domenica 8 dicembre 2013

La poetica del quotidiano di Riccardo Dalisi

Cos’hanno in comune l’architetto, designer e artista Riccardo Dalisi e il poeta Emilio Rentocchini? Qual è la connessione tra i pinocchi-caffettiera in latta colorata di Dalisi, i suoi gioielli-teatrino animati da cuori, case, profili di uomini e donne che si parlano, con le ottave in dialetto sull’amore di Rentocchini? Cosa fa sì che le opere di Dalisi siano esposte alla Triennale di Milano, e le poesie vernacolari di Rentocchini tradotte anche in inglese? Quale il rapporto di ciascuno con la propria terra, la Napoli di Dalisi e la Sassuolo che nutre l’amore di  Rentocchini, cosa li accomuna sul piano creativo e poetico?
 
Il dialogo fra Dalisi e Rentocchini, che si è svolto a Sassuolo sabato 7 dicembre presso l’auditorium di Confindustria Ceramica, si è addentrato in questa inattesa relazione svelando lo stretto legame di due artisti con la propria realtà.
 
Lo storico dell’architettura Fulvio Irace e lo scrittore Francesco Genitoni si sono fatti moderatori, stimolatori dell’incontro, sulla base non solo della loro competenza professionale, ma anche del rapporto di amicizia che lega il primo a Dalisi, il secondo a Rentocchini.
 

Già ospite di Confindustria Ceramica nell’ambito del programma culturale di  Cersaie “costruire, abitare, pensare”, Dalisi torna in Emilia, a Sassuolo e Modena. L’artista “compromette” da tempo la sua arte con la realtà, portando avanti un legame stretto con un ambiente, Scampia e la sua emergenza sociale. Un impegno, che grazie ai laboratori avviati con il Centro territoriale Mammut e con il carcere di Nisida, diventa un esempio di eccellenza a livello internazionale, rivelandoci come arte e creatività possano far emergere anche da un tessuto così problematico opportunità di riscatto. 
 
La serata a Confindustria Ceramica, oltre ad accogliere questi stimoli, ha anticipato di poche ore presentandola, la mostra personale di  Riccardo Dalisi  presso la Galleria Mies di Modena in Piazzetta dei Servi 44/a. La mostra a cura di Marco Nardini e Umberto Zampini sarà visitabile fino al 12 gennaio 2014.  Durante il periodo espositivo è prevista una estemporanea di opere selezionate presso la Tatler di via Rialto a Bologna.
 
In mostra disegni, gioielli e sculture del grande artista napoletano. Disegni e sculture, racconti spontanei del suo carattere intuitivo, del suo osservare, del suo essere sintesi. Una poetica del quotidiano nata nello stupore e nell’amore continuo per tutto ciò che egli incontra, siano esse persone o materiali che ad altri non raccontano nulla o materiali specifici del fare artistico. Ecco che città coloratissime, architetture immaginate, nascono da ritagli di latta, che involucri di dolci assumano le fattezze d’abiti lussuosi, che lamiere e carte raccontino mondi ancora possibili. Come scrive il curatore Umberto Zampini, i gioielli sono “leggeri come il pensiero libero, sfiorano il mondo e il corpo di chi li indossa lasciando segni semplici e mai banali. Realizzati nei materiali più disparati, svelano il concetto di prezioso: le cose sono preziose solo perché lo decide l’essere umano; in natura esiste il raro, ma non il prezioso: il prezioso è categoria squisitamente umana, appartiene solo a noi. Solo l’ingegno e la manualità dell’uomo creano la preziosità di qualcosa. I gioielli di Dalisi  sono felice e allegra dichiarazione della forza del pensiero: sono preziosi, preziosissimi, perché a renderli tali ci sono amore, ingegno e tensione creativa. La materia prima più preziosa è l’arte: i materiali con cui si realizza vengono dopo. Oro o latta, pigmenti rari o vetro sono solo materiali, è l’incontro con le mani sorridenti di Dalisi a renderli unici e veri gioielli. Guardarli ed indossarli suscita gioia allegra: pensiero razionale e istintiva allegria diventano momento unico”.
 
Alcune delle opere esposte sono destinate a sostenere i progetti del Centro territoriale Mammut, possono essere acquistate sostenendo un’idea dell’arte come risposta reale alla coscienza della società contemporanea ma anche come contributo che diviene reale, concreto, oltre che opportunità per collezionisti ed appassionati.
 
Sostengono l’iniziativa: il Comune di Sassuolo e di Fiorano Modenese, il Comune di Modena, gli Ordini professionali degli Architetti della Provincia di Modena, Reggio Emilia e Bologna, l’ ADI Associazione Design Industriale – Delegazione Emilia Romagna, che insieme hanno concesso il loro patrocinio.
 
Riccardo Dalisi - La poetica del quotidiano
Galleria Mies Modena
Piazzetta Dè Servi 44/A, Modena

venerdì 29 novembre 2013

Entrare nel cuore... e rimanerci.

Per entrare nel cuore di qualcuno bisogna avere la chiave giusta. Poi, quando ci sei dentro, devi decidere se rimanerci (e quindi butti via quella chiave) oppure conservarla (per poter uscirne ed entrarvi a piacimento)...questo però è un rischio, perchè in tal caso, quel qualcuno, potrebbe decidere di cambiare serratura e di lasciarti fuori. (ellebi)

lunedì 25 novembre 2013

Fa quello che ti dice il cuore

"Ti criticheranno sempre, parleranno male di te  e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi, fai quello che ti dice il cuore... la vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali.
Canta, ridi, balla, ama... e vivi intensamente ogni momento della tua vita... prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi...." - Charlie Chaplin

sabato 23 novembre 2013

Le parole che non ti ho mai detto

"Nessuno, mai, riesce a dare l'esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo incalza, e la parola umana è spesso come un pentolino di latta su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle." - Gustave Flaubert, Madame Bovary, 1856

giovedì 21 novembre 2013

Aspettando Godot oggi ?

Alla Casa dei Teatri di Roma in programma una straordinaria mostra che percorre i cambiamenti e gli elementi costanti nell'approccio alle opere di Samuel Beckett, invitando i visitatori a riflettere sulla capacità del teatro di osservare da un'angolazione straordinaria la realtà del proprio tempo dalla metà del Novecento al nuovo millennio.

Tutta l'opera di Samuel Beckett può essere considerata il racconto di "un'umanità inconsapevolmente imprigionata" e la dimensione di costrizione fisica e mentale caratterizza il lavoro del drammaturgo irlandese.
Sono passati 60 anni dalla prima mondiale di Aspettando Godot (Parigi, Théatre de Babylon, 5 gennaio 1953), e da allora, questa e altre opere di Beckett hanno rappresentato una feconda fonte ispiratrice per la creazione scenica, sia per l'orizzonte della tradizione teatrale che per i linguaggi della sperimentazione, sino a toccare l'immaginario popolare, anche televisivo.

Soprattutto dagli anni Novanta, dopo la morte del drammaturgo, le sue opere hanno oltrepassato i confini del teatro dell'assurdo e del metafisico, rivelandosi capaci di stimolare sensibilità che guardassero all'umano nella complessità del presente della Storia.

La mostra "Aspettando Godot oggi ?", in programma fino al al 26 gennaio 2014 alla Casa dei Teatri è a cura di Yosuke Takie promossa da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, da Biblioteche di Roma e da Teatro di Roma, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
 
Dal 6 novembre 2013 al 26 gennaio 2014
 
Orario: dal martedì alla domenica, ore 10-17
Chiusura: Lunedì Ingresso libero fino a esaurimento posti
Casa dei Teatri -Largo 3 giugno 1849 angolo via di San Pancrazio - ingresso Arco dei Quattro Venti
Casa dei Teatri e Scuderie
Indirizzo: Largo 3 giugno 1849 angolo via di San Pancrazio - ingresso Arco dei Quattro Venti
Villa Doria Pamphilj - Villino Corsini)
Data:
dal 6 novembre 2013 al 26 gennaio 2014
Orario: dal martedì alla domenica, ore 10-17
Chiusura: Lunedì
Accesso: Ingresso libero fino a esaurimento posti

sabato 16 novembre 2013

VANITÀ e AFFANNI : Piccoli e grandi disegni di Alessandro Di Gregorio

Basement Project Room presenta la mostra personale di Alessandro Di Gregorio in una raccolta di ultimi lavori grafici che danno una visione completa della sua ricerca segnica e gestuale.

Il racconto di un’epoca vissuta da un bambino timido, il paesaggio appuntato da un viaggio su uno di quei treni silenziosi dagli altissimi finestrini o sull'aereo dalle fragili ali che attraversa le nuvole, ha qualcosa di angoscioso e di straziante, ma anche qualcosa di estremamente speranzoso: ci sono dentro tutti i rimpianti e le paure, i sogni e le attese.
 
