giovedì 30 luglio 2015

Le Riflessioni temporali di Davide Frisoni al Museo di Rimini

Comunicato stampa - Senza rinunciare al tema principale della sua ricerca, la strada, e andando alla ricerca di un dialogo, una rilettura che trasforma e riflette sulla lezione con la nostra tradizione artistica occidentale, ha cercato di interpretare con il suo linguaggio, il suo gesto, la sua grafia, alcune opere di maestri come Cagnacci, Ingres, Rembrandt, Pittoni, Maffei e tanti altri. 

L’esposizione è composta da due diverse ambientazioni. La prima occuperà gli spazi della Manica Lunga al primo piano del Museo, dove troveremo il corpus principale delle opere. La seconda entra a far parte del percorso del Museo (secondo piano) dove troveremo in alcune stanze le opere di Frisoni affiancate a quelle dei maestri antichi. Il Guercino, il Cagnacci, il Pittoni, il Maffei e Murrillo.

Una concessione straordinaria fatta dall’Assessore alla Cultura Massimo Pulini e dal direttore del Museo della Città Maurizio Biordi che permetterà al visitatore di fruire dell’immediato confronto tra originale antico e la sua personalissima “visione” della stessa.

A cura di Massimo Pulini, Assessore alla Cultura di Rimini, storico dell’arte, artista
con il Patrocinio del Comune di Rimini, Assessorato alla Cultura di Rimini, Mueso della Città di Rimini

Il Catalogo sarà disponibile presso il bookshop del Museo e nelle più importanti librerie di Rimini


“Riverbero”
"Lungo l'arco di millenni l'umanità ha potuto specchiarsi quasi solo nell'acqua ferma di uno stagno, nelle pozzanghere formatesi dopo una giornata di pioggia o nei recipienti costruiti dal primario ingegno. Solo dopo lunghi e imperfetti tentativi è riuscita, dal dominio del metalli, a ottenere superfici riflettenti adeguate ad una visione reale.
Viene da chiedersi quale percezione avessero di se stesse le persone che vivevano in assenza di quelle misteriose protesi della vista che ci restituiscono le nostre sembianze. E se per un caso fortuito la natura non avesse concesso a certe materie questa proprietà, cosa ne sarebbe stato del mondo? Di certo la nostra vita sarebbe diversa senza nemmeno quel giornaliero appoggio, che talvolta ci rassicura, mentre in altri casi inquieta.
Ma nonostante i successi tecnologici effettuati in questo campo resta il fatto che ognuno di noi conosce meglio gli altri di se stesso, forse le espressioni più salienti e spontanee del nostro volto ci sono ignote mentre risultano accessibili a chi ci sta vicino.
La liquidità e la tempra del metallo sono dunque le condizioni materiche ideali per rendere possibile la specchiatura, ma, a guardare attentamente le cose, non vi è elemento del cosmo che, seppur in parte infinitesimale, non riverberi quel che lo circonda. I riflessi cromatici e luminescenti possono mutare il tono di qualsiasi superficie, anche la più nera e opaca. Forse tra i primi a ragionare su questi argomenti della visione sono stati gli artisti. I pittori hanno ben conosciuto, e talvolta saputo magistralmente restituire nelle loro opere, i più delicati riverberi di luce e di colore, il cangiantismo di certi tessuti e lo schiarirsi di un'ombra per la vicinanza di un altro oggetto, il riflesso di una finestra nel vetro di una bottiglia o quel barlume sulla guancia di un ritratto per effetto del colletto di una camicia.

Da molti anni Davide Frisoni, attraverso il filtro ottico della pittura, riflette (è il caso di dirlo) sui riflessi. L'asfalto lucido dopo un acquazzone estivo è una condizione che, nella sua Rimini, finisce per acquistare un sapore da fine stagione. La situazione sembra sospesa nel momento dei titoli di coda di un film e quando si accendono i fari delle auto, si aggiunge un senso di ritorno a casa.
Quasi a compimento di questa lunga e attenta ricerca, Davide aggiunge ora un'evocazione della storia, della storia dell'arte, che permette di trasferire le opere nella dimensione del simbolo e dell'enigma.
Quel riverbero rossastro che vira e deforma l'immagine di una Vocazione di San Matteo, gioiello del Museo della Città dipinto da Guido Cagnacci nel terzo decennio del XVII secolo, suona come una domanda che un pittore contemporaneo, innanzi tutto, fa a se stesso." - Massimo Pulini


