lunedì 28 settembre 2015

Il MET di New York e il Paul Getty Museum di Los Angeles regalano libri

Se state cercando libri d'arte da scaricare gratis vi servo un link che vi da la 'dritta' sul come fare:  http://librinews.it/ebook/libri-arte-pdf-centinaia-testi-da-scaricare-gratis/

I libri sono in formato pdf, illustrati e di ottima fattura: Quasi 650 titoli di libri d'arte del Met Museum e del Paul Getty Museum

Grazie all'iniziativa dei due centri i libri sono a disposizione di tutti, si tratta di pubblicazioni illustrate e di volumi critici di grande qualità che hanno come oggetto un enorme numero di artisti, correnti e tecniche artistiche. Alcuni di questi titoli sono peraltro fuori catalogo e non altrimenti reperibili.

sabato 26 settembre 2015

James Tissot Pittore dell’amore e della moda

James Tissot (Nantes 1836 - Chenecey-Buillon, 1902) è stato un vero e proprio divo della sua  epoca:  un  dandy,  celebre  e  assai  apprezzato,  amico  degli  impressionisti  e  tuttavia fieramente indipendente. 

Nato nella ricca città portuale di Nantes – figlio di un agiato mercante di tessuti e di una madre  devota  e  premurosa  –  sarà  ossessionato  per  tutta  la  vita  dai  viaggi  e  dalle  navi, dalle partenze e dalle donne. La rigida educazione presso i Gesuiti gli inculca una tenace fede cattolica, ma il precoce talento di disegnatore lo spinge a lasciare la città natale per dedicarsi alla carriera artistica. A Parigi, negli anni sessanta dell’Ottocento, i suoi dipinti di storia  e  i  ritratti  mondani  riscuotono  grande  successo  e  Tissot  diventa  intimo  amico  di Degas,  Whistler  e  Legros.  

Gli  eventi  storici  giocano  un  ruolo  nefasto:  allarmato  dalla sanguinosa  repressione  della  Comune,  lascia  precipitosamente  la  Francia  e  si  reca  a Londra dove resterà undici anni (1871-1882) e andrà incontro a nuovi clamorosi trionfi. Nel 1876 conosce la sua musa, il suo “eterno femminino”, Kathleen Newton. La compagna che sarà fino alla morte la principale fonte di ispirazione del pittore. Tissot diffonde le proprie opere  tramite  l’incisione,  frequenta  l’élite  artistica  del  suo  tempo,  espone  alla  Royal Academy  e  presso  gallerie  d’avanguardia.  È  celebre,  ricco,  ammirato,  ma  la  morte prematura   di   Kathleen   Newton   nel   1882   lo   sprofonda nel   dolore:   abbandona immediatamente  Londra  e  torna  in  Francia  dove  ritrova  i  vecchi  amici.  

Nel  1885  la presentazione della serie di opere dedicate alla “Donna a Parigi” si rivela un insuccesso di critica.   Nel   1886,   colto   da   una   crisi   mistica,   il   pittore   concepisce   un   progetto particolarmente gravoso: illustrare in 365 acquerelli ispirati ai racconti evangelici la vita di Gesù Cristo. Tale serie avrà un grande successo commerciale. Nel  1902  muore,  senza  lasciare  eredi  diretti,  nel  castello  di  Buillon  –  il  paese  natale  del padre  –  nei  pressi  di  Besançon.  Le  sue  opere,  messe  all’asta  nel  1964,  andranno disperse. “James  Tissot,  pittore  dell’amore  e  della  moda”  è  la  prima  mostra  dedicata  all’artista  in Italia.

Gli inizi a Parigi: pittore di storie Giunto  nella  capitale,  Tissot  studia  sotto  la  guida  di  Hippolyte  Flandrin  e  Louis  Lamothe presso  l’École  des  Beaux-Arts.  I  due  maestri  –  discepoli  di  Ingres  –  gli  trasmettono l’attenzione per la linea, gli abiti, i dettagli e gli accessori, il gusto per i ritratti aggraziati e i soggetti  storici.  Tissot  non  riesce  a  conseguire  il  Prix  de  Rome,  ma  si  dedica  con entusiasmo alle scene di storia e di genere, opere che non passano inosservate al Salon. A dispetto della carenza di riconoscimenti ufficiali, godrà sempre del favore del pubblico e della  critica.  

