sabato 31 gennaio 2015

Waiting for the opening alla Galleria ZetaEffe di Firenze

Dal 2 al 12 febbraio 2015 sarà visibile, presso la Galleria ZetaEffe, la mostra "Waiting for the opening" con opere di Bernard Aubertin, Vinicio Berti, Tommaso Cascella, Lluís Cera, Roberto Crippa, Jurjen De Haan, Piero Dorazio, Giosetta Fioroni, Joachim Hiller, Roy Litchtenstein. Renato Mertens, Alvaro Monnini, Hermann Nitsch, chille Perilli, Hans Rentschler, Emilio Scanavino, Mario Schifano, Karl Stengel e Thomas Wunsch.

L’evento si colloca nei giorni che precedono la prossima inaugurazione della ZetaEffe (la personale di Tommaso Cascella, che sarà in mostra dal 14/2 fino al 7/4/2015) ed è intesa come un dialogo a più voci, una dimensione corale, in cui le espressioni artistiche (databili dagli anni sessanta fino ai nostri giorni), concorrono a definire un panorama ampio e variegato che declina in diversi ambiti, quali: la pittura, la scultura e la fotografia.

waiting for the opening
GALLERIA ZETAEFFE
Firenze - dal 2 al 12 febbraio 2015
Via Maggio 47r (50125)
+39 055 264345
info@galleriazetaeffe.com
www.galleriazetaeffe.com

venerdì 30 gennaio 2015

S’inaugura domani, sabato 31 gennaio 2015 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Women” di Sarvenaz Monzavi a cura di Flavia Motolese

S’inaugura domani, sabato 31 gennaio 2015 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Women” di Sarvenaz Monzavi a cura di Flavia Motolese. La mostra resterà aperta fino al 18 febbraio 2015 con orario 15:30 – 19:00 dal martedì al sabato.

Visi femminili che raccontano la quotidianità in prima persona, in un primissimo piano che travisa le linee somatiche accademiche per spostare l’obiettivo sul vissuto psicologico. Siamo distanti dal livello d’inquietudine di Francis Bacon, ma le forme si distaccano da una rappresentazione realistica e i colori diventano esacerbata espressione dell’imperfezione connaturata all’essenza comune. Non c’è la ricerca della bellezza aristocratica, quella dei colli lunghissimi di Modigliani, quanto piuttosto una visione che sembra riportare la voce dell’interiorità, di quei tratti caratteriali che prendono forma, esteriorizzandosi in dettagli fisiognomici.

 Lo spettatore deve allontanarsi dal quadro per cogliere l’esatto ensemble che scaturisce dalle sfumature tonali. È una realtà tangibile ma rappresentata come vibrazione interiore: siamo vicini all’introspezione espressionista baltica venata di malinconia, ma priva della forte componente tragica. La morbidezza dei contorni facciali s’impone sulla quadratura di un contesto volutamente astorico, come se si fosse riscoperta la dimensione umana degli incroci socio-geometrici di Piet Mondrian. Così il soggetto occupa quasi tutta la superficie disponibile e s’impone, in una contrapposizione ideologica di stilemi narrativi, sulla scelta degli sfondi minimali. 

Attraverso questi ritratti, l’artista sembra voler cogliere e raccontare le vite dei suoi soggetti, assegnando al dipinto il compito di esprimere lo spirito del nostro tempo. Una ricerca di realismo accompagnata da note d’immaginazione, espressa in giochi di prospettiva e in una rara essenzialità di tinte. Le donne di Sarvenaz Monzavi sono immortalate in vibranti scatti espressivi, che diventano testimonianza della condizione femminile.

Sarvenaz Monzavi - Women
SATURA - PALAZZO STELLA
Genova - dal 31 gennaio al 18 febbraio 2015
Piazza Stella 5/1 (16123)
+39 0102468284 , +39 0106046652
info@satura.it
www.saturarte.it

giovedì 29 gennaio 2015

Bindwood di Elisa Bertaglia presso gli spazi di Banca Sistema a Milano

Tredicesima esposizione per il progetto no-profit Banca SISTEMA ARTE: “Bindwood”, percorso inedito concepito dalla giovane artista Elisa Bertaglia espressamente per gli spazi espositivi della Banca in Corso Monforte a Milano. 

In “BindwoodElisa Bertaglia propone una rilettura del concetto di natura filtrato dalla propria poetica, caratterizzata da un linguaggio fortemente simbolico e onirico. Attraverso riferimenti letterari e poetici, l’artista opera quindi una riflessione atipica sul concetto di natura, slegata da una concezione realistico-paesaggistica, e indagata negli aspetti meno espliciti ed ovvi. 

