbandate forme espressive di basso quoziente intellettuale raffazzonate dalla banalizzazione postindustriale e dall’ovvietà quotidiana...".

Questa interessante mostra, ricca e variegata, presenta, una trentina tra dipinti e disegni di pittori disuguali negli interessi e nei risultati, ma tutti tesi a un’idea di arte di alti intenti e ambizioni, che alcuni di loro portano a effetto con opere degne di artisti di livello.
Espongono:
Dario Anav, Anna Caprioglio, Giuseppe Dente, Barbara Di Massimo, Silvio Gorelli, Simona Mastrantonio, Daniela Pappa, Paola Ricciarelli.

“SCHOLA PICTORUM”
Dipinti della Scuola di Marco Rossati

Vernissage: lunedì 5 Giugno 2017, dalle ore 17,30

Galleria Ca d'Oro
Via del Babuino, 53 - 00187 Roma
+39.06.6796417 - info@ca-doro.com

Dal 5 al 15 Giugno 2017

Orari:
lunedì-venerdì 10.30 – 13/ 15.30 – 19.00

Informazioni:
06 3097982 - 339 5391017
scienzadellarte@gmail.com
http://www.scienzadellarte.net



domenica 4 giugno 2017

XXXII Edizione di Solo Acquarello

La Galleria della Tartaruga ospita la consueta mostra collettiva di pittori acquarellisti giunta ormai alla XXXII edizione. 

Un appuntamento quindi consueto e che ogni volta propone nuovi autori e nuovi metodi interpretativi di questa tecnica tanto fascinosa e difficile quanto più desueta, purtroppo, al giorno d'oggi.

Partecipano alla mostra i seguenti artisti: Corrado Angelo, Paola Benelli, Etty Bruni, Edda Carminucci, Claudio Castiglioni, Anna Coppi, Pier Giorgio D’Angelo, Maria Di Rienzo, Patrizia Dolcini, Fausta D'Ubaldo, Claudio Falasca, Luisa Grifoni, Anna Maria Guidantoni, Ferruccio Lattanzi, Paolo Lattanzi, Cristina Majorana, Tonino Monaco, Gabriella Morbin, Fiorella Mori, Roberta Petrangeli, Francesco Puglia, Marina Spadaro, Anna Maria Tinto, Eleonora Vetromile. 

Solo Acquarello - XXXII Edizione
GALLERIA DELLA TARTARUGA
Roma - dal 7 al 16 giugno 2017
Via Sistina 85a (00187)
+39 066788956
info@galleriadellatartatuga.com
www.galleriadellatartaruga.com

sabato 3 giugno 2017

Lieu/Non Lieu - i non luoghi della mente

Si inaugura Sabato 17 Giugno alle h.18:30 la collettiva d’arte contemporanea “Lieu/Non Lieu - i non luoghi della mente” a Palazzo Vigo di Torre Archirafi, una monumentale residenza nobiliare a Riposto, situata tra Catania e Taormina. La mostra rimarrà aperta fino a martedì 27 Giugno 2017.



L’eclettismo contemporaneo di fotografie, performance, video, istallazioni, pitture e grafiche converseranno con l’atmosfera suggestiva ed accogliente di questa caratteristica location sul mare.

In questo percorso espositivo si vuole evidenziare non solo la relazione dell’uomo rispetto ai propri spazi e comprendere così similitudini e differenze tra il luogo antropologico, in questo caso in francese “Lieu” e il Non-Luogo, rispettivamente “Non-Lieu”, ma anche la concezione di Luogo interiore e quindi in relazione con se stesso.

Molti individui percepiscono più reale e veritiera una situazione dove esiste un vero e proprio “luogo” dove poter relazionarsi e quindi anche “storicizzarsi”, sia con gli altri che con la propria individualità; altri trovano più reale e veritiero un non-luogo, un posto dove l’unica vera relazione è con le abitudini quotidiane, azioni ripetute senza mai sorprendersi, dove tutto si chiude all’interno di uno spazio, come un aeroporto, una stazione, una camera d’albergo.

Per catturarne l’essenza della collettiva bisogna attraversare il concetto di luogo e soprattutto quello di non-luogo.

“Con luogo si identifica un ambito spaziale, determinato materialmente o mentalmente.
I non-luoghi, in contrapposizione ai luoghi antropologici, sono tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici; il non-luogo rappresenta la perdita di centralità e di identità di un luogo: un processo che caratterizza la società post-moderna, metropolitana e globalizzata.”

Il termine “Non-Luogo” viene definito da Marc Augè “quello spazio dove milioni di identità ed individui si incrociano senza entrare in relazione, mettendo avanti tutte le azioni quotidiane, abitudinarie e consumistiche che questi spazi obbligano le azioni”.

I non-luoghi sono prodotti della società, incapace di integrare in sé i luoghi storici che vengono banalizzati e circoscritti in situazioni prive di curiosità ed interesse, quegli spazi insomma che hanno la prerogativa di non essere identitari e relazionali; sono incentrati solamente sul presente e sono altamente rappresentativi della nostra epoca caratterizzata dalla precarietà assoluta, dalla provvisorietà, dal transito e dal passaggio, da un individualismo solitario. Le persone transitano nei non-luoghi ma nessuno li abita.

Rimane interessante il racconto visivo degli artisti davanti, non solo all’azione dei visitatori nei luoghi/non-luoghi, ma anche di se stessi davanti alla loro interpretazione artistica; una doppia evoluzione che crea una sovrapposizione di visioni, reali, irreali, abitudinarie relazioni e conformi accettazioni. Il modo migliore per relazionarsi ai propri “luoghi” quotidiani è conoscere alla perfezione le abitudini dei non-luoghi, una costante dove la personalità si annulla, dove rimane intatta anche la propria ombra e dove si estinguono idee mutevoli.

Il non-luogo riconosce in sé il presente, il luogo riconosce in sé il proprio passato, ed è proprio in questo passaggio che l’artista si racconta attraverso il tempo e soprattutto lo spazio, che sia antropologico o non identitario.

Artisti: Pinuccia Alì / Elisabeth Bister / Branciforte / Dario Buccheri / Lorella Cerquetti / Ilaria Facci / Veronica Francione / Tea Giobbio / Lè Nàbis / Valerio Murri / Antonino Pisano / Federico Pisciotta / Enrico Porro / Viviana Rasulo / Daniela Sales / Loredana Sansavini / Serena Semeraro / Concetta Vernuccio / Marta Viola

Per il vernissage:
Performance “#ADAPTING” di: Claudia Bertuccelli (Oltredanza) e Simona Fichera (Identità Contemporanee)
Video Arte: Christina Gednalske / Nicca Iovinella / Sofia Sguerri


Data: dal 18 al 27 Giugno 2017
Location: Palazzo Vigo, via Marina di Torre, 95018, Torre Archirafi-Riposto (CT)
Vernissage: Sabato 17 Giugno - H. 18:30
Orari: Tutti i giorni -H. 18:30 / 22:00
Ingresso libero

Evento a cura di: Benedetta Spagnuolo
Organizzazione: ARTISTI ITALIANI-arti visive e promozione
Patrocinio: Comune di Riposto
Fotografie ufficiali dell’evento: Lè Nàbis
Mediapartner: Edizioni Lapis srl / Segnali di Suoni & Visioni in Sicilia & Italia Art Magazine
Sponsor: Casa Vacanze a Torre Archirafi


ARTISTI ITALIANI - arti visive e promozione
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Benedetta Spagnuolo curatore
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