I ricordi di un'infanzia ritornano: i volti, un cavallo nero, un soldatino di plastica intento a far la guerra o una hall di un grande albergo. Sul fondo ci sono, come ombre, le fotografie sbiadite. La giusta conclusione di uno studio e di un esercizio costante: tutto viene raccontato in una narrazione appassionata, in un rapporto serrato fra appunti, storia e sogni che si ravviva continuamente e consegna i fatti alla soggettiva interpretazione.
 
Gioco, rispetto, fiducia, collaborazione sono le parole che emergono maggiormente da quasi tutte le intricate trame tracciate da una semplice penna: un'opportunità per riscoprire l'unicità dell'essere umano nelle sue sfaccettature e contraddizioni, la sua solitudine e l'affaticamento nel trovare un posto nel mondo.
 
I lavori presentati contengono immagini pregne di spinta interiore, silenziose e dove il tempo sembra ibernare un disagio decisamente contemporaneo: il destino incerto.
 
Il ritmo lento, l'atmosfera ambigua e malinconica, le ambientazioni indefinite invitano il fruitore a trovare una logica ed un senso ai disegni presentati. La tensione sta proprio in questo equilibrio, nella staticità che ferma il flusso del tempo e nel ricondurre un'immagine familiare ad estranea nello stesso momento.
 
VANITÀ / AFFANNI
Piccoli e grandi disegni di Alessandro Di Gregorio
dal 16 NOVEMBRE al 30 NOVEMBRE 2013
BASEMENT PROJECT ROOM
via Tommaso d'Aquino, 26 Fondi (LT)
T +39 329 2753063
basementprojectroom@gmail.com
www.basementprojectroom.blogspot.com

domenica 10 novembre 2013

Perché il mondo appartiene a chi osa e perché la vita è troppo breve per essere insignificante

"Ho perdonato errori quasi imperdonabili. Ho provato a sostituire persone insostituibili. Ho cercato di dimenticare persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare. Ma anch’io ho deluso quelli che amo. Ho riso in momenti inopportuni. Mi sono fatto degli amici che ora sono amici per la vita.
 
Ho urlato e saltato per la gioia. Ho amato e sono stato amato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho ricambiato. Ho vissuto d’amore e fatto promesse di amore eterno. Ho avuto il cuore spezzato tante volte.. Ho pianto ascoltando la musica e guardando vecchie foto. Ho telefonato a qualcuno solo per ascoltare una voce. Mi sono innamorato di un sorriso.
 
A volte ho pensato di morire perché qualcuno mi mancava troppo. Altre volte ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale che ho finito per perdere ma ho vissuto. Ma continuo a vivere ogni giorno. Non mi limito a passare attraverso la vita e non dovresti farlo nemmeno tu. Vivi.
 
La cosa più bella della vita è andare avanti con i propri piani e i propri sogni, abbracciare la vita e vivere con passione, fallire e ancora mantenere la speranza, e vincere mantenendo l’umiltà. Perché il mondo appartiene a chi osa e perché la vita è troppo breve per essere insignificante." - Charlie Chaplin

giovedì 7 novembre 2013

Biennale Save Art 2013 : Conoscere l'arte per difenderla meglio.

Il 29 novembre 2013, a Firenze, è previsto il secondo appuntamento di "Save Art", biennale dedicata agli insegnanti e a tutti gli appassionati di arte.
 
Philippe Daverio e Cristina Acidini insieme ad altri autorevoli esperti discuteranno di Identità italiana e identità europea, sottolineando come il problema della conoscenza e della difesa del patrimonio culturale valica i confini nazionali per diventare un problema sovranazionale. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, rivolgerà un saluto ai partecipanti al convegno.
 
Segnalato da ARTonline

mercoledì 6 novembre 2013

Questo progetto non s'ha da fare.

I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza hanno sequestrato, nel porto di Gioia Tauro, 11 containers con le parti murarie della chiesa della Madonna del Carmine di Montergiordano, destinate ad un’installazione dell’artista Francesco Vezzoli nel cortile del Moma Ps1 di New York.
 
L’operazione ha avuto origine a seguito di una segnalazione della Soprintendenza per i Beni Culturali di Cosenza e si e’ resa necessaria per evitare che la struttura smontata della chiesa, di interesse storico, artistico e monumentale, partisse verso gli Stati Uniti. I carabinieri hanno, inoltre, sequestrato i resti dell’antica cappella gentilizia e altri 14 conci in muratura gia’ imballati insieme ad altri blocchi murari, sempre riconducibili alla chiesa del Carmine. Il reato ipotizzato e’ tentata esportazione illecita di beni culturali.
 
L’opera rientra nel progetto Trinity, a cui l’artista Vezzoli sta lavorando, oltre che per il Moma Ps1, anche per il Moca di Los Angeles e il Maxxi di Roma.
 
Nei mesi scorsi Vezzoli, considerato che la chiesa si trova su un terreno privato, ha contattato il proprietario ed ha acquistato la struttura attraverso internet. Il progetto dell’artista bresciano, però, non è piaciuto ad alcuni residenti di Montegiordano che, quando la chiesa era già quasi del tutto smantellata e pronta a partire, hanno chiesto l’intervento della Soprintendenza.
 
Vezzoli si era impegnato a ricostruire la chiesa in Calabria, al termine della mostra negli Stati Uniti.

domenica 3 novembre 2013

XVI Festival Internazionale Trieste Poesia - "Rose", poesie di F. Boffoli

Mercoledì 27 novembre, alle ore 18, presso la Feltrinelli di Trieste, nell’ambito delle attività previste per il XVI Festival Internazionale Trieste Poesia, si terrà, a cura dell’Associazione Culturale FAREPOeSIA (Franco Puzzo Editore - collana “I PURI”), la presentazione del libro di poesia e immagine “Rose” del barese Fedele Boffoli, triestino d’adozione, con foto dell’autore e di Mariagrazia Semeraro. 
 
 Un poeta vivente e “contadino dell’arte” (come lui stesso ama definirsi) prescelto, dalla FPE, per la stessa collana “I PURI”, dopo i già pubblicati “giganti” scomparsi Stanislas De Guaita (Rosa mystica e altre poesie) e Fernando Pessoa  (L’ultimo sortilegio e altre poesie). Artisti e poeti presenteranno collegialmente, nella circostanza, le poesie di Boffoli: Adriano Doronzo (organizzatore del Festival Internazionale Trieste Poesia e direttore di collana); Gabriella Valera (introduzione); Isabella Geronti (moderatrice), Maria Grazia Stepan (letture poetiche). Presenti in sala anche le fotografie gigantografiche (di Boffoli e Semeraro) abbinate alle liriche del libro. Riportiamo, tratte dall’introduzione alla raccolta, alcune significative righe dell’autore: “[…] Nel presente contesto letterario e d’immagine (illustrato dalle fotografie di Mariagrazia Semeraro e del sottoscritto), al di là dei risvolti puramente emotivi e sensuali/passionali, si evocano gli aspetti ermetici e numerologici (appunto da nume) alla base del mondo…
 
Nell’Unità della Rosa quindi: l’Uno (simbolo della manifestazione cosmica integrale), il Due (il campo di polarità necessarie alla vita ed in essa contenute), il Tre (la capacità creativa attraverso l’unione di “contrari”/reciproci), il Quattro (generazione e ricreazione nella manifestazione polare), il Cinque (mediazione degli opposti e quintessenza) che ci ricorda, non a caso, quella bella rosa rossa al centro di una croce (cuore ermetico all’incontro degli assi) raffigurata nel simbolo della Rosacroce… ordine ermetico e soteriologico non certo poco noto. ”.( http://www.triestepoesia.org/).
 

info@fedeleboffoli.it
www.Artepensiero.it/Fedele_Boffoli.htm
http://anforah.altervista.org/
Bari/Trieste - tel. 338/2246495

venerdì 1 novembre 2013

Reflections a AMY D Arte Spazio di Milano

In occasione dell’Autunno Americano del Comune di Milano, è nata la partnership tra ART1307 e AMY D Arte Spazio, una vera e propria affinità elettiva che unisce due tra le più innovative realtà nel panorama dell’arte contemporanea. Ecco perché ART1307 di Cynthia Penna Simonelli, associazione culturale attiva a Napoli e Los Angeles, ha scelto la galleria milanese AMY D Arte Spazio di Anna d’Ambrosio, che dal 2009 porta avanti la piattaforma progettuale econom_Art, per la nuova mostra REFLECTIONS, all’interno della quale tre artisti si confrontano sul tema della luce e dello spazio.
 