Ambientati in atmosfere fantastiche e sognanti, bimbi, lupi, cani, radici sospese, lembi di paesaggio, devono la loro genesi a una memoria intima e autobiografica, per presto sfuggire alla dimensione chiusa del privato e sfociare in quella collettiva del simbolico: giovani adolescenti avvolte da bisce alludono al difficile e traumatico passaggio tra l’infanzia e l’età adulta; bimbi evanescenti privi del volto evocano il tema della ricerca dell’identità; l’animale (airone, biscia, cane lupo, corvo, ...), che spesso funge da alter ego alle piccole bimbe, accenna alla parte più recondita e istintuale del nostro io. 

L’artista propone una settantina di dipinti su carta, oltre a una grande tela, due installazioni a muro, e un disegno site specific realizzato sulla parete di uno dei saloni principali dell’esposizione, opera che sottolinea con particolare forza il carattere dialogico tra il progetto della mostra e lo spazio che la accoglie. 

Banca Sistema inoltre, come di consueto, realizza un catalogo della mostra, pubblicato e distribuito con  Vanillaedizioni: una preziosa guida alle tematiche e ai principali passaggi della ricerca dell’artista grazie a  un testo di Chiara Serri, giornalista e curatrice. 

In occasione di questa mostra Banca Sistema si è avvalsa della collaborazione dell’Associazione Culturale Arteam, associazione no-profit che attraverso diversi progetti monitora e promuove la giovane arte italiana. 

“Bindwood” resterà allestita negli spazi di Banca Sistema, in Corso Monforte 20 a Milano, dal 29 gennaio al 23 aprile 2015. Ingresso su invito (per informazioni: tel. 02 802801). 

Alcune opere di Elisa Bertaglia -28 disegni, già parte della collezione della Banca- sono inoltre esposte in via permanente presso la filiale di Banca Sistema a Padova. 

Elisa Bertaglia - Bindwood
BANCA SISTEMA
Milano - dal 29 gennaio al 23 aprile 2015
Corso Monforte 20 (20122)
+39 02802801
info@bancasistema.it
www.bancasistemarte.it

martedì 27 gennaio 2015

Any Given Post-it ...per far crescere una grande idea.

"Any Given Post-it" è la prima mostra collettiva ospitata negli spazi della White Noise Gallery che si va ad inaugurare il 31 gennaio per rimanere in esposizione fino al 28 febbraio. 

Partecipano : Daniele Aimasso, Francesco Amorosino, Rafael Araujo, Bafefit, Roberta Banino, Cristiano Baricelli, Angelo Barile, Blu and Joy, Stefano Bolcato, Alessio Bolognesi, Alessandro Calizza, Danilo Cannone, Barbara Capponi, Cristiano Carotti, Antonella Caraceni, Antonella Casazza, Alessandro Cidda, Bruno Cerasi, Valentina Colella, Leonardo Crudi, Annabella Cuomo, Sabrina H Dan,  Martina D’Anastasio, Pasquale De Sensi, Massimo Desiato, Gerlanda Di Francia, Luca Di Luzio, Marco Ercoli, Silvia Faieta, Max Ferrigno, Galo, Stefano Gentile, Roberto Gentili, Valentina Griner, Michele Guidarini, Hellbones, Mr.Klevra, Diego Koi, Giovanna Lacedra, Last22, Beniamino Leone, Marta Mancini, Simone Masetto Maghe, Francesca Mariani, Francesco Melone, Mariacarmela Milano, Luisa Montalto, Rocco Mortellitti, Omino71, Alessio Paiano, Pax Paloscia, Silvia Pavarini, Valeria Perversi, Ettore Pinelli, Marco Rea, Javier Rubin Grassa, Vincenzo Russo, Francesco Sgarlata, Gabriele Stabile, Stefano Tedeschi, Fabio Valerio Tibollo, Togaci, Giulio Vesprini, Giovanni Viola, Xel, Pietro Zucca.

Any Given Post-it non è solo una collettiva ma un esperimento sull’identità che ha coinvolto i predetti artisti italiani ed internazionali - street artists, pittori, fumettisti, illustratori, fotografi, scultori - sull'idea ... del piccolo foglietto giallo.

Il "foglietto giallo" idealmente rappresenta "l’idea", schizzata e appuntata nella sua forma più sintetica, l’origine di un pensiero complesso e del processo creativo; a tutti gli artisti è stato quindi chiesto di utilizzare il post-it in modo il più possibile personale, non come semplice supporto ma come elemento da plasmare, adattare ed integrare alla personale cifra artistica, andando oltre il proprio territorio di sicurezza. Gli artisti hanno accolto la sfida creandone sculture, li hanno dipinti, stravolti ed inseriti nelle opere in modi incredibilmente inaspettati.