Nel  1855  cambia  il  proprio  nome  nel più  mondano  “James”.  Nel  1860 L’incontro  tra  Faust  e  Margherita  viene  acquistato  dallo  Stato  e  l’autore  diviene  presto celebre:  il  suo Autoritratto  rivela  un  volto  sicuro  di  sé  e  uno  sguardo  ironico.  Il  giovane artista  fa  amicizia  con  James  McNeill  Whistler  ed  Edgar  Degas,  frequenta  Nadar  e Daudet,  Manet  e  Courbet.  Nel  1864  si  fa  costruire  una  magnifica  dimora  in  avenue  de l’Impératrice – l’attuale avenue Foch – che sbalordisce i visitatori. Edgar Degas lo invidia! Tissot  crea  immagini  e  storie  che  per  essere  comprese  richiedono  del  tempo.  Trae ispirazione  da  soggetti  e  costumi  medievali  o  rinascimentali.  

Copia  le  opere  del  pittore belga Henri Leys che “ritrae” soggetti storici all’interno di architetture antiche. In una serie di  tele  ispirate  al Faust di  Goethe  –  fra  le  quali Tentativo  di  ratto  (1865)  –  sviluppa  una tematica che vede la donna, incarnata dalla figura di Margherita, al centro di una spirale di potere, seduzione e violenza. Nel  1862  si  reca  per  la  prima  volta  in  Italia e  visita  Firenze  e  Venezia.  Copia  soprattutto Carpaccio e Bellini da cui prenderà spunto per le sue opere sul tema del Figliol prodigo. Il soggiorno in Italia accenderà in Tissot il gusto per gli arredi, la luce calda e gli abiti delicati. Intorno  al  1870  Tissot  inizia  una  serie  che  rimanda  alla  pittura  inglese  e  alla  moda neosettecentesca.  Affiorano  già  in  questi  dipinti  la meticolosità nell’armonizzare  i  colori  e l’attenzione per la curva che riprendono la lezione di Ingres, pittore di cui Flandrin era stato uno  dei  discepoli  più  fedeli.  In  quegli  stessi  anni  Tissot  lavora  sui  temi  –  introdotti  assai presto  nella  sua  pittura  –  cui  ritornerà  per  tutta la  vita:  l’isolamento,  l’introspezione psicologica e il commiato. 

La vita moderna - Il  pittore  si  dedica  in  parallelo  anche  ad  altri  temi  e  ritrae  scene  di  vita  moderna. Mademoiselle L.L. (1864) è un ritratto che si distacca dalle sue opere precedenti. In chiesa (1865)  denota  un  mutamento  di  rotta.  Il  pittore,  influenzato  da  Degas,  cambia  la  propria 
pennellata e si dà al ritratto per compiacere una clientela benestante. Inizia a collezionare arte  giapponese.  Il  delizioso  pastiche  La  giapponese  al  bagno  (1867)  –  l’unico  nudo  di tutta  la  sua  carriera!  –  attesta  il  suo  amore  per  l’estremo  oriente.  Dopo  la  caduta  della Comune si affretta a lasciare la Parigi e si rifugia a Londra (1871), dove riprende la propria carriera.  Viene  accolto  con  affetto  da  amici  quali Thomas  Gibson  Bowles,  direttore  di “Vanity  Fair”,  che  gli  commissiona  delle  caricature.  Ritrae  attrici  – Mrs.  Loyd  (1876)  –  e giovani donne in preda alla sofferenza: Una convalescente (1876). Il Ritratto del principe imperiale  e  la  madre (1873  ca.)  gli  vale  la  benevolenza  della famiglia  di  Napoleone  III  in esilio. In Inghilterra, intorno al 1876, incontrerà la sua musa, Kathleen Newton. 

