James Tissot (Nantes 1836 - Chenecey-Buillon, 1902) è stato un vero e proprio divo della sua epoca: un dandy, celebre e assai apprezzato, amico degli impressionisti e tuttavia fieramente indipendente.
Nato nella ricca città portuale di Nantes – figlio di un agiato mercante di tessuti e di una madre devota e premurosa – sarà ossessionato per tutta la vita dai viaggi e dalle navi, dalle partenze e dalle donne. La rigida educazione presso i Gesuiti gli inculca una tenace fede cattolica, ma il precoce talento di disegnatore lo spinge a lasciare la città natale per dedicarsi alla carriera artistica. A Parigi, negli anni sessanta dell’Ottocento, i suoi dipinti di storia e i ritratti mondani riscuotono grande successo e Tissot diventa intimo amico di Degas, Whistler e Legros.
Gli eventi storici giocano un ruolo nefasto: allarmato dalla sanguinosa repressione della Comune, lascia precipitosamente la Francia e si reca a Londra dove resterà undici anni (1871-1882) e andrà incontro a nuovi clamorosi trionfi. Nel 1876 conosce la sua musa, il suo “eterno femminino”, Kathleen Newton. La compagna che sarà fino alla morte la principale fonte di ispirazione del pittore. Tissot diffonde le proprie opere tramite l’incisione, frequenta l’élite artistica del suo tempo, espone alla Royal Academy e presso gallerie d’avanguardia. È celebre, ricco, ammirato, ma la morte prematura di Kathleen Newton nel 1882 lo sprofonda nel dolore: abbandona immediatamente Londra e torna in Francia dove ritrova i vecchi amici.
Nel 1885 la presentazione della serie di opere dedicate alla “Donna a Parigi” si rivela un insuccesso di critica. Nel 1886, colto da una crisi mistica, il pittore concepisce un progetto particolarmente gravoso: illustrare in 365 acquerelli ispirati ai racconti evangelici la vita di Gesù Cristo. Tale serie avrà un grande successo commerciale. Nel 1902 muore, senza lasciare eredi diretti, nel castello di Buillon – il paese natale del padre – nei pressi di Besançon. Le sue opere, messe all’asta nel 1964, andranno disperse. “James Tissot, pittore dell’amore e della moda” è la prima mostra dedicata all’artista in Italia.
Gli inizi a Parigi: pittore di storie Giunto nella capitale, Tissot studia sotto la guida di Hippolyte Flandrin e Louis Lamothe presso l’École des Beaux-Arts. I due maestri – discepoli di Ingres – gli trasmettono l’attenzione per la linea, gli abiti, i dettagli e gli accessori, il gusto per i ritratti aggraziati e i soggetti storici. Tissot non riesce a conseguire il Prix de Rome, ma si dedica con entusiasmo alle scene di storia e di genere, opere che non passano inosservate al Salon. A dispetto della carenza di riconoscimenti ufficiali, godrà sempre del favore del pubblico e della critica.
Nel 1855 cambia il proprio nome nel più mondano “James”. Nel 1860 L’incontro tra Faust e Margherita viene acquistato dallo Stato e l’autore diviene presto celebre: il suo Autoritratto rivela un volto sicuro di sé e uno sguardo ironico. Il giovane artista fa amicizia con James McNeill Whistler ed Edgar Degas, frequenta Nadar e Daudet, Manet e Courbet. Nel 1864 si fa costruire una magnifica dimora in avenue de l’Impératrice – l’attuale avenue Foch – che sbalordisce i visitatori. Edgar Degas lo invidia! Tissot crea immagini e storie che per essere comprese richiedono del tempo. Trae ispirazione da soggetti e costumi medievali o rinascimentali.
Copia le opere del pittore belga Henri Leys che “ritrae” soggetti storici all’interno di architetture antiche. In una serie di tele ispirate al Faust di Goethe – fra le quali Tentativo di ratto (1865) – sviluppa una tematica che vede la donna, incarnata dalla figura di Margherita, al centro di una spirale di potere, seduzione e violenza. Nel 1862 si reca per la prima volta in Italia e visita Firenze e Venezia. Copia soprattutto Carpaccio e Bellini da cui prenderà spunto per le sue opere sul tema del Figliol prodigo. Il soggiorno in Italia accenderà in Tissot il gusto per gli arredi, la luce calda e gli abiti delicati. Intorno al 1870 Tissot inizia una serie che rimanda alla pittura inglese e alla moda neosettecentesca. Affiorano già in questi dipinti la meticolosità nell’armonizzare i colori e l’attenzione per la curva che riprendono la lezione di Ingres, pittore di cui Flandrin era stato uno dei discepoli più fedeli. In quegli stessi anni Tissot lavora sui temi – introdotti assai presto nella sua pittura – cui ritornerà per tutta la vita: l’isolamento, l’introspezione psicologica e il commiato.