Si parla di identità, quindi, che si esprime con la stessa forza a prescindere dalle condizioni di partenza, dove i due requisiti, ovvero un limite dimensionale (ogni opera misura massimo 35x35cm) e l’utilizzo di uno o infiniti post-it, si trasformano in linguaggio comune capace di raccontare 66 storie completamente differenti.

Dal 31 gennaio al 28 febbraio
White Noise gallery, via dei Marsi 20/22 Roma
Info: www.whitenoisegallery.it

sabato 24 gennaio 2015

Segno Intimo. La poesia visiva di Anna Boschi a Spazio9 di Bologna

Inaugura sabato 24 gennaio 2015, in concomitanza della White Night Arte Fiera 2015, presso Spazio9, via Val d’Aposa 1/C a Bologna, “Segno Intimo – La poesia visiva di Anna Boschi” mostra personale dell’artista emiliana Anna Boschi che da più di quarant’anni indaga e sperimenta la poetica del segno, inteso come risultato dell’estrapolazione e della sintesi tra pittura, scrittura e immagine. 

Nel clima avanguardistico dell’Italia di fine anni ’60 si sviluppa una corrente detta Poesia Visiva o Visual Poetry, che si pone l’obiettivo di scardinare il linguaggio standardizzato della comunicazione visiva e del linguaggio, attraverso una estremizzazione del segno grafico e un uso anti-precostituito dell’immagine pubblicitaria. In questo senso significante e significato perdono il loro senso originario verso una nuova libertà di espressione, in un connubio tra fisicità ed emotività, quotidianità e intimità. Anna Boschi si inserisce a pieno titolo come artista poetico-visiva all’interno di questa corrente di sperimentazione, proponendo lavori che fanno della parola stampata e scritta, e delle immagini “comuni, la base per astrarre e contemporaneamente creare nuovi collegamenti e significati.

Nata a Bologna, dove tuttora vive, quest’artista lavora su linea, colore e immagine, utilizzando tecniche diverse, dal collage alla colatura del colore “pieno” quasi informale, dai libri d’artista alle installazioni, su diversi supporti e materiali come legno e juta. La sua ricerca, che dura da più di quarant’anni, volge lo sguardo al mondo della comunicazione, utilizzando i suoi stilemi ma capovolgendone il senso, utilizzando l’ironia e la critica sottile per mettere in discussione l’iconicità diretta del segno-immagine e della parola. Nelle sue opere ritagli di giornale e figure perdono il loro significato originale e, unendosi alla parola scritta a mano, rivelano una nuova intimità e profondità. Si potrebbe parlare di appunti privati di un diario segreto che l’artista mette a disposizione di chi saprà interpretarne il contenuto, svincolato da un tempo e da uno spazio, estratti liberamente dall’inconscio. 

Anna Boschi non manca di citare e chiamare alla memoria poeti e artisti a lei vicini, da Neruda a Pessoa, da Perec a Hesse, Guillermo Deisler e Jiří Kolář. I suoi lavori rivelano una dimensione femminile e delicata. Una raffinatezza e eleganza che riportano alla sensibilità dell’artista: le sue opere sono infatti lo specchio della sua anima, riportano i segni del suo passaggio e del suo intelletto.

A partire dai lavori degli anni ’70 dove si predilige una linea informale, di ritagli, strappi e frammenti, con un uso del colore dominante e istintivo, l’artista emiliana nel corso della carriera attua via via uno “svuotamento” della superfice, fino ad un uso del nero pieno, delle linee rette e dei cerchi perfetti. L’immagine e la parola diventano parte di un mondo interiore, che sulla tela arrivano come segni di pura sintesi. 


Segno Intimo. La poesia visiva di Anna Boschi
SPAZIO9 PLANB
Bologna - dal 24 gennaio al 27 febbraio 2015
Via Val D'Aposa 1c (40123)
+39 051 0390684 , +39 051 0390685 (fax)
info@spazio9.com
www.spazio9planb.com

domenica 18 gennaio 2015

Katharina Hinsberg - Spatien alla Galleria Marie-Laure Fleisch

La Galleria Marie-Laure Fleisch inaugura il suo nuovo spazio in Via di Pallacorda con la mostra Spatien, prima personale in Italia dell’artista tedesca Katharina Hinsberg.