Il pittore di Londra  Tissot, come Whistler, è affascinato dal Tamigi. Colloca spesso sulla tela fanciulle solitarie e  sognanti,  sospese  tra  le  contingenze  della  vita  e  un  mondo  lontano  e  illusorio.  Dal dipinto La figlia del capitano, esposto alla Royal Academy nel 1873, trapela la raffinatezza della  pennellata  e  la  passione  per  il  viaggio  dell’autore.  La  tela  pone  la  donna  in  una situazione  ambigua:  quella  di  una  preda  che  si  rifiuta  di  piegarsi  al  suo  destino.  L’ironia dell’Arsenale di Portsmouth (1877) rivela un artista in grado di cogliere tutte le sottigliezze dei  codici  sociali  britannici.  Il  suo  sguardo  “francese”  incoraggia  Tissot  a  ritrarre  con arguzia  consuetudini  che  comprende,  ma  che  non  sempre  riesce  ad  apprezzare.  Come palesa La  galleria  dell’HMS  Calcutta  (1876  ca.),  i  rapporti  tra  uomini  e  donne  sono  tra  i suoi soggetti prediletti. Il volto ideale di Kathleen Newton Nel  1875 Tissot  si  rivolge  all’incisione.  Frequenta  l’Hanover  Square  Club  di  Londra  dove incrocia l’italiano Giuseppe de Nittis, ma anche gli incisori Frederick Goulding e Seymour Haden. 

Tramite la stampa e le regolari mostre delle sue incisioni diffonde e reinterpreta i propri   disegni   e   dipinti.   Tissot   torna   spesso   su   un   volto   che   si   trasformerà   in un’ossessione, quello di Kathleen Newton (L’amaca).Intorno al 1876 James Tissot conosce la donna che sarà la sua musa: Kathleen Newton (1854-1882),  un’irlandese  divorziata  in  odore  di  scandalo,  la  cui  figura  aleggia  in  tutti  i ritratti  femminili  dell’artista.  Tissot  accoglierà Kathleen  e  i  suoi  due  figli  –  Violet  e  Cecile George  –  nella  casa  di  Grove  End  Road,  a  Saint  John’s  Wood,  una  zona  di  Londra piuttosto  chic  e  bohémien.  Sarà  il  periodo più  felice  della  vita  dell’artista. La  signora  con l’ombrello la raffigura come una donna sicura del proprio fascino e rende omaggio all’arte giapponese  e  alla  bellezza  femminile. La  lettura  nel  parco  raffigura  Kathleen  in  un  luogo propizio alla fantasticheria, il giardino del pittore, che ritorna in una serie d'incisioni (Sotto il sole). La  colazione  sull’erba,  riproduzione  di  una  scena  quotidiana  e  intima,  è una  rara testimonianza  di  un’influenza  impressionista  sulla pittura  di  Tissot. 

Rivali è  una  tela manifesto che presenta Kathleen  – in una serra soffocante – come oggetto del desiderio conteso da due uomini, uno ancora giovane e l’altro più maturo. L’amore provato da Tissot si dispiega nei ritratti della compagna adorata. VI. La figlia del guerrieroTissot  è  stato  un  acuto  osservatore  della  vita  londinese. La  figlia  del  guerriero (1879)  è una  descrizione  particolarmente originale  dei  costumi  britannici.  La  tela  occupa  un  posto speciale  nella  sua  produzione  perché  tratta  la  questione  della  condizione  femminile  in modo  piuttosto  concreto.  Una  giovane  donna  –  che  somiglia  molto  a  Kathleen  – accompagna il padre, un vecchio costretto su una sedia a rotelle; dietro di lei si distingue Cumberland Terrace, a Regent’s Park, un elegante quartiere della capitale inglese.  La composizione potrebbe essere letta come un omaggio all’eroe di guerra rimasto ferito in  un  atto  di  eroismo  se  l’attenzione  di  chi  contempla  la  tela  non  venisse  catturata  dallo sguardo  penetrante  che  la  fanciulla  rivolge  all’osservatore.  