Davide Frisoni - Riflessioni temporali
MUSEO DELLA CITTA'
Rimini - dal 31 luglio al 6 settembre 2015
Via Luigi Tonini 1 (47900)
+39 054121482

Ingresso gratuito alla mostra

Inaugurazione:
31 luglio ore 18:30

orari museo:

da martedì a sabato 14.00-23.00
martedì e giovedì anche 10.00-12.30
domenica e festivi 17.00-23.00
chiuso lunedì non festivi

Info mostra:
Museo della Città Tel. 0541.793851
Davide Frisoni 339.3237273

domenica 26 luglio 2015

Il di/segno nel cinema

Per la prima volta una mostra svela la poetica, lo spirito creativo e le 'visioni' che animano i nostri registi e che stanno prima e talvolta 'oltre' i film realizzati.


Dall'esperienza pittorica di Marco Bellocchio agli schizzi impareggiabili di Ettore Scola, agli 'atlanti visivi' di Mario Martone, i gesti artistici che prendono vita prima della realizzazione di un film sono il tema di una curiosa e interessante rassegna allestita fino al 27 settembre a Cagliari, negli spazi del Palazzo della Città. Un viaggio che si snoda attraverso l'universo immaginifico, ideativo e spirituale del cinema italiano, portando in primo piano il mondo dei segni (pittorici, grafici o visuali) dei grandi registi italiani di ieri, di quelli oggi più prolifici e ammirati e dei talenti (tanti) che stanno emergendo.

Intitolata "Il di/segno nel cinema", la mostra, promossa dal comune e dai Musei Civici di Cagliari nell'ambito del programma "Cagliari Capitale della Cultura 2015", é stata curata da Giovanni Columbu, Anna Maria Montaldo e Giona Nazzaro, che insieme hanno selezionato i lavori, espressioni di linguaggi diversi e peculiari, per indagare l'origine dell'atto creativo, il formarsi dell'idea, e riproponendo in forma inedita il rapporto tra segno grafico e segno cinematografico. Per la prima volta, un'evento espositivo riesce infatti a svelare la poetica, lo spirito creativo e le visioni che animano il lavoro dei registi e che stanno prima e talvolta 'oltre' i film realizzati, offrendoci così l'affresco di un grande cinema italiano.

domenica 19 luglio 2015

Mediterranean Darkness

Mediterranean Darkness” è il titolo della mostra fotografica che il MACRO Museo d'Arte Contemporanea di Roma ospiterà dal giorno 22 luglio al 20 settembre 2015. 

Autore delle opere esposte è Francesco Francaviglia, fotografo tra i più interessanti dell'attuale panorama italiano, vincitore tra l'altro del premio FIAF 2014 ed ospite lo scorso autunno presso la Galleria degli Uffizi di Firenze che per la prima volta, con il lavoro “Le Donne del Digiuno” di Francaviglia, apre le porte ad una personale di fotografia. Dopo “Le Donne del Digiuno”, dedicata alla memoria delle stragi mafiose di Capaci e Via D'Amelio, che ha riscosso numerosi riconoscimenti, oltre al grande successo di pubblico e di critica, il suo nuovo lavoro “Mediterranean Darkness”, in esclusiva per il Macro, ne raccoglie il testimone con una serie di ritratti di “Gente di Palestina, Migranti e Donne del Digiuno”, per raccontare attraverso i volti e l'oscurità che li circonda le mille insanabili contraddizioni dei popoli che si affacciano sullo stesso mare. 

Quel Mediterraneo diventato ormai testimone di enormi atrocità e tuttavia luogo da cui non si può prescindere per una possibile salvezza. La mostra sarà inaugurata il prossimo martedì 21 luglio alle ore 17.30 alla presenza del Sostituto Procuratore Nazionale Franca Imbergamo che, nel testo di introduzione alla mostra, tra l'altro, scrive: “C’è un convitato di pietra in ogni foto ed è la Giustizia, cercata da tutti i protagonisti dei ritratti, umiliata da chi li ha costretti alla fuga o alla sopravvivenza nell’inferno dei territori in guerra o ancora imperiosamente richiesta dal coraggio della rivolta delle donne del digiuno. Non si può eludere il tema, Giustizia e Verità sono le domande che i volti ritratti ci pongono e le nostre sono, sino ad oggi, risposte incomplete, perdenti. Ma la Giustizia calpestata non è quella dei Tribunali. 