La nuova sede della galleria, i cui ambienti sono stati riorganizzati dallo studio Lazzarini Pickering Architetti, si situa nel rione Campo Marzio all’interno di quelle che una volta corrispondevano alle antiche scuderie di Palazzo Cardelli. Commissionato nel Cinquecento dall’umanista Jacopo Cardelli per ospitare la domus magna dell’omonima famiglia, i lavori di restauro e decorazione dei fabbricati furono affidati all’architetto Francesco da Volterra e completati poi da Gaspare Guerra, con ulteriori ampliamenti realizzati nell’Ottocento. 

La ricerca artistica di Katharina si configura come una riflessione sull’atto del disegnare, inteso nella sua accezione originaria. Medium espressivo privilegiato è la carta e punto di partenza è la linea. Sin dagli studi a Monaco e Dresda infatti, l’artista si è concentrata sulla sperimentazione delle possibilità artistiche della linea, che da segno grafico si espande liberandosi progressivamente dal vincolo del supporto cartaceo fino ad attivare un dialogo con l’architettura.

Per la mostra d’inaugurazione Katharina Hinsberg presenta un gruppo di lavori su carta e una installazione site-specific. 

In alcune opere in mostra Katharina traccia a mano libera con la matita delle linee rosse, in parte poi ritagliate, realizzando un disegno astratto che contrasta la geometria della griglia del foglio. In altre opere invece la carta, trattata come materia scultorea, viene punteggiata, incisa e bucata, prendendo vita come forma plastica a se stante.

La grande installazione, Spatien, realizzata appositamente per la nuova sede, dà il titolo alla mostra. Il termine, a cui non corrisponde in italiano una traduzione univoca, indica in genere degli intermezzi di spazio. A comporla sono proprio dei filiformi “intervalli” spaziali di carta velina rosso-arancio, meticolosamente ritagliati e poi appesi al soffitto uno ad uno.

L’opera, presentata per la prima volta in Germania nel 2010 al Kunstverein di Würzburg e ancora nel 2011 al Museum DKM di Duisburg, si trasforma di volta in volta ad ogni nuovo allestimento ed è concepita ad hoc per il luogo dove viene presentata. Una pioggia di colore pervade lo spazio, pur senza precluderlo allo sguardo, riempie visivamente il volume ma al contempo rompe i suoi limiti superando la costrizione del muro e propagandosi dal pavimento al soffitto senza soluzione di continuità. 

Tra le linee, la cui distribuzione e posizione è decisa in fieri dall’artista durante l’allestimento, si incontrano a terra caotici grovigli in cui i fili si condensano in mucchietti, e si snoda un passaggio che il visitatore è invitato ad attraversare: seguendo il percorso pensato dall’artista, il pubblico entra nell’opera e si confronta con una nuova percezione spaziale che mette in discussione i consueti punti di riferimento.

Il disegno, a cui Katharina si accosta con un approccio sistematico, diventa un mezzo di esplorazione concettuale. Guidata da razionalità e intuizione, l’artista ne sviluppa le qualità trasformative realizzando una mappatura fragile e mutevole dello spazio e analizzando le nozioni di confine e tensione tra i generi artistici: la linea del disegno infatti si materializza divenendo forma scultorea e proiettandosi sul piano tridimensionale, sino a svilupparsi in vere e proprie installazioni, che tuttavia conservano il senso grafico originario.

Katharina Hinsberg - Spatien
GALLERIA MARIE-LAURE FLEISCH
Roma - dal 19 gennaio al 21 marzo 2015
Via Pallacorda 15 (00186)
+39 0668891936
info@galleriamlf.com
www.galleriamlf.com

sabato 17 gennaio 2015

I tanti Vorrei raccontati da Claudia Corrent nelle immagini esposte al Kunstraum Cafe Mitterhofer

"Vorrei" è il titolo della mostra fotografica di Claudia Corrent che viene presentata al Kunstraum Cafe Mitterhofer di Bolzano dal 17 gennaio al 13 marzo 2015

Il lavoro è, per definizione, quella forza, unita alla consapevolezza di sé, che permette di realizzare la propria natura potenziale, portando a termine compiti etici che possano fornire un beneficio spirituale e morale a se stessi, all’ambiente sociale e naturale. Benché questa dimensione etica sia fortissima e preponderante nell’uomo, nell’attuale periodo di crisi strutturale che stiamo attraversando, a volte si traduce in un’aperta e indignata condanna verso la recente cristallizzazione dello status di disoccupazione.

Claudia Corrent "flashia" sulla vita e speranza di occupazione futura, da parte di giovani, fornendoci una sorta di libretto anagrafico o libretto di lavoro delle proprie ambizioni. I dittici ritraggono adolescenti tra i 14 e i 19 anni, studenti della scuola professionale di Bolzano. Le fotografie presentano da una parte il ritratto del ragazzo/a e dall’altra il foglio che ne racconta i desideri: dalla semplice riuscita professionale (“Il mio sogno è diventare un bravo automeccanico”) alle regolari rivendicazioni di autonomia e felicità (“Vorrei farmi una vita mia”). Proprio come la vecchia consuetudine, che prevedeva la trascrizione nel libretto di lavoro e distingueva l'impiegato di concetto dall'impiegato di complemento, "vorrei" registra un primo approccio alla vita “laburista”.