I  dettagli  lussuosi  (plaid, pelliccia,  cappotto  scozzese)  non  bastano  a  distogliere  lo  spettatore  dalla  protagonista femminile  del  dipinto.  Al  tedio  si  mescola  la  voglia  di  libertà  e  la  differenza  di  età  lascia trasparire  una  graffiante  ironia:  il  vecchio  non  ha  alcuna  percezione  della  vita  interiore della figlia, probabilmente assorbita da un amore assai diverso da quello filiale. Il contrasto nel  trattamento  della  figura  paterna  (che  si  confonde  con  la  tinta  grigia  della  terrazza vittoriana  sullo  sfondo)  e  dell’elegante  fanciulla,  la  cui  bellezza  è  esaltata  da  una  spilla d’oro, produce un turbamento singolare. VII. Il figliol prodigo nella vita modernaPer  tutta  la  vita,  Tissot  si  è  considerato  come  un figliol  prodigo.  

Dopo  l’incontro  con Kathleen  e  con  il  crescere  del  proprio  impulso  religioso  condurrà  una  vita  più  sobria rispetto  a  quella  giovanile.  Alla  morte  della  compagna,  il  9  novembre  1882,  il  pittore  fa precipitosamente ritorno a Parigi. I Goncourt lo descrivono abbattuto, depresso, in preda ai dubbi.  Proprio  in  quel  periodo,  Tissot  completa  il secondo  ciclo  di  dipinti  sul  tema  del Figliol  prodigo,  ambientati  questa  volta  in  epoca  contemporanea  e  torna,  a  vent'anni  di distanza, a trattare la stessa parabola cristiana. La serie di quattro tele racconta una storia semplice:  il  commiato,  il  soggiorno  in  un  paese  straniero  (in  questo  caso  il  Giappone),  il ritorno e il banchetto con il vitello grasso, il momento della riconciliazione. In questo ciclo l’autore  alludeva  certamente  al  proprio  ritorno  in Francia:  avvertiva  forse  il  bisogno  di essere perdonato dagli amici lasciati in patria? 

Le incisioni con il frontespizio originale che raffigura un vangelo aperto evidenziano la cura del dettaglio tipica dell’artista. VIII. James Tissot, pittore della moda Tissot  era  un  grande  ammiratore  di  Ingres.  La  posa,  il  formato  e  la  cura  dei  dettagli  del Ritratto  di  Frederick  Burnaby  (1870)  –  uno  dei  migliori  ritratti  mai  realizzati da  Tissot  – rimandano  in  effetti  proprio  a  Ingres.  Il Ritratto  del  reverendo  Bichet  (1885),  cognato dell’artista, testimonia l’influenza di Ingres nella scelta della posa, nel meticoloso lavoro sul volto,  nell’accurato  studio  delle  ombre  e  dell’abito. Il  piccolo  Nemrod (1883)  è  un  ritratto infantile mascherato da scena biblica: vi riconosciamo il piccolo Cecile George e Violet – i figli di Kathleen Newton – e le nipoti del pittore, Lilian e Isabelle. 

La straordinaria Copia in grisaglia  di  Madame  de  Senonnes (1899)  costituisce  un  intenso  e  inedito  omaggio  al maestro che Tissot considerava un punto di riferimento assoluto come spiegò al curatore del museo di belle arti di Nantes nel 1899. La scelta di riprodurre l’opera come grisaglia si spiega con il fatto che per eseguire la copia Tissot si servì di una fotografia. Si tratta di uno tra i suoi ultimi capolavori. Nel 1882, sconvolto dalla morte della compagna, Tissot lascia Londra e torna a Parigi. Tra il  1883  e  il  1885  lavora  a  un  ciclo  sul  tema  della “Donna  parigina”  che  sarà  accolto piuttosto male dalla critica. L’autore sceglie quindici “tipi” noti sulla base di criteri sociali e mondani:  dalle  acrobate  (Le  dame  sui  cocchi)  alle Mogli  d’artisti,  dalla  commessa all’ambiziosa,  dalla  mondana  alla Più  bella  donna  di  Parigi.  

