lunedì 30 novembre 2015

Arte alla luce

Progetto sottoscritto questa mattina fra il Save the Children - organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e difendere i loro diritti - e il Mibact-Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane.



Il progetto presentato stamani - presente fra gli altri il ministro Franceschini - si propone di promuovere la conoscenza dell’arte contemporanea tra i bambini e i ragazzi quale fattore determinante per lo sviluppo armonioso di ciascun individuo, con il coinvolgimento diretto di affermati artisti (in questa prima fase sono stati coinvolti gli artisti Massimo Grimaldi, Domenico Mangano, Adrian Paci). 

"Arte alla luce" - questo il nome del progetto - coinvolgera’ circa 50 ragazzi  - tra i 13 e i 17 anni a Palermo, Gioiosa Jonica e Bari - che verranno accompagnati dagli artisti citati, per tre giorni, e coinvolti con workshop, laboratori artistici e corsi di formazione. L’arte contemporanea dunque per riqualificare le periferie e allo stesso tempo come strumento per coinvolgere gli adolescenti che vivono nelle realta’ geografiche piu’ svantaggiate e marginali.

Si tratta di una bellissima iniziativa- ha commentato il Ministro Franceschini - ormai il tema della riqualificazione e degli investimenti nelle periferie urbane e’ diventato centrale nel dibattito e nell’azione di Governo che ha previsto anche un fondo da 500 milioni nella legge di Stabilita’. C’e’ un grande spazio di investimento, ma abbiamo perso molto tempo. Nel secolo scorso abbiamo vinto la battaglia della conservazione dei centri storici, oggi e’ il tempo dell’investimento nelle periferie. E questa sfida si vince se il pubblico e il privato collaborano”.

domenica 29 novembre 2015

L' Amerika di Egisto Nino Ceccatelli a Palazzo Orsini di Gravina

Mercoledì 2 dicembre 2015, alle ore 12:00, a Napoli, presso Palazzo Orsini di Gravina, sede del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II, si inaugura la mostra personale di Egisto Nino Ceccatelli, dal titolo Amerika. L’esposizione, che si sviluppa in due ampie sale ubicate al primo piano del pregevole edificio rinascimentale di via Monteliveto 3, nasce dalla sinergia con la Galleria Anywhere Art Company ed è curata da Marco Amore.

Le dieci fotografie, di media e grande dimensione, scattate fra New York e San Francisco, offrono al visitatore un’efficace spaccato degli Stati Uniti del nuovo millennio: i luoghi in continuo cambiamento, l’armonia di taluni paesaggi, il respiro affannoso dei quartieri periferici, il caos della downtown, la goffagine e la sfrontatezza. Questi sono gli elementi, immediati, semplici, che Ceccatelli ha virtuosamente assunto per immortalare la maestosa e “irregolare” messinscena americana.

…Ciò che i colori vogliono nascondere è un senso di grigio, di fumi tossici, smog e discariche a cielo aperto; di inquinamento, di cancro, di batteri anaerobi e necrosi dei tessuti. Il corrispettivo di un profumo floreale per coprire la puzza di putrefazione dell’immoralità neocapitalista. Dopo aver indagato un mondo autentico al di là dell’Occidente, Ceccatelli si inoltra nella realtà etnocentrica degli U.S.A. per uscirne con litri di percolato variopinto come una miscela di pigmenti inorganici uniti a formare l’archetipo di un’opera d’arte.” Dal testo di Marco Amore.

L’evento si completa con l’extra mostra, dalle ore 13:00 alle ore 20:00, presso la Galleria Anywhere Art Company, in via Mezzocannone 31, a Napoli. Lo spazio, diretto dall’architetto Armando Minopoli, ospiterà cinque fotografie di medio e grande formato che arricchiscono il progetto “Amerika”.

La mostra a Palazzo Orsini di Gravina sarà visitabile fino al 22 dicembre 2015, tutti i giorni tranne la domenica, dalle ore 09:00 alle ore 20:00, invece la mostra presso Anywhere Art Company sarà visibile fino al 15 gennaio 2016 previo appuntamento telefonico.