Claudia Corrent nasce a Bolzano dove vive e lavora come fotografa free-lance. Ha frequentato il corso “Visual urban photography” tenuto dal professor Francesco Jodice nel 2007 presso la facoltà di “Design e Graphic Arts” della Libera Università di Bolzano. Nel 2013 ha frequentato due corsi di Parallelo zero sul fotogiornalismo a Milano e Roma. Nel 2014 partecipa a un workshop con Simon Roberts a Venezia.

Ha insegnato fotografia e tiene laboratori didattici presso vari istituti scolastici ed enti del capoluogo altoatesino. Laureata in filosofia presso l’università di Trento sta proseguendo il suo percorso in questa disciplina. Vince nel 2013 il premio del "Festival Città Impresa" ai 1000 talenti delle Venezie a Vicenza. L’attività espositiva comprende mostre personali e collettive a Milano, Roma, Lucca, Bolzano e Lecce. I suoi ambiti di interesse sono focalizzati verso la narrazione di storie legate a tematiche antropologiche-sociali e al rapporto tra l’uomo e l’ambiente.

Claudia Corrent - Vorrei
KUNSTRAUM CAFE MITTERHOFER
San Candido (BZ) - 
Via Peter Paul Rainer 4 (39038)
+39 0474913259
mitterhofer.manfred@virgilio.it

mercoledì 14 gennaio 2015

A Forlì, al San Domenico, la grandiosa mostra monografica su Boldini. Al Castello Estense di Ferrara, le opere ferraresi di Boldini e de Pisis

Giovanni Boldini sarà al centro di due importanti eventi in Emilia-Romagna: la grande esposizione monografica che a lui dedicano i Musei San Domenico di Forlì e il riallestimento, con opere sue e di Filippo de Pisis, del Castello Estense di Ferrara.

Intorno al nome di Boldini, le città di Ferrara e Forlì hanno voluto instaurare una collaborazione culturale e di promozione turistica. A cominciare, naturalmente, dalla reciproca scontistica sui biglietti di ingresso. Chi si recherà, nell’'una o nell’'altra sede museale, con il biglietto di ingresso dell’altra, godrà del vantaggio dell’ingresso ridotto. Al Castello Estense, inoltre, i visitatori troveranno materiale informativo sulla grande monografica di Forlì, così come al San Domenico i visitatori di “Boldini” troveranno l’indicazione e il materiale promozionale del nuovo allestimento del Castello Estense con alcune delle icone dello stesso Boldini e di De Pisis. Anche i siti delle due istituzioni rinvieranno all’'iniziativa “parallela”.

E'’ la prima volta che i due capoluoghi emiliano-romagnoli, entrambi sede di mostre importanti, trovano una sinergia. A renderla possibile, anzi quasi d’obbligo, è l’'arte di Giovanni Boldini. Al ferrarese, infatti, i Musei di San Domenico dedicano – dal primo febbraio al 14 giugno – Boldini. Lo spettacolo della modernità, retrospettiva che, per numero e qualità delle opere riunite (circa 240), si prefigura come la maggiore mai dedicata all’'artista. A questa amplissima, straordinaria panoramica boldiniana concorrono anche i prestiti ferraresi: 8 dipinti, 2 pastelli, 4 acquerelli, 20 opere su carta. 

Ferrara, a sua volta, mette a disposizione del pubblico l’'abbinata dei suoi due “figli”: lo stesso Boldini e Filippo de Pisis. E lo fa proponendoli in un sontuoso "contenitore”, il Castello Estense, che già di per sé merita una visita. 

Sono le sale fastosamente decorate dell’appartamento di rappresentanza al piano nobile del Castello e i celebri “Camerini di Alfonso I” (abitualmente non aperti alle visite) a fare da cornice a due percorsi monografici che esplorano l'’intera parabola creativa di Boldini e De Pisis presentando una sequenza di autentici capolavori delle Gallerie d’'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. L’'arte per l’'arte. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis intende riconsegnare al pubblico un incredibile patrimonio rimasto celato in seguito al terremoto del 2012 e sottolineare il rilievo della pittura moderna ferrarese attraverso due figure di statura internazionale. 