REFLECTIONS, organizzata da ART1307, nasce dall’idea di Cynthia Penna di lavorare con artisti in grado di tradurre in opera d’arte le sfumature di significato della luce californiana in termini di sensazione, sentimento ed emozione. Dai moderni mosaici di Lisa Bartleson (Seattle, 1968), opere che si caricano “delle infinite sfumature che la luce offre allo sguardo determinando milioni di sfumature di colore”, ai delicati lavori in vetro di Max Coppeta (Bellona, 1980), artista che “si focalizza sulle interferenze che la luce può generare ed ottenere dal vetro che è la materia principe delle sue opere”, fino alle superfici riflettenti di Amedeo Sanzone (Napoli, 1968), sperimentazioni “di una nuova visione dell’opera d’arte in cui lo spettatore partecipa, ma non nel senso ‘cinetico’ del termine attraverso un suo movimento esercitato innanzi all’opera d’arte, ma in senso del tutto ‘passivo’ di un mero posizionamento di se stesso innanzi all’opera”. (Cynthia Penna Simonelli, Luminescenze)
 
I tre artisti, differenti per sensibilità, origine e formazione culturale, sono accomunati nel progetto da una ricerca spirituale e interiore sulla luce, realizzando opere rigorose e minimaliste, con presenze geometriche, trasparenze e contrasti di luci/ ombre, sfumature e inclusioni materiche che sorprendentemente emergono da uno sfondo monocromo. Opere in grado di coinvolgere lo spettatore e la sua sensorialità, di stimolarne le facoltà percettive, aprendo spazi e dimensioni inediti.
 
“REFLECTIONS è il tema della mostra iconoclastica, meditativa in cui il protagonista non sono gli artisti, bensì il concetto di spazio assoluto, di vuoto come luogo mentale: un campo visivo del silenzio che raccoglie opere diverse, unite da un’inspiegabile tensione filosofica, con l’obiettivo di esplorare le espressività della luce, le profondità dello spazio e l’architetture del colore, con opere inserite nell’ambito della ricerca di percezione visiva sensoriale”.  (Jacqueline Ceresoli, Silenziose meditazioni sugli stadi della visione)

Testo critico “Luminescenze” di Cynthia Penna Simonelli
Bartleson Coppeta Sanzone
Una nuova versione della percezione sensoriale e visiva creata da giovani artisti che tra Italia e Stati Uniti si confrontano sul tema della luce e dello spazio.

Lisa Bartleson lavora nel solco della tradizione californiana del movimento “Light and Space” che ha avuto ampio e definitivo riconoscimento nel 2011/2012 attraverso la grande kermesse organizzata dal Getty Museum e coinvolgente ben 80 Istituzioni pubbliche e private sparse su tutto il territorio della California.

 Il movimento si focalizza e prende origine sia dalla speciale luce esistente in quell’area e determinata dalla presenza del vasto oceano Pacifico, sia dalla contemporanea presenza dei deserti situati nell’immediato territorio retrostante. Questa combinazione particolarissima ha ispirato intere generazioni di artisti dagli anni ’40 dello scorso secolo ad oggi e si focalizza specificamente su quanto l’occhio umano può vedere di naturale nello spazio circostante, (per cui tale movimento è anche parte della Land art) e quanto l’occhio umano percepisce relativamente alla luce esistente sul territorio nonché alla rifrazione di essa sulle superfici.

Lisa Bartleson sperimenta la luce e lo spazio in opere composte da una sorta di nuova tecnica del mosaico; un moderno mosaico fatto di centinaia di pezzetti di Mylar, una sostanza plastica che nasce negli USA intorno agli anni ’50 del secolo scorso, assemblati in sovrapposizione l’uno all’altro e in avanzamento di colore quasi a formare una sorta di griglia o di squame come quelle che compongono la pelle dei pesci.

Bartleson non può fare a meno della luce e del colore, delle infinite sfumature che la luce offre allo sguardo determinando milioni di sfumature di colore. Dal mosaico romano fatto di pezzetti di mattone, attraverso la tecnica dell’assemblage, fino al nuovo mosaico moderno che sembra venir fuori dai pixel dei computer ingigantiti e attaccati sul supporto. Infine la superficie di questo nuovo mosaico e l’intera opera viene “affogata”, sommersa nella resina trasparente che la rende totalmente lucida e riflettente. Ancora una ulteriore sperimentazione attraverso la quale lo spettatore percepisce non solo il senso di profondità interno alla struttura del quadro, dato dal colore in sé così come composto sulla superficie della tavola, ma riceve altresì una “rifrazione” della luce derivante dalla superficie totalmente lucida dell’opera. Quindi possiamo dire che le opere della Bartleson contengono e si offrono alla visione attraverso una luce “interna” derivante dalle sfumature di colore e dalla composizione in sé, ma anche attraverso una luce “esterna” che è data dalla rifrazione della luce sulla superficie.

Un esperimento cinetico/visuale di stampo tipicamente californiano e legato alla tradizione del movimento “Light and Space”, ma che si connette incredibilmente e forse inconsapevolmente alla tradizione dell’arte musiva italiana.

La versione Italiana dello studio sulla luce e sullo spazio è fornita in declinazioni totalmente diverse dai due artisti Italiani presenti in mostra: Max Coppeta e Amedeo Sanzone.
Max Coppeta si focalizza sulle intereferenze che la luce può generare ed ottenere dal vetro che è la materia principe delle sue opere.

Una sovrapposizione (anche qui) di “fogli” di vetro sui quali è stata immersa e affogata una goccia di resina. La goccia è lasciata cadere non certo a caso, ma pilotata in maniera perfetta in modo tale che ogni goccia posizionata sulla superficie di un singolo foglio di vetro, corrisponda al centro della goccia più grande o più piccola posizionata al centro di un altro foglio di vetro . L’accumulazione delle lastre di vetro da origine ad una massa scultorea in sé, mentre la visione si concentra acuendosi, stringendosi e allargandosi verso o dal centro dell’opera composta dalle gocce di resina. L’elemento assolutamente catalizzatore della visione è la goccia in sé, ma la particolarità dell’opera risiede nel fatto che lo spettatore riesce ad inquadrare se stesso e a vedere la propria immagine riflessa nelle gocce di resina e riprodotta, attraverso i fogli di vetro, verso uno spazio infinito e indeterminato.
Anche qui come nelle opere di Bartleson la visione è interna alla stessa opera, ma riflette tutto il contesto circostante inglobandolo nell’opera stessa in modo da farlo diventare parte di essa.

E su questo tema ancor più accentuato è il risultato dell’opera di Sanzone che lavora con plexiglass o Lexan due superfici totalmente riflettenti che rimandano quindi immediatamente indietro cioè verso lo spettatore (in un bounce back) l’immagine di questi riflessa sulla superficie dell’opera. L’intento è quello di determinare una visione doppia dello spettatore e del contesto circostante che viene così inglobato nell’opera e diviene parte integrante della stessa.

Trattasi di sperimentazione di una nuova visione dell’opera d’arte in cui lo spettatore partecipa, ma non nel senso “cinetico” del termine attraverso un suo movimento esercitato innanzi all’opera d’arte, ma in senso del tutto “passivo” di proprio mero posizionamento innanzi all’opera.

Non è una superficie specchiante in sé, ma agisce come una superficie specchiante; ciò che interessa i tre artisti è il riflesso che la superficie determina sulla visione dello spettatore : in tutti e tre gli artisti la ricerca si concentra su quanta distorsione della visione si possa avere, sulla percezione dell’opera in sé come elemento visivo da osservare, nonché sulla riflessione della luce e su quanto viene riflesso dalla superficie dell’opera e rimandato indietro allo spettatore.

Una visione del quadro in sé di volta in volta composto o da accumulazione di pezzetti di Mylar, o da gocce di resina sovrapposte su lastre di vetro, o da Svarowsky o altri elementi di acciaio inseriti sulla superficie di Lexan ; questa è la prima ed immediata tipologia di percezione visiva dell’opera, ma questa ne esplica una ulteriore che è determinata dalla visione riflessa dello spettatore stesso e del contesto circostante NEL quadro. Quindi una sperimentazione su un doppio binario visivo che accomuna i tre artisti di origini e background culturali così diversi.

La consapevolezza di sé determinata dall’inglobamento dello spettatore nell’opera fornisce una nuova consapevolezza del proprio stato come soggetto/oggetto non solo della visione, ma dell’essere, dell’esistere in sé.

Nel riconoscimento dell’ombra riflessa nell’opera come la propria ombra, lo spettatore è indotto a porsi domande sulla propria esistenza come soggetto/oggetto di un tutto. A chiedersi: sono dentro l’opera e quindi sono virtuale e non reale, oggetto di un manufatto artistico pur sempre artificioso e artificiale creato da altri ? ma nel contempo, essendo soggetto reale, adopero l’opera d’arte come espressione della mia fisicità e quindi creo io stesso l’opera?

Una grande sfida quella dei tre artisti, un challenge che senza timore hanno ingaggiato con le loro controparti naturali come nel passato è già accaduto altrove, perché l’arte è pur sempre una sfida , una lotta personale tra l’artista e colui che lo guarda!!!
 