La  serie  doveva  essere accompagnata  da  testi  redatti  da  grandi  scrittori  dell’epoca  (Alphonse  Daudet,  Jules Clarétie,  Edmond  de  Goncourt...).  Il  fiasco  indurrà  Tissot  ad  abbandonare  l’idea  di realizzare un’altra serie dedicata alla “Straniera”. Nel  1886  Tissot  visita  l’Egitto  e  la  Palestina.  In seguito  alla  sua  svolta  mistica  si  dà  alla pittura  religiosa.  Negli  stessi  anni  diviene  maestro  di  Paul-César  Helleu  che  si  considera suo discepolo. Insieme a Jacques-Émile Blanche, Helleu traghetterà nel Novecento lo stile e le tematiche di James Tissot. 

mercoledì 23 settembre 2015

Capire l'esistenza dell' uomo moderno riscoprendo Rudolf Steiner

Il pensiero del filosofo e antroposofo austriaco non smette di interessare l’uomo moderno alla ricerca di un significato della sua esistenza.

Rudolf Steiner è una figura centrale nella cultura mondiale di inizio secolo ‘900 e ha contribuito alla crescita dell’umanità attraverso un percorso molto particolare. I suoi studi hanno abbracciato lateosofial’antroposofia e la sua conoscenza ha contribuito allo sviluppo di una nuova coscienza planetaria.
Steiner ha affrontato il tema dell’educazione come argomento primario nelle sue riflessioni, consapevole che l’educazione fosse una chiave di sviluppo importantissima. Moltissimi sono i testi che racchiudono il suo pensiero educativo. L’iniziazione è dedicato alla crescita personale e all’apertura alla conoscenza superiore.
"I gradi della conoscenza superiore" è il testo base per chi cerca lo spirito e la conquista della realtà spirituale, possibile se si cerca di percorrere con l’esperienza la via che ha diretto ognuno di noi verso i mondi dello spirito.
Il tema educativo è completato da "Dall’educare al vivere" nel quale, con forza, viene sostenuto che “ogni educazione, ogni istruzione deve sgorgare da una vera conoscenza  dell’essere umano”.
Il pensiero di Steiner viene sviluppato compitamente in "La Filosofia della Libertà", uno dei suoi testi fondamentali. Il tema della libertà, della realtà empirica, della volontà e molti altri sono al centro di una appassionante riflessione.
Tutti questi testi sono proposti dall'editore KKIEN Publishing International che propone anche altri ebook per aiutare il lettore a comprendere sia il pensiero di Steiner che le direzioni prese dall’autore sui temi più scottanti dell’umanità.
"Dall’erotismo all’amore" affronta ad esempio in termini non banali il tema dell’incontro erotico tra le persone; nella "Cronaca dall’Akasha" traccia il divenire dell’umanità; gli "Scritti karmici"accendono la speranza di rinnovamento del fuoco cosmico al quale l’umanità deve la propria origine; negli "Scritti sociali" si parla di “solidarietà, cultura, armonia, libertà: elementi che, riuniti insieme, formano la persona e i popoli”.
Tutti i testi sono disponibili in formato ebook su Amazon ed i maggiori store online, offrendo a tutti la possibilità di conoscere, o approfondire, il pensiero di un grande uomo, a cui stava a cuore l’umanità tutta.
Per ulteriori informazioni scrivere a info@kkienpublishing.it o visitare il sito www.kkienpublishing.it

martedì 15 settembre 2015

Pittura, musica e scrittura alla Galleria 54 Arte Contemporanea di Molfetta

La Galleria 54 Arte Contemporanea di Molfetta (BA), in collaborazione con l’Associazione “Il Cerchio – Gruppoanalisi”, organizza, nelle giornate del 25 settembre, 16 e 30 ottobre 2015, incontri culturali presieduti dal Prof. Paolo Lunanuova, dal Prof. Nicola Nesta e dallo scrittore Marco Ignazio de Santis volti a favorire e promuovere il dialogo fra visioni diverse sul connubio arte-letteratura-musica.