Un altro fondamentale apporto alla conoscenza di Boldini verrà offerto dalla pubblicazione dell'’edizione critica della corrispondenza boldiniana conservata presso il Museo Giovanni Boldini a cura di una delle conservatrici, Barbara Guidi, che rappresenta un prezioso strumento scientifico per l’evoluzione degli studi sul pittore ferrarese.

Il volume sarà disponibile al pubblico anche nel book shop della grande mostra al San Domenico di Forlì.






Segnalato da Studio Esseci

domenica 11 gennaio 2015

Alter deus o artista manager ? Il secondo che ho scritto.

Quella che ho riportato nel post precedente è la chiusura di un articolo di Tommaso Montanari pubblicato su "la Repubblica" di oggi, domenica 11 gennaio 2015, a proposito di quanto contino l'Arte e gli artisti nella contemporaneità.

Leon Battista Alberti definiva l'artista "Alter deus", un secondo dio e la pittura una "divina ri-creazione del mondo" quindi, il ritratto, un genere quasi "magico, avendo il potere di far sentire presenti gli assenti, vicini i lontani, vivi i defunti.

E nel pezzo di Montanari scopro leggendo che quando Gian Lorenzo Bernini tentò di uccidere il proprio fratello, perchè lo scoprì amante della sua stessa amante, papa Urbano VIII scrisse che Gian Lorenzo non si poteva punire perchè "uomo raro, ingegno sublime e nato per disposizione divina e per gloria di Roma a portar luce a questo secolo."

Orbene quindi s'è pensato nel tempo andato agli artisti come esseri divini, o comunque straordinari, in grado di "portare luce al proprio tempo". E oggi??

Montanari cita un certo Deriesewicz (che solo a sciverlo è un casino) :"Il posto del genio divino, imperviamente solitario, appare ora occupato da una figura radicalmente diversa, quella dell'imprenditore della creatività. Un mago, sì, ma del marketing: capace di creare non opere, ma "esperienze"; non idee, ma "brand". Insomma l'arte "non si rivolge più ad una opinione pubblica, ma a dei clienti."

Indiscutibile. Vero, purtroppo,  è. Non solo: questa "deriva" ne ha prodotto un'altra, per l'arte del passato, rispetto alla quale siamo sempre più "clienti passivi": pensiamo al business della mega-mostre di "cassetta"...

E' cambiato, insomma, il concetto di "arte", che non più quello tradizionale (a me piace definiròlo "romantico"): "una serie scollegata di creazioni artistiche personali"...Nel nuovo vocabolario, "creativo" difficilmente indica qualcosa di più di un lavoro non esclusivamente di routine.

E in questo contesto, allora, quanto contano gli artisti?? Poco, quasi niente. 
Se avete curiosità seguite questo link ...vi porta alla pagina che ArtReview ha elaborato coi 100 nomi più potenti nel mondo dell'arte..."Artisti" ??!! Ne troverete pochissimi (io ne ho contato poco più delle dita di una mano) : sono quasi tutti curatori, galleristi, collezionisti e... sorelle di emiri.
Questo nel mondo prettamente dell'arte...ma se andate sul sito del Time che riporta (sempre dell'anno passato) i 100 nomi delle personalità che contano nei diversi ambiti scoprirete solo la settantenne Abramovic, "divinità tutelare delle arti performative".


dalla mia pagina Facebook






sabato 10 gennaio 2015

Hogre e Guerrilla Spam - Camera ardente e cremazione delle opere

Annunciamo la prematura dipartita di Hogre e Guerrilla Spam e celebriamo la loro opera con una mostra in memoriam.



Giornalmente nell’arco di un mese verranno gettate alle fiamme le opere che compongono l’ultimo progetto realizzato insieme per una mostra che analizzava il rapporto tra religione e laicità e che avrebbe dovuto essere presentata il giorno di Natale 2014, ma a cui sfortunatamente la tragedia ha impedito di vedere la luce.

Hogre e Guerrilla Spam hanno dedicato incessantemente la loro attività ad analizzare e combattere il sistema speculativo che li voleva parte dell’ ingranaggio economico.

Nemesi dello status quo che volevano abbattere i due hanno però tragicamente finito per essere essi stessi vittime di ciò a cui strenuamente si opponevano.

Hogre / Guerrilla Spam - Camera ardente e cremazione delle opere
Roma - dal 10/01/2015 al 10/02/2015
LASZLO BIRO
via Braccio da Montone 56
http://www.laszlobiro.it/ 
laszlobiropresenta@gmail.com

giovedì 8 gennaio 2015

Poesia giorno per giorno. Una poesia per ogni artista ALLA Galleria San Francesco di Reggio Emilia

La Galleria San Francesco di Reggio Emilia (Via Bardi, 4/B) presenta, dal 10 al 24 gennaio 2015, "Poesia giorno per giorno. Una poesia per ogni artista" con opere di Filippo Albertoni, Marco Borciani, Lorenzo Criscuoli, Anna Cossu, Giovanni Laurent Cossu, Giancarlo Davoli, Michele Ferri, Glauco Pecorari, Marco Petacchi, Norberto Riccò, Enzo Silvi, Nino Squarza, Francesca Tosi, Gianni Zambelli.