La vita moderna - Il pittore si dedica in parallelo anche ad altri temi e ritrae scene di vita moderna. Mademoiselle L.L. (1864) è un ritratto che si distacca dalle sue opere precedenti. In chiesa (1865) denota un mutamento di rotta. Il pittore, influenzato da Degas, cambia la propria
pennellata e si dà al ritratto per compiacere una clientela benestante. Inizia a collezionare arte giapponese. Il delizioso pastiche La giapponese al bagno (1867) – l’unico nudo di tutta la sua carriera! – attesta il suo amore per l’estremo oriente. Dopo la caduta della Comune si affretta a lasciare la Parigi e si rifugia a Londra (1871), dove riprende la propria carriera. Viene accolto con affetto da amici quali Thomas Gibson Bowles, direttore di “Vanity Fair”, che gli commissiona delle caricature. Ritrae attrici – Mrs. Loyd (1876) – e giovani donne in preda alla sofferenza: Una convalescente (1876). Il Ritratto del principe imperiale e la madre (1873 ca.) gli vale la benevolenza della famiglia di Napoleone III in esilio. In Inghilterra, intorno al 1876, incontrerà la sua musa, Kathleen Newton.
Il pittore di Londra Tissot, come Whistler, è affascinato dal Tamigi. Colloca spesso sulla tela fanciulle solitarie e sognanti, sospese tra le contingenze della vita e un mondo lontano e illusorio. Dal dipinto La figlia del capitano, esposto alla Royal Academy nel 1873, trapela la raffinatezza della pennellata e la passione per il viaggio dell’autore. La tela pone la donna in una situazione ambigua: quella di una preda che si rifiuta di piegarsi al suo destino. L’ironia dell’Arsenale di Portsmouth (1877) rivela un artista in grado di cogliere tutte le sottigliezze dei codici sociali britannici. Il suo sguardo “francese” incoraggia Tissot a ritrarre con arguzia consuetudini che comprende, ma che non sempre riesce ad apprezzare. Come palesa La galleria dell’HMS Calcutta (1876 ca.), i rapporti tra uomini e donne sono tra i suoi soggetti prediletti. Il volto ideale di Kathleen Newton Nel 1875 Tissot si rivolge all’incisione. Frequenta l’Hanover Square Club di Londra dove incrocia l’italiano Giuseppe de Nittis, ma anche gli incisori Frederick Goulding e Seymour Haden.
Tramite la stampa e le regolari mostre delle sue incisioni diffonde e reinterpreta i propri disegni e dipinti. Tissot torna spesso su un volto che si trasformerà in un’ossessione, quello di Kathleen Newton (L’amaca).Intorno al 1876 James Tissot conosce la donna che sarà la sua musa: Kathleen Newton (1854-1882), un’irlandese divorziata in odore di scandalo, la cui figura aleggia in tutti i ritratti femminili dell’artista. Tissot accoglierà Kathleen e i suoi due figli – Violet e Cecile George – nella casa di Grove End Road, a Saint John’s Wood, una zona di Londra piuttosto chic e bohémien. Sarà il periodo più felice della vita dell’artista. La signora con l’ombrello la raffigura come una donna sicura del proprio fascino e rende omaggio all’arte giapponese e alla bellezza femminile. La lettura nel parco raffigura Kathleen in un luogo propizio alla fantasticheria, il giardino del pittore, che ritorna in una serie d'incisioni (Sotto il sole). La colazione sull’erba, riproduzione di una scena quotidiana e intima, è una rara testimonianza di un’influenza impressionista sulla pittura di Tissot.
Rivali è una tela manifesto che presenta Kathleen – in una serra soffocante – come oggetto del desiderio conteso da due uomini, uno ancora giovane e l’altro più maturo. L’amore provato da Tissot si dispiega nei ritratti della compagna adorata. VI. La figlia del guerrieroTissot è stato un acuto osservatore della vita londinese. La figlia del guerriero (1879) è una descrizione particolarmente originale dei costumi britannici. La tela occupa un posto speciale nella sua produzione perché tratta la questione della condizione femminile in modo piuttosto concreto. Una giovane donna – che somiglia molto a Kathleen – accompagna il padre, un vecchio costretto su una sedia a rotelle; dietro di lei si distingue Cumberland Terrace, a Regent’s Park, un elegante quartiere della capitale inglese. La composizione potrebbe essere letta come un omaggio all’eroe di guerra rimasto ferito in un atto di eroismo se l’attenzione di chi contempla la tela non venisse catturata dallo sguardo penetrante che la fanciulla rivolge all’osservatore.