Relatrici della serata saranno la dott.ssa Serena de Gennaro e la vicepresidente Susanna Vitulano.

Le prime adesioni costituiranno condizione privilegiata per la partecipazione agli eventi e le stesse dovranno pervenire tramite e-mail al seguente indirizzo: info@arte54.it oppure telefonando al numero +39 080 3348982 dalle ore 18:00 alle 20:00

domenica 13 settembre 2015

Il Bacio di Francesco Hayez

I capolavori di Francesco Hayez, tra i protagonisti del romanticismo pittorico, arrivano a Milano per una grande mostra allestita dal 6/11 al 21/2 nelle Gallerie d'Italia: I celebri ritratti come quello del Manzoni o della Principessa Belgiojoso, le opere di ispirazione storica, sacra o mitologica, le suggestioni orientaliste, i nudi femminili.
Verranno esposte circa 120 opere, a partire dal Bacio, icona dell'arte di tutti i tempi, presente per la prima volta nelle tre versioni realizzate dal maestro.

mercoledì 9 settembre 2015

Come Funziona l'Estate per Stefano Serusi

Venerdì 11 settembre Dimora Artica inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra personale di Stefano Serusi, che suggerisce il clima di una giornata d'estate in un progetto espositivo originato dalla collaborazione con l'autrice Lorena Carboni.

Stefano Serusi - Flower arrangement, 2013,
Found photo, 17 x 23,5 cm
Tra le stagioni l'estate è quella che rappresenta ciclicamente un'interruzione netta delle attività lavorative, nella quale la necessità di ri-pensar-si trova complice la temporanea riscoperta del corpo.
L'unità psicofisica è così lontana dal pensiero occidentale da essere un concetto legato automaticamente ad un altrove idealizzato, ad un Oriente ricco di possibilità di affermazione di un io a più dimensioni. Nella bella stagione, il corpo risanato manifesta nello spazio la sua presenza attraverso azioni remote, e stilizzate.

Trasformare una giornata d'estate in un progetto espositivo rende necessario creare un clima, individuando dei riti minori che scandiscano il tempo, come accade nella raccolta poetica di Lorena Carboni "La mia sola casa", appena edita da AM&D, Cagliari, per la quale Stefano Serusi ha elaborato le immagini di commento al testo.

Il corpo in attesa di essere risanato è presente in mostra attraverso due elementi che richiamano una fisicità immanente: un sasso informe, proveniente dal mare, sospeso come l'uovo nella Pala di Montefeltro di Piero della Francesca, e la scatola dei comandi di un motoscafo, aperta a mostrare i segni dell'usura. Un orologio da polso appoggiato per il tempo di un tuffo su una bottiglia finge l'anatomia di un braccio; altro riferimento ad un tempo generico, rarefatto, i colori di una cornice raccontano il variare dell'intensità del sole nell'arco di una giornata, attorno all'immagine di un ragazzo che legge davanti al mare. All'idea di un'energia che rinnova il pensiero si lega il piccolo tavolo da scrittura, composto da raggi asimmetrici e dipinto di un rosso vibrante.

Al piano superiore dello spazio, in una fotografia degli anni ‘30 un uomo in costume da bagno, attraverso una posa divertita, fa il verso ad un'idea di Oriente meditativo, aprendo una serie di immagini in bianco e nero di disposizioni di fiori, ravvivate da inserti lineari di veline colorate, un racconto sulla costruzione dell'identità di cui il corpo diventa fulcro.