La mostra d'inizio anno consiste in un'esposizione collettiva che raccoglie ricerche di pittori, scultori e fotografi che hanno voluto dedicare una loro opera a poeti di grande fama. Un'idea semplice, ma non scontata, che nasce dall'esigenza di "leggere" e "rileggere" poesia, abitudine che pare passata di moda e travolta dall'era informatica.

La scelta degli artisti, diversissimi in termini di età, di formazione, ma sopratutto di cifra stilistica, corrisponde ad una variegata scelta di testi poetici dall'800 ad oggi: Pascoli, Gozzano, Montale, Sandro Penna, Jorges Luis Borges, Giorgio Caproni e tanti altri, disposti in modo che lo spettatore non "senta più la penna, ma veda solo la scena" e viceversa, in un fluire ritmico che ricorda le parole onomatopeiche pascoliane "cri, cri..gre, gre", ossia il verso della cicala, continuo ed intermittente allo stesso tempo.

Poesia a piccole dosi; giorno per giorno. L'iniziativa vuole essere anche un piccolo omaggio al grande pittore Filippo Albertoni, scomparso da qualche anno e presente in mostra con un  disegno. 

L'esposizione, che sarà inaugurata sabato 10 gennaio alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 24 gennaio, tutti i pomeriggi con orario 16.00-19.30, chiuso lunedì e giovedì. Sabato 17 Gennaio, ore 17.00, alla presenza degli artisti, verranno lette e commentate le poesie che accompagnano le opere in mostra. 

Info: www.galleriasanfrancesco.com.




domenica 4 gennaio 2015

I Mercati di Traiano si vestono di luce e di musica.

Da quest'oggi al 6 gennaio 2015, i Mercati di Traiano si vestiranno di luce e di musica, grazie all’installazione sonora d’arte con olofoni ludi multifonici, concepita dai compositori Laura Bianchini e Michelangelo Lupone e dall’architetto Manuela Mentuccia e realizzata dal CRM – Centro Ricerche Musicali, in collaborazione con la Sovraintendenza ai BB.CC del Comune di Roma e con il Mercato di Traiano, Museo dei Fori Romani, nell’ambito dell’iniziativa “Le Feste di Roma” promossa da Roma Capitale.

L’installazione si basa su una sofisticata ma non invadente ambientazione musicale e visiva, realizzata con gli Olofoni – proiettori sonori, che caratterizza lo spazio mettendo in evidenza, con luci e musica, alcuni elementi architettonici del sito. E’ concepita per un intrattenimento giocoso ed esteso a tutti. Un evento “sorprendente” che ridisegna, anche se solo per tre giorni, lo spazio percettivo del grande emiciclo dei Mercati di Traiano.

Nel corso delle tre serate il pubblico avrà la possibilità di muoversi liberamente nell’area antistante la via Alessandrina e i Fori, prendendo parte all’evento che sarà strutturato in due parti consecutive e cicliche: “Il luogo” che dura circa quaranta minuti e “L’incontro” che dura circa venti minuti.

“Il luogo” è caratterizzato da un’ambientazione musicale discreta e non invasiva che spazia dalla tradizione alle esperienze più innovative. Pur restando sullo sfondo, l’ambientazione permette al pubblico una profonda e naturale percezione dello spazio e della sua capacità evocativa.

“L’incontro” è costituito da un grande scenario sonoro con una variazione della luce.

La musica, appositamente scritta da Laura Bianchini e Michelangelo Lupone scaturisce dall’ambienta-zione sonora precedente ma si impone con elementi musicali dal ritmo crescente e dalla spazializzazione dei suoni che, con velocità e traiettorie diverse attraversano lo spazio e si collocano in precisi punti dell’emiciclo.


Ludi multifonici
Roma - dal 04/01/2015 al 06/01/2015​
MERCATI DI TRAIANO
Via IV Novembre 94
+39 0669780532

sabato 3 gennaio 2015

Il linguaggio delicato e impalpabile della femminilità nelle fotografie di Fatima Abbadi

La femminilità è un linguaggio delicato e impalpabile. Non è un corpo esposto o una bellezza incarnale ma piuttosto un insieme di emozioni e sensazioni che la rendono unica. Purtroppo in tempi moderni spesso la gente associa la femminilità con i classici cliché imposti e dettati dalla società, scambiando la femminilità con il linguaggio del corpo esposto nudo e crudo; dando un’immagine errata della donna.

