martedì 25 novembre 2014

Noi diamo [+] senso.

L’artista è colui che rompe l’anestesia, è colui che destabilizza, è colui che fa vedere quello che noi non vediamo. Le opere di Annamaria Colapietro, Giovanni Fenu, Roberto Mizzon in mostra a Roma al Padiglione 28 del comprensorio di Santa Maria della Pietà – ASL RME raccontano le loro storie personali, le loro memorie, i loro sogni: attraverso metafore pittoriche e sintesi artistiche allo stesso tempo esprimono la loro liberazione. L’artista César Meneghetti, co-curatore insieme a Simonetta Lux della mostra, tramite la sua opera esplora i confini della cosiddetta normalità e ci dà una lettura critica delle narrazioni di Fenu, Colapietro e Mizzon del riscatto dall’istituzione manicomiale, in un gioco d’incroci e dialogo inter semiotico. 

La mostra, aperta dal 25 novembre al 14 dicembre è promossa e realizzata dalla Comunità di Sant’Egidio nell’ambito del Centenario dell’apertura del più grande manicomio d’Europa. Sessantaquattro anni dopo, nel 1978, la legge 180 nota come legge Basaglia, ne imponeva la chiusura. Occorsero ancora 21 anni perché la chiusura di questa istituzione si concludesse definitivamente nel 1999. La ASL RME, che ha supportato nel tempo il processo di de-istituzionalizzazione del disagio mentale, anche con la creazione del Museo Laboratorio della Mente su impulso del compianto artista Paolo Rosa e di Studio Azzurro, ha accolto e condiviso tra le iniziative del Centenario l’evento espositivo noidiamo[ + ]senso

Da allora a oggi la questione dell’istituzionalizzazione reclusoria e del supporto liberatorio al disagio mentale appare ancora aperta. Questo evento espositivo è tappa ulteriore di una ricerca che ha avuto inizio nei Laboratori d’Arte di Sant’Egidio oltre 20 anni fa: Alessandro Zuccari, che segue da tempo il percorso dei laboratori, ha intuito la possibilità di rivelare, attraverso l’arte, la profondità di pensiero e l’intelligenza di persone con disabilità mentale che pregiudizi e meccanismi di esclusione portano a negare o ignorare. 

Simonetta Lux, con la sua invenzione del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea e la sua concezione dell’arte come processo relazionale - azione di un soggetto non oggetto- ha sostenuto negli ultimi anni lo sviluppo di processi di collaborazione/creazione tra vari artisti contemporanei internazionali e le persone con disabilità che lavorano nei laboratori. In questo quadro si colloca il rapporto con César Meneghetti e con I/O_ IO E’ UN ALTRO, indagine sulla labilità della frontiera della disabilità mentale e della normalità. Il progetto iniziato nel 2010, coinvolge un gruppo di circa 200 disabili dei laboratori d’arte della Comunità di Sant’Egidio. Il progetto è stato premiato dalla Fondazione Biennale di San Paolo, ed esposto nel 2013 alla 55° Biennale di Venezia. S. Maria della Pietà è significativamente legata al vissuto dei tre protagonisti della mostra e alla loro permanenza più o meno lunga in istituzioni totali. 

Annamaria Colapietro, Giovanni Fenu, Roberto Mizzon, attestano con forza e verità il percorso che dall’esclusione ha condotto alla liberazione e alla restituzione del ruolo di persone e di artisti nel contesto sociale.

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