Testo critico “Reflections: silenziose meditazioni sugli stadi della visione” di Jacqueline Ceresoli
Reflections è il tema della mostra iconoclastica, meditativa in cui il protagonista non sono gli artisti, bensì il concetto di spazio assoluto, di vuoto come luogo mentale: un campo visivo del silenzio che raccoglie opere diverse, unite da un’inspiegabile tensione filosofica, con l’obiettivo di esplorare le espressività della luce, le profondità dello spazio e l’architetture del colore, con opere inserite nell’ambito della ricerca di percezione visiva sensoriale. Gli autori di questa esposizione d’indagine ottico-spazialista, in cui la luce diventa un solido e definisce volumi tridimensionali sono Lisa Bartleson , artista americana, concettuale, esponente del movimento californiano “Light and Sapace ”, ufficialmente riconosciuto nel 2011/12 in seguito a una serie di numerosi eventi organizzati dal Getty Museum distribuiti sul territorio californiano, e gli italiani Max Coppeta e Amedeo Sanzone, ricercatori di nuovi plasticismi dai codici astratto- geometrici, rigorosi concettuali possibilisti che sfruttano le proprietà dei materiali differenti e materializzano in forme solide i concetti metafisci. Diversi per età, luogo di nascita, formazione, cultura ed esperienze, questi tre autori condividono una ricerca spiritualista, con opere pure, minimaliste, dalle forme geometriche risolte in visioni luminose di tensione scultorea, originali per la sperimentazione di materiali innovativi, con l’obiettivo di coinvolgere lo spettatore in giochi di riflessioni, attraverso trasparenze, ombre, luminosità misteriose che invitano a pensare lo spazio in relazione al tempo, trasformando la luce e il colore in una possibile materializzazione dell’assoluto, dell’infinito in una complessa forma che svela trame metanarrative polisensioriali.
Osservando le opere messe a confronto per la prima volta in Italia, nella galleria milanese AMY D Arte_Spazio di Anna d’Ambrosio ( psichiatra -lacaniana, impegnata nelle risorse umane e in progetti artistici nell’ambito internazionale), vi sentirete in nessun luogo, fluttuerete come argonauti dentro a spazi immaginari, a visioni concrete intorno al concetto dell’infinito, come navigatori dell’invisibile, in cui il tempo e lo spazio sembrano essersi annullati. Qui, opera dopo opera, in bilico tra la riflessione sullo spazio vuoto come parte del tutto e sul silenzio che rompe la barriere del suono, in cui rallenta il pensiero di un domani ancora ignoto, lo spettatore viene proiettato in una dimensione oltre il limite della visione. La domanda è: ma quale spazio percepiamo nella nostra epoca digitale in cui virtuale e organico sono inevitabilmente complici?
Le opere esposte compongono una macro installazione che traccia uno spazio invisibile e immaginario, dove la luce diventa immagine e il colore architettura, iconizzando pensieri, riflessioni sulle ipotesi di un futuro, carico di attese, di citazioni e di forme archetipo della conoscenza e della misurazione dell’universo.
Lisa Bartleson ( 1968), si riconosce per opere composte con una tecnica nuova del mosaico realizzate con centinaia di tasselli di Myler, una sostanza plastica made in USA inventata intorno al 1950, che assemblati insieme e sovrapposti l’uno sull’altro, creano accumulazioni, contrappunti plastici, volumi tattili, simili alle squame della pelle dei pesci, puntando sull’alterazione ottico- cinetica. Bartleson è biologa, predilige un approccio scientifico alle possibilità di espressione dell’emotività, procede per accumulazioni, ripetitività del gesto e ricerca visualizzazioni di luminosità sprigionate dall’interno dell’opera, dall’energia misteriosa, basate sulla luce, sul colore e su pigmenti che interagiscono con la percezione dello spettatore. Nelle sue opere l’unità di misura è lo sguardo dello spettatore invitato a percepire soluzioni formali luminescenti che sembrano muoversi, scaturite dalla sperimentazione di una diversa fenomenologia di materiali e tecniche innovative per scandagliare le possibili ontologie. Ragione scientifica e liberazione emotiva si fondono in una superficie pittorica, prevalentemente sfere, simile all’ iride di un occhio, al mondo, oppure a una galassia dal moto circolare, centrifugo, trasformando la luce in un solido, riflettendo sulla realtà dell’apparato piuttosto che sull’apparizione.
 Max Coppeta (1980), scenografo multimediale, artista pluripremiato attivo nell’ambito delle arti visive new-media, pioniere di innovazioni tecnologiche applicate a diversi ambiti di ricerca, qui si presenta con ipnotiche Schegge sintetiche: gocce di resina, simili a lacrime incastonate in “fogli” di vetro come diamanti preziosi: qui la disposizione non è casuale, ma è il risultato di una composizione matematica. Ogni goccia è posizionata sulla superficie della lastra di vetro e corrisponde al centro della goccia più grande o più piccola posizionata al centro dell’altra lastra di vetro. L’accumulazione di vetro e le resine definiscono forme curve e convesse, creando un volume scultoreo dal fascino irresistibile, che emana un’ energia ipnotica dall’interno, paradossalmente emotiva e razionale insieme. Osservandole viene il desiderio di rompere lascatola di vetro per liberare l’emotività della “lacrima” congelata: sembrano bolle di ossigeno dentro un liquido amniotico che contiene il mistero della vita. Per Coppeta, autore di particelle di trasparenza solidificata: “ Tutta l’arte è scultura perché contiene in sé la terza dimensione , quella poetica”.
La sua materia liquida materializza intrinseche riflessioni metafisiche sullo spazio assoluto, sulle intensità luminose scomposte in micro-particelle visibili solo con il microscopio o con una lente d’ingrandimento, in cui più che il colore sono le trasparenze, le ombre, i vuoti d’aria ad invitare lo spettatore a guardare oltre la superficie dell’opera che piacerebbe a Lucio Fontana. Anche l’opera Long Drop II, composta da 30 lastre di vetro molato in successione per circa 2.80 metri sembra ibernare il flusso del tempo, che altera la percezione dello spazio e attiva una relazione “fatale” con lo spettatore. Amedeo Sanzone (1968), pittore, figlio d’arte, laureato in filosofia conduce una ricerca spiritualista, indagando le potenzialità espressive dei materiali oltre il visibile ed una programmatica oggettività. L’autore sperimenta materiali industriali come il plexiglass o Lexan , superfici riflettenti in cui lo spettatore si “specchia” e viene fagocitato dall’opera stessa, creando una sorta di distorsione della visione, d’effetto volutamente straniante. Sanzone predilige forme geometriche, pure, trasparenti che incarnano l’archetipo formale e superfici dalle proprietà specchianti che permettono allo spettatore di penetralo attraverso illusioni ottiche, che entusiasmerebbero Getulio Alviani, protagonista dell’Arte cinetica e programmata . Anche in questo caso, come nelle opere degli altri autori, il materiale non è soltanto un mezzo, bensì diviene il soggetto che struttura architetture visive, materializzando forme possibili di spazio. Queste opere apparentemente semplici, ma in realtà complesse dal punto di vista tecnico esecutivo, sono indirizzate al coinvolgimento dello spettatore.
Spirito e materia sono il soggetto della loro ricerca permeata di una spiritualità soggiacente con opere tese verso obiettivi percettivi innovativi in cui la luminosità diviene scultura e colore emozioni, innescando nello spettatore una riflessione sullo stato della visione a partire dalle leggi della percezione , della psicologia e anche della filosofia della forma: razionale ed empatica al tempo stesso.
Lacan scrive “Io sono nell’immagine”, e in questa esposizione questa riflessione è una materia visiva.
 
Reflections AMY D
Milano - dal 7 al 23 novembre 2013
Via Lovanio 6 (20124)
+39 02654872
info@amyd.it
www.amyd.it

giovedì 31 ottobre 2013

Di Guido Ferrari Non solo acquerelli

Le ultime ricerche pittoriche di Guido Ferrari in mostra, da domani al 31 dicembre 2013, presso la caffetteria-pasticceria CarAmelia di Montecchio Emilia (Via Prampolini, 44). "Non solo acquerelli", ma anche opere ad acrilico su pannelli telati, realizzate nel 2012 e nel 2013.
 
Scopo primario di Ferrari è la scomposizione e successiva ricomposizione dell'immagine, rivelando attraverso rottura e riassemblaggio del continuum, i segreti della visione e compiendo nel medesimo tempo un'interpretazione, inevitabilmente soggettiva, del reale e delle sue armonie dinamiche. Tutto ciò in aderenza alle tendenze de costruttiviste, che coniugano geometria e colore, matematica e creatività, in riferimento alla tesi di percezione visiva intesa quale costrutto del nostro cervello,prima ancora che mera rappresentazione dell'esistente.
 