Egisto Nino Ceccatelli è nato a Livorno nel 1943. Negli anni ’60 si avvicina al mondo del cinema collaborando con Pier Paolo Pasolini alla realizzazione di “Edipo re” e “Porcile”, successivamente con Nelo Risi (Ondata di calore). Dal 1981 è membro della Società Italiana di Antropologia ed Etnologia. Nel 1988 il cortometraggio “La laguna di Hemingway” è stato premiato al Festival del Cinema di Venezia nella sezione documentari. Ha partecipato con le sue opere fotografiche al XXVI e al XXVII Festival dei Popoli di Firenze. Sue mostre sono state ospitate negli USA, in Bosnia, in Romania e in Danimarca.

Info: Galleria Anywhere Art Company tel. 329 3662 095
email- anywhere.artcompany@virgilio.it web- www.anywhereartcompany.com

giovedì 26 novembre 2015

Il Viaggio nell’Arte – 16 Aste, 20 Paesi, 2000 Opere d’arte.

A partire dal 27 novembre, la principale casa d’asta online Auctionata condurrà gli amanti dell’arte in un emozionante viaggio alla scoperta dell’arte di un’ampia gamma di nazioni, stili e artisti. Nel corso di undici giorni saranno offerte in vendita nelle aste in live streaming circa 2.000 opere d'arte suddivise in 15 collezioni a tema e il una costituita da “100 capolavori” che avrà luogo il 7 dicembre. 

Con questa serie completa di aste d’arte, Auctionata è la prima casa d'aste ad invitare i suoi offerenti internazionali in una passeggiata attraverso le sfaccettature della storia dell'arte, con la possibilità di essere seguita   ovunque nel mondo. Tutte le aste saranno trasmesse in livestream e sono accessibili su www.auctionata.com o sulla App per Iphone Auctionata Live.

Il 3 dicembre mostrerà un’asta dedicata all’arte in Spagna, Portogallo e America Latina, seguita da un’asta dedicata completamente all’arte italiana dal 16t° al 21° secolo. In quest’asta, gli appassionati di arte classica, nonché dei temi storici gioiranno alla vista delle opere selezionate, che includono una C-Print del popolare fotografo e giornalista italiano Massimo Vitali, che mostra una vivace scena di strada sotto l’intensa luce del sole. Inoltre in quest’asta verrà offerta anche la composizione futuristica dell’artista italiano Roberto M. Baldessari Dinamismo di Forme” con una base d’asta di 22,000€.

Per ulteriori informazioni:  Dott.ssa Jolanda La Piana, Direttore Italia (tel: 06 686 78 69 ; cell:  329 24 58 359; email:rome@auctionata.com) 

martedì 24 novembre 2015

Ricordo quand'ero ragazzo

Raccolta documentaria di fotografie originali dal 1906 ad oggi aventi ad oggetto la gioventù, esposte per capire il tempo in cui siamo attraverso quello che è trascorso. Materiale documentale di privati di vario formato, supporto e media.

La mostra è a cura di Hans Burger. Gli autori: Mario Bertocchi, Camillo Bianchini, Sara Capella, Maria Cristina Ferrarini, Gabriella Franceschini, Gloria Giuliano, Sara Grimaldi, Caterina Pasini, Francesco Tassara.

Ricordo quand'ero ragazzo
H. ESPOSIZIONE
La Spezia - dal 27 novembre al 13 dicembre 2015
Via Vittorio Veneto 17 (19124)
hansburger1978@gmail.com
behance.net/hansburger

domenica 22 novembre 2015

Semplicemente Donna

La mostra, organizzata dall’Associazione Kouros servizi formativi e culturali di Lucca a cura di Francesca Callipari e patrocinata dal Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi, è incentrata sulla figura femminile, che ha rivestito sempre un ruolo di primo piano nel mondo dell’arte. 

Ogni artista, sin dai tempi più remoti, ha mostrato attraverso le proprie opere la considerazione e i significati che la società del suo tempo attribuiva alla donna. Ḗ così che quest’ultima è stata sempre raffigurata come emblema di sensualità ed erotismo, divenendo icona della bellezza per eccellenza e finendo per essere relegata, soprattutto nelle opere del XIX secolo, al suo ruolo di madre-moglie e procreatrice. 