I dettagli lussuosi (plaid, pelliccia, cappotto scozzese) non bastano a distogliere lo spettatore dalla protagonista femminile del dipinto. Al tedio si mescola la voglia di libertà e la differenza di età lascia trasparire una graffiante ironia: il vecchio non ha alcuna percezione della vita interiore della figlia, probabilmente assorbita da un amore assai diverso da quello filiale. Il contrasto nel trattamento della figura paterna (che si confonde con la tinta grigia della terrazza vittoriana sullo sfondo) e dell’elegante fanciulla, la cui bellezza è esaltata da una spilla d’oro, produce un turbamento singolare. VII. Il figliol prodigo nella vita modernaPer tutta la vita, Tissot si è considerato come un figliol prodigo.
Dopo l’incontro con Kathleen e con il crescere del proprio impulso religioso condurrà una vita più sobria rispetto a quella giovanile. Alla morte della compagna, il 9 novembre 1882, il pittore fa precipitosamente ritorno a Parigi. I Goncourt lo descrivono abbattuto, depresso, in preda ai dubbi. Proprio in quel periodo, Tissot completa il secondo ciclo di dipinti sul tema del Figliol prodigo, ambientati questa volta in epoca contemporanea e torna, a vent'anni di distanza, a trattare la stessa parabola cristiana. La serie di quattro tele racconta una storia semplice: il commiato, il soggiorno in un paese straniero (in questo caso il Giappone), il ritorno e il banchetto con il vitello grasso, il momento della riconciliazione. In questo ciclo l’autore alludeva certamente al proprio ritorno in Francia: avvertiva forse il bisogno di essere perdonato dagli amici lasciati in patria?
Le incisioni con il frontespizio originale che raffigura un vangelo aperto evidenziano la cura del dettaglio tipica dell’artista. VIII. James Tissot, pittore della moda Tissot era un grande ammiratore di Ingres. La posa, il formato e la cura dei dettagli del Ritratto di Frederick Burnaby (1870) – uno dei migliori ritratti mai realizzati da Tissot – rimandano in effetti proprio a Ingres. Il Ritratto del reverendo Bichet (1885), cognato dell’artista, testimonia l’influenza di Ingres nella scelta della posa, nel meticoloso lavoro sul volto, nell’accurato studio delle ombre e dell’abito. Il piccolo Nemrod (1883) è un ritratto infantile mascherato da scena biblica: vi riconosciamo il piccolo Cecile George e Violet – i figli di Kathleen Newton – e le nipoti del pittore, Lilian e Isabelle.
La straordinaria Copia in grisaglia di Madame de Senonnes (1899) costituisce un intenso e inedito omaggio al maestro che Tissot considerava un punto di riferimento assoluto come spiegò al curatore del museo di belle arti di Nantes nel 1899. La scelta di riprodurre l’opera come grisaglia si spiega con il fatto che per eseguire la copia Tissot si servì di una fotografia. Si tratta di uno tra i suoi ultimi capolavori. Nel 1882, sconvolto dalla morte della compagna, Tissot lascia Londra e torna a Parigi. Tra il 1883 e il 1885 lavora a un ciclo sul tema della “Donna parigina” che sarà accolto piuttosto male dalla critica. L’autore sceglie quindici “tipi” noti sulla base di criteri sociali e mondani: dalle acrobate (Le dame sui cocchi) alle Mogli d’artisti, dalla commessa all’ambiziosa, dalla mondana alla Più bella donna di Parigi.
La serie doveva essere accompagnata da testi redatti da grandi scrittori dell’epoca (Alphonse Daudet, Jules Clarétie, Edmond de Goncourt...). Il fiasco indurrà Tissot ad abbandonare l’idea di realizzare un’altra serie dedicata alla “Straniera”. Nel 1886 Tissot visita l’Egitto e la Palestina. In seguito alla sua svolta mistica si dà alla pittura religiosa. Negli stessi anni diviene maestro di Paul-César Helleu che si considera suo discepolo. Insieme a Jacques-Émile Blanche, Helleu traghetterà nel Novecento lo stile e le tematiche di James Tissot.