Nato a Reggio Emilia nel 1947, Guido Ferrari si dedica al disegno con matita e carboncino fin dall'adolescenza, seguito e motivato inizialmente dallo scultore Tonino Grassi. Prosegue poi negli anni come autodidatta, affiancando la passione artistica alla propria attività di medico. Oggi predilige l'acquarello, tecnica estremamente veloce, idonea ad una rappresentazione impressionista del paesaggio e l'acrilico, metodica lenta e ponderata, con la quale egli affronta un rivisitazione personale dell'arte dei primi anni del secolo scorso, espressionista, cubista, futurista. Dal 2009 ad oggi ha esposto in diverse città, fra le quali Salerno, Piacenza, Lecce, Trento, Milano, Bologna, Parma, Viterbo, Trento e Reggio Emilia. Vive e lavora a Cavriago (RE).
 
Le sue opere sono esposte in permanenza presso CarAmelia, pasticceria-caffetteria (Via Prampolini, 44 - Montecchio Emilia).
 
La mostra è visitabile tutti i giorni con orario 7.30-12.30 e 16.30-19.00, chiuso lunedi ed giovedi pomeriggio. Al termine dell'esposizione, alcune opere rimarranno in permanenza nel locale. Per informazioni: tel. 333 6416984, gferrari47@gmail.com. 

mercoledì 30 ottobre 2013

La Terra del Mare di Roberto Gaiezza, Giacomo Lusso, Aldo Pagliaro, Ylli Plaka e Carlo Sipsz.

Domenica 3 novembre alle ore 17.00, la Galleria Arianna Sartori, inaugurerà la mostra "La Terra del Mare. Roberto Gaiezza – Giacomo Lusso – Aldo Pagliaro – Ylli Plaka – Carlo Sipsz" a Mantova nella sede di Via Ippolito Nievo 10. La mostra e il catalogo sono a cura di Vittorio Amedeo Sacco. Sarà possibile visitarla al fino al 14 novembre 2013.
 
"Una terra tutta speciale, quella in mostra a Mantova alla galleria Arianna Sartori. Eterogenea, spesso inaspettata, dinamica e vivace, l’arte contemporanea, nella mostra, viene ricondotta necessariamente alla dimensione quotidiana, per offrire la tutti la possibilità di avvicinarvisi e fruirla. Sono stati chiamati ad esporre artisti italiani e stranieri degni di nota, nomi già ben affermati a livello nazionale e internazionale ed in grado di interpretare gli spazi a loro disposizione con modalità diverse.
 
Il titolo della mostra, “La Terra del Mare” sottende alcuni originali significati: l’arte contemporanea qui e’ espressa in terra ceramica e poi, gli artisti presenti vengono tutti da una speciale terra di mare, quella incantevole terra ligure che ha fatto della ceramica un sogno condiviso da artisti di tutto il mondo e li ha visti aprire nel proprio territorio studi e laboratori. Tra gli altri il “gruppo cobra”. Ed e’ proprio a loro, che, con infinita modestia ma grandissimo rispetto, il nostro gruppo di artisti ha dedicato il proprio nome: “gruppo kapra”. Nella loro opera c’e’ ricerca, sperimentazione e mediazioni culturali di ogni ordine e grado: si sorprendono loro stessi di ciò che fanno, di ciò che appare loro davanti agli occhi. Quanta sana verità e umiltà.
 
L’esposizione si articola in cinque diverse installazioni che conducono il visitatore all’interno di un percorso obbligato, creato dalle opere, dalla loro collocazione e dalle loro dimensioni. In questa mostra sono collocate opere e installazioni realizzate da artisti di diversa nazionalità’, eta’, formazione e linguaggio, in un dialogo serrato, molto suggestivo, tra estetiche diverse, secondo una modalità oggi sempre più in voga in tutto il mondo. La fruizione di queste presenze resta e resterà un fatto squisitamente personale. Ciascun visitatore sarà libero di accogliere questi segni contemporanei secondo la propria sensibilità: guardandoli come protagonisti o ignorandoli, percependone il rapporto con l’ambiente circostante o semplicemente leggendoli come opere a se stante.
 
Roberto Gaiezza
L’attitudine ampiamente sviluppata da Roberto Gaiezza nell’ambito di una pittura che si rinnova e si genera intorno ai valori del gesto e dell’immediatezza, mostra qui, nelle sue opere in ceramica, l’irrefrenabile intensità di un’azione che non intende esaurirsi o fermarsi nella sia pur ricca enfasi della tridimensionalità. D’altronde, l’autore non rinuncia mai al segno, al colore, all’espressione ed attraversa il territorio della pittura giungendo a testimoniare l’identità del suo gesto anche nelle forme dell’oggetto.
 
Giacomo Lusso
L'arte di Giacomo Lusso non esprime nulla in quanto tale, non mostra direttamente, non racconta l'ineffabile. Al contrario, presuppone un reticolo di significati riccamente articolato. La funzione di segni e simboli nella realtà di Giacomo Lusso si esprime nel tentativo di razionalizzare e dare un ordine alle cose. Nell’attribuire un senso a quanto vede e sente intorno e dentro di se’.
 
Aldo Pagliaro
Tracce, segni, impronte ripetuti come textures sulla materia scultorea, creano ritmi di colore, luci e volumi. Nelle opere che realizza, Aldo Pagliaro utilizza una sua personalissima scultura segnica dove la forma, benché non del tutto assente, tende a trasformarsi in "segno". La scultura segnica di Aldo Pagliaro e’ un’altra versione dell’arte informale, anche se da questa si differenzia per la mancanza di un netto rifiuto della forma.
 
Ylli Plaka
Nelle sue opere si intravedono dei riflessi dell’arte barocca e qualche visione del contemporaneo incline a tutto ciò che è figurativo ma anche molta energia condita con sapiente magia. Ylli Plaka scolpisce le sue figure con quella serena plasticità come di chi ha contiguità con la creatività della natura. Ylli Plaka dà voce alle forme dando evidenza al gesto plastico, dove i grumi della materia ed il segno rivelato dal gesto sulla superficie offrono una nuova e più affascinante possibilità narrativa.
 
Carlo Sipsz
La scultura di Carlo Sipsz si materializza sotto la ispirata gestualità di natura emotiva che contraddistingue coerentemente tutto il suo percorso artistico, rielaborando la storia dell’espressionismo astratto. Carlo Sipsz incide e scava blocchi di argilla in un processo controllato di erosione, così da manipolare lo scabro materiale ai fini della modellazione. Nasce il gioco della apparentemente divertita giustapposizione di emozione e di casualità, di amore e di dissacrazione." -
 
Testo a cura di Vittorio Amedeo Sacco, curatore.
 
La Terra del Mare
ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN
Mantova - dal 3 al 14 novembre 2013
Via Ippolito Nievo 10 (46100)
+39 0376324260
info@sartoriarianna.191.it

martedì 29 ottobre 2013

Cara Alda. Un ricordo di Alda Merini tra immagini e carta stampata

La mostra “Cara Alda – Un ricordo di Alda Merini tra immagini e carta stampata” è un racconto intorno ad Alda Merini, attraverso le immagini, le fotografie “speciali” di Giuliano Grittini. E’ un modo per ripercorrere la figura della poetessa della Ripa e la sua Milano, qualche volta in bianco e nero, altre volte a colori ed anche con le rielaborazioni cromatiche che il fotografo e maestro incisore, grande amico e “fotografo ufficiale” di Alda Merini, ha saputo creare con la sua arte: fotografie, quelle di Grittini,  che diventano “quadri d’autore” affiancati da un racconto che passa attraverso la riproduzione di testi di Maurizio Bonassina editi sul Corriere della Sera e su altri giornali. E’ un percorso che riserverà anche alcune sorprese: qualche inedito dettato sul filo della poesia e dell’ironia dalla poetessa dei Navigli.
 
L’incontro di Maurizio Bonassina con Alda Merini è relativamente recente: risale infatti al 2007. Ma fin da subito tra i due nacque una intesa profonda e quasi intima, al punto che Bonassina è diventato una sorta di suo biografo ufficiale, dando conto dei suoi incontri con Alda Merini sulle pagine milanesi del Corriere della Sera.

 Il volume “Cara Alda” – edito da La vita Felice, introduzione di Giangiacomo Schiavi - raccoglie tutti questi interventi, creando una biografia ideale degli ultimi anni di vita della grande poetessa milanese.

Il libro è impreziosito da nuove, inedite fotografie scattate da Giuliano Grittini.
 