Ḗ in questi termini che siamo “abituati”, ancora oggi, a considerare la figura femminile, ma nella società attuale la donna è anche colei che viene barbaramente uccisa, violentata, sia verbalmente che fisicamente, colei che viene spesso privata della propria libertà e dei propri sogni.

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’Associazione Kouros di Lucca vuole, dunque, dedicare una mostra alla donna nella sua essenza più pura, scevra da qualsiasi pregiudizio, provando a sradicarla dalle etichette comunemente conferitele. 

Gli artisti che aderiscono a questa collettiva, hanno cercato di immedesimarsi nell’universo femminile, al fine di rappresentare l’anima della donna, celebrandola nelle sue emozioni, passioni, paure, fragilità, al di là del ruolo rivestito nella società, e lanciando, al tempo stesso, un messaggio forte contro qualsiasi forma di violenza e mancanza di rispetto nei suoi confronti.
Semplicemente Donna, dunque, e mai più martire da immolare!


Semplicemente Donna
SIMULTANEA SPAZI D'ARTE
Firenze - dal 25 novembre al 7 dicembre 2015
Via San Zanobi 45r (50129)

lunedì 16 novembre 2015

Mark Kostabi espone alla Galleria Il Catalogo di Salerno

E' stata inaugurata presso la Galleria Il Catalogo di Salerno la 48ª stagione espositiva con la mostra dedicata al pittore americano Mark Kostabi, con una selezione significativa della sua produzione artistica.

Il cromatismo di Mark Kostabi. Pittura, pensiero e musica, al servizio di un’arte che ambisce ad essere sperimentale è l’essenza dei pennelli di Mark Kostabi che sabato 14 novembre ha inaugurato la 48ª stagione espositiva della galleria salernitana Il Catalogo di Lelio Schiavone ed Antonio Adiletta. Venti opere dell’artista americano di ascendenze estoni, il quale riesce a dividersi tra il suo piano jazz, composizione, scrittura, produzione e le mostre in tutto il mondo, mantenendo il suo leggendario studio di New York, Kostabi World, in cui venticinque assistenti eseguono il suo lavoro, continuando a vivere a New York per quattro mesi l’anno, ma abbracciando il mondo dell’arte italiano e la sua tradizione, che ormai da oltre quindici anni lo accoglie.

La galleria Il Catalogo ospita in questa mostra la produzione dell’ultimo decennio, complesse composizioni a figure multiple, molte con tratti severi in bianco e nero, altre decisamente forti schizzate da una generosa tavolozza di cromie calde e fredde contrastanti. Kostabi rivela sulle tele i risultati della sua esplorazione dei temi dell’alienazione, della solitudine, del corto circuito informativo, della tecnologia rampante, dell’aggressione industriale, dell’ambizione artistica, dei trucchi commerciali, dell’ipocrisia, della vuota idolatria, della produzione meccanica dell’arte, della pressione per una produzione fine a se stessa, e della compartimentalizzazione dell’animo umano.

Galleria IL CATALOGO - Via A.M. De Luca, 14 - Salerno
info@ilcatalogo.com http://www.ilcatalogo.com 089 232666

Orari di apertura: dal martedì al venerdì: ore 17,30/20,00 - sabato;:ore 10,30/12,30 e 17,30/20,00 ingresso libero

domenica 15 novembre 2015

L'arte espansa di Mario Perniola

"La sfera dell'arte si è ampliata enormemente. Qualunque cosa può essere trasformata in "arte", anche senza che il suo autore ne sappia nulla. Chi ha la legittimità e l'autorevolezza per operare questa metamorfosi?" - Mario Perniola, dal suo ultimo libro "L'arte espansa", edito da Einaudi.

"Resta da capire perchè esistano nel mondo centinaia di migliaia e forse milioni di "artisti", più o meno consapevoli di essere tali, e che cosa li abbia portati a intraprendere un'attività così problematica, che è quasi sempre fonte di scoraggiamento e di frustrazione. Una spiegazione sociologica potrebbe consistere nel fatto che l'arte è l'unico tipo di attività deviante consentita nelle società occidentali. Quindi tutti gli artisti, proprio in quanto artisti, sarebbero outsiders, non per loro scelta, ma perchè gli "altri" li vedono come devianti. E' questa la nozione di outsider sostenuta dal sociologo Howard S. Becker: nessun atto in se stesso è deviante, ma lo diventa a partire dal momento in cui viene considerato tale dalla società in cui si vive.(..)