Sbaglia chi pensa di poter delegare alla repressione penale la soluzione di problemi che riguardano direttamente la sopravvivenza della Democrazia e la gestione di fenomeni migratori di portata biblica. Guerre, carestie, soprusi, mafie impongono scelte di civiltà più alte dei muri fisici e ideali che le politiche della repressione stanno erigendo.Nonostante la minaccia terribile del terrorismo di matrice islamista, anzi proprio in ragione della sua tenebrosa espansione, è necessario riaffermare il primato della civiltà dei diritti umani universali per non perdere una sfida a dir poco epocale. La pace e il riconoscimento della dignità umana sono l’unica, purtroppo difficile, soluzione. 

Il Mediterraneo ha visto nascere grandi civiltà e le ha viste anche morire. Adesso dobbiamo scegliere... i ritratti di Francesco Francaviglia raccontano, a chi vuol capire, quale sia la posta in gioco e forse indicano l’unica strada percorribile.” In occasione della mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dall'Associazione Officine Blu con il sostegno dell'Associazione Officine Fotografiche Roma e dello IED Firenze, l'editore BAM (Bottega Antonio Manta) pubblica, in edizione limitata e numerata, il libro FRANCESCO FRANCAVIGLIA MEDITERRANEAN DARKNESS, che contiene anche una stampa inedita FineArt autografata dall’autore e il QR code per il free download del sound project della mostra. 

Il libro, a cura di Franca Imbergamo, include testi di Luisa Morgantini già Vice Presidente del Parlamento Europeo, Salvo Palazzolo giornalista de La Repubblica, Lirio Abbate giornalista de L'Espresso, Augusto Pieroni storico e critico d’arte contemporanea e del fotografo Mustafa Sabbagh.Il “libro d'artista” sarà disponibile all'interno del bookshop del MACRO o prenotabile tramite il sito francescofrancaviglia.com.

domenica 5 luglio 2015

ALTO FEST – International Contemporary Live Arts for a Human/Urban Regeneration

La V edizione di ALTO FEST – International Contemporary Live Arts for a Human/Urban Regeneration, si apre all’insegna del riconoscimento di Festival d’Europa, giunto da EFFE – Europe for Festivals Festivals for Europe, un’iniziativa dell’Unione Europea.! ! Alto Fest è un progetto culturale internazionale, orizzontale e generativo, che si innesta nel tessuto socio-urbano che lo ospita. Lo scopo del festival, sintetizzato dal motto “dare luogo”, consiste nell’attivare processi culturali partecipativi e promuovere così un’esperienza di rigenerazione umana ed urbana.Un processo svolto attraverso la sperimentazione di poetiche innovative, che ambiscono a coinvolgere, assieme ai luoghi, il sistema di relazioni che questi luoghi ospitano. 

Il Festival si svolge negli spazi privati donati spontaneamente dai cittadini (appartamenti, terrazzi,sotterranei, cortili, interi condomini, laboratori artigianali…).Selezionati tra oltre 250 proposte pervenute da 44 nazioni diverse, queste le presenze che animano il programma di Alto Fest:
Aldo Riboni (IT), Ana Paula Santana (MEX), AntoninoTalamo (IT), Azul Teatro (IT), Bergen Convention (RU / DE), Charles Koroneho (CA / NZ), Claudio Menna (IT), Collettivonucleo34 (IT), C.ie du ciel et des épices (FR), Connor Maley (USA), Derviches A (FR / IT), Fabris | Mansour (IT / LB), Federica Terracina (FR / IT), Fen Chen (USA / CHN), Francesco Paolo de Siena (IT), Giuseppe Valentino (IT), Glnu Kirs (LB), Hui Chun Chen (NL / TW), Ilaria Abbiento (IT), Ivana Petito (IT), Katie Duck (NL), Luca Errico e l’Oceano Viola (IT), Ludovica Rambelli (IT), Marion Phillini (UK / IT / AU / CO), Niyar Theatre (IL /DE), ODC Ensemble (GR), Ohi Pezoume (GR), Opera retablO (CH), Paola Stella Minni (IT), Phoebe Zeitgeist (IT), Pietribiasi | Tedeschi (IT), Progetto Brockenhaus (CH / IT), Quesada|Cisneros (AR / MEX), Rea Zekkou (GR), Réplika Teatro (ES / PL), Roberto Corradino (IT), Rua Portalba (IT), Sandra Bozic (RS), Sara De Jesus Bento (PT), SU | SA (JP / IT), T.I.R. (IT), Toccata Studio (MY), Waas | Barletti (DE / IT)

Il programma del festival accoglie tutte le espressioni dell’arte contemporanea, dal teatro alle arti visive, dalla danza alla musica, fino al cinema e alla scrittura, ospitando progettualità interdisciplinari, prodotte dal dialogo tra autori che sperimentano sinergie inedite, prassi ibride, la cui presenza oggi rende ALTO FEST crocevia di linguaggi diversificati e di estetiche sperimentali, portando a Napoli la voce della cultura contemporanea internazionale.