Per informazioni:
Spazio Oberdan, tel. 02.7740.6302,
www.provincia.milano.it/cultura
Ufficio stampa:
Provincia di Milano/Cultura, tel. 02 774063.58/59;
p.merisio@provincia.milano.it, m.piccardi@provincia.milano.it;
Addetto stampa Assessore, tel. 02 77406386,
f.provera@provin

domenica 27 ottobre 2013

Dalla Creazione al Tablet : un excursus artistico, leggendario e storico tra la fede, il sapere e l'arte delle civiltà del globo.

Sabato 2 Novembre 2013, presso il museo archeologico di Fiesole (FI), si inaugura alle ore 17,00 la mostra d'arte dell'artista Anna Maria Guarnieri dal titolo Dalla Creazione al Tablet, un excursus artistico, leggendario e storico tra la fede, il sapere e l'arte delle civiltà del globo.
 
Anche in questi tempi di crisi, anche in questa bistrattata Italia, anche quando non si vede la luce e ci troviamo nel buio più profondo, ciascuno di noi e l'umanità intera ha bisogno di credere in un domani migliore, ha bisogno di una meta da raggiungere, attraverso la scienza o la fede, attraverso un ragionamento pragmatico o irrazionale, ma ha comunque necessità di porsi delle mete da raggiungere.
 
Dal tempo della creazione, l'uomo ha percorso un lungo cammino, dal gelo delle notti più buie, ha saputo riprodurre il fuoco, ha imparato a conservare, trasportare e comandare la sua potenza, fino ad arrivare all'era del Tablet.
 
In questo excursus storico, ha incontrato innumerevoli difficoltà, spesso decisamente maggiori di quelle odierne, spesso ha dovuto combattere immani battaglie contro gli agenti atmosferici, una natura matrigna e i propri simili, eppure il genere umano ancora vive, e nonostante il nostro meschino lamentarsi, una discreta parte dell'umanità può godere delle ferie, dell'arte e di attività ludiche e sportive che solo pochi anni fa erano ai più precluse.
 
Con la mostra Dalla Creazione al Tablet l'artista Anna Maria Guarnieri vuole proprio ricordare a se stessa e ha i visitatori della mostra, che l'umanità, a ogni latitudine e sotto ogni governo, ha saputo sopravvivere e trovare una strada per progredire.
 
Vuole ricordare che fino a che l'uomo riuscirà a far parte dell'ingranaggio del mondo, fino a che riuscirà a sperare che dopo ogni notte, anche quelle più lunghe e gelide, sorge sempre il sole, fino a che riuscirà a credere che dal seme che muore, sorge nuova vita, allora le cose cambieranno e miglioreranno in un divenire continuo e pulsante.
 
Come ebbe a dire per la crisi del 1929 Albert Einstein: non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione, perché è nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.
 
Anna Maria Guarnieri crede come Einstein che se i più stessero bene, avessero un lavoro, del denaro da spendere, i figli in una scuola degna di questo nome e il paracadute di un sistema sanitario efficiente ed efficace, nulla cambierebbe, nonostante la corruzione, i ladri, gli assassini, le troppe non decisioni, la fame di lavoro e tutti gli altri mali che da anni affliggono il popolo italiano e non solo.
 
Con la mostra “Dalla Creazione al TabletAnna Maria Guarnieri vuole far comprendere, che ciascuno di noi non dovrebbe fare dei passi sperando che un giorno porteranno ad uno scopo, ma che ogni passo deve essere uno scopo, nello stesso tempo in cui ci porta avanti ... e ... se ciascuno di noi guarda di tanto in tanto indietro, scoprirà certamente le orme di un lungo, lunghissimo cammino, quello “Dalla Creazione al Tablet”.
 
Durante la cerimonia d'inaugurazione della mostra, il critico d’arte veneziano dott. Sergio Pesce che da anni svolge attività di ricerca storico critica, ripercorrerà l’excurcus storico, artistico e leggendario che ha inspirato l’artista nella creazione dell’opera “Origini di Vipsul”. 
Questa opera, altamente simbolica, come è nello stile dell’artista, verrà donata alla città di Fiesole durante la cerimonia d’inaugurazione della mostra, chi dunque, oltre a ammirare ben 50 pittosculture dell'artista "archeologa", vorrà sapere qualcosa di più sullo stemma di Fiesole, sulla stella e la mezzaluna che lo compongono, nonché sui leggendari legami che Fiesole ha con la storica città di Troia, potrà ascoltarli partecipando all’inaugurazione dell’evento.
 

Museo Civico Archeologico (Sala Costantini)
Via Portigiani, 1 Fiesole (FI) Tel. 055.5961293
Inaugurazione: ore 17,00 di sabato 2 novembre 2013
Curatore: Promo Arte Udrov

martedì 15 ottobre 2013

Il Primo Bacio

"Il Primo Bacio è il vincolo che unifica l’estraneità del passato con la luminosità del futuro." - Kahlil Gibran

domenica 13 ottobre 2013

Non Passerai

"Non Passerai" di  Marco Mengoni è una canzone dolce e malinconica...di seguito il testo:

A questo incrocio
dimmi dove si va
con un passo in più.
Tu che forse un po’
hai scelto di già
di non amarmi più.
E come quadri appesi
leve senza pesi
che non vivono.
Come quando c’era
una vita intera
due che si amano.
E salgo ancora in alto perché
è lì che c’eri tu.
Ma ora serve il coraggio per me
di guardare giù.
E non c’è niente che resiste
al mio cuore quando insiste
perché so che tu non passerai mai,
che non passerà
(non passerai)
non mi passerai
(non passerai).

Ok allora adesso confesso
non avevo che te.
Come faccio a vivere adesso
solo, senza te?
E senza i tuoi sorrisi
e tutti i giorni spesi
oggi che non c’è.
E che è una porta chiusa e
nessun’altra scusa da condividere.
E salgo ancora in alto perché
è lì che c’eri tu.
Ma ora serve il coraggio per me
di guardare giù.
E non c’è niente che resiste
al mio cuore quando insiste
perché so che tu non passerai mai,
che non passerà
(non passerai)
non mi passerai
(non passerai).

E quanto amore mancherà
e troppo rumore in un giorno
che non va.
E non posso comprendere
che non passerà.
E salgo ancora in alto perché
è lì che c’eri tu.
Ma ora serve il coraggio per me
di guardare giù.
E non c’è niente che resiste
al mio cuore quando insiste
perché so che tu non passerai mai,
che non passerà
(non passerai)
non mi passerai
(non passerai)

domenica 6 ottobre 2013

Re-made in Italy di Duchamp

In occasione del centenario del primo ready-made realizzato da Duchamp ("Ruota di bicicletta", 1913), la Galleria Nazionale d'Arte Moderna ha organizzato una mostra dove saranno presentati i quattordici ready-made donati da Arturo Schwarz al museo nel 1997, accompagnati da una selezione di importanti opere e di documenti originali, fondamentali per la comprensione del percorso duchampiano. Il progetto espositivo si concentra su lavori organici e non convenzionali, legati alla parola come formulazione del pensiero: l'arte di Duchamp si concentra sulla dissociazione tra il concetto e il titolo, perché vede nello sviluppo degli oggetti comuni la metamorfosi di un pensiero che diventa azione.
 
Questa esposizione vuole anche testimoniare l'influenza che Duchamp ebbe sulla scena artistica italiana quando, in seguito alle mostre personali presso la Galleria Schwarz di Milano, dal 5 giugno al 30 settembre del 1964 e a Roma presso lo spazio Gavina di via Condotti, nel giugno 1965, Duchamp diede l'occasione ad alcuni artisti italiani di entrare in contatto diretto con lui. In questa esposizione sono infatti presenti anche opere di Baj, Baruchello, Dangelo, Patella, ecc.
 
Marcel Duchamp (Blainville-Crevon, 28 luglio 1887 – Neuilly-sur-Seine, 2 ottobre 1968) è stato un pittore, scultore e scacchista francese naturalizzato statunitense nel 1955.
Considerato fra i più importanti e influenti artisti del XX secolo, nella sua lunga attività si occupò di pittura (attraversando le correnti del fauvismo e del cubismo), fu animatore del dadaismo e del surrealismo, e diede poi inizio all'arte concettuale, ideando il ready-made e l'assemblaggio.


Duchamp. Re-made in Italy
8 ottobre 2013 - 9 febbraio 2014
GNAM Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti 131 - 00197

venerdì 4 ottobre 2013

I FermoImmagine in concerto


AmbientARTI, nota Associazione culturale forlivese, segnala un interessante evento che si terrà martedì prossimo 8 ottobre presso X-Ray pub di Forlì, dove i FermoImmagine suoneranno la loro musica.
 
"Il nostro è un progetto completamente indipendente, sincero, dove c'è tanta passione per la musica. Venite a trovarci, passeremo una bella serata insieme...credo sia importante smuoversi ora più che mai..." . Parola di FermoImmagine.

giovedì 3 ottobre 2013

Natalie Shau - Hide and seek

La Dorothy Circus Gallery è pronta ad inaugurare la nuova stagione espositiva con la seconda personale italiana di Natalie Shau. L’artista, presentata dalla Dorothy Circus nel 2009 con la mostra “Venenum et Medicamentum, è oggi tra i più importanti leader dell’avanguardia digitale dell’Arte e torna sulle scene italiane con la mostra “Hide and Seek”.