Certo è che la svolta fringe dell'arte è stata in incubazione almeno dai primi anni sessanta del Novecento e ora sollecita una specie di revisionismo teorico globale che si estenda anche alle opere che sono state considerate "canoniche", ai cosiddetti capolavori e ai "grandi maestri". In altre parole, le opere di Bosch, di Goya, di Klee hanno qualcosa in comune con l'acquerello di un bambino siciliano di otto anni, con una pittura melanesiana su una corteccia d'albero, col disegno di uno schizofrenico? (..)" - Pubblicato anche su 1 - 2 

immagine: Mario Perniola in un dipinto di Hermann Fitzi e copertina del suo ultimo saggio.

venerdì 13 novembre 2015

Il visionario Leopoldo Bon in mostra sul Naviglio Grande a Milano

Si inaugura sabato 14 novembre 2015 alle ore 17 allo Spazio E, Alzaia Naviglio Grande, 4, la mostra personale di fotografia di Leopoldo Bon intitolata “Dalla Percezione all’Allucinazione”, a cura di Virgilio Patarini e organizzata da Zamenhof Art.

In esposizione una selezione della ricerca svolta in campo fotografico dall’artista triestino negli ultimi anni, protesa ad individuare nel dettaglio del reale fotografato immagini surreali e oniriche, proiezioni di un inconscio visionario, talvolta superando anche i limiti ortogonali del consueto supporto fotografico attraverso contorni curvi ed ellittici che possono ricordare la silhouette di nuvole disegnate.

La mostra proseguirà fino al 27 novembre, visitabile tutti i giorni dalle 15,30 alle 19, ad ingresso libero. Chiuso il lunedì

"La ricerca, all’interno delle pieghe del reale, di un mondo onirico, visionario, immaterialmente astratto, sembra essere al centro della ricerca fotografica di Leopoldo Bon.
Immagini solo apparentemente astratte ci accolgono mostrandoci un mondo che sembra essere nato da un subconscio di cui si è impadronita l’allucinazione e si evolvono calamitando la nostra attenzione su particolari inaspettati, schizzi di luce improvvisi, lacerti di realtà che sembrano volersi sottrarre di continuo alla nostra attenzione.
Quale stupore, invece, accorgersi che si tratta di particolari del nostro stesso mondo, incapsulato in un frame fotografico, estrapolato e isolato da quello stesso reale, quasi a farne un campione da esaminare sotto la lente indagatrice di un microscopio.

Leopoldo Bon ci pone di fronte ad una nuova verità che ci racconta di come siamo in continuo e minacciato equilibrio tra ciò che vediamo veramente e ciò che, invece, può nascondersi dietro l’oggetto della nostra visione.
Il fotografo-artista (e l’appellativo non è casuale se affidiamo al termine “artista” quella caratteristica semantica che lo vuole come un lettore e trasmettitore di un reale nascosto ai più) si affida a supporti innovativi che, nell’elemento lucido della materia, sembra voler far scorrere via lo sguardo ma solo dopo che questo vi si sia “dissetato” ed al tempo stesso vi si sia rispecchiato. Una ricerca che, prendendo avvio da una forma tradizionale, arriva qui a esiti di sorprendente novità con una morfologia del supporto e, quindi, dell’intera opera, che abbandona la geometrizzazione tradizionale, per esplorare in maniera nuova le possibilità offerte dalla tecnica." - Michele Govoni


Leopoldo Bon, nato a Trieste nel 1950, si trasferì a Modena nel 1994 dove visse e lavorò fino al 2011. Dal 2012 vive a Monfalcone (GO) dove sviluppa a pieno titolo l’interesse per la Fotografia. I fattori che hanno indotto Leopoldo ad interessarsi di fotografia sono stati lo zio pittore informale, l’apprendimento in giovanissima età dell’uso della macchina fotografica indotto dal padre e l’attività di ricerca sperimentale sui meccanismi neurofisiologici del controllo oculomotorio e dei processi cognitivi. Si interessa di fotografia dal 1964. Dal 2009 ha realizzato mostre a Modena, Ferrara, Trieste, Roma, Bologna, Amburgo, Barcellona, Milano.