Con i “Ritratti/Portraits” la fotografa non intende esibire i corpi femminili, ma vorrebbe che lo spettatore cercasse di dialogare con il soggetto alla scoperta della femminilità perduta dei nostri tempi.

Fatima Abbadi è una fotografa free lance italo – giordana – palestinese. Nata e cresciuta ad Abu Dhabi, trasferitasi in seguito in Giordania per terminare gli studi obbligatori, vive e Padova dal 1997, dove si è svolta la sua formazione accademica. La passione per la fotografia la conduce, nel 2007, a seguire un corso di perfezionamento presso il Gruppo Mignon, nel quale due anni dopo entra a far parte. Scatta le sue fotografie con il metodo tradizionale analogico, realizzandone personalmente lo sviluppo in camera oscura.

Mignon è un’associazione fotografica culturale nata nel 1995 da un’idea di Giampaolo Romagnosi che, assieme a Ferdinando Fasolo, è il promotore di tutte le attività del gruppo. Mignon ha come motivo dominante la volontà di proporre uno sguardo sull’uomo e il suo ambiente. Non si tratta di un gruppo in cui ogni componente cerca “il suo specifico spazio”, ma di un progetto prettamente fotografico che tralascia “individualismi” tipici di tanta fotografia. Il successo di critica e l’interesse per le esposizioni del gruppo hanno portato Mignon a occuparsi anche della promozione di manifestazioni, serate, incontri e mostre di altri fotografi. L’associazione è nata realizzando un progetto fotografico finalizzato alla rivalutazione delle piccole cose che appartengono alla quotidianità, fissando come unico vincolo la ripresa e la stampa in rigoroso bianco e nero. “Piccole cose” che ruotano tutte intorno all’Uomo e all’ambiente, sono il cuore della ricerca del Gruppo Mignon. 

Sin dall’inizio, vi è un profondo interesse nei confronti delle storiche testimonianze della fotografia con vocazione sociale; dal fondamentale lavoro realizzato dalla F.S.A. Farm Security Administration, all’ineguagliabile funzione ricoperta dalla Photo League nella crescita della cultura fotografica fino alle migliori pagine del fotogiornalismo mondiale (LIFE e i fotografi di Magnum). Alcuni incontri con fotografi “umanisti” hanno contribuito a fornire gran vigore ed entusiasmo al progetto del gruppo. Le frequentazioni con Giovanni Umicini, hanno influenzato la poetica del gruppo determinando un’attenzione particolare alla “Street Photography” e agli strumenti operativi da utilizzare: un bianconero essenziale, seguito dalla ripresa fino alla stampa finale. Il prodotto di ciò, sul piano dell’immagine, è una forte economia visiva che lambisce quello “sguardo documentario” proprio della fotografia sociale (www.mignon.it).

Fatima Abbadi - Ritratti ​
Padova - dal 03/01/2015 al 28/02/2015
PIZZERIA RISTORANTE AL CARMINE
Piazza Francesco Petrarca, 8

giovedì 1 gennaio 2015

Lo schiaccianoci di Pëtr Il'ic Cajkovskij al Teatro della Scala di Milano.

Il piu’ natalizio tra i classici del repertorio, Lo schiaccianoci illumina le feste inaugurando con il fascino di una favola sognante la nuova stagione di Balletti alla Scala con l’armoniosa grazia della partitura di Pëtr Il'ic Cajkovskij, sfaccettata, poliedrica e ricca di colori, l’incanto dei fiocchi di neve, un mondo poetico di delicata nostalgia dell’infanzia che si trasforma nelle inquietudini dell’adolescenza. 



Nel suo periodo russo al Mikhailovskij, Nacho Duato ha affrontato diversi titoli classici; nel dicembre 2013 ha debuttato il suo Schiaccianoci; sostanzialmente inalterata la trama, con solo alcuni elementi di sintesi, e scene e costumi del famoso artista francese Jerome Kaplan nel solco della tradizione con elementi di raffinato humour. 

Sul podio un grande interprete del repertorio russo, Vladimir Fedoseyev, secondo la politica del Teatro di affidare anche i balletti a musicisti di esperienza e prestigio; sul palcoscenico, per tre serate, Roberto Bolle e Maria Eichwald.

Lo Schiaccianoci ​
TEATRO ALLA SCALA
Via Filodrammatici, 2, 20121 
Milano - dal 01/01/2015 al 18/01/2015
+39 0272003744