Composta da sedici opere inedite, la serie “Hide and Seek” esce dalla penombra cara all’artista, lasciando il posto a un sogno mattutino.

Natalie Shau ci apre le porte del suo Private Garden, dove le sue ammalianti protagoniste giocano a nascondino lungo il sentiero di un metaforico labirinto, Lavinia, Lilith, Lucy, Alice... escono fuori da ogni angolo e ammiccano al visitatore disseminando fiori, perle e tentacoli, guidandoci in un percorso simbolico, volto ad aprire le tiepide stanze della mente femminile.

La padrona di casa è ancora una volta la Donna, che l’artista racconta come in un ritratto autobiografico, nella dicotomia della sua natura, che è fragile come farfalla e al tempo stesso potente regina dell’occulto.

I raffinati pennelli digitali di Shau sono intrisi di quel respiro ultra-trerreno di cui tutti siamo parte e indagano sull’“oltre” di ogni anima, scoprendo carta dopo carta, lasciandosi inseguire in un gioco patinato di specchi e illusioni, dove la salvezza di un cucciolo si nasconde sotto una maschera di vanità, un pesce rosso nuota fra pensieri alla rovescia di un’adolescente senza gravità, e la donna risorge “Fiore di sangue” all’alba di nuovi roghi, quando si ripete innocente vittima del più buio dei veleni.
 
Natalie Shau - Hide and seek
Roma - dal 26 ottobre al 30 novembre 2013
Dorothy Circus gallery
Via Dei Pettinari 76 (00186)
+39 067021179

mercoledì 2 ottobre 2013

Le Misure morbide di Mimmo Iacopino






Locandina della mostra di Mimmo Iacopino - "Misure morbide" - presso la Galleria Melesi di Lecco dal 5 ottobre al 24 novembre 2013

domenica 29 settembre 2013

(Arte.misia) : Dedicata a tutte le Donne

Da quest'oggi nella città di Terni, si terranno eventi di ogni genere, musicali, teatrali e di danza: Palazzo Primavera e le prestigiose Sale di Via Aminale, faranno da cornice ad una serie di appuntamenti dedicati alle donne in cui si alterneranno undici artiste: Eleonora Anzini, Diletta Boni, Angela Cacciami, Caterina Ciuffetelli, Morena Costanzi, Elena Di Felice, Melissa Marchetti, Veronica Morresi, Katia Pangrazi, Elisa Pietrelli e Irene Veschi, esporranno il figurativo, l’astratto, la fotografia per celebrare la melodia, l’incanto, lo splendore, l’ideale e l’audacia delle Donne.
 
Nel corso dei 10 giorni all’interno della mostra, si darà vita all’albero delle emozioni. Tutti i visitatori potranno appendere un oggetto che nella propria vita ha suscitato una gioia, un’ inquietudine, o una semplice emozione.

(Arte.misia)
dal 29 settembre al 9 ottobre 2013

Inaugurazione:
Domenica 29 settembre ore 17.30
SALE DI VIA AMINALE/PALAZZO PRIMAVERA
Organizzazione:
Madè Pubbliche relazioni di Maela Piersanti

martedì 24 settembre 2013

Allo stato puro

 Allo stato puro" è il titolo della personale dello street artist Ale Puro in programma dal 24 settembre al 24 ottobre alla Galleria Square 23.
 
"
Allo stato puro sono le immagini di un mondo visto dagli occhi di un bambino. Nelle sue opere Ale Puro mantiene lo stile grezzo e spontaneo degli sketches ispirati a Modigliani, Haring, Blake e Basquiat, attribuendo molta importanza all’istinto e alla semplicità delle linee. I suoi personaggi, spensierati e riflessivi, rispecchiano ironicamente la semplicità che ci circonda, ma che spesso viene travolta dalla società odierna basata sulla necessità del superfluo. I suoi disegni sono sospesi tra realtà e fantasia, le sue opere racchiudono piccoli racconti di disarmante serenità, brevi viaggi in un mondo fantasioso ma allo stesso tempo reale.

Allo stato puro
Martedì, 24 Settembre, 2013 - 18:00
Square 23
via San Massimo 45, Torino

venerdì 13 settembre 2013

I Punti di Vista della galleria l’Agostiniana a Roma

Verrà inaugurata venerdì 13 settembre alle ore 18,30 presso la galleria l’Agostiniana in piazza del Popolo, la collettiva “Punti di Vista” dei curatori d’arte Monica Ferrarini e Massimo Picchiami: una mostra collettiva di grande spessore che vuole celebrare l’attività di grandi artisti del panorama artistico contemporaneo.
 
Un evento che trova la sua più degna realizzazione nel meraviglioso scenario delle Galleria Agostiniana in Piazza del Popolo: si tratta delle gallerie sottostanti alle Navate della storica Chiesa di Santa Maria del Popolo, in cui sono esposti alcuni dei capolavori del Caravaggio.
La sede, di facile accesso per il pubblico, nel pieno centro della città, è considerata una delle location artistiche più importanti del polo espositivo romano: è infatti da sempre meta di un pubblico internazionale e di un turismo culturalmente consapevole e rappresenta l’ideale luogo di incontro di un percorso volto a far dialogare opere diverse per stile, pathos ed esperienza.
 
Punti di Vista è una mostra che vuole valorizzare il concetto di espressione di arte in senso lato, ponendo in evidenza gli itinerari della rappresentazione figurativa, astratta e concettuale con le sue evoluzioni contemporanee in termini di stile, tecnica e ricerca.
Un confronto creativo e vitale che fa di questa manifestazione un contenitore culturale dove ciascun artista dialoga con gli altri mantenendo vive le proprie differenze e le proprie peculiarità.
 
Una finestra aperta sulle varie tendenze, forme e ricerche che permette a ciascun artista, accuratamente selezionato, di proporre il proprio percorso artistico e di esprimere il grande potenziale del proprio operato.
Un interessante scambio di opinioni e percezioni, un ricco confronto differenti linguaggi e tecniche che mostrano un variegato spaccato delle attuali ricerche artistiche.
Le varie stanze della galleria Agostiniana diventano così il luogo ideale dove costruire un dialogo, una piattaforma dinamica di interscambio culturale dove ogni artista regala e condivide le proprie storie.
Artisti partecipanti: Atanasi (Gata), Azzena, Baldoni, Berlingeri, Boccardini, Budacan, Cabello (Fany), Cardone, Cascini, Crocco, Crudelini, Dominici (Verbena), Faleschini, Franzese, Marcotulli, Martinadonna, Michelotti, Pettenò, Resta, Saccà, Salvatori, Salvo, Schifano, Siani, Teofoli, Teresi, Ulissi, Vocale.
 
 
Punti di Vista
Venerdì, 13 Settembre, 2013 - 18:30
galleria Agostiniana
Piazza del Popolo 12-Roma
 

martedì 10 settembre 2013

Morte di una piccola sposa.

Il suo nome era Rawa, yemenita, e aveva otto anni : è andata in sposa ad un quarantenne ma non è sopravvissuta alla prima notte di nozze : è morta per un’ emorragia.
 
 
 

domenica 8 settembre 2013

Le Infiltrazioni di Maria Cecchella alla Grande Festa del Vino di Mirano

Nella giornata di domenica 8 settembre 2013, in Villa XXV Aprile a Mirano (VE) nel bellissimo contesto del parco cittadino, in concomitanza con La Grande Festa del Vino, si terrà la mostra personale "Infiltrazioni" dell’artista Maria Cecchella.
 
Attraverso l’utilizzo di materiali poveri e di recupero l’artista reinterpreta i suggestivi spazi della Villa immergendo i visitatori in scenari surreali, ambigui ed inquietanti. Un’occasione unica che coniuga il piacere del palato con una personale ricerca artistica.

Infiltrazioni
Domenica, 8 Settembre, 2013 - 10:00
Villa XXV Aprile
via Mariutto 1 Mirano VE

venerdì 6 settembre 2013

La Notte dell'Arte a Corato

Un mare d'arte sta per inondare le vie, le piazze e gli angoli del Centro Storico di Corato: arriva la "Notte dell'Arte".
 
Una notte bianca in cui i protagonisti della città saranno gli spettacoli di trampolieri, giocolieri, mangiafuoco, trapezisti, acrobati, clown e marionettisti come Otto Panzer, Teodor, Umberto Rosichetti, Giorgia Basilico, Sara Forgetta, Clownmarrangio e Anna Saragaglia, solo per citarne alcuni.
 