Ha pubblicato nel 2009 un catalogo dal titolo "Astrazioni: percezioni dello spazio" e nel 2013 un libro edito da Arte Stampa di Modena dal titolo "Watch and Image: Perceiving- Reflecting - Imagining ". Il libro in Italiano ed in Inglese è presentato dal prof . Dario Evola, è curato da Laura Marcolini e la grafica è di Elena Varesi. Sue fotografie si trovano in collezioni private.

giovedì 5 novembre 2015

Ho fotografato per capire.

Genova rende omaggio a Lisetta Carmi con una mostra personale a Palazzo Ducale, con il più alto numero di fotografie mai esposte : 220 immagini che ripercorrono l’intero percorso creativo della grande fotografa.

Lisetta Carmi nel corso della sua lunga attività artistica ha sempre saputo cogliere l’attimo, ha capito quale potere può contenere l’immagine, quale può essere il “dono” dell’inquadratura perfetta. Un dono come il talento per la musica, la sua prima grande passione. Di origine ebraiche, ha conosciuto l’orrore delle persecuzioni razziali, quelle che segnarono anche la sua adolescenza; espulsa dalla scuola, mentre i suoi fratelli andarono a studiare in Svizzera, rimase nella solitaria casa di Lungoparco Gropallo con un solo amico a tenerle compagnia: il pianoforte. 

Guidata dagli insegnamenti del maestro They e dalla sua naturale inclinazione riuscì a diventare concertista ma “quando gli avvenimenti politici italiani con il governo Tambroni generano una svolta a destra - scrive nel saggio in catalogo Giovanna Chiti – Lisetta sente l’urgenza di prendere posizione, non può più accettare di rimanere in casa a proteggere le sue mani di pianista da possibili incidenti”. Abbandona il pianoforte e la carriera musicale. L’amico etnomusicologo Leo Levi le propone di accompagnarlo in Puglia dove doveva studiare i canti di una comunità ebraica. Affascinata dalla luce e dalla bellezza del Salento compra la sua prima macchina fotografica, un’Agfa Silette, e comincia a conoscere la Puglia attraverso l’obiettivo. San Nicandro, Rodi Garganico, Venosa, le catacombe ebraiche i suoi primi scatti. L’incontro magico con la fotografia.

"Come nella musica, nelle mie foto c’è ritmo, il ritmo della musica che ho studiato per 35 anni”. Il ritmo della vita - ci viene da aggiungere. Quella che passa dalle tavole del palco (per tre anni, dal 1961 al 1964, è fotografa di scena al Teatro Duse di Genova) al deserto, dagli studi degli artisti alle vie di città desolate, dove i volti dei profughi, sempre dannatamente attuali, colpiscono lo sguardo e il cuore al di là di ogni latitudine. La vita che scorre lenta sulle chiatte del porto genovese o tra le pieghe delle lenzuola di un letto dove i travestiti, all’epoca erano gli anni settanta, potevano mostrarsi sfidando il pudore di una società perbenista che preferiva ignorare la loro esistenza. Volti di bambini, belli e indifesi da proteggere sempre da non sgridare mai, ammonisce: “sono i genitori che devono imparare dai loro figli, che devono avere una condotta esemplare; amo i poveri, gli emarginati, i bambini sono la vera ricchezza del mondo” e a quel mondo con le sue foto lei ha dato voce. 

Dietro il suo obiettivo non sono passati solo i protagonisti del mondo culturale che animava la Genova negli anni settanta ma anche tutta la città, fermata nelle sue contraddizioni più profonde e nascoste: il porto, lo scarico dei fosfati, i volti sfigurati dalla fatica, da una quotidianità spesso lacerante, dalla sofferenza che è sintomo di emarginazione. Come pure la sofferenza che appartiene al ciclo vitale dell’umanità: undici scatti, per molti ancora oggi scioccanti, della sequenza del parto. La vita fermata negli attimi cruciali ma anche straordinariamente naturali. Eventi che accomunano l’umanità.