Stefano Serusi - Come Funziona l'Estate
DIMORA ARTICA
Milano - dall'undici al 26 settembre 2015
Via Matteo Maria Boiardo 11 (20127)
+39 3805245917
dimoraartica@gmail.com
www.dimoraartica.com

domenica 6 settembre 2015

Giorgio Dalla Costa : Image the invisible

Come ogni anno, ormai da cinque edizioni, il New Generation Festival di Lonigo presenta la sua Preview Exhibition, esposizione che mira a presentare presso le sale espositive di Palazzo Pisani il lavoro di artisti selezionati che operano nel contemporaneo. Dal 6 al 20 settembre 2015 la Casa della Cultura leonicena ospiterà la mostra personale di Giorgio Dalla Costa “Image the invisible”, volta a delineare la ricerca dell'artista leoniceno, legata al profondo dell'anima e alla gestualità della pittura libera da freni inibitori. 



“Tolgo materia per riempire lo spazio…” esordisce Giorgio Dalla Costa parlando della sua arte. Dietro il pensiero umano c'è l'oscurità. Dietro il pensiero umano Giorgio Dalla Costa traccia i primordi di un'arte in divenire. Nulla è scritto, nulla deriva da una progettualità precostituita. Siamo nudi, di fronte alla tela; osserviamo noi stessi in balia dell'ignoto, consci che qualcosa sta per avvenire. È la poesia dell'arte, un momento, una frazione di secondo che accende la miccia della vita, della vita vera, fatta di passione e di sincerità. Nulla nasconde una tela bianca. È una domanda, null'altro che una domanda che rivolgiamo a noi stessi. 

Dalla Costa è il poeta seduto in riva ad un mare silenzioso, in attesa del fragore delle onde che, un tempo lontano, si avvicina sempre più fino a divenire urlo assordante. Si alza, Giorgio, aggredisce la tela, urla le sue onde investendo la superficie di colori che richiamano l'anima. E noi osserviamo attoniti il grande spettacolo dell'arte, madre natura di un uomo che improvvisamente ha mille storie da raccontare, raccolte in un pennello, in un gesto, in un semplice, univoco, movimento. Sembra di vivere l'esperienza di una nascita, la si avverte dalle vibrazioni della tela, nell'estasi catartica di colui che parla il linguaggio del contemporaneo, eroe dei nostri tempi fatti spesso dalla superficialità dei mass media. 

Una meditazione interiore così profonda che spinge Dalla Costa a toccarla, la tela, mentre ancora è fradicia di colore acrilico steso con ampie volute dinamiche nel più tipico gesto informale. Alchimia? Arte o Poesia? Dalla Costa è l'insieme irrevocabile di alambicchi fumanti, pennelli grondanti e lettere ancora non scritte. È seduto ora, Giorgio. Minuti ad osservare ogni singolo passaggio, ogni singola goccia del sudore steso in quel racconto, esausto, ma ancora in cerca di un ultimo momento, un ultimo gesto, per poter considerare il suo racconto, terminato. Solo allora le luci si accendono, il palco freme, il pubblico applaude. Il suo viaggio è concluso, dietro la sua anima, ora, riusciamo a leggere un'oscurità fatta di gialli e rossi, neri acrilici e vernici alla nitro nel momento in cui i nostri occhi si fondono con quelle pennellate. Un momento, che da ora, viene chiamato Arte. 

Giorgio Dalla Costa nasce nel 1970 ad Arzignano (VI); nel 1988 si diploma Grafico Pubblicitario e due anni più tardi apre uno studio di pubblicità e comunicazione che conduce fino al 2002, quando decide di dedicarsi definitivamente all’arte. “Questa mostra rappresenta il lavoro di un artista che stimiamo moltissimo” afferma Matteo Vanzan di MV Eventi, curatore dell'esposizione “capace di suscitare emozioni uniche non solo grazie alla sua ricerca, ma attraverso riflessioni profonde sullo stato dell'uomo narrate con ampie volute di colore e gestualità fluide, sicure ma mai aggressive. Non per nulla abbiamo scelto Giorgio per inaugurare il quinto New Generation Festival, che aprirà i battenti il prossimo 3 ottobre presso Palazzo Pisani proprio con la sua performance live”.

Giorgio Dalla Costa - Image the invisible
PALAZZO PISANI
Lonigo (VI) - dal 6 al 20 settembre 2015
Via Giuseppe Garibaldi (36045)