Il menu della rassegna degli spettacoli prevede le esibizioni di danza contemporanea, popolare e breakdance di numerosi artisti, fra cui Belen Duarte, Mariano Cipriani, il gruppo Abracadanze ed i South Style Crew. Le note e il ritmo della musica live la faranno da padrona con Bob Cillo e alcune band, fra emergenti e non, come i Tikvà, Ai Marigini della Città, Royal Flush e una formazione composta da giovani musicisti provenienti da tutto il barese, Route 99 Street Band, vera e propria orchestra itinerante.
 
Inoltre, le porte di prestigiosi palazzi storici – fra cui Palazzo Gioia, il Teatro Comunale e le palazzine prospicienti e la sede dell'Arma dei Carabinieri – si apriranno per accogliere le mostre d'arte di autori contemporanei. L'arte figurativa occuperà, ancora, gli spazi delle estemporanee d'arte e le sessioni di street art e live painting che coloreranno le strade del centro, grazie alla partecipazione di Pasquale Davide Mascoli, Luigi Sgaramella, Luca Poke, Hope/Gig, Gaetan Procacci ed EGO.
 
La notte del 7 settembre sarà anche "video mapping", recente forma d'arte che consiste nel proiettare immagini e luci sui profili architettonici e sulle facciate degli edifici. Allo scoccare della mezzanotte, uno stabile di Piazza Di Vagno si illuminerà grazie alla performance del locale Forum dei Giovani.
Si parte alle ore 20.00 con un'anteprima di alcuni spettacoli e la degustazione di prodotti biologici, presso il Museo della Città e del Territorio, che aprirà in via straordinaria i propri battenti fino alle 24.00.

Dalle 20.30 prenderà il via la maratona d'arte. Le 10 postazioni in cui si alterneranno gli artisti sono dislocate in Piazza Cesare Battisti, Piazza Marconi, Piazza Vittorio Emanuele, Corso Garibaldi ang. Via San Vito, Largo Plebiscito, Via Duomo, Piazza Sedile, Piazza Abbazia, Largo Aregano, Chiostra D'Onofrio e Piazza Di Vagno.
 
In occasione della Notte dell'Arte, l'Amministrazione Comunale ha invitato i gestori di negozi, bar, pizzerie, gelaterie, paninoteche, pasticcerie, gli operatori della ristorazione, e non solo, a voler promuovere le iniziative più utili a "catturare" il maggior numero di consumatori, specie quelli delle città limitrofe. Gli esercenti commerciali della città, infatti, proporranno un'ulteriore sconto sui prodotti in vendita oppure – con riferimento a bar e ristoranti – un happy hour con consumazioni di alimenti e bevande ad un costo particolarmente vantaggioso.
 
L'esercizio commerciale che aderisce all'iniziativa esporrà, all'esterno del proprio locale, una locandina predisposta dall'Assessorato allo Sviluppo Economico, direttamente scaricabile dal sito istituzionale del Comune. Piazza Vittorio Emanuele, inoltre, ospiterà una piccola fiera dell'autoproduzione, mentre su via Dante avrà luogo la esposizione "Braderie".
 
Per maggiori informazioni è possibile cliccare sul sito istituzionale del Comune di Corato www.comune.corato.ba.it

giovedì 5 settembre 2013

L'alfabeto dei sentimenti

"L'alfabeto dei sentimenti" (Edizioni Fatatrac, 2013) di Janna Carioli e Sonia M.L. Possentini al "Festival della Letteratura di Mantova".
 
La presentazione ufficiale si terrà giovedì 5 settembre 2013, dalle ore 18.00 alle ore 19.00, in Piazza Virgiliana. Ventuno lettere, tante quante l'alfabeto. Ogni lettera contiene 33% di sentimento, 33% di poesia, 33% di bellezza, 1% di carta e inchiostro.
 
Come si legge in una breve nota dell'illustratrice, il libro è dedicato "Alle persone conosciute durante il terremoto in Emilia, la mia terra, che mi hanno insegnato il coraggio di un nuovo alfabeto".

Per informazioni: www.fatatrac.it.



domenica 1 settembre 2013

Marco Rinaldi - CENERE: Racconti partigiani in attesa di un aprile

La ricorrenza dei 70 anni dall'inizio della lotta partigiana suggerisce un momento di riflessione e di ricordo perché nulla di quei valori che l'hanno promossa venga perduto.
 
Domenica 8 settembre 2013 alle 20,30, in collaborazione con la sezione ANPI e con il patrocinio del Comune di Albissola Marina , il Circolo degli Artisti e La Garitta Live Music Restaurant presentano in Pozzo Garitta lo spettacolo di Marco Rinaldi  "Cenere - Racconti partigiani in attesa di un aprile".

Ingresso gratuito, posti a sedere e in caso di cattivo tempo.. al coperto.
CENERE - Marco Rinaldi
Circolo degli Artisti 
Pozzo Garitta, 32  17012 Albissola Marina (SV)
www.circoloartistialbisola.it circ.artistialbisola@libero.it

domenica 25 agosto 2013

Confusione

Tutte le nostre preoccupazioni, afflizioni, rodimenti, dispiaceri, paure, fatiche, eccetera, riguardano forse nella maggior parte dei casi soltanto l'opinione altrui.

Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851





La "confusione" di leonardo basile
"La confusione è quella parola inventata per indicare un ordine che non si capisce."

Henry Miller, Tropico del Capricorno, 1939

martedì 20 agosto 2013

Mari e monti.




Il mare, è quello "delle mie parti" : bello tantissimo (come i "mari" di tutti, del resto). E' quello "leggermente mosso" dei giorni di maestrale... ammaliante!!!
 
Là, a nord (la foto è stata "tirata" a Giovinazzo sud) s'intravede il Gargano...in questa foto non è molto nitido ma ci sono giorni in cui appare in tutto il suo splendore....sì, ma se continui a guardare ste' natiche, come pensi di "intravederlo" , col binocolo??!!
 
Concentrati sul mare :

Giovinazzo Sud, spiaggia libera
 
 P.S. : Il Mare è "vero" (è un mio scatto) ... e le natiche pure - ma queste le ho "trovate" sulla rete .

lunedì 19 agosto 2013

20 Agosto 1940 . Morte di un rivoluzionario permanente : Lev Trotsky

Un'elaborazione digitale di Leonardo Basile :
Lev Trotsky, alle sue spalle Frida Kahlo
e il simbolo del Comunismo.
"La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza, e goderla in tutto il suo splendore" (Lev Trotsky) .
 
Il 20 agosto del 1940, Lev Trotsky, ex luogotenente di Lenin e oppositore di Stalin, venne brutalmente assassinato.
 
Esiliato dalla Russia, s'era trasferito in Messico su invito del pittore Diego Rivera e della moglie Frida Kahlo (con la quale ebbe una relazione) coi quali visse per circa due anni, fino a quando decise di trovarsi una sistemazione indipendente.
 
Il 20 agosto 1940, poco dopo le 17, assieme a Jaques Mornard, fidanzato della sua segretaria americana, era entrato in casa per leggere un articolo e mentre chinava il capo sullo scritto, Mornard tirò fuori dall'impermeabile una piccozza e lo colpì bestialmente al capo. Inutili i tentativi per salvarlo, tre interventi chirurgici non riuscirono a salvargli la vita.
 
Quel gran pezzo di merda di Mornard  che si era spacciato per uomo d'affari nato a Theran, in realtà si chiamava Ramon Mercader (scopro oggi che era fratello dell'attrice Maria Mercader, cognato del regista Vittorio De Sica e quindi zio di Christian e Manuel De Sica) ed era stato incaricato dai russi per uccidere Trotsky, riuscì ad entrare in amicizia col rivoluzionario seducendo la sua segretaria stattunitense, spacciandosi pure per un seguace delle sue idee politiche.
 
 

giovedì 15 agosto 2013

Oggetti d'estate : quella foto di Marylin Monroe...

La bella Marylin in una  foto (che non è quella esposta
in "quel bar di Monopoli" e che ha ispirato Pietro Marino)
che esprime tutta la grazia ed il candore,
misto ad estrema sensualità, che sole lei possedeva.
"Oggetti d'estate" , è questo il tema di una serie d'articoli che a partire da oggi verranno pubblicati dal quotidiano cartaceo "La Gazzetta del Mezzogiorno", per raccontare l'estate 2013
Invitati scrittori, giornalisti, musicisti e artisti, a raccontare un oggetto in particolare che a loro parere rappresenta la stagione, con l'obiettivo di creare un piccolo dizionario fantassioso di antropologia minima.
 
Il primo oggetto è una fotografia, nel racconto pubblicato quest'oggi. Ne è Pietro Marino - critico d'arte - l'autore ; ed è una foto, che troneggia in un bar di Monopoli e che riporta la Grande Marylin Monroe con un sorriso malinconico...Pietro Marino, è partito da quel sorriso...