La mostra, allestita nella Loggia degli Abati, curata da Giovanni Battista Martini, si apre con la sezione dedicata alla sua città natale, con immagini che documentano la forte identità sociale e culturale della Genova degli anni ’60 e ’70.
L’intensa attività portuale, la forte presenza industriale e la crescita smisurata dell’edilizia pongono la città al centro di forti tensioni sociali, non di meno in quegli anni nascono realtà culturali all’avanguardia nell’ambito del teatro, della musica e delle arti visive che il suo obiettivo riprende con rigore e lucidità.

Una sezione è dedicata agli straordinari ritratti di Ezra Pound. Pur se realizzati in un breve incontro con il poeta nella sua casa di Rapallo, ne restituiscono la complessità e la straordinarietà. Saranno esposte anche molte immagini inedite dedicate ai ritratti di artisti come Lucio Fontana, Luigi Dallapiccola, Leonardo Sciascia, Claudio Abbado, Joris Ivens, Carmele Bene e Lele Luzzati.

Se le fotografie della Carmi rimangono un punto imprescindibile per la conoscenza di quegli anni a Genova, sono altrettanto analitiche e significative quelle realizzate durante i numerosi viaggi compiuti in quegli anni: da quelle scattate in Sicilia dove si reca per un progetto congiunto con Sciascia, a quelle della Sardegna così come quelle realizzate in paesi lontani come l’America Latina, Israele, La Palestina, l’Afghanistan e l’India.

Chiudono l’esposizione due sezioni, la prima dedicata al momento della nascita con la ripresa di un parto nella sua sequenza temporale e la seconda con una selezione delle fotografie dei travestiti che furono raccolte in un volume uscito nel 1970 e che sono tra le sue immagini più note.

In contemporanea, alla Galleria Martini & Ronchetti di Genova, viene proposta una mostra di una trentina di foto vintage, stampe originali d’epoca dei celebri ritratti di Ezra Pound e dodici rare immagini scattate nel 1966 ad Amsterdam del movimento di protesta Provo. 

LISETTA CARMI
Ho fotografato per capire. 
13 novembre 2015 – 31 gennaio 2016
Loggia degli Abati, Palazzo Ducale, Genova

(fonte ANSA)

martedì 3 novembre 2015

Al Cineporto di Bari al via la seconda edizione di LOOP Festival

Da giovedì 5 novembre, negli spazi del Cineporto di Bari, parte la seconda edizione di Loop, il festival multimediale che connette il mondo della musica contemporanea con il meglio del filmmaking internazionale.

Un viaggio audiovisivo che esplora quattro esperienze sonore di fondamentale rilievo internazionale, quelle di Radiohead, Beck, White Stripes e LCD Soundsystem. Attorno ad esse Loop coordina un approfondimento dinamico sui registi, le tecniche e gli immaginari sviluppati nella loro videografia, affiancando nomi di straordinario interesse come Michel Gondry, Jonathan Glazer, Spike Jonze, David Ayer, Shynola, Mark Romanek, Sophie Muller, The Malloys e molti altri.

La serata inaugurale del 5 novembre sarà dunque focalizzata sui Radiohead, la band inglese capitanata da Thom York che ha letteralmente spezzato la netta demarcazione fra rock ed elettronica. Il Loop Festival proietterà i più significativi videoclip del gruppo per raccontare il passaggio dal pop-rock dei primi album alla svolta digitale di Kid A, mostrando capolavori dell’audiovisivo contemporaneo come Paranoid Android, Just, Knives Out e 2 + 2 = 5. A narrare l’evoluzione della band ci sarà Rossano Lo Mele, direttore dello storico magazine musicale Rumore e batterista della band Perturbazione.

Attraverso una selezione di videoclip, cortometraggi, opere animate, app innovative e tantissima musica, Loop vuole esplorare i meccanismi di interazione fra audio e immagine, per tracciare lo storytelling di queste collaborazioni e creare un confronto attivo fra esperienze multidisciplinari.

per saperne di più va sul sito www.loopfestival.it