Sono infatti 26 le nazioni coinvolte, con artisti e operatori culturali provenienti da Olanda,Canada, Nuova Zelanda, Messico, Francia, Spagna, UK, Grecia, Malesia, Israele, Argentina, Libano, Serbia, Svizzera, Germania, Giappone, Cina, USA, Australia, Colombia, Portogallo, Russia, Taiwan, Croazia, Repubblica Ceca, Italia. 44 progetti per 107 artisti e operatori culturali, 201 le repliche previste in 5 giorni, 9 le lingue che si parleranno. Più di 50 luoghi donati, disposti su 6 diverse municipalità. Tra cittadini, donatori di spazio e di ospitalità, associazioni e realtà creative del territorio, artisti, studiosi e componenti dell’organizzazione, il festival coinvolge nella sua realizzazione più di 300 persone.

Fondamentale per la sua realizzazione è il dialogo con le ambasciate e le istituzioni culturali internazionali, volte a sostenere la mobilità degli artisti e ad ospitare operatori culturali e programmatori di festival e rassegne internazionali, per favorire la crescita e la promozione dei linguaggi artistici contemporanei internazionali. Sostengono la presenza dei rispettivi artisti l’ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, di Spagna, Germania, Grecia, Israele, Croazia, il Prince Claus Fund for Culture and Development, l’EUnity. Alto Fest è inoltre patrocinato da Centro Ceco di Milano, l’Istituto Polacco di Roma, il Forum Austriaco di Cultura, L’Istituto Cervantes di Napoli.

L’esperienza di ALTO FEST è accresciuta dalla preziosa collaborazione con Partner e Sostenitori d’eccezione, che ne completano la geografia, configurando un’offerta culturale differenziata e interdisciplinare, capace di valorizzare le differenze, riuscendo a coinvolgere un pubblico di ogni età, provenienza ed estrazione. L’Aeroporto Internazionale di Napoli e l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, si configurano come main partner di Alto Fest 2015, a cui si aggiunge il prezioso sostegno dell’Antica Pizzeria Gino Sorbillo al premio di produzione “Operappartamento”, assegnato agli svizzeri Opera retablO, quest’anno ospitato in residenza in casa Fiorellino. La compagnia fondata da Ledwina Costantini presenterà in anteprima, il 6 luglio alle 19:00, il primo studio di KőSZEG, liberamente ispirato all’opera di Ágota Kristóf. Sempre il 6 luglio alle 11:00 e alle 17:00 ci sarà un tour speciale lungo i luoghi di “Napoli Insolita e Segreta” guidato dallo stesso autore Valerio Ceva Grimaldi.

L’ Aeroporto Internazionale di Napoli ospiterà in anteprima l’inaugurazione del Festival, il 7 luglio dalle 11:00 alle 13:00, accogliendo nei suoi spazi la performance “Icaro” a cura di Azul Teatro. Una collaborazione fondata su prospettive comuni: favorire ai cittadini l’accesso diretto all’offerta culturale internazionale, innescando un’azione di rigenerazione urbana/umana.
L’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, oltre a sostenere la presenza degli artisti olandesi, promuove e sostiene il progetto TEXTURE, a cura di Creactivitas. Un Laboratorio Internazionale di pratiche e visioni di rigenerazione urbana Culture-led e Performing Heritage, che si terrà il 7 luglio alle 17:30 presso il RIOT Studio, Palazzo Marigliano.!

Il 12 luglio alle ore 11:00 il festival si avvia alla sua chiusura con un simposio a cura dell’Osservatorio Critico, coordinato da Silvi Mei, producer teatrale, web editor “Culture Teatrali”. A seguire gli ultimi interventi in programma e poi l’Afterfest.

Un particolare fuori programma ci verrà offerto dalla OMM Orchestra Multietnica Mediterranea, che accoglierà gli spettatori di Alto Fest alle prove aperte della loro ultima opera.

Il festival nasce a Napoli nel 2011, ideato e diretto da TeatrInGestAzione, organismo creativo intersoggettivo, guidato da Gesualdi | Trono, che da diversi anni si occupa di creare pratiche artistiche innovative che coinvolgono il territorio e gli artisti internazionali, puntando sulla partecipazione diretta dei cittadini ai processi culturali, innestando l’azione artistica nell’architettura socio-urbana ed umana in cui agisce.

ALTO FEST è indipendente ed autofinanziato. Vive del dono di TeatrInGestAzione sotto forma di tempo, competenze e denaro (nella misura delle proprie possibilità), del dono dei cittadini che offrono spazio e accoglienza, degli artisti che condividono il tempo e lo spazio della propria opera, dei volontari, e di alcune progettualità sane locali, di professionisti e studiosi, e di operatori culturali, nazionali e internazionali, che offrono le proprie competenze e i propri strumenti intrecciando le proprie visioni con quelle del Festival.

In particolare si ringraziano:
Napoli Film Festival, la cui collaborazione ha dato vita fin dalla passata edizione alle Film in Residency, residenze creative per filmmaker internazionali, a cui quest’anno si aggiunge il supporto tecnico della Scuola di Cinema di Napoli.
Dourgouti Island Hotel Project di Atene (GR), che curerà il progetto pedagogico per una mappatura foto-poetica dei luoghi di Alto Fest, promuovendo un gemellaggio tra gli studenti del sesto Istituto Superiore di Neos Kosmos (Atene – GR) e i ragazzi del Marano Spot Festival.
Per le stampe si ringrazia Fuori Gamut.
Enjinia, che permette agli spettatori di essere sempre aggiornati sugli interventi e i percorsi del festival, grazie allo sviluppo di un’applicazione mobile, scaricabile dal sito e sulla mappa, attraverso il QR Code.
Un’attenzione particolare ai temi dell’ambiente si rileva nella collaborazione con Cleanap promotori del progetto Napoli Bike Sharing (www.bikesharingnapoli.it), grazie al quale lo spettatore potrà spostarsi con facilità e gratuitamente tra tutti gli interventi in programma.MappiNa, che ospiterà il progetto “Esposti” fino alla prossima edizione del festival, una mappatura degli studi d’artista presenti sul territorio di Napoli.
Flegrea Foto e Raiworld production (in collaborazione con Pietro Menditto) raccoglieranno una documentazione fotografica e video.
La startup toscana Partybag di Paolo Dallari, fornirà parte del service audio del festival.
La compagnia aerea Aegean che garantisce i voli di alcuni artisti greci.
Castello Ducale per il vino e la pasticceria Poppella per i fiocchi di neve.
E ancora, il Decumani Hotel de Charme, Ipins, Re Mida, Freezu, Fineartlab, La Renaissance.
E infine ringraziamo la Stanza del Gusto per aver accolto anche la conferenza stampa.! !
… e tutti coloro che dal 2011 fanno di Alto Fest un continuo miracolo.
Marino Palazzo Foglia – Napoli

I donatori di luogo:
Lucia Conforto, Paola Silverii, Jennifer Mc Donough, Mario Avallone, Fabio Dattilo, Claudia Capelli, Pippo Pirozzi e i condomini di Palazzo Sanfelice, Valeria Scialò, Guido Acampa e Francesca Nicolais,Ilaria Vitellio e Arturo Maiolino, Valentina De Vita, Anna Di Natale, Adriano Corsetti, Daniela La Torraca e Claudio Liguori, Carolina Carli e Gennaro Urzi, Nicholas Evangelista, Renato del Autorimessa Cava di tufo, la Scuola di lingua dei segni Counselis, Floriana Fiorellino, Ilaria Abbiento e Francesco Manzo,l’Associazione Fantasmatica, Sergio Catello e Maurilia Monti, Anna Gesualdi e Giovanni Trono,Barbara Fumagalli e Johnny Grima, Don Giuseppe Cuomo, Francesco Orefice, Andrea Botte, Nunzia Castellano, Nunzia Ferro, Gaetano Pucino, Pina Malinconico, Ciro Oliva, Giuseppe Laudato, Lia Polcari, Mariarosaria Polcari, Marina Mosca, Paola Iaccarino Idelson, Silvana Tomei, Giovanna Franzese, Luca Lopez, Vincenzo Marino, Ciro Poppella, Oriana Esposito e Amalia Coletta, Marcello Merenda, Claudio Gargano e Claudia Barletta, Carlo Cremona e Marco Taglialatela, Giovanna Caldarella e Pasquale Nocerino, l’Aeroporto Internazionale di Napoli, Salvatore Petrillo, GiuseppeGiovinetti e Cinzia Baldassarre, la Famiglia Striano e Daniele Furia, Riccardo Abbruzzese, Giuseppe Musella e Giustino Catalano, Roberta Inarta e Carlo Picone, i condomini di via Mezzocannone 19, Franco e Salvatore del